~Malorie~
*Capitolo revisionato e corretto da Enis Slama.*
Sherry si svegliò a notte fonda, nella catapecchia non si riusciva a vedere nulla. Dalla finestra i raggi della luna illuminavano a malapena il viso di Dimitri che stanco per la giornata piena di emozioni dormiva profondamente nel letto di paglia posto sotto essa. Cercò di alzarsi e camminando a tentoni riuscì a raggiungere la porta, i battiti cardiaci erano accelerati e intorno a sé vedeva girare ogni cosa. La brezza notturna la investì e la sua pelle reagì ricoprendosi di brividi, le tenebre l'avvolgevano come un mantello durante le giornate d'inverno e in quel baratro oscuro non riusciva a distinguere i tronchi degli alberi che la circondavano. Alzò lo sguardo e finalmente vide la luce, milioni di stelle si ergevano fiere sopra di lei in tutto il loro splendore, restò ammaliata alcuni attimi da tale bellezza ma qualcosa non andava e la paura che un'attacco prendesse il sopravvento proprio il quel contesto la tormentava da tutto il giorno. Aprì la porta e riuscì ad uscire, cercò di concentrarsi sul paesaggio davanti a sé e di focalizzarsi su qualcosa per non perdere il controllo della situazione, ma in quei momenti era praticamente impossibile nonostante i suoi sforzi. Una voce dentro di sé iniziò a urlare con prepotenza, i suoi pensieri si mescolavano a ricordi confusi che non sembravano appartenerle. La vista diventò sfocata, gli alberi di pino cambiarono forma diventando le piante di un grazioso giardinetto a lei sconosciuto e la piccola catapecchia si deformò fino ad assomigliare a una casa borghese, era una villetta a due piani con il tetto spiovente. La facciata era in pietra e la porta in legno aveva una forma tondeggiante con intarsi ramificati. Una bambina nel giardino giocava sull'altalena,i lunghi capelli ramati, lisci come spaghetti le cascavano sul viso paffuto, aveva una pelle candida e sembrava tener in mano qualcosa di cui Sherry non distinse la forma. La bimba indossava un abitino bianco, con un corsetto marrone in pelle che le cingeva la vita e una gonna ampia, lunga fino le caviglie, ricoperta da uno strato di pizzo. Scese dall'altalena e iniziò a correre verso l'entrata di casa con l'oggetto in mano. Da lì in poi la visione diventò confusa.
Tutto ciò sembrava esser un ricordo eppure lei non si ricordava affatto di quel giorno, non ricordava di aver mai incontrato quella bimba ed era sicura di non aver mai visto quell'abito, osservava ma non riusciva a metter a fuoco l'oggetto che la creaturina teneva tra le mani. Il mal di testa aumentò fino a farle credere di stare per impazzire.
<< No,no,no Aiuto!>>
Iniziò ad urlare con tutta l'aria che aveva nei polmoni, scalciava e si batteva le mani strette in un pugno sul petto. Nel delirio una dolce voce si levò dal profondo della sua anima.
<< Shhh stai tranquilla Sherry, urlare è inutile. Questa volta non verrà nessuno a salvarti da me o forse sarebbe meglio dire nessuno verrà a impedire la mia libertà.>>
<<Maledetta tu non esisti!>>
Le voci erano frutto della sua fantasia, non poteva essere altrimenti, almeno era quello che sperava fin da piccola. Non sapeva come fare per cacciarle via, era nel panico. Urlò ancora e ancora, si accasciò al suolo dimenandosi e gridando fin quando qualcuno si avvicinò a lei accarezzandole il viso. Pensò che Dimitri fosse riuscito ad alzarsi ed arrivare da lei, ma il viso di lui non entrò nel suo campo visivo. Non vide nessuno, sentiva che le accarezzavano i capelli e una dolce, familiare voce intonò una vecchia ninna nanna che le cantavano da piccola.
Sembrò calmarsi per qualche secondo ma loro aspettavano solo questo. Altre voci si insinuarono tra i suoi pensieri, una bambina, un uomo, una donna e lei, un vecchio e così via. Pianse a dirotto mentre con le unghie si graffiava le braccia nude. Un altro lembo del vestito fu strappato via, questa volta non da lei stessa, poco dopo sentì i suoi polsi legati con esso. Chiunque la legò non si mostrò, al contrario scappò dentro la casa. Sherry si rotolava sulla terra, si contorceva tra la terra umida e l'erba fredda, gridava come un'ossessa.
Dimitri aprì gli occhi nel cuore della notte, delle urla provenienti da fuori lo agitarono. Gli duoleva la testa evidentemente era stato colpito con qualcosa per essere svegliato. Riconobbe la voce di Sherry ma non capiva cosa stesse succedendo. Il buio gli impediva di vedere e i dolori alla schiena erano feroci.
