Capitolo 14
Maddy è tornata dal Lago Maggiore e sono corso subito da lei dopo essere andato in palestra, sfogandomi sulla panca e i pesi.
Entro nel suo appartamento, sorrido sentendola canticchiare il motivetto che la radio trasmette.
Mi affaccio in salotto, è seduta sul divano con in mano il suo quaderno dove scrive alcune frasi che le vengono in mente per il libro che stà scrivendo.
La prendo sempre in giro su questo dicendole, che ha il quaderno dei segreti.
Alza lo sguardo su di me appena si accorge della mia presenza e di getto lascia l'oggetto che ha in mano per venire da me, l'abbraccio e la bacio con passione per poi dirle:
"Mi sei mancata"
"Anche tu" risponde per poi sedersi di nuovo sul divano.
Decido subito di levarmi il pensiero e la informo:
"Ieri ho visto Chantal"
Mi guarda restando in silenzio e io continuo:
"Avevi ragione è innamorata di me, dice che lo è sempre stata"
Lei continua a stare zitta.
"Le ho detto che quello che prova non m'interessa perché io amo te e lei non esiste più" le faccio presente
Restiamo a fissarci per qualche secondo e le chiedo:
"Perché non dici niente?"
"Cosa dovrei dire? Hai già detto tutto tu" mi risponde secca
Aggrotto la fronte, sinceramente la sua risposta mi spiazza un po'e glielo faccio notare. Lei si alza dal divano facendo qualche passo per poi chiedermi:
"Perché ci sei andato?"
"Volevo sapere cosa volesse" le rispondo sincero
"Perché volevi saperlo?" domanda
"Ma cos'è questo interrogatorio?" chiedo guardandola serio
"Puoi rispondere alla mia semplice domanda" ribatte
E' irritata lo vedo dal suo sguardo, lo sento dalla sua voce e ci guardiamo intensamente
Il mio silenzio riempie la stanza e dopo poco lei scuote la testa.
"Il tuo non rispondere è già una risposta" mi dice voltandomi le spalle e sparendo in cucina.
La seguo, la guardo mentre si versa un bicchiere d'acqua e beve.
"Cosa dovrei risponderti? La tua è una domanda che non ha senso" le faccio presente
Alza un sopracciglio il suo sguardo continua ad essere serio.
"Penso che tu non abbia le idee molto chiare, se pensi quello che hai appena detto" ribatte
"Ti avevo chiesto di non andare..."
Lascia la frase in sospeso e io di rimando le chiedo:
"Mi spieghi di cosa hai paura? Maddy io amo te, non lei" le ripeto avvicinandomi
L'attiro a me per poi dirle quasi sussurrandolo:
"Non devi temere niente"
"Cristian conosco quel genere di donne, se sono innamorate non lasciano perdere" precisa risentita
"E io continuo a ripeterti che non devi temere, lei non è più niente per me. Potrà girarmi attorno ma io non la guarderò"
Lei mi sorride per poi appoggiare le sue braccia sul mio collo.
"Cristian Brizzi prova a fare il cretino con lei e poi vedi quello che ti faccio" puntualizza
La stringo a me alzandola di peso.
"Cristian" strilla
"Non voglio discutere per una cosa che non ha senso" sentenzio entrando in camera sua e buttandola sopra il letto guardandola maliziosamente
Nell'azienda De Angelis questo fine settimana si terrà un evento di beneficienza e siamo tutti oberati di lavoro.
Stamattina mentre io e Pietro salivamo all'ottavo piano, dove si trovano alcune sale da ricevimento, ho visto passare Chantal.
"Pietro passami il cavo nero" gli chiedo allungando la mano da sopra la scala
La sala dove vogliono fare il ricevimento ha bisogno di alcune linee elettriche e siamo qui a lavorare senza sosta. Finisco di inserirlo nella forassite dentro la parete, facendo sbucare la parte interessata nella scatola delle prese.
"Ok Cristian adesso passa il filo blu, così colleghiamo il tutto" sentenzia Pietro
Scendo dalla scala dopo aver fatto passare il tutto, il mio amico finisce di collegare i fili restanti.
"Dobbiamo fare anche l'altra parte, Nicholas ha detto che ci vuole più luci per alcune teche" gli ricordo mentre prendo la scala e la sposto dall'altra parte della stanza
"Ciao ragazzi"
Mi volto di scatto riconoscendo la sua voce e il suo sguardo è puntato su di me.
