24. Scelte estreme
I Ribelli stanno spingendo gli Imperiali a concentrarsi in un unico posto da quello che dice Iden, tanto che non incontriamo nessuno.
Mara mi affianca, non appena Luke si avvicina Han ed iniziano a parlare tra di loro, Mara non dice nulla se ne sta in silenzio così tanto da chiedermi perché si avvicinata.
-Te l'avevo detto- mi volto verso Mara, le chiederei di cosa sta parlando, ma la sua espressione parla da sola.
-Non sei d'aiuto- mormoro.
-Si sente che sei diversa, Leia, anche un cieco se ne accorgerebbe-
Vorrei poterla contraddire, ma ha ragione sono diversa e ne sono consapevole, anche se faccio ancora fatica ad accettare del tutto questo cambiamento.
Perché se accetto che sono cambiata, vuol dire che devo accettare fino in fondo anche il motivo per cui questo cambiamento è iniziato.
Ho sempre cercato di relegare in un angolo, tutto ciò che ho provato quando Alderaan è esploso colpito dalla Morte Nera.
È stato in quel momento che le cose hanno iniziato a cambiare, l'unica cosa che volevo era che il mio dolore sparisse, ed è stato facile soppiantarlo con la rabbia.
All'epoca mi ero chiesta come mai, fosse stato così facile sfruttare la rabbia ed aprirsi al Lato Oscuro della Forza, davo la colpa al fatto che essendo papà il Prescelto fosse per quello.
Mai avrei pensato che fosse colpa del sangue di Palpatine che mi scorre nelle vene, e non di papà.
Sono quelle cose assurde a cui nessuno penserebbe, anche perché come fa uno pensare che ha qualcosa in comune con qualcuno come Palpatine?
La mia attenzione però viene attirata da un battibecco alle mie spalle, Iden e Del stanno discutendo, anche se non capisco di cosa.
-Dovresti riposare- mi arriva alle orecchie, inizialmente penso che Del parla di me, salvo poi rendermi conto che sta parlando con Iden.
-Mi riposerò quando sarò morta, ora non abbiamo tempo- Iden è categorica e seccata, supera sia me che Mara.
Voltiamo il capo verso Del, il quale si lascia andare ad un sospiro frustrato, parlando del fatto che Iden è aspetta un bambino, che ha provato a convincerla di rinunciare alla liberazione di Vardos.
Ma conosco Iden, ed immagino già la sua risposta, Del avrà non pochi problemi, non oso mettermi nei suoi panni.
Il momento tranquillo e di chiacchiere termina quando ci ritroviamo davanti alla piazza principale di Vardos, o meglio in ciò che resta.
Sembra che sia esplosa una bomba, ci sono resti di Ribelli e di Stormtrooper ovunque, come se gli imperiali abbiano deciso che sacrificare i loro uomini, fosse un piccolo prezzo da pagare per vincere.
Osservando il tutto, Luke ha lo sguardo cupo da "te l'avevo detto", quando si volta verso di me.
Altro che riunire gli imperiali per eliminarli dal pianeta volta per tutte, qui è successo esattamente il contrario, i Ribelli sono stati arroganti e ne hanno pagato il prezzo.
O peggio ancora gli Imperiali hanno capito che stavano perdendo, ed in un'ultimo disperato tentativo, hanno bombardato il luogo.
Non vola una mosca, come se tutto si fosse congelato dopo quel bombardamento tremendo che ha distrutto tutto.
Sia io che Luke, ma anche Mara a guardandosi attorno, ci rendiamo conto che eccetto noi non sentiamo la minima traccia di vita sul pianeta.
Iden osserva questo scempio, ed una lacrima inizia a scendere lungo la sua guancia, Del gli stringe una spalla prima di abbracciarla.
-Erano degli innocenti, se non avessi portato qui la Nuova Repubblica...- sussurra Iden.
-Avrebbero soltanto trovato un'altro pretesto per attaccare il pianeta, non è colpa tua, Iden- le sussurro per tranquillizzarla, ma sembra soltanto farla arrabbiare di più.
