Capitolo 25: L'unione fa la forza
Lisandra
Quattro giorni, due ore e venticinque secondi, ventisei, ventisette, dal momento in cui ho tradito la fiducia di Lucius, ma devo essere forte. Faccio un respiro profondo e cerco di ascoltare quello che Saqui sta dicendo. Siamo sedute nel suo ufficio a mangiare qualche biscotto. O meglio, direi che solo lei mangia...
<<Ancora non ci credo!>> urla ridendo. <<È stato un ottimo piano concedersi completamente a lui e poi accoltellarlo. In senso metaforico, ovviamente. Pensa a quanto sarebbe stato bello se tu avessi avuto la possibilità di piantargli un coltello nel cuore>>.
Sorrido.
<<Ti stimo. Davvero. Ma ascolta: come mai hai cambiato idea così velocemente? Non lo amavi?>> mi chiede.
Come se non lo sapessi...
<<Non lo so>>, dico scuotendo la testa. <<Dopo quello che mi hai detto, sentivo di dover capire molto della mia vita. Era solo un'infatuazione. Probabilmente per il potere. Io non potrei mai, e dico mai, stare con un essere così bipolare>>.
<<Quanto hai ragione...>> sussurra scuotendo la testa.
Qualcuno bussa alla porta: Saqui sussulta e, battendo le mani, si alza entusiasta.
<<È arrivato!>> esclama.
<<Chi?>>
<<Sai, io ho una dote speciale. Riconosco le anime gemelle e, quando ti ho vista per la prima volta, sapevo a chi saresti stata destinata>>, spiega poggiando una mano sul pomello della porta.
<<A chi?>> insisto fingendomi curiosa.
<<Un mio amico. Si chiama Michele ed è qua fuori. Comportati bene, perché lui è perfetto per te>>, afferma appena prima di aprire la porta.
Eccolo: Michele Romanov aspetta sulla soglia con un mazzo di gigli bianchi in mano.
<<Vi lascio soli>>, mormora felice la regina Akamu.
<<Ciao>>, dice lui chiudendo la porta. <<Ti ho portato questi>>, dice porgendomi i fiori da funerale.
<<Grazie, sono bellissimi>>, dico nascondendo il viso tra i fiori. Almeno un'utilità ce l'hanno...
<<Scusa per questo mio modo di fare, ma sono una persona diretta. Saqui mi ha parlato molto di te e mi piaci. Mi piaci veramente molto>>.
Mi coglie totalmente alla sprovvista. Mi mette le mani sui fianchi, facendo cadere i fiori.
<<Guardami negli occhi>>, dice con tono supplichevole.
So cosa sta facendo: sta usando la persuasione. Così, pur di accontentarlo, faccio come mi ha detto e mi fingo estasiata da lui. Fingo di amarlo. Fingo di avere Lucius qui davanti a me. Michele mi mette una mano sulla guancia e, non appena chiudo gli occhi, le sue labbra toccano le mie.
Licano
Alucard chiude la porta e si sistema accanto a essa. Nel frattempo, tutti gli altri prendono posto intorno alla tavola rotonda, dove sta per tenersi la discussione riassuntiva di tutte le attività di cui aveva parlato Jules. I due fratelli Romanov sembrano preoccupati; mio padre e mio nonno, con la mia matrigna e mia nonna alle loro spalle, consultano alcuni fogli che hanno tutta l'aria di essere documenti importanti; Dragos, Abel e Ruxandra osservano delle liste sulle quali sono elencati tutti i ragazzi in base alle loro capacità e abilità; infine Jules. Siede in grembo al marito, che ha un'espressione severa ma allo stesso turbata. Accarezza la schiena della moglie, che continua a scrivere senza sosta su fogli sparsi qua e là, e probabilmente pensa a come proteggerla - il giorno dopo la nostra piccola riunione si scoprì che Jules era incinta e questo lo terrorizzò. Io e Alexandru siamo dietro la loro sedia e ci scambiamo spesso degli sguardi.
<<Possiamo iniziare?>> chiede Sebastian, mostrandosi spazientito.
