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13. Destinazione: Inferno

Siamo riuniti a casa Koblers, due giorni dopo la sparatoria, tutti riuniti nel suo ufficio, quello con la moquette rossa e i muri neri. A presiedere l'assemblea c'è Giacomo, quasi completamente rimesso dai colpi ricevuti.
Già il primo giorno era in piedi ma ora, al terzo, quando lo guardo mi sento più sicura. Ho capito quanto lo amo, quanto lo bramo.
Petra, mentre lo medicavamo prima che arrivassero i suoi amici con un medico, mi diceva:- Si vede quanto lo ami. Perchè lo curi con un' amorevolezza tale da far commuovere, vuol dire che se lo perdessi non saresti più la stessa.-
Le avevo sorriso poi, uscita lei dalla stanza, avevo pettinato i capelli di seta al mio killer e avevo appoggiato la testa sul suo petto, per piangere un po', per sfogarmi.  
Tu sei mio, pensavo. Nessuno di può dire niente. Hai ucciso e ti sei macchiato di colpe orrende, ma non ti lascerò per questo, pensavo.
È vestito con un accappatoio nero e grigio, con le sue iniziali sul cappuccio, la cintura rossa e le dita cariche di anelli, i simboli del suo potere.
E seduto dietro la scrivania, accarezza mollemente un gattino bianco. I suoi compagni sono seduti davanti a lui. Smily, quello secco e alto, fa scrocchiare le nocche.
Sonny, quello più intelligente, sta fumando, battendo di tanto in tanto la sigaretta su un portacenere dorato.
Il ragazzino chiamato Iuzo si sta mordicchiando le labbra accovacciato sulla seduta della poltroncina mentre Franz, il miglior amico di Giacomo, tiene sulle ginocchia Petra, la sua ragazza. Non abbiamo ancora incominciato a parlare ma il succo  del discorso è chiaro per tutti. Guerra!
Un po' li capisco, dopo aver rischiato di perdere il capo vogliono reagire.
-Amici. Dobbiamo decidere cosa fare. Cosa ci conviene di più. La mia amica qui presente, Jeanette, mi ha fatto comprendere quanto sia bello poter passeggiare senza pensare che qualcuno ti ha sul mirino, essere cittadini onesti e senza colpe di fronte alla legge.-
-Onesti?- replica Francesco -Con il giro di gioco d'azzardo che abbiamo messo in piedi sarà difficile venirne fuori.-
-Senza contare- lo interrompe Smily -Tutti gli omicidi che abbiamo eseguito su commissione. Un giudice non ci sconterà niente..quindi siamo nei casini.-
-Casini? Non vi preoccupate.. tutto si può mettere a posto.-
-E come Jacky?- chiede con la sua vocina insistente Iuzo.
-Facile.- risponde Giacomo misteriosamente. Il discorso si fa interessante.
-Come sapete bene, non siamo l'unica banda mafiosa di questo bel paese...-
-Buongiorno Capo!-
Entrano i gemelli Agil e Gial, i pervertiti, dai cui sto ben lontana, su consiglio del mio killer.
-Cosa stavate dicendo?- chiedono in coro.
-Che siete delle grandissime teste di cazzo.- la battuta di Franz li blocca immediatamente. All'unisono, fanno un faccia triste e poi, dopo essersi guardati negli occhi, ridono a crepapelle.
-Mon dieu! Fate silenzio!- li redarguisce Smily. Io e Petra ci scambiamo uno sguardo sorridente. Piace a entrambe questa famiglia acquisita e allargata, dove le risate sono tristemente sottolineate da cupi colpi di pistola e sibilii di coltello.
Dove si vive alla giornata perchè non si sa se si può arrivare alla fine del giorno. -Stavo dicendo che c'e un modo per tornare a essere buoni cittadini senza dover scontare pene..-
-Potremmo sposarci?-
-Anche.-
Si guardano negli occhi e sorridono.
-Cosa dovremmo fare?-
-Lo stavo spiegando.- risponde il boss.
Accarezza il micio che tiene in mano. Un movimento sinuoso, dolce, desiderabile.
Quanto vorrei che fossi io a subire quelle coccole...
-Il Grande Colpo.- dice dopo un attimo di silenzio, soppesando le parole come fa sempre.
-In 7.-
-Jack! Che cazzo dici? Hai preso un proiettile nel cervello per caso? In 7 contro più di 200?-
Non ci sto capendo niente, quindi decido di intervenire.
-Cosa comporta questo "Grande Colpo"?-
Mi risponde Giacomo, imperturbabile.
-L'eliminazione sistematica di tutti i boss delle bande mafiose, piccole e grandi, di questa zona. Dopo un favore del genere la polizia ci amerà piuttosto.-
-Vuoi uccidere 200 persone?- chiedo inorridita.
-Esatto. Inviteremo qui i boss con le loro famiglie..-
-E come faremo a ucciderli?- interrompe Franz -E come pensi di attirarli qui?-
-È un'idiozia Jack.- dice Sonny.
-Io ci sto Cap.- controbatte Smily.
Giacomo lascia scendere dalle sue ginocchia il gattino, poi si alza, prende una chiave e apre un piccolo cofanetto (d'argento ovviamente).
Al suo interno sono una ventina di anelli, sfarzosi e pregiati, davvero bellissimi.
-Questi saranno un'offerta di pace. E il loro lasciapassare per l'Espresso. Destinazione: Inferno.-
-Approvo- dice inaspettatamente Franz -Ma se non accettano?-
-Troveremo un modo. E moriranno comunque.-
-Ci sto anch'io Cap.-
-Non ne dubitavo Sonny. Voi?-
Si rivolge ai gemelli e a Iuzo.
-C'è bisogno di chiederlo?-
-Suppongo di no. Grazie per il sostegno.-
Chiude il cofanetto. E si risiede sulla poltrona, sfilandonsi gli anelli e i bracciali.
-Ma, nel frattempo, Petra sarà solo una cameriera..e Jeanette un militare. Tutto chiaro?-
-Tornerò in accademia?-
Avevo segretamente sperato che quetso soggiorno con loro non terminasse così presto, soprattutto ora che l'atmosfera si scalda, per stare con lui..
Ma non sembra che gli importi molto di me negli ultimi giorni. È sempre stato chiuso nel suo ufficio con il suo Smily e c'era un botto di gente che entrava e usciva. Anziani, giovani, capelloni e pelati. Donne e uomini. Tutti. Immagino abbia a che fare con questa sua idea..con questi suoi propositi sanguinosi.
Come aveva detto? Ah si..Un viaggio senza ritorno. Destinazione: Inferno.

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