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11. Un giorno

Scendiamo dalla macchina, faccio appena in tempo a prendere una pistola. È carica, ovviamente. Le mie dita avvolgono il calcio freddo e mi trasmettono emozioni ben conosciute, sono pronta a tutto. Io sono un soldato.
La nascondo sotto la giacchetta di jeans e seguo Giacomo. Dall'altra macchina scendono due signori, una guardia del corpo pelata e di colore e un uomo grasso, bianco, che tiene in mano una valigia nera. La guardia è armata. Entrambi vestiti di nero. Mi fermo e il killer avanza di qualche passo verso l'altro.
Si stringono la mano.
Anche la guardia è rimasta più indietro, appoggiata alla macchina.
-Buongiorno avvocato.-
-Buongiorno "Dio.-
Si stringono nuovamente la mano.
Non sembra esserci molto affiatamento fra questi due.
-Ho fatto ciò che mi ha "chiesto".- il tono della voce è stanco, impaziente.
Giacomo sembra teso.
-Grazie mille. Ora veniamo al pagamento. Avevamo concordato...?-
Chiede l'altro, l'uomo basso e grassoccio.
-500 mila...-
-..Per l'eliminazione dei giudici. Ma voi avete scatenato un bel casino, eliminando anche le Amazzoni a difesa...quindi..-
-Si riduce il compenso..?-
-Stando ai patti dovrebbe essere così. Qualcosa in contrario?-
-Quindi?-
-250 mila, la metà. Ero il loro principale avversario e gli occhi della polizia sono puntati su di me. Questo è il massimo che posso darvi...-
Il tono non convince Giacomo. E neanche me. Un'occhiata del grassone mi fa rabbrividire.
-..altrimenti..perchè non mi cedi la tua amichetta di letto, ti darò anche fino a 400 mila, d'accordo?-
-400 mila?- Giacomo soppesa le parole come se fossero di piombo.
I grilli, nascosti fra l'erba, cantano.
Mi venderà.
E addio.
-400 mila? No, grazie. Vale molto di più.-
Fiuuuu!!! Mi vedevo già..non continuo.
-Come vuoi tu..allora tolgo..-
I grilli, nascosti fra l'erba, cantano le loro allegre canzoni.
-Un attimo. Non sia troppo precipitoso, avvocato, la fretta è una cattiva consigliera. E sa una cosa?- la voce si fa più misteriosa. Infila la mano nella tasca, dove tiene la pistola che mi ha fatto vedere prima. I grilli smettono di frinire.
-No.- la risposta del grassone è rapida.
-Lei mi, ci ha mandato a uccidere i giudici. Noi l'abbiamo fatto. Perché lei ci pagava. Ma sa..-
I grilli tacciono. Il venticello si placa. Sono tesa come una corda. Stringo convulsamente il calcio della pistola.
-Cosa?- Anche il grassone è preoccupato.
-Noi agiamo solo per soldi.- Giacomo misura le parole, le fa suonare come se fossero strumenti.
-E prima che una pallottola uccidesse il giudice, lui ci pagò 500 mila per ucciderla. Noi cosa dovevamo fare?-
Chiede lentamente rivolto all'uomo sudato.
È terrorizzante.
Pauroso.
Non riesco a resistere.
-Prendere i soldi, ovvio.- risponde quello.
-Ma sa anche che, quando uno ci paga, noi facciamo sempre ciò che ci ha chiesto..-
L"altro fa una risatina nervosa.
-Beh.. starai scherzando, spero..-
È terrorizzato ma riesce comunque a rifare quella risatina nervosa.
-Io non scherzo mai, sul lavoro.- estrae la colt.
-No...- quello che voleva essere un urlo si trasforma in un rauco gemito. Giacomo spara, il ciccione si piega su sé stesso poi elimina la guardia.
Sono gelata. Ha un cuore? Anche solo una specie?
Ha ucciso due uomini e non ha battuto ciglio!
Ho i nervi a pezzi, brividi di freddo mi assalgono a ogni respiro. Racoglie la valigetta.
Si gira.
-Perchè?- gli urlo. Sto piangendo. Le lacrime mi salgono senza ch'io possa fermarle, singhiozzo. Avevo pensato, non lo posso negare, di poterlo cambiare, di poterlo condurre su una giusta via. Ma non riuscirò...
Il male è troppo radicato dentro di lui.

Giacomo.
Mi ha urlato 'perchè?'..come se pensasse che io possa agire in modo diverso. I brividi e le lacrime le scuotono le spalle delicate, non dovrebbe essere un soldato.
Dovevano morire. Punto.
Starà pensando che sono irrecuperabile, e come faccio a farle cambiare idea?
Ha visto mentre uccidevo le sue compagne, mentre permettevo a Smily di scalparle, mentre eliminavo questi due. Non mi perdonerà mai, lo so.
Come si fa a perdonare uno come me?
Come si può amarmi?
La capisco.

Jeanette Mitsui.
Si volta. Sta piangendo anche lui. Incredibile.
Non pensavo fosse capace di piangere.
Questo mi conforta enormemente, vuol dire che riconosce il suo errore e ha intenzione di riparare.
-Jacky..-
Si avvicina, mi abbraccia, non lo respingo..
Appoggia la testa sulla mia spalla.
-Mi perdoni..?-
È un sussurro, quanto basta per convincermi della sua persona.
-Come potrei non farlo...-
-Grazie..- sta sussurrando, è veramente distrutto.
-Ti prometto..che cambierò vita..così potremo..-
-Jacky..-
Si stacca. Mi guarda con i suoi puri occhi azzurri.
-Lo farò. Te lo giuro.-
Lo guardo.
Quanto lo amo. Ma rimane pur sempre lui, poco sentimentale, duro come una roccia millenaria.
-Un giorno riuscirai ad amarmi?- la voce mi esce da sola, chiara e decisa.
-Un giorno.-

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