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25. La Forza è solo il principio... o forse no?

È l'ultima persona con cui voglio parlare, non poteva essere Qui Gonn? Oppure Shmi? No, proprio LUI.

-Non voglio parlare con te- sbotto.

Gli volto le spalle, me lo ritrovo comunque davanti, ci passo attraverso.

Non si scompone, si limita ad osservare in mia direzione paziente, tanto da chiedermi se sia davvero Palpatine.

Tutto cambia, mi ritrovo su Naboo, siamo in una zona della Regione dei Laghi, una villa a strapiombo sull'acqua del lago, è quella dei Naberriè.

Mi manca Naboo, così come mi manca  la regione dei Laghi, era il mio angolo di tranquillità lontano dal caos di Coruscant.

Avere davanti la brutta faccia di Palpatine, trasforma un ipotetico sogno in un incubo da vorrei svegliarmi presto.

Sta osservando assorto il lago, ha un sorriso sulle labbra, fa strano vedere Palpatine che sorride, non un ghigno o un sorriso storto.

-Avrei voluto che le cose andasserò diversamente- mormora Palpatine.

Un mio verso di scherno lo costringe a voltarsi nella mia direzione, anche se non sta sorridendo ora, è serio mentre mi scruta.

-È il Karma- mi limito a dire, senza aggiungere altro.

Palpatine ignora ciò che dico,  il suo sguardo è fisso sul lago, perso nei suoi pensieri.

Più lo guardo, più trovo fin troppe somiglianze con papà, come il fatto che papà quando si perde tra i suoi pensieri, tende ad osservare il vuoto così intensamente che sembra voglia trapassare il vuoto stesso.

-Il potere è sempre stato al centro dei miei progetti a lungo termine, non ho mai pensato alle ripercussioni- sposta il suo sguardo verso di me, ma non dico nulla lo lascio parlare.

-Shmi era solo un mezzo per ottenere qualcosa, volevo un corpo che mi avrebbe ospitato se fossi morto, mai avrei pensato...- si interrompe.

Per la prima volta dall'inizio di tutta questa storia, mi rendo conto che osservo Palpatine sotto una luce diversa, ovvero quella di un povero vecchio che ha vissuto la sua vita seguendo un obiettivo, pensando che avrebbe raggiunto il suo scopo.

Sotto questo punto di vista, mi rendo conto che mi fa proprio pena, avrebbe potuto avere una vita diversa se solo non avesse deciso di seguire il proprio ego.

Non ha tenuto conto del fatto che le cose non vanno mai come uno vuole,  la Forza riesce sempre a trovare un modo per aggiustare le cose, ciò che è successo a papà ne è la prova.

-Hai avuto ciò che ti sei meritato, tutto ciò che tocchi si distrug...-  non faccio in tempo a finire la frase, mi ritrovo le dita della mano di Palpatine intorno al collo.

Ha un espressione gelida, lo sento sibilare tra i denti un "stupida ragazzina", mentre provo a liberarmi dalla sua presa.

-Sei proprio come tuo padre, caparbia  e con un carattere irascibile, dovresti ringraziarmi, se sei ancora viva è merito della mia presenza- sibila Palpatine tra i denti.

Molla la presa sul mio collo, mi ritrovo sulle ginocchia a prendere aria, intorno a me il paesaggio cambia di nuovo, mi ritrovo su Mustafar.

Palpatine si muove verso un punto preciso, il mio istinto mi urla di non seguirlo, mi rende conto che voglio capire cosa vuole da me.

Il caldo è opprimente come se fossimo davvero sul pianeta lavico, mi rialzo di scatto seguendolo, mi sembra quasi di notare un sorriso come se lo sperasse, anche se mi ritrovo ad osservare una scena che mi mozza il fiato.

Da quella posizione, vedo papà che urla contro mamma e Obi Wan, papà che usa i suoi poteri contro mamma, la sta strozzando.

Papà ha sempre glissato su come è diventato Darth Vader, ha sempre detto che è stato quando ha capito che mamma era morta, che tutto quel dolore e la rabbia provato l'hanno spinto definitivamente contro il lato oscuro.

