Capitolo 6: Il loop della morte
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Lisandra
L'essere che assomiglia a una lucertola mi sbatte contro il muro. Quando il sangue nero inizia a colare lungo il muro da una ferita nella mia testa, la creatura apre la bocca ed emette un urlo terrificante, che spalanca le finestre e le porte.
<<Ciao, piccola Skiarat>>, sibila la donna squamata.
Vedo una lingua stretta, rosea e biforcuta, proprio come quella di una serpe. Deglutisco a fatica e riesco a malapena a respirare: le sue mani rugose mi bloccano ogni movimento. La vedo sorridere, mostrando i denti affilati, per poi allontanare lentamente la testa, proprio come farebbe un serpente prima di sferrare l'attacco, e rapidamente mi sputa qualcosa di appiccicoso e liquido che mi fa bruciare gli occhi e perdere conoscenza.
Apro gli occhi e mi trovo in uno spazio completamente buio. Sono in ginocchio, con le mani sporche di sangue appoggiate al pavimento.
Piano piano tutto prende forma: sento sotto di me dei piccoli rami spezzarsi e alberi alti e folti iniziano ad apparire intorno a me.
Mi alzo e, seguendo l'istinto, vado a cercare l'unica persona che desidero in questo momento: Lucius.
<<Lucius>>, dico ad alta voce, ma non lo trovo.
Continuo a camminare nel bosco, che si fa sempre più scuro. Improvvisamente lo vedo di spalle davanti a me e mi fermo. Intorno a noi tutto svanisce e il colore rimane solo in noi: riesco a vedere il rosso dei bordi della sua divisa.
<<Cosa vuoi?>> sibila.
<<Lucius, vorrei...>>
<<Zitta!>> urla voltandosi con una velocità da vampiro. Mi guarda con occhi furenti e giunge repentinamente davanti a me.
<<Ascoltami solo per un minuto>>, lo scongiuro.
Mi sembra di vivere in un grosso déjà-vu: ho già vissuto questa scena della mia vita? Osservo velocemente i vestiti di Lucius: ha la divisa delle uscite informali. È la stessa che ha indossato al matrimonio di Jules!
Scuoto la testa. Tutto questo non è possibile.
<<Tu gli hai dato il tuo sangue!>> sbraita. Con uno scatto repentino afferra il tronco di un albero, comparso all'improvviso, e lo lancia alle mie spalle. Sobbalzo d'istinto, ma non sento alcun rumore.
Respira, Lisandra.
Mi farà del male?
No, non me ne farà. Non lo farebbe mai.
<<Tu gli hai dato il tuo sangue!>> ripete.
<<Cosa dovevo fare? Lasciarlo morire? No! Non rimarrò con le mani in mano un'altra volta!>>
<<Sì. Il tuo sangue è mio>>, ringhia a denti stretti. Mi afferra per le spalle e mi strattona.
Il mio sangue è mio.
Non so cosa dire, sono senza parole.
Nei suoi occhi si leggono emozioni contrastanti: rabbia, tristezza, gelosia, angoscia e... amore.
Amore? Per chi?
<<Hai ragione. Il mio sangue è tuo, così come lo sono io>>, dico con dolcezza.
Ho già vissuto questa scena. Si!
Grugnisce e mi scuote un paio di volte. Mi aspetto che mi lasci andare con foga, ma ciò non accade.
Il suo corpo si irrigidisce bruscamente e dietro di lui scorgo la donna squamata. Lo aggredisce con agilità, con cura, tendendo i suoi lunghi artigli sul collo del mio amato.
<<Lucius>>, sussurro terrorizzata.
Lui mi lascia andare e io indietreggio, finché la figura della donna lucertola non mi è completamente chiara.
<<Cambiamo un po' di cose. Non credi?>> sibila con gioia. La guardo perplessa.
<<Non sarà lui a dire sei morta per me, ma sarà lui a essere morto per te. Letteralmente>>, dice lentamente mostrando i suoi denti aguzzi.
Stringe rapidamente entrambi le mani sul collo del mio vampiro originale e in meno di due secondi il suo corpo giace a terra senza testa. Il mio corpo viene assalito dal dolore della perdita. Per prima cosa, le ginocchia iniziano a tremare, dopodiché il nodo alla gola diventa una vera e propria matassa ingombrante. Cado per terra chiudendo gli occhi e mi lascio cullare dal dolore.
È una sensazione tagliente, perforante e quasi intermittente.
Dicono che la sensazione peggiore sia non avere nessuno accanto, eppure quando si ha qualcuno con sé la sensazione della perdita è devastante. Quando sei da solo, devi stare attento solo a te stesso, ma quando sei circondato da altre persone il dolore della loro perdita è persistente.
La mia parte razionale, seppur piccola in questo momento, continua a dirmi di rialzarmi perché tutto questo è solo un brutto incubo, ma non ci riesco e continuo a crederci sempre di più.
<<Cosa vuoi?>> La voce di Lucius rimbomba nello spazio oscuro. Alzo la testa e lo vedo in piedi davanti a me, di spalle.