<<Corri ragazzo, ha bisogno di te!>>
Una voce lo intimò ad alzarsi, voleva chiederle chi fosse ma non c'era più tempo. Le urla andavano aumentando di minuto in minuto.
<< Non posso, non riesco ad alzarmi!>>
Era disperato, sapeva che se fosse morta sarebbe stata la fine anche per lui. La "voce", con grande fatica, lo spinse giù dalla balla di fieno, doveva aver delle mani molto piccole, al contatto con la sua schiena infatti il ragazzo ebbe l'impressione che insieme non fossero grandi nemmeno quanto una singola mano. A Dimitri mancò l'aria per qualche secondo, tossì e ansimò con fatica cercando di riempire i polmoni di ossigeno,
Le costole rotte gli provocavano un dolore atroce ma doveva pur far qualcosa. Cercò di riprendersi e tentò di raggiungere Sherry strisciando sui gomiti, si diresse verso l'uscio, ma le ferite bruciavano tanto da farlo gemere di dolore al contatto con il pavimento sporco. Davanti la porta, a primo impatto, non riuscì a distinguere la figura della ragazza quindi aguzzò la vista il più possibile e appena distinse il corpo della fanciulla ciò che vide lo spaventò:
Sherry era stesa a terra con le mani legate dietro la schiena. Urlava e sbatteva ripetutamente la testa contro il suolo, sembrava quasi volesse strapparsi la pelle. A tratti cambiava la voce, era come se stesse litigando con qualcuno ma davanti a lei non c'era nessuno.
<<Muori piccolo mostro!>>
<< Lasciami!>>
Si slegò i polsi, strappando la stoffa per poi portare le mani alla gola e iniziare a stringere per strozzarsi. Sembrava essere posseduta.
Dimitri rimase immobile, stordito da quell'orrido spettacolo.
Uno schiaffo arrivò forte e chiaro, in piena faccia.
Tentò di vedere chi fosse stato ma non vide nulla, si scrollò e andò da lei. Tra le pietre e la terra le ferite strisciavano e probabilmente si sarebbero infettate da lì a poco. Le afferrò le mani e con grande fatica le bloccò al suolo. Sherry aveva una forza impressionante o forse gli sembrava così per via del corpo dolorante.
La chiamò più volte, cercò di riportarla in sé ma nulla, continuava a cambiare voce a un ritmo sfrenato.
Delle manine iniziarono a sfiorarle il viso, l'accarezzarono e infine gli diede un bacio sulla guancia. Sherry sembrò riconoscere quei modi dolci, e quelle piccole mani.
<<Io ti conosco...>>
Sussurrò, pian piano iniziò a riprendere i sensi. Le voci si confusero e infine svanirono. Era come in trance, riusciva a percepire il tocco leggero di chi la coccolava e grazie a questo fu in salvo, ma non aveva ancora preso coscienza di sé.
Iniziò a respirare profondamente fin quando il respiro divenne regolare. Alzò leggermente la schiena e mettendosi a sedere guardò Dimitri. Si girò e notò che accanto a lei vi era seduta una delle sue bambole di porcellana. Esattamente la stessa che quella notte teneva in mano il biglietto che le intimava di scappare. Era piccola, con due grandi occhioni viola e dei capelli lisci a caschetto color biondo ramato, decorati con un bel cerchietto di perle nere e un grande fiocco laterale. Sul volto, soprattutto vicino il grazioso nasino alla francesina aveva disegnate delle lentiggini. Indossava un abitino piuttosto lungo con una bella gonna ampia che arrivava ai piedini. Era di un colore violaceo, nella parte superiore non c'erano scollature ma un colletto, il busto era ricoperto di passamanerie e merletti e le maniche lunghe erano interamente di pizzo, la gonna piena di decorazioni e balze aveva due grossi fiocchi neri al centro.
<<Potete liberarmi, sto meglio. >>
Balbettò confusa, mentre cercava di ricomporsi e soprattutto senza staccare gli occhi dalla personcina seduta accanto a lei.
Dimitri era allibito, bianco come un cencio osservava Sherry e il piccolo esserino accanto a lei.
Sembrò non ascoltare le parole della ragazza che lasciò ad aspettare con le mani legate.
<< Monsieur, sarebbe così gentile da slegarmi?>>
Ribadì alzando il tono della voce.
<<S..si mademoiselle, scusate>>
Con fare impacciato slegò la ragazza, poi restando lontano, tornò ad osservare le due. Si guardavano dritte negli occhi, la bambola era in procinto di piangere. Le saltò addosso avvinghiandosi al collo per poi scoppiare in un pianto isterico.