Questo è molto peggio, perché non solo ha mentito, ma è stato lui stesso a provocare il suo passaggio al Lato Oscuro, ha sempre detto che è stato Palpatine ma in questo non ci vedo il suo zampino.

Sei come lui, se non stai attenta rischi di fare come lui, ha rischiato di perdere tutto in un colpo solo e con le sue stesse mani.

Cerco di ignorarlo, non voglio sentirlo, al momento l'unica cosa che voglio è svegliarmi da questo incubo, perché se proprio sto per morire non voglio vedere la sua brutta faccia.

-Ce un solo modo per far passare tutto questo, per liberarti di me e tu lo sai- un sorriso, un ghigno, compare sulle sue labbra.

Non gli lascerò il controllo, piuttosto preferisco la morte, tengo troppo alla mia vita, alla mia famiglia ed alla vita nella Galassia per lasciarlo uscire.

So di essere forte, potrei respingerlo ma per quanto tempo? Palpatine è un Sith addestrato, io lo sono a malapena addestrata.

Sono spacciata, anche se questo non mi ha mai fermato dal buttarmi in situazioni potenzialmente suicide direi che sono la degna figlia di mio padre.

Afferro la mia spadalaser, sono già pronta a duellare contro Palpatine, quando sento dei passi alla mia destra ed anche alla mia sinistra, sono entrambi Jedi lo capisco dalle spadelaser che hanno in mano, si pongono davanti a me.

-Saluta tuo padre ed Obi Wan da parte mia, Leia- vedo un sorriso sulle sue labbra, ci metto un po' a capire che si tratta di Qui Gonn Jin.

Non è solo mio nonno, è colui che ha salvato papà, ha dato inizio a tutto questo se non fosse stato per ciò che ha fatto, ora non sarei qui e nemmeno Luke.

L'altro Jedi non lo conosco, eppure ha un aria familiare, più ci penso più mi rendo conto che Ezra mi ha parlato di lui, di Caleb Dume.

Ezra parla di rado di quel periodo, però un giorno si è sbilanciato, parlando del suo periodo con Caleb sullo Spettro.

-Sono contento che Ezra abbia trovato qualcuno che possa aiutarlo, digli che mi dispiace, e che gli voglio bene-

Averli qui, mi da speranza però al tempo stesso mi confonde, salvo poi ricordarmi che quasi sicuramente la Forza ci ha messo lo zampino.

Qui Gonn Jin e Caleb Dume tengono impegnato Palpatine, mentre io provo ad uscire, ovunque mi trovo, non permetterò a Palpatine di lasciarlo.

La Forza è potente in questo luogo, la sento ovunque, anche se la cosa che attira la mia attenzione è una civetta che gira in tondo sopra la mia testa. 

-Perché è qui?- sussurro, ho riconosciuto la civetta, il fatto che Athena sia qui mi lascia stranita.

La civetta inizia a muoversi verso una direzione precisa, anche se prima di seguirla, mi volto ad osservare i due Jedi che mi stanno dando la possibilità di scappare, affrontando Palpatine.

Una piccola parte di me, è tentata di aiutarli, ma il mio istinto di autoconservazione ha avuto la meglio su tutto il resto.

Inizio a correre pur sapendo che sto andando alla cieca verso l'ignoto seguendo la civetta di Ahsoka che non dovrebbe essere nemmeno qui.

-Che la Forza sia con voi- sussurro rivolta al vento, senza voltarmi indietro, ma consapevole che se non riesco ad uscirne lo devo soltanto a loro.

Corro, come se avessi la morte alle calcagna, il che probabilmente è vero visto che mi ha sparato dritto in petto, mi sorprende che non mi sia ancora unita alla Forza.

È come se ci fosse qualcosa che mi tiene ancorata al mondo dei vivi, qualsiasi cosa sia, prego la Forza che continua a farlo.

Sono troppo giovane per morire così, ma soprattutto non voglio che la mia famiglia si ritrovi a piangermi, anche se lo farei ancora per poter salvare la vita di mia madre.

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