~Emozioni e sentimenti~
*Capitolo curato ed editato da Enis Slama*
~ vi consiglio di ascoltare la canzone durante la lettura, essa è stata la mia fonte di ispirazione per i personaggi di Dimitri e Sherry~
Buona lettura, Amelia <3
Il profumo di gigli e rose penetrò violentemente le narici della bambina nascosta dietro le pesanti tende di
damasco dove accanto, la grande finestra permetteva di ammirare il variopinto paesaggio floreale di quel giardino.
«Voi non sapete nulla, "signor Dupoins”... quello che hai fatto è imperdonabile!»
«Tu non capisci! È mia figlia!»
«Non è più la tua bambina! Non essere cieco, quella cosa è un mostro. Il dottor Rousseau è un pazzo, un esaltato! Sai bene che l'alchimia non è semplice scienza: è stata bandita dal nostro paese quando si era capito cos'era in grado di fare e tu? Tu sei andato non solo contro il governo ma contro Dio stesso!»
«Anche tu praticavi quest'arte...»
«Hai detto bene, praticavo!»
Il signor Petrovonik era sempre stato buono con me: mi trattava con dolcezza e amore quasi come se fossi una nipote. In quel momento ero nascosta dietro una tenda e non riuscivo a capire il senso di quelle parole:
"È un mostro".
Avevo incontrato per la prima volta quell'uomo due mesi prima. Per l'emozione lui aveva iniziato a piangere ed abbracciarmi gridando al miracolo, ed ora mi dava del mostro. Mi rannicchiai dietro l'enorme e pesante
stoffa della tenda. Non avevo nessuna intenzione di ascoltare un'altra singola parola. Mi tappai le orecchie per non ascoltare oltre.
«Ragionate, amico mio... quell'uomo mi ha ridato la felicità!»
«Quella non è Sherry, Jan, per l'amor del cielo... la bambina mi conosce da quando è nata. Come spieghi
che non mi abbia riconosciuto?»
«I-io... non lo so!»
Disse infine mio padre, orgoglioso più che mai. Guardava il pavimento ansimando per la discussione accesa
poco prima avvenuta. Si asciugò con una mano la fronte, poi guardò il suo migliore amico con occhi disperati.
«Aiutaci!»
«Lei deve morire, Jan, è l'unica scelta...»
«No!»
«Allora scordati che io appoggi questa pazzia!»
Ricordo di essere svenuta in preda ad una crisi. Da quel giorno lui non venne mai più a trovarci e i miei genitori iniziarono a prendere provvedimenti per la mia malattia. Perché merito di morire? Perché sono un
mostro?...
La voce di Dimitri riportò alla realtà la sua compagna di avventure. Era sempre così pensierosa... Cosa
nascondeva ancora quel viso d'angelo?
«Sasha si è addormentato! Prima ho avuto l'impressione che voleste dirmi qualcosa o mi sbaglio?»
I suoi occhi si illuminarono di una luce piena di speranza e, dopo essersi assicurato che l'uomo fosse tra le
braccia di Morfeo, tentò di parlare il più piano possibile.
«Avete ragione, Dimitri... se ho acconsentito ad andare con lui è solo perché abbiamo bisogno di una guida.
Lui ci ha detto che il treno è diretto in Russia e io conosco una persona che abita lì ma, seppur non conosco il
luogo, credo potrebbe esserci d'aiuto.》
«È una notizia meravigliosa, Sherry... ma ditemi, chi è costui e quando pensate di ritornare in patria?»
«So quanto è difficile per voi... vi giuro che quando torneremo in Francia vi riporterò vostro nonno! È il
minimo che possa fare per voi.»
Gli occhi del ragazzo divennero lucidi: era terrorizzato al solo pensiero che qualcuno potesse far del male al vecchio André ma, allo stesso tempo, desiderava restare accanto alla ragazza che, passo dopo passo, si stava
lentamente insinuando nel suo cuore.
Sherry sospirò, poi riprese a parlare sottovoce:
«Andremo da un amico della mia famiglia... o meglio, da quello che era quasi un fratello per mio padre prima
che iniziassi a subire gli effetti della malattia. Vedete, Dimitri, come la mia pelle cade a pezzi? Solo Il dottore Rousseau, l'uomo che ha creato Malorie, sa come guarirmi. Periodicamente egli mi sottopone a degli interventi e quando mi sveglio dagli anestetici la mia pelle migliora. Nascono sempre nuove cicatrici, nuovi tagli, nuove ferite da disinfettare ma, tutto sommato, è come se per un breve periodo guarissi. L'elevata energia che sprigiono grazie ai miei studi sull'alchimia mi permettono di avere una veloce rimarginazione delle ferite, così per un po' sembra che il mio corpo sia sano.»