<<Lucius, vorrei... Tu eri...>>
<<Zitta!>> urla voltandosi con una velocità da vampiro. Mi guarda con occhi furenti e giunge repentinamente davanti a me. Mi alzo e lo guardo negli occhi. È qui davanti a me.
Il mio cuore non smette di battere e fa male, non riesco a respirare...
<<Ascoltami solo per un minuto>>, lo scongiuro mettendomi una mano sul petto per cercare di alleviare il dolore.
È la stessa scena. Di nuovo. Perché?
Scuoto la testa. Tutto questo non è possibile. Continuo a ripetermi le stesse cose.
<<Tu gli hai dato il tuo sangue!>> sbraita. Con uno scatto repentino afferra il tronco di un albero, comparso all'improvviso, e lo lancia alle mie spalle. Sobbalzo d'istinto, ma non sento alcun rumore.
<<Tu gli hai dato il tuo sangue!>> ripete.
<<Cosa dovevo fare? Lasciarlo morire? No! Non rimarrò con le mani in mano un'altra volta!>>
<<Sì. Il tuo sangue è mio>>, ringhia a denti stretti. Come da copione, mi afferra per le spalle e mi strattona.
Sorrido e scuoto la testa. Vorrei tanto alzare una mano e accarezzargli i morbidi capelli neri.
<<Hai ragione. Il mio sangue è tuo, così come lo sono io>>, dico con dolcezza. Le lacrime iniziano a scendere involontariamente.
Grugnisce e mi scuote un paio di volte. Mi aspetto che mi lasci andare con foga, ma ciò non accade. Di nuovo. Esattamente come prima, il suo corpo si irrigidisce e dietro di lui scorgo la donna squamata, che gli circonda il collo con gli artigli grigi. <<Lucius>>, sussurro terrorizzata.
Lui mi lascia andare e io indietreggio, esattamente come ho fatto poco fa, finché non vedo nitidamente la figura della donna lucertola.
<<Come dovrei ucciderlo questa volta?>> sibila con gioia. La guardo perplessa.
Questa volta? Ce ne saranno delle altre?
<<Abbiamo già provato la decapitazione. Che ne dici di morire bruciato? Smembrato?>> chiede ridendo entusiasta e con la voce roca.
La donna squamata picchietta due dita sulla spalla del rigido Lucius, continuando a rivolgermi sguardi divertiti.
<<Ti ho lasciato troppo tempo per osservare il tuo vecchio e amato Lucius>>, ride serrando la presa su di lui.
In un battito di ciglia, il suo corpo venne fatto in mille pezzi, mentre il mio venne assalito nuovamente da un dolore lancinante. La scena si ripeté ancora. Pronunciai le stesse parole perché sapevo già come sarebbe finita: Lucius sarebbe stato bruciato davanti ai miei occhi, mentre io soffrivo, incapace di muovermi. Così avvenne. Lui non urlava nemmeno. Mi guardò e basta, finché il suo corpo non smise di avere una forma definita.
Tutto si ripeté più volte, ma d'un tratto persi completamente la ragione.
<<Lisandra>>.
Una voce, tenebrosa e tagliente entra nella mia testa, come in un sogno. Mi bruciano gli occhi e sento il corpo molto pesante: non riesco a muovermi. Mi concentro sull'udito e sento solo un altro urlo. Poi, il silenzio.
<<Lisandra>>, ripete la voce calda e amorevole.
Lucius
<<Le lucertole sono qui!>> urla Alucard nel momento in cui l'urlo smette di rimbombare.
Davanti a me e ai miei fratelli, i nobili alle mie spalle si raggruppano, formando un grosso esercito.
I due prigionieri, legati, vengono posizionati al nostro fianco, mentre Alucard e Pollux si sistemano davanti a noi, attendendo con ansia l'arrivo delle lucertole.
<<Mi sembra di essere tornato in Egitto. Solo che, al posto delle rane e delle cavallette, siamo stati invasi dalle lucertole>>, commenta seccato Sebastian, a bassa voce.
Sentiamo dei passi veloci e rumorosi avvicinarsi sempre di più, quando mi ritorna in mente la tattica di Lisandra durante la battaglia delle lucertole nella radura a sud della città. Il fuoco. Dobbiamo usare il fuoco.
Mi volto repentinamente e noto che Grigore ha afferrato subito il messaggio.
<<Dobbiamo usare il fuoco>>, affermiamo all'unisono.
Tutti si guardano intorno. Ognuno prende una delle torce di legno dalle pareti della stanza e l'accende.
Poco prima dello scontro con le lucertole, esse arrivarono davanti alla soglia della porta della sala e tutto sembrò andare a rilento, come se fossimo in uno di quei film americani con la slow motion prima di una battaglia. Il tempo riprese il suo corso e le lucertole si avventarono immediatamente su di noi. Le colpimmo con forza e le bruciammo vive, finché l'ultimo essere squamato non esalò l'ultimo respiro.
