14. Separazione
Ci svegliamo, io abbracciata al killer e lui con le braccia che mi cingono gentilmente la vita. Un sorriso. Gli rispondo, perdendomi nei suoi occhi boreali e fissandolo estasiata. Questi sono momenti che vorrei non terminassero mai. E invece no. Terminano eccome. Oggi tornerò in accademia. È stato deciso da loro in realtà, io rimarrei volentieri qui, ma Giacomo mi ha chiaramente spiegato che se rimango rischio di essere uccisa e lui non vuole che accada una cosa simile. Mi ha fatto molto piacere questa manifestazione di affetto da parte sua nei miei confronti, infatti è anche arrossito e stentava a trovare le parole, cosa che succede solo quando è agitato. Ci guardiamo.
-Guarda che ci incontreremo ancora..almeno spero.-
Gli sorrido.
-Ma perchè vuoi allontanarmi da te? Ancora non lo capisco. Sai che io so difendermi!-
Mi guarda sogghignando.
-Difenderti? Direi di no..-
Ridiamo. Effettivamente mi ha salvato la vita 3 volte, se consideriamo quella sera che poteva divertirsi e uccidermi.. Non mi importa. Lui sta diventando sempre più importante per me, mentre io, come testimoniano le sue parole, non sono ancora niente per lui. Stupida ad essermi illusa.
-Ma cosa te ne frega! So che..-
-Cosa sai?-
Mi sono spinta troppo oltre. Ma non posso tornare indietro. Devo.
Sento che mi si inumidiscono gli occhi.
-Che..ti dimenticherai di me!-
Sposta lo sguardo sulle mie mani, ancora abbrancate al suo braccio, poi mi dice, quasi sussurrandomi
-Dimenticarmi di te? L'unica ragazza che ha rischiato di vincermi, l'unica che non mi ha abbandonato, che mi ha perdonato, che mi ha abbracciato per quello che sono, non per quello che sembravo..Dimenticarmi di te? Mai.- sembra commosso.
Ma io sono seria. Non mi può fregare con le sue belle parole.
-Giura!-
-Su cosa?- è teso. Segno che se lo aspettava.
-Su..la tua "attività- gli dico facendo i segni delle virgolette con le dita. La chiamano così. Non so perchè.
È certamente più elegante e nasconde, parzialmente, la verità.
Si alza. Si inchina perfettamente verso di me e mi dice, guardandomi con il suo sorrisino furbo:- Giuro solennemente di non dimenticarmi di Madamoiselle Jeanette per i prossimi 200 anni. Oc?-
Rido.
-Ok.- quando inizia a scherzare non si riesce a trattenersi.
Si siede sul letto e mi dice:- Bagnetto?-
-Eh..no. Vado io per prima poi tu..-
Da quando, il primo giorno, abbiamo dormito insieme non abbiamo più smesso di farlo e questo per me non è un problema perchè Giacomo non ha mai chiesto niente e si offre meravigliosamente come cuscino, coperta e pupazzo al tempo stesso. Si stende sempre nella stessa posizione, penso avviandomi verso il bagno, con le mani sotto la testa e il busto steso sotto le coperte scure. Poi io mi lancio su di lui, ingaggiando una specie di lotta a base di carezze e baci, che lui cerca svogliatamente di evitare e infine crolliamo esausti. Ma oggi questo paradiso cesserà di esistere. Ha promesso, certo, ma entrambi sappiamo quanto io gli interessi.
I momenti prima dell'addio scorrono come attimi veloci e inconsistenti, ricchi di belle parole vuote, ma di scarso profitto. Scendiamo dalla macchina con cui mi ha portato davanti all'Accademia.
Vedo il cancello dell'entrata, dove ci sono le guardie, Mokun e Sjiro, sempre all'erta con i mitragliatori.
Sono miei amici, passavamo sempre a salutarli all'intervallo, ora sono sola. La mia mente viaggia all'indietro, quando era mio padre ad essermi accanto, alla mia entrata in una nuova vita. Ora ho un killer.
A fianco a me, soldato, ho un killer.
Un killer. Perfetto.
Un boss mafioso.
Un killer. Perfetto.
Un boss mafioso.
Un ragazzo, infine, che amo follemente, senza essere ricambiata.
Ci fanno passare. Appena si apre il cancello mi assalgono crudeli i ricordi delle mie compagne di battaglie.
Dovrei sicuramente trovare Lea, ferita prima della rovinosa missione, e i miei amici Mirko, Niko e Jan. Mirko, il ragazzo di Sofya, Niko, il ragazzo di Marika e Jan. Jan. Lui non è il ragazzo di nessuna di noi, si era chiuso in sè stesso dopo che dichiaratosi a me, l'avevo respinto. Saranno al bar, a quest'ora. Tutti insieme, a parlare di noi. Senza sapere che io sono sopravvissuta al massacro.
Per colpa di un killer.
Un dannatissimo e bellissimo killer.
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