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Capitolo 7

(La copertina è di mia invenzione)

Sara’s POV

Entrai in casa e non mi sorpresi di trovarla vuota. Mio padre mi aveva vista in preda alla sete di sangue e ora avevo paura di come avrebbe reagito.

-Vedrai che si aggiusterà tutto, dagli tempo- mi disse Nyssa.

Ormai il sole era sorto e Nyssa dovette uscire per andare a lavorare: si era trovata un lavoretto da fare ogni tanto, giusto per contribuire alle spese della casa dato che era nostra ospite.

Rimasi a casa da sola e crollai sul divano, esausta sia fisicamente che mentalmente. Negli ultimi giorni erano successe un sacco di cose e il mio cervello aveva bisogno di una pausa.

Sentii le chiavi girare nella serratura e scattai in piedi: solo Laurel, mio padre e Nyssa avevano le chiavi oltre a me.
La mia ragazza era al lavoro, mia sorella pure, quindi solo una persona poteva essere…

Infatti, quando la porta si aprì, comparve mio padre.

-Papà… Posso spiegarti quello che è successo ieri…- dissi avvicinandomi.
-Sta ferma- disse puntandomi la sua pistola.

-Papà… Che fai?!- gli chiesi spaventata.
-Tu… Tu non sei mia figlia- disse.

****
Laurel’s POV

-… Riteniamo l’imputato colpevole- disse l’uomo della giuria.
Perfetto, un’altra causa vinta. Non poteva andare meglio.

Raccolsi la mia roba e mi diressi verso l’esterno dell’edificio, diretta al mio ufficio.
Una volta arrivata portai il caso ad archiviare e sulla mia scrivania trovai un’altra pila di documenti.

Sospirai e mi sedetti, iniziando ad analizzarli attentamente.
Ad un certo punto mi squillò il telefono: era l’ospedale.
Oddio… Il mio cuore accelerò i battiti, mentre premevo il tasto per rispondere.

-Pronto? Sono Laurel Lance-.

-Buongiorno, abbiamo trovato il suo numero tra quelli per le emergenze di sua sorella-.

Oh cielo…
-Mia sorella?! Sta bene?!-.

-È meglio se viene il prima possibile, le hanno sparato ed ora è in sala operatoria-.

Non capii più niente, sapevo solo che dovevo andare al più presto da lei.
Mentre mi dirigevo in ospedale chiamai anche Oliver, Nyssa e mio padre, il quale, però, non rispose.

Evidentemente stava lavorando…


Arrivai di corsa al reparto dove era ricoverata e trovai gli altri già lì.
-Come sta?!- chiesi con il fiatone per via della corsa che avevo fatto.

-L’hanno appena finita di operare, tra poco dovrebbe uscire il medico- disse Oliver.
-Chi è stato a portarla qui?-.

-Io- rispose Nyssa -Ero tornata a casa perché avevo dimenticato un documento per il lavoro e l’ho trovata a terra-.

Rimanemmo in attesa per minuti infiniti, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato.
Finalmente il medico uscì.

-Allora?!- chiesi scattando in piedi.

-Si riprenderà. Ora è ancora sotto anestesia, è sveglia ma molto debole. Voglio tenerla sotto osservazione per qualche giorno-.

-Possiamo vederla?- chiese Nyssa.
-Sì, ma può entrare solo uno alla volta e non fatela stancare troppo- disse e poi se ne andò.

-Vai prima tu Laurel, sei sua sorella dopotutto- disse Oliver e Nyssa annuì.

Entrai nella stanza e la vidi sdraiata a letto, visibilmente debole.
-Hey- le dissi sedendomi accanto a lei e prendendole la mano.

Lei voltò piano la testa verso di me, sorridendomi debolmente.

-Chi è stato?- le chiesi e a lei scappò un singhiozzo.

-È stato…-.

****
Nyssa’s POV

Feci un respiro profondo, sedendomi sulla sedia nel corridoio accanto ad Oliver.

-Pensi che sia stato qualcuno che ce l’aveva con lei?- mi chiese.

-Probabile. Magari un assassino… No, mio padre vorrebbe ucciderla con le sue stesse mani, non farebbe mai un gesto così avventato-.

Annuì e stavolta fu lui a fare un profondo respiro.
Dopo alcuni minuti Laurel uscì: aveva gli occhi gonfi e arrossati, il corpo era scosso ogni tanto da dei singhiozzi.
-Che succede?- le chiese Oliver.

-Ho capito perché mio padre non rispondeva quando lo chiamavo per dirgli di Sara… Ho capito perché non è ancora arrivato… È stato lui a spararle-.

Cosa?!?!
-Che cosa?! Ne sei sicura?!-.
Lei annuì, dicendo che era stata Sara a dirglielo.

-Sì ma perché?! È sua figlia dannazione!-.

-Io so perché- dissi avvicinandomi -Ieri sera ha visto Sara in preda alla sete di sangue. Quando è vittima di questa sete lei perde il controllo e si comporta come se fosse un mostro, senza sentimenti e con l’unico scopo di uccidere. Prima di andarsene ha detto che lei non era sua figlia- raccontai.

-E da quando avrebbe questa “sete di sangue”- chiese Laurel e così gli spiegai di quando era morta e tornata in vita.

-Oh mio Dio- disse la sorella passandosi una mano tra i capelli.
-Cosa vuole fare? Denunciarlo o qualcosa del genere?- chiese Oliver -Perché se non vuole fare niente ci penso io a sistemarlo-.

-Quando mi ha detto il suo nome sembrava molto delusa e triste, non ho voluto insistere oltre. Quando si sarà ripresa dall’operazione ne parleremo-.

Annuimmo.

****
Sara’s POV



-Papà… Che fai?-.

-Tu… Tu non sei mia figlia-.
Ero davvero preoccupata, cosa stava succedendo?!

-Papà… Hai bevuto? Lo sai che non sei in te quando bevi…- dissi avvicinandomi con cautela.

-Sta lontano mostro!- disse e scattò indietro.

-Papà… Sono io, sono Sara…-.
-No, tu non sei la mia piccola, tu non sei la mia Sara! Sei solo un mostro!- e poi sparò.

Mi bloccai. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a pensare a niente.
Abbassai lo sguardo sullo stomaco e vidi una macchia rossa diventare sempre più grande.

Istintivamente premetti le mani su quella zona e lo guardai negli occhi terrorizzata, prima di cadere a terra.
Lo sentii correre via, lasciandomi lì.

Mi stavo indebolendo molto velocemente, troppo velocemente.

Aiutatemi, vi prego…

Prima di perdere i sensi sentii dei passi avvicinarsi e la voce di una donna.

Nyssa…


Note:

Cosa succederà ora?
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va😊
Bye

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