Non subimmo perdite: il fuoco funzionò. Lasciai cadere la torcia a terra, che si spense contro le piastrelle bianche mezze distrutte, e osservai la scena girando su me stesso.
Come avevano fatto a entrare?
Mi tornò in mente l'urlo di Michael: <<¡Madre! ¡Me prometiste que no te habrías conchabado con ellos! ¿Qué hiciste?>> che significa <<Madre! Mi avevi promesso che non saresti entrata in contatto con loro. Che cosa hai fatto?>>
I miei occhi si concentrarono immediatamente sulla donna dai lunghi capelli bianchi. Mi avvicinai minacciosamente, richiamando all'ordine tutti. I presenti ritornarono man mano al loro posto vicino al muro e io mi avventai sulla donna.
<<Sei stata tu>>, affermai biecamente. L'afferrai per il collo, la sollevai in aria e la osservai gioire del suo stesso dolore.
<<Avresti vissuto meglio senza tuo padre>>, disse con fatica la donna al figlio.
<<Meglio? Mama, guarda cosa hai fatto!>> esclamò il ragazzo con lo sguardo confuso, mentre due guardie lo tenevano fermo.
<<Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per te, per non farti diventare un mostro come...>> gridò la donna, ma all'improvviso la strinsi ancor più forte e per qualche secondo non si mosse. Stavo per staccarle la testa.
<<Come mio padre? Bah, mamita... preferisco essere come lui piuttosto che come te>>, ringhiò a denti stretti Michael. <<Sei uguale a questi esseri: un serpente, una vipera, una lucertola. Non appena ti hanno cacciato dalla lega dei cacciatori messicani, sei corsa qui in Romania in cerca di cosa? Hai lavorato nascondendoti da tutti, come i topi, finché un vampiro non ti ha incontrata e si è approfittato di te. Lucius ha commesso un grave errore quella notte. Mi hai cresciuto e mi hai aiutato con la trasformazione con le tue riserve di veleno quando il mio corpo ha raggiunto la forma di un diciottenne, ma lo hai fatto solo per diventare immortale anche tu. Volevo provare il brivido del morso. Non sei mai stata capace di prendere una decisione nella tua vita. Non fai altro che fuggire da tutto, ma questa volta non puoi>>, disse con freddezza e tranquillità il ragazzo. <<Perché Lucius ti ucciderà>>.
<<Mijito>>, sussurrò sconcertata la donna. I due prigionieri si rivolgevano sguardi funesti e carichi d'odio, ma anche di confusione. Guardai Michael, la donna dai capelli bianchi, i miei fratelli e Grigore Mikelaus, il quale annuì in risposta ai miei dubbi. Michael diceva la verità. Lanciai la donna in aria. Alucard la afferrò per il collo e, senza richiedere ulteriori istruzioni, intuì l'ordine indiretto e la uccise, smembrando l'immortale corpo di pietra della donna. Mi diressi verso il vampiro, che sarebbe mio figlio, e lo fissai per alcuni istanti prima di porgergli la mano e leggere tutto quello che c'era da sapere.
Era venuto qui con la madre, ignaro del suo piano. Voleva solo conoscermi e farmela pagare per averli abbandonati. Sapeva solo che ero il capo dei vampiri e che li avevo abbandonati senza assumermi le mie responsabilità. Quella donna gli aveva riempito la testa di frottole, come il fatto che li avessi abbandonati, eppure non percepii nessun insulto nei confronti della mia razza. Anzi, veniva elogiata.
Feci un cenno alle guardie, che lo lasciarono libero. Michael mi guardò confuso, ma il mio cervello, nonostante l'intenzione di creare un rapporto tra padre e figlio, andò subito a Lisandra.
Dov'è Lisandra? urlai nella mia testa. Corsi verso la porta dalla quale era uscita. Non appena oltrepassai la soglia, l'odore pungente del suo sangue arrivò alle mie narici. Corsi ancor più velocemente e la vidi: era a terra a occhi chiusi, con una grossa ferita dietro la testa, dalla quale gocciolava sangue nero, sporcando le pareti.
<<Lisandra!>> urlai. Vidi un essere squamato in piedi davanti a lei. Aveva dei seni tondi e verdi, i piedi nudi e la testa pelata.
<<Dannazione!>> esclamò non appena mi vide. Aveva gli occhi gialli luminescenti e la pelle verde rugosa. Dal suo aspetto altero, si capiva che era la regina. Fece un passo in avanti e nei suoi occhi lessi indecisione. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte e questo mi fece capire che era in grado di urlare in quel modo. La presi per il collo e la sbattei contro il muro opposto a quello su cui poggiava Lisandra, ma riuscì a scappare lontano. Avrei voluto rincorrerla, ma la priorità era Lisandra.
<<Lisandra>>, sussurrai. Mi abbassai e le accarezzai la guancia, sporca di sangue rosso, delle sue lacrime. Con l'altra mano le coprii la ferita sporca di sangue nero sulla nuca.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Che cosa ne pensate?
Lucius riuscirà a svegliare Lisandra? Lisandra si salverà?
Qualcosa di brutto sta accadendo!!!
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