Il suo sguardo si era incupito nuovamente. Il ragazzo le mise una mano sulla sua e incrociò il suo sguardo.
Sherry sobbalzò. Non aveva mai avuto nessun tipo di contatto fisico con un uomo ma il calore emanato da
quella grande mano la rassicurò. Strinse la sua presa con delicatezza e gli sorrise debolmente.
«Se questo amico di vostro padre potrà aiutarvi, allora non esiterò a cercarlo fino in capo al mondo. Quanto sola siete stata in tutti questi anni e quanta forza avete dovuto raccogliere per sopportare tali flagelli? Io non
permetterò che voi affrontiate altro dolore senza nessuno a sostenervi!»
«Non dovete provare pena per me. Vi sarò eternamente grata per il vostro sostegno ma...»
Quelle parole ferirono profondamente l'animo di Dimitri. Provare pena? Davvero pensava che la sua gentilezza fosse dovuta solo per la pena che provava nei suoi confronti? Non poteva accettare pensasse
questo.
«La mia non è pena, signorina...»
Sherry abbassò lo sguardo. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Non mentite! Vi diverte così tanto farmi sentire ancora più vulnerabile di quanto io non sia già?»
«Voi non siete affatto vulnerabile... Una donna vulnerabile non sarebbe scappata di casa per sopravvivere, non avrebbe aiutato uno sconosciuto addossandosi il peso di curarlo, non avrebbe intrapreso un viaggio così lungo in cerca di risposte e, soprattutto, non mi avrebbe schiaffeggiato convincendomi a non inveire contro le guardie del colonnello Blanche...»
L'ultima frase fu pronunciata con una risata che contagiò anche la giovane. E se davvero in lei, oltre che tristezza e solitudine, si nascondeva una tale forza d'animo come quella che elogiava il ragazzo davanti a lei?
«Siete davvero una persona buona, Dimitri!»
«Dico solamente la verità! Siete così coraggiosa, molto più di me...»
Era sincero. Dimitri possedeva un carattere irrequieto e passionale che tendeva a metterlo nei guai. Non era
coraggioso ma semplicemente impulsivo mentre Sherry, fragile e silenziosa all'apparenza, sapeva salvarsi dalle situazioni più improbabili grazie al suo sangue freddo e alla sua forza d'animo.
«Avete molte altre qualità, per esempio sapete creare una rissa in ogni situazione.»
«Beh, in quello sono un maestro!»
Si sorrisero dolcemente a vicenda. In cuor suo, Dimitri sapeva già che quel sorriso lo aveva conquistato già
da tempo, da quando sulla sponda del fiume l'aveva vista ridere per la prima volta. Ma preferì tenere per lui
tutto ciò: quel sentimento tanto dolce e puro non sarebbe divampato come un fuoco che arde la legna per poi spegnersi dopo poche ore. Voleva, per una volta nella sua vita, non distruggere qualcosa di tanto bello inondandolo di passione ma bensì farlo crescere con tranquillità, nutrendolo di dolci sorrisi e sguardi
innocenti.
Sherry non aveva ancora lasciato la mano del ragazzo e non era intenzionata a farlo. Nessuno le aveva mai parlato in quel modo, nessuno l'aveva trattata mai con tale sincerità. Per tutta la sua vita era sempre stata circondata da gente falsa, complimenti ipocriti dati da persone che non la conoscevano alle feste che odiava tanto, affetto finto, quasi sforzato ed esasperante da parte dei suoi genitori e un sentimento insano da chi le aveva messo una bambola a sorvegliarla. Ecco le uniche forme di affetto che aveva avuto, nonché l'unica
forma d'amore che conosceva.
Spesso il dottor Rousseau le accarezzava i capelli, le baciava le guance... fin da piccola le ripeteva che era sua e nessun altro l'avrebbe avuta. I suoi genitori sapevano di tutto ciò e non si opponevano. Un sentimento malato e morboso nei confronti di una bambina: ecco ciò che sapeva dell'amore.
Non sapeva e non capiva cosa fosse quella gioia che provava nel guardare ridere Dimitri, quella dolce rabbia che aveva provato quando l'aveva presa in giro dopo le parole di Sasha sulla sua presunta malattia. Era
qualcosa che non capiva ma che le piaceva e che sperava non finisse mai.
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