8. A letto con un killer
Finisce di raccontare al storia della sua amica e mi guarda. Il suo sguardo è melanconico e triste, mi mette voglia di piangere per quella povera ragazza. Ma io sono un soldato in territorio nemico. Devo essere forte, devo fuggire, devo combattere. Devo farmi venire un idea e poi metterla in atto. Ad un tratto:
-Vieni, ti faccio vedere la mia camera.-
Apre la porta bianca e argentata ed entriamo in un'altra sala, questa volta con colori prevalentemente tendenti al bianco e al grigio. L'esatto opposto di quella prima. In questa camera ci sono numerosi fucili, ben etichettati e selezionati e infine un'altro scaffale ricolmo di libri, in rilegatura nera. Un'altra porta, questa volta rossa conduce alla sua camera da letto. Vi sono: un letto a due piazze e una grande cassettiera in legno sicuramente pregiato con un enorme specchio. Anche il soffitto è uno specchio. Un'ultima porta conduce al bagno. Chiedo di usarlo, voglio rendermi conto se ci sono possibili vie di fuga. Infatti. Il bagno non è grande, ma completo. La cosa strana è una bacheca a cui sono appesi 3 coltelli e una pistola. Controllo. È carica. Una finestra da su un parcheggio esterno, si vedono due macchine da corsa. Non sembra ci sia nessuno. Perchè mi ha portata in camera sua? Ovvio. Sesso. Vuole solo quello, questo "Dio" bastardo e stupido che cerca di ingannarmi. Sono sconsolata. Come cazzo...esco da questa situazione?
Mi viene un'idea. Geniale! Sfrutterò lui, quello che voleva lui, per uscire da questo incubo. Una volta ucciso lui ruberò una macchina e me ne andrò. Sana e salva.
Mi spoglio lentamente. In accademia non avevano mai detto che ci sarebbe potuta essere la possibilità di finire a letto con un killer, ma che me ne fotte.
Mi spoglio lentamente, rimango in intimo, e prendo uno dei coltelli. Non devo fare rumore. Ne va della mia vita. Il pervertito che voleva divertirsi con me si divertirà si, ma con le puttane dell'inferno. E io riderò. Un colpo solo. Al cuore. E sarò libera. Non è difficile, mi dico, calmati. È solo un ragazzo. Come fai ad avere paura di uno stupidissimo ragazzo? Tu. Cecchino scelto. Soldato speciale.
Riesco a calmarmi. La mano trema un po' quando afferra il coltello, ma al momento del bisogno non mi tirerò indietro. Nascondo il pugnale nelle mutandine ed esco risoluta dal bagno. Cime pensavo. È nudo,almeno per quando riguarda il busto, e steso sotto le coperte scure. Ho compreso perfettamente il suo pensiero. Avevo ragione. I maschi. Se tu non sei qualcuno per loro desiderano solo il tuo corpo. La parte fisica. Mi avvicino lentamente al letto, vedo benissimo il suo sguardo pervertito scivolarmi sulla pelle nuda. Tremo. È pericoloso.
Ma non posso fermarmi. Si alza in piedi gettando le coperte tutte da un lato.
-Ehi..sei incantevole..-
Non è ancora il momento.
-...si..-
Si sta eccitando, lo percepisco distintamente. Sta faticando a trovare le parole. Mi attira a sè. Appoggio delicatamente le mani sulla sua tartaruga scolpita, come se stessi tracciando disegni con una matita ardente. Il mio corpo freme. E il suo pure. Lo adescherò, lo corteggerò, lo farò cadere ai miei piedi. Poi lo ucciderò. Lentamente, molto lentamente. Inizio a strusciarmi contro di lui. Trema. Lo faccio stendere sul letto, banciandolo e facendomi baciare con voluttà. Sono baci rapidi, ardenti, desiderosi. Non gli abbasso ancora i pantaloncini neri. Ho brividi lungo la colonna vertebrale, è meglio di quanto non pensassi. Cosa ho pensato! Devo essere e lucida, non posso perdermi in inutili azioncine. Stringo più forte il pugnale. Un colpo solo. Solo uno. Uno solo. E sarò libera. Le mie dita si avvighiano al suo collo, l'atmosfera è rovente. Lo ucciderò. Un colpo solo e sarà morto, cadrà a terra come un burattino al quale sono stati tagliati i fili. Un colpo solo.
Mi toglie il reggiseno, mi guarda compiaciuto. Schifoso bastardo pervertito, vorrei urlargli, ma non lo faccio.
Un colpo solo. Si stacca leggermente.
Un colpo solo. Mi guarda.
Un colpo solo.
Sono pronta.
Un solo fottutissimo colpo.
Il cuore batte all'impazzata.
Afferro il coltello. È il momento. Un colpo solo.
-Prendi bastardo!- gli urlo. Ho agito il più velocemente possibile. Lo colpirò, lo ucciderò.
Invece non succede nulla. Mi ha bloccato il polso con una mano, me lo stringe fino a quando non sopporto più, lascio cadere il coltello.
Ho fallito.
Ho fallito.
Ho fallito.
Ma compie un'azione inaspettata.
Mi ridà il reggiseno.
-Cosa?-
-Rimettilo. Non voglio.-
-..-
Non riesco a parlare. Mi sale un groppo alla gola, sto per piangere.
Ho fallito.
-Fatti coraggio. E prova a comprendermi. Io non sono un "Dio" pervertito voglioso solo di sesso.
Sono un ragazzo..diciamo un po' fuori dal comune, ma bisognoso di amore. Che me ne faccio del tuo bellissimo corpo quando è solo per convenienza?
Nulla.-
Non riesco a rispondergli. Piango.
Ho fallito. Io, soldato speciale Jeanette Mitsui, ho fallito.
Inaspettatamente si avvicina e mi bacia. Un bacio semplice. Un bacio quasi rispettoso.
-Non ti dico 'non piangere', devi poter svogare il tuo dolore..-
-Anche se...- singhiozzo- è perchè non sono riuscita a ucciderti?- chiedo.
-..Certo..dormiamo ora.. domani sarà una lunga giornata...- mi copre con le coperte e si stende dalla parte opposta. Lo guardo mentre, ancora singhiozzando, rifletto sul fatto che non mi abbia ucciso. sento una dolce melodia, sta suonando una piccola armonica trovata chissà dove. improvvisamente mi viene una domanda:-"Dio".. Come si chiamava quella tua amica?-
Tace. stupida che sono, ad aver toccato un tasto tanto dolente dopo averlo provocato e dopo essermi resa ancor più sua debitrice. poteva approfittarsene, ma non l'ha fatto.
Stupida, mi dico.
-Si chiamava Ginevra.-
-Ah..-
Faccio un'altra figuraccia. Che risposta è? Si volta verso di me e mi guarda, con quel suo bellissimo sorriso, con l'occhio sinistro coperto dai capelli neri.
-Io mi chiamo Giacomo. Tu?-
Ora che ci penso è assurdo, non sapevo neanche il suo nome. Non sapevo neanche il nome del mio antagonista e del mio salvatore.
-Io mi chiamo Jeanette.-
-Piacere Jeanette. finalmente ci conosciamo veramente dopo tempo.-
Si rivolta. E io mi ritrovo per la prima volta a letto con un ragazzo, mio nemico, di cui fino a pochi istanti fa non sapevo neppure il nome. A letto con un killer. Un bellissimo killer.
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