Tira un calcio ad un pezzo scassato dell'armatura di un Stormtrooper, per poi crollare sulle ginocchia ed iniziare a piangere.
Iden da la colpa agli ormoni, che quelle lacrime non centrano nulla con ciò che sta provando, nessuno osa dirle il contrario.
So bene cosa vuol dire vedersi portare via tutto, ma se Iden dopo le lacrime si rialza sembrando più combattiva di prima, io ho scelto la vendetta abbracciando il mio lato oscuro.
Vardos è ancora in piedi, però di fatto la sua popolazione non esiste più, è soltanto un'altro pianeta che ha subito gli effetti della guerra tra Nuova Repubblica ed il decadente Impero.
Tu puoi far finire tutto questo, sei l'unica che ha il potere per farlo.
Per quanto voglia ignorare quella voce, la voglia chiedere come sia possibile è forte, ma allo stesso tempo so già che me ne pentirò.
Perché è la stessa voce che mi suggerisce di accettare il fatto che il sangue di Palpatine, mi scorre nelle vene.
A quel punto, mi domando se non sia lo stesso Palpatine a parlarmi, il solo pensarci mi fa rabbrividire.
Il no secco che mi arriva in risposta, mi fa capire che chiunque sia, non ha gradito il mio paragone con Palpatine.
Una presenza alla mia destra, mi fa voltare il capo, noto una figura incappucciata, appena si rende conto che la sto osservando volta le spalle ed inizia ad incamminarsi.
Il fatto che gli altri si allontanano senza rendersi conto di nulla, non mi preoccupa, seguo la figura senza pensare che potrebbe essere una trappola.
L'incappucciato, si ferma soltanto quando finiamo in un vicolo cieco, ed a quel punto tira giù il cappuccio, ciò che mi ritrovo davanti mi lascia stranita, ho davanti agli occhi una donna, mi sembra vagamente familiare.
Il suo sguardo è fisso su di me, ha un sorriso gentile, i capelli castani sono raccolti in una treccia corona che fa il giro del capo, sotto al mantello, indossa gli abiti con il simbolo della Ribellione, ma il simbolo così come il colore dei vestiti è sbiadito, scolorito, un po' come tutta la sua figura.
Quella donna mi scruta senza abbandonare quel sorriso, è così calma e serena, che in qualche modo me lo trasmette.
-Chi sei?- domando sospettosa, le dita si stringono intorno all'impugnatura della spadalaser.
Non risponde, sorride, mormorando un "lo sai, Leia" sussulto nel sentire ciò che dice, non tanto per il fatto che sappia il mio nome, quanto perché ho riconosciuto la voce ed è la mia, la sua figura diventa meno sbiadita.
-Non è possibile, i viaggi nel tempo...- sussurro, ma l'altra Leia scuote il capo.
-Sono lo spettro di un futuro che ormai sta sparendo, solo la Forza sa come riusciamo a comunicare- l'altra Leia si lascia andare ad un sospiro, prima di tornare ad osservarmi.
Questa cosa mi ricorda ciò che è successo a Luke, quando su Mustafar ha ricevuto quella bussola, anche se non mi ha mai detto dove conduce.
-Perché ora?- domando.
L'altra Leia con il sorriso sulle labbra, mi spiega che nell'esatto momento in cui papà ha deciso di avere sia me che Luke nella sua vita, la linea temporale ha subito un cambiamento.
Ha provato a mettersi in contatto con me, eccetto qualche frase sporadica con cui ha cercato di parlarmi, quello è il suo primo vero contatto.
Guardando meglio l'altra Leia, mi rendo conto che nonostante sembra avere la mia stessa età, al tempo stesso sembra dieci anni più vecchia.
Mi domando se avrei anche io un aria simile se avrei passato tutti quei anni ad aiutare i Ribelli, invece che fare la vita che faccio grazie a papà.
Soltanto ora più che in altre occasioni, le scelte fatte da papà, hanno avuto una risonanza tale da cambiare il corso della vita di molte persone.