Tutti annuiscono, ma Jules continua a scrivere.
Nicolae mi chiede con lo sguardo il motivo del suo comportamento. Alzo le spalle e scuoto la testa. Non lo so...
<<La nostre guardie hanno ispezionato tutto il castello e, usando i fumogeni, sono riuscite a eliminare qualsiasi tipo di essere vivente nei dintorni>>, dichiara Nicolae. <<Inoltre, stamattina è arrivato l'elenco completo del censimento...>>
<<In quanti siamo?>> lo interrompe Emilian.
<<Un miliardo e duecento>>, risponde Sebastian.
<<Chi si è occupato di redigerlo?>> domanda Alexandru facendosi dare la lista da Alucard.
<<Io>>, risponde il capo delle guardie reale.
<<Alexia...>> interviene Nicolae.
La ragazza fa un passo in avanti. <<Oltre a continuare a scrivere articoli sulla gazzetta oscura, ho aperto un sito internet al quale è possibile accedere solo se si ha le credenziali del censimento che voi, signori, avete fatto fare. Su questo sito pubblico aggiornamenti continui, ma non sono l'unica a postare, poiché tanti altri vampiri sono sempre online e...>> dice sorridendo.
<<Okay. Va bene. Continua a portarci le persone. Ottimo lavoro>>, la interrompe scortesemente Sebastian.
<<Siamo solo in duecento a voler combattere?>> commenta Alexandru scuotendo la testa. <<Come procedono gli allenamenti? Imparano in fretta?>> chiede a Dragos.
<<Sì>>, risponde Dragos. <<Molti di loro sanno combattere davvero bene e la maggior parte di loro possiede delle capacità innate>>.
<<Che tipo di capacità?>> chiede Nicolae.
<<C'è un altro idromante, come Licano; c'è chi sa erigere una barriera invisibile, come Ania Barlow, anche se lei la conoscevate già, e chi sa teletrasportarsi, come Luigi Ruvosk>>, spiega Abel.
<<Ania? Tua sorella, Ruxandra?>> domando aggrottando la fronte.
<<Sì>>, risponde con un sospiro. Il marito, Alexandru, appoggia una mano sulla sua spalla. <<È strano come, con questo clima di guerra e morte, sia riuscita a trovare il suo Ateyo>>, commenta in tono triste.
<<Ateyo? Chi è?>> si intromette Dragos, sorpreso.
<<Luigi Ruvosk>>, risponde lei.
<<Non dirmi che non l'avevi notato>>, ridacchia Abel.
<<È una cosa incredibile. È vero, ma è già capitato. Se non fosse per Lisandra, noi due non saremmo insieme, così come Alec e Jules e...>> commenta Alexandru.
<<Come sono andati gli accordi con le altre creature?>> interviene Jules in tono freddo e distaccato. Non sembra nemmeno lei con questo atteggiamento, ma è così da quando Lisandra e Lucius sono scomparsi. Nemmeno mio nonno Grigore riesce a sfondare le sue barriere mentali e, ovviamente, Alec non ci dice nulla.
Quattro giorni fa
Io e Alexandru stavamo osservando Jules scrivere da cinque ore, quando all'improvviso alzò la penna dal foglio, sorprendendoci, e disse: <<Licano! Tuo padre e tuo nonno stanno per partire insieme alle loro compagne. Va' con loro>>. E ricominciò a scrivere.
Guardai Alexandru, che alzò le spalle confuso, e uscii.
<<Licano, che cosa ci fai qui?>> mi chiese mio padre non appena mi vide scendere dalle scale del castello. Stavano per partire, proprio come aveva detto Jules. Indossavamo tutti le divise ufficiali, sulle quali sono incise le iniziali della famiglia Romanov e della nostra.
<<Verrò con voi>>, affermai. Dopo qualche secondo, mio nonno mi scrutò e annuì.
<<Dov'è l'incontro?>> domandai.
<<In un bar di Berlino>>, rispose mio padre.