<< Mammina! Mammina mia, mi sei mancata!>>
Iniziò a darle piccoli bacetti sulla guancia. Era davvero tenera, ma il garzone ne era terribilmente spaventato.
<<Mammina? >>
Chiese lui.
<<Io... Non capisco, tu parli?>>
Chiese sbalordita abbracciando la piccola che si godeva, come una bimba, le coccole.
<< Si io parlo, ho vegliato su di te da quando mi hanno creata! Solo che papà Claude non vuole che ti parlo.>>
La bambola iniziò a piangere e Sherry l'abbracciò e cercò di consolarla.
<< Chi sarebbe "papà Claude?" E perché non vuole che mi parli?>>
<<Lui si prende cura di te da quando sei piccola>>
<< Claude, Claude non sarà il dottor Rousseaur?!>>
<< Si papino mi ha creata per stare con te. >>
Rispose sorridendo, senza staccarsi dal collo della ragazza. Strofinando la guancia contro quella di Sherry.
<< Per sorvegliarmi.>>
Disse infastidita cercando di spostarla e poggiarla a terra,
<< Per proteggerti.>>
Rispose riavvicinandosi senza badare alla reazione di Sherry.
Dimitri le osservava silenzioso,
Scrutava le due e tutto ciò gli sembrò una follia. Per quale strano destino era stato catapultato in una situazione tanto surreale? Ma non era ciò che più desiderava una vita non scontata e monotona? Sì, ma non a spese della vita di una ragazza innocente. La situazione- oltre a terrorizzarlo- lo incuriosiva molto, forse era quasi felice di ciò che gli stava accadendo eppure non riusciva ad essere veramente contento, Sherry soffriva e ciò che per lui si presentava come l'avventura che aveva sempre sognato per lei era un viaggio ricco di pene, sofferenza e amarezza, non era così egoista da ignorare il dolore di un altro essere vivente.
Cercò di concentrarsi su ciò di cui parlavano, ma non capiva chi era il dottore Claude Rousseaur e che cosa volesse da lei.
<< Quindi sei una specie di esperimento. Ma perché non ti sei fatta vedere prima?>>
Si decise a chiedere,
<< Perché non volevo che la mamma si spaventasse.>>
Dimitri intuì che c'era molto di più di questo, ma non volle continuare oltre il discorso. Voleva sapere cosa fosse successo a Sherry poco prima ma guardando la ragazza si rese conto che era ancora sconvolta. Quel piccolo essere era davvero adorabile, continuava ad abbracciare Sherry e accarezzarla.
<< Sei stata tu a uccidere la cameriera?>>
<< Perdonami, dovevo fare qualcosa e si, l'ho uccisa. E ti ho chiesto di scappare. Ma..ma tu non sai cosa volevano farti i tuoi genitori! >>
<< E tu lo sai?>>
<< Posso solo dirti che loro non ti vogliono bene>>
La bambola teneva lo sguardo basso e portò il labbro inferiore all'infuori in procinto di piangere, era triste, non crederle era alquanto difficile sembrava sincera.
"Quella ragazza è proprio matta, i suoi genitori fanno bene a progettare di farla sposare con il proprietario dell'ospedale psichiatrico, almeno la terrà buona con una dose giornaliera di sedativi."
Quella donna non vuole bene alla mia mamma...neanche i suoi genitori le vogliono bene.
È ora che io giochi con la serva, a me piace giocare con gli umani.. sono così fragili... chissà se anch'io lo ero...
<< I suoi genitori non le vogliono bene e per quale motivo? Diamine sono coloro che l'hanno messa al mondo! Cosa vai farneticando!>>
I pensieri della piccola furono spezzati improvvisamente dalla voce alterata di Dimitri, sentendosi accusata scoppiò in lacrime.
<< Cattivo! Non parlerò mai più con te! Mamma tu mi credi?>>
Sherry era perplessa, eppure, in questa storia molte cose non tornavano. Fin da piccola i suoi genitori le avevano dimostrato affetto, un affetto che si limitava alla sua salute e a i beni materiali. ma non le avevano mai dato spiegazioni del perché la tenessero rinchiusa e quando provava a saperne di più sulla sua malattia entrambi cambiavano umore e non si mostravano a lei per giorni. Osservò la bambolina.
<<Come ti chiami? >>
<<Mmh...io... Non ho un nome>>
<<Bene allora ti chiamerò cosa fastidiosa che frigna sempre.>>
Rispose Dimitri cercando di infastidirla.
Lei rispose con una linguaccia.
<< Da bambina ti chiamavo Malorie, ti piace?>>
<< Si, si mi piace!>>
Sbatté le mani entusiasta e sorridendo.
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