In primis quella di papà, alla fine ha abbracciato del tutto il suo essere il Prescelto, prendendo le distanze sia dai Jedi che dal suo essere un Sith.
Se non l'avesse fatto, ora sarei la versione di una Leia che non mi piacerebbe, ed a giudicare dallo sguardo dell'altra ne sono convinta.
Leggo una sorta di gelosia negli occhi dell'altra Leia, non oso chiedere nulla, non voglio sapere di cose che alla fine non accadranno.
Basta poco per cambiare completamente il fato di qualcuno, quello di papà ha iniziato a farlo nell'esatto momento in cui ha abbandonato Tatooine.
Il mio sentiero era stato già segnato, seguire le orme di Bail Organa, diventare una Senatrice facendo ciò per cui mi sono preparata, ed infine sarei finita con le energie prosciugate per colpa della Ribellione.
Osservo la Leia che ho davanti, quella che sarei diventata se le cose fossero andate come dovevano, ma non sono per niente pentita di ciò che mi è capitato.
Sono quelle cose che non ti aspetti, anche se alla fine ti rendi conto che non potresti mai immaginare una vita diversa da quella che hai vissuto.
Non importa che io sia una Palpatine, una Skywalker oppure un Organa, la verità è che sono contenta della vita che ho vissuto e delle scelte che ho fatto.
Sei figlia del Prescelto, sei una Palpatine puoi reclamare ciò che è tuo di diritto, ma sei anche un Organa nessuno potrà obiettare se avanzi pretese al posto di Cancelliere Supremo.
Quel suggerimento ha il potere di spiazzarmi, perché non è qualcosa a cui avrei mai pensato, anche se sicuramente nessuno può essere peggio di Sheev Palpatine.
Al tempo stesso, il Cancelliere Supremo ha il potere di fermare tutto ciò, Mon Mothma in questo momento si sta comportando esattamente come il suo predecessore, per quanto sia qualificata i suoi ideali nonché il suo essere simpatizzante con la causa dei Ribelli, cozzano terribilmente con il suo essere neutrale a tutto ciò.
Come Palpatine ha fatto all'epoca della Guerra dei Cloni, con il piede in due scarpe, mettendo allegramente tutti contro tutti.
Però mi rendo conto che fare della Politica, è qualcosa che mi è mancato, nonostante il fatto che fare ciò che sto facendo mi ha aiutato nel capire chi voglio essere.
Fare il Senatore, è qualcosa che stride con la persona che sono diventata, al tempo stesso voglio fermare tutto questo, perché ciò che è successo a Vardos non accada ad altri pianeti.
È possibile che questa sia davvero l'unica soluzione per far finire un conflitto che sembra destinato a durare ancora?
Anche se inserire in una diatriba politica tra la Nuova Repubblica e ciò che rimane dell'impero, equivale ad un suicidio.
-Sei la loro unica speranza-
Quelle parole, così simili a quelle dette dal finto Bail Organa su Exegoll, mi fanno fare un gesto di rabbia con la mano verso l'altra Leia per scacciarla come si fa con qualcosa di molesto.
L'altra Leia sparisce davanti al mio sguardo, si sgretola sotto una folata di vento, come se fosse fatta di cenere.
Ho sempre saputo che le vie della Forza sono infinite, per non dire strane vista la surrealità di quel momento.
Vedo qualcosa che scintilla in mezzo alla cenere, mi rigiro tra le dita quello che sembra un cristallo kyber, non me l'aspettavo.
Non ho mai pensato seriamente a creare una spadalaser, un po' perché non ho mai aspirato seriamente ad essere addestrata, ed un po' perché sentendo le storie di papà l'ultima cosa a cui penso è farlo come si deve.
Mi rigiro il cristallo tra le dita, senza sapere esattamente cosa pensare o cosa fare, lo osservo per un attimo.
Papà ha sempre detto che il cristallo appare quando meno te lo aspetti, in un momento in cui stranamente era in vena di parlare, ha spiegato che il suo è apparso nel bel mezzo di una missione con Obi Wan.
Stacco la spadalaser dalla cinta, però appena faccio ciò la struttura sembra andare in pezzi, come se non ci fosse più nulla a tenerla insieme.