Mi passò una tracolla e me la misi in spalla. Visto che parlavano con le loro compagne, chiesi: <<Chi stiamo aspettando?>>
<<Dragos ci manda una ragazza. Dice che ci tornerà utile con le streghe, perché ha il potere della convinzione>>, spiegò mio nonno. Subito dopo, vidi scendere dalla gradinata una ragazza minuta con i capelli castani e delle ciocche bionde. Aveva gli occhi purpurei, non completi. Era un ibrido che attendeva che il suo Ateyo che la completasse, rendendola un vampiro intero. Più la guardavo e più sentivo qualcosa muoversi dentro di me: era il desiderio. Volevo morderla. Era una brama molto più forte di quella per il sangue.
<<Ciao>>, disse a tutti. <<Io sono Cocco Kladiurius. Piacere>>.
<<Ciao>>, risposi rimanendo a bocca aperta. Lei rise e andò a presentarsi al resto della mia famiglia.
La pacca sulla schiena che mi diede mio nonno Grigore mi riportò alla realtà e iniziammo a correre velocemente in direzione del luogo dell'incontro con le streghe.
Arrivammo dopo un'ora. Ci fermammo in un vicolo nelle vicinanze del bar dell'appuntamento.
<<Licano, nella borsa ci sono delle lenti a contatto. Mettiamocele e cerchiamo di non attirare l'attenzione>>, disse mio nonno.
<<Le lenti si scioglieranno fra due ore circa, ma ce ne sono altre sempre nella tracolla, perciò andate in bagno a cambiarvele non appena non sentite più il bruciore>>, spiegò mio padre. Passai un paio di lenti a Cocco. Quando le nostre mani si toccarono, una scarica di energia percorse tutto il mio corpo.
Girato l'angolo, entrammo nel bar e intercettai immediatamente le streghe, che avevano un odore diverso dagli esseri umani comuni. Annusai l'aria e all'istante arrivò alle mie narici l'odore di metallo e di un pizzico di erba. Avevano scelto un coffee shop all'americana, dove era possibile rimanere per ore senza destare sospetti. Erano sedute su alcuni divanetti marroni in un angolo e si guardavano intorno intimorite. D'un tratto i loro occhi si posarono sui nostri e si irrigidirono, ma rimasero ferme. Ci avvicinammo lentamente e ci accomodammo sui divanetti vicini, creando un cerchio. Una cameriera si avvicinò lentamente. Aveva un grembiule azzurro e i capelli legati in una piccola coda sotto la nuca.
<<Desiderate qualcosa da bere?>> chiese la donna.
Mio nonno passò gli occhi su ognuno di noi. <<Sei caffè, per favore>>, rispose.
La cameriera si allontanò annuendo e mentre mio nonno psicanalizzava ognuna delle streghe, noi attendevamo l'arrivo del caffè per poter parlare senza essere disturbati. Erano in cinque: tre donne e due uomini normalissimi, senza alcuna caratteristica particolare, fatta eccezione per la persona seduta al centro. Aveva i capelli castani con alcune ciocche e le punte dipinte di rosa. Il suo sguardo era fermo e fisso negli occhi di mio nonno.
La cameriera ci portò i nostri caffè. Non appena se ne andò, la donna dai capelli rosa iniziò a parlare: <<Grigore, da quanto tempo...>>
Si conoscono? pensai. Mia nonna si mosse sulla sedia e si mostrò infastidita.
<<Avanti, Crina. Sappiamo che starete insieme per sempre, quindi perché ti arrabbi?>> scherzò la donna.
<<Licano, Cocco, vi presento Sonia Himmay, la strega madre di tutte le cerchie magiche del mondo>>, disse mio nonno.
<<Sonia, per favore>>, intervenne mio padre cercando di calmare le acque. <<Non siamo qui per riportare il passato a galla, ma perché abbiamo un problema in comune: gli Akamu>>.
<<Sì, ne ho sentito parlare>>, disse Sonia. Abbassò lo sguardo e mi bastò questo per capire che mentiva.
<<Sentito parlare? Non prenderci in giro. Sappiamo che queste creature si sono fatte vedere spesso nelle vostre cerchie. Vi hanno derubato parecchie volte e magari hanno anche ucciso>>, intervenne mio nonno.