"Ehi che fai da queste parti?" le domanda Pietro
"Ho finito di scattare delle foto per la collezione vintage e tra poco ho quelle per la collezione invernale" gli risponde senza togliere i suoi occhi da me
Distolgo lo sguardo continuando a predisporre i fili, mentre loro due continuano a parlare di lavoro
"State sistemando per l'evento di sabato?" chiede con curiosità
"Già e il capo vuole mille luci e una parete con luci colorate" precisa scherzoso il mio amico
"Ci sarai?" le domanda
"Sì, Leonie mi stà già facendo impazzire perché non trova un vestito adatto" ci spiega facendo una risata
"Tu ci sarai Cri...Cristian?" mi domanda riprendendosi alla svelta sul nome
Annuisco e Pietro puntualizza:
"Non può mancare, poi ci sarà Maddalena. Tu non la conosci vero? E' simpaticissima"
Guardo il mio amico di soppiatto ma noto anche la smorfia che fa lei, e a quel punto rivolto a Pietro gli faccio presente serio:
"Penso che sia il caso di finire questo lavoro, visto che non abbiamo solo questo da fare"
"Già, ci aspettano lunghe ore di lavoro" risponde facendo lo sbruffone
"Allora è meglio che io vada. Ciao" dice voltandosi e uscendo
Mi volto verso Pietro e con voce dura gli dico:
"Reggi la scala che è meglio"
Lui mi guarda perplesso e capendo il mio tono di voce chiede:
"Che ho detto di male?"
"Niente, devi solo imparare a farti i cazzi tuoi"
E senza dargli altre spiegazioni mi rimetto al lavoro.
Dopo aver finito anche l'altra parte Pietro viene chiamato da Franco giù al reparto commerciale, per un'urgenza e io continuo a sistemare alcune lampadine, quando ad un tratto mi accorgo di una presenza alla porta della sala, alzo lo sguardo e lei di getto mi chiede:
"Verresti a prendere un caffè con me?"
"Devo finire questo lavoro" le rispondo distogliendo lo sguardo
"Potresti abbassare l'ascia di guerra?" sentenzia avvicinandosi a me
"Chantal non ho voglia di ripetere le stesse cose. Ho la ragazza e stò bene con lei" dichiaro
"Ti ho chiesto di bere un caffè, mica di scoparmi" precisa diretta
Alzo lo sguardo di getto e lei mi sorride
"Eh dai Cristian stò solo cercando di recuperare almeno l'amicizia. Ho capito l'antifona..."
"Per favore" mi supplica con voce tenera
La guardo nei suoi occhi grigio/verdi e decido di abbassare la guardia.
"Ok, posso prendermi una pausa caffè" le dico posando l'attrezzatura e avviandomi con lei al bar davanti all'agenzia
Ci mettiamo seduti ad un tavolino libero con davanti due caffè, uno normale per me e uno al ginseng per lei.
Iniziamo a parlare di cavolate quando poi lei ad un tratto mi chiede:
"Dai raccontami di Maddalena"
La guardo spiazzato a quella domanda:
"Tu vuoi sapere di lei, davvero?"
Chantal mi sorride con naturalezza.
"Certo è una parte importante della tua vita e sono curiosa di conoscerla" mi risponde e nella sua voce sento sincerità
Inizio a raccontarle di Maddy e lei mi ascolta con attenzione.
"Sono intenzionata a leggere quello che scrive" puntualizza appena finisco di parlare e annuisco
"Ti piace il lavoro che fai?" le chiedo bevendo il caffè
"Per il momento sì, non è quello a cui puntavo ma voglio la mia indipendenza e a dirla tutta Silvia paga bene" specifica diretta
"Sì quello è vero, i De Angelis e i Morelli sono datori di lavoro eccezionali" confermo
Stò per chiederle cosa le piacerebbe fare ma una voce mi blocca
"Ciao a tutti e due"
Alzo lo sguardo su Andrea che mi guarda allibito mentre Chantal lo saluta.
Si siede con noi anche se nessuno dei due l'ha invitato a farlo, ed io scuoto la testa impercettibilmente perché so quello che stà facendo.
"Che si dice di bello ragazzi?" chiede con disinvoltura
Chantal inizia a raccontargli con tranquillità la sua giornata di lavoro per poi guardare l'orologio che porta al polso.
"Oddio scusate ma devo rientrare" ci dice alzandosi e salutandoci
Faccio anch'io per alzarmi ma Andrea mi ferma bloccandomi il polso e chiedendomi:
"Che cazzo combini?"
Lo guardo con severità.
"Ho preso solo un caffè con un'amica" sentenzio
"Con un'amica" ripete con ironia
"Ascoltami bene Andrea, so quello che faccio non sono uno stupido. Posso essere buono ma non stupido. Falla finita di starmi col fiato sul collo" sbraito irritato a denti stretti
Mi stacco dalla sua presa ed esco dal bar accorgendomi di Nicholas dall'altra parte del marciapiede, davanti alla porta d'ingresso dell'azienda. Non mi faccio intimorire, attraverso la strada lo saluto e noto che stà per dirmi qualcosa ma io lo fulmino con lo sguardo e entro senza dargli modo di aprire bocca.
Entro nell'ascensore con una tale rabbia che potrei spaccare qualunque cosa a portata di mano.
Capisco la loro intenzione di proteggermi ma stanno esagerando.
A voi i commenti...
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