Come se la spadalaser stessa abbia deciso che è arrivato il momento di cambiare, mi metto sulle ginocchia, allungo le braccia con i palmi rivolti verso l'alto.
I pezzi dell'impugnatura fluttuano sul mio palmo, girano su loro stessi, alcuni pezzi presenti nei dintorni vengono attirati sul palmo ed altri vengono scartati, il cristallo già presente cade sul terreno frantumandosi in mille pezzi.
La spadalaser sta prendendo forma, impugnatura è più corta dell'originale, si sta adattando al mio stile di combattimenti, oltre che più facile da nascondere.
Il cristallo non appena entra nello scomparto, emette alcune scariche elettriche di colore viola, soltanto quando si richiude si posa sul mio palmo.
-Leia?- volto il capo di scatto, ritrovandomi ad osservare Han, ha una mano posata sulla mia spalla.
Mi ritrovo inginocchiata tra i detriti di ciò che resta della piazza principale di Vardos, Iden è in piedi ad osservare questo scempio con Del che tenta di consolarla.
Noto Luke che mi scruta, come se fosse preoccupato per la mia salute, sia fisica che mentale.
Mi rialzo in piedi, ed appendo la spadalaser alla cinta, supero Han mormorando un "è tutto a posto".
Anche Mara mi scruta, ma è lo sguardo tipico di chi sa di avere ragione, ha uno sguardo così simile a quello di Luke, che ora mi domando se non hanno passato troppo tempo assieme.
-Non c'è più nulla da fare è arrivato il momento di...- lo sguardo di fuoco che lancia Iden, impedisce a Del di finire la frase.
Iden apre bocca, ma non emetterà alcun suono, crolla tra le braccia di Del, tutti ci voltiamo verso Mara.
-Perché guardate me?- domanda Mara, indispettita.
-Colpa mia- tutti ci voltiamo, mi ritrovo davanti l'ultima persona che mi aspettavo di incrociare.
Soprattutto perché ero convinta che fosse su Takodana con papà, però a quanto pare mi sbagliavo.
-Vostro padre era preoccupato, ho lasciato Ezra a fargli da babysitter, non era molto contento della cosa-
Io e Luke agiamo d'istinto ed entrambi abbracciamo mamma, non sono mai stata tanto contenta di vederla come in quel momento.
Mamma lancia un occhiata nei dintorni, ha un aria sconfortata, so bene che questa situazione le ricorda le Guerre dei Cloni, soprattutto tutto ciò per cui ha combattuto per evitare che capitasse.
La guerra, l'impero, tutto ciò che ne è derivato, ma nonostante questo non ha perso la voglia di combattere.
-Vardos rinascerà, più agguerrito e più forte di prima- mormora Del con Iden tra le braccia.
La speranza è qualcosa di incredibile, riesce a ridare la forza di lottare a chiunque, anche nei momenti più critici.
Mamma mi sorride, mi passa un braccio intorno alle spalle, succede tutto così velocità che non me ne accorgo, uno Stormtrooper apparso dal nulla sta imbracciando un fucile-Blaster, spara un colpo.
Sposto Mamma dalla traiettoria spingendola via, finendo per essere presa in pieno petto dal colpo, le urla di Luke e mamma mi arrivano alle orecchie, mentre Han spara un colpo in fronte allo Stormtrooper.
Sento la vita che scivola via, ma allo stesso tempo mi passa davanti agli occhi una sagoma incappucciata ed oscura, le sue dita si allungano verso di me.
Mi sembra di nuovo di essere in cima a quel tetto, ad un passo dal baratro, solo che questa volta non posso saltare giù dal baratro per evitare tutto questo.
Eppure allo stesso tempo, sarebbe così facile saltare, evitando un sacco di problemi alla mia famiglia...
Sento Luke che chiama il mio nome che mi incita a non mollare, sento le sue dita intorno alle mie, si aggrappa a me.
La figura che ho davanti non si mostra, ma so bene chi ho davanti.
È arrivato il momento di parlare, nipote.
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