<<Ah, già. Dimenticavo la tua abilità da legilimens>>, sospirò Sonia. <<Sì, è vero. Li abbiamo avvistati parecchie volte>>.
<<Hanno ucciso qualcuno dei vostri?>> chiese Anca.
<<Circa un centinaio>>, rispose uno stregone. <<Non sappiamo come...>>
<<Non sapete come fermarli>>, lo interruppe mio padre. <<Noi sì. Ma per riuscirci, dobbiamo unire le nostre forze e...>>
Sonia scoppiò in una fragorosa risata. <<Noi che ci...>>
<<Perché diamine state ridendo? Pensate che sia tutto uno scherzo?>> sbottò Cocco, sorprendendomi. <<Sono morte molte persone e probabilmente anche adesso ne stanno morendo delle altre, mentre noi stiamo sprecando del tempo con voi>>.
Gli esseri umani davanti a noi iniziarono a guardarsi e a bisbigliare tra loro, confusi. Tuttavia, diedero ragione all'ibrida che sedeva accanto a me.
<<Ecco perché i Romanov volevano questo incontro urgente con noi. Volevano usarci per battere quelle creature e prendersi tutto il merito...>> commentò Sonia incrociando le braccia al petto.
<<No, ti sbagli>>, rispose Cocco anticipando mio nonno. <<Meno male che sono i vampiri quelli pieni di sé ed egoisti. Guardatevi. Siamo qui a chiedervi di unire le forze, di stringere un patto di sostegno reciproco, e voi ve la ridete. Questa è una cosa seria. Se in tutti questi anni non avete maturato un'intelligenza superiore a quella dei vostri simili, mi spiace per voi. Ora, se non vi dispiace, dobbiamo andare a trovare Lisandra>>, sbottò alzandosi. Sonia era sbalordita.
La ragazza accanto a me sollevò le sopracciglia come per dirmi Ti alzi, o no? Così mi alzai, ma all'improvviso una delle streghe chiese: <<Lisandra? Intendete Lisandra la sanguinaria?>>
<<Come fai a conoscere quel soprannome?>> rimandai.
<<Io... feci un errore di valutazione con un incantesimo. Bruciai la mia casa e, se non fosse stato per una certa sanguinaria e per i suoi amici, non sarei mai stata qui a raccontarlo>>, continuò.
<<Ne sei proprio sicura?>> domandò Sonia.
<<È la nostra Lisandra!>> esclamò mio nonno. Le aveva letto nella mente, perciò tutti noi gli credemmo.
<<In che cosa consiste il patto che vogliono stringere i Romanov?>> chiese la donna dai capelli rosa.
<<Combattere insieme>>, rispose laconicamente mio padre.
Sonia scambiò un paio di sguardi con i suoi compagni e annuii. Mio nonno tirò fuori una pergamena e una penna. La strega lesse velocemente il testo e firmò.
<<Quando dovrebbe avere luogo questa battaglia?>> domandò scura in viso.
<<Se il mio intuito non sbaglia, tra qualche giorno, ma vi manderemo subito una della guardie ad avvisarvi se ci dite...>> disse mio padre. Sonia gli porse un bigliettino da visita.
Ci alzammo, stringemmo le mani per suggellare il patto e uscimmo.
<<Mi chiamo Licano, comunque>>, dissi a Cocco. Lei mi sorrise e sparì nel buio.
Presente
<<Come sono andati gli accordi con le altre creature?>> interrompe il discorso Jules con tono freddo e distaccato.
<<Con le streghe è stato facile. Abbiamo discusso, sì, ma siamo riusciti a concludere l'accordo in poche ore>>, risponde mio nonno appoggiando la pergamena al centro del tavolo. <<Ecco qui il patto firmato>>.
<<Con i cacciatori?>>
<<Hanno collaborato volentieri, visto, soprattutto, che nel loro mondo sta morendo un sacco di gente. Alessia, il capo delle lega, ha firmato subito l'accordo>>, spiego.
<<E con i mannari?>> chiede la migliore amica di Lisandra.
<<Con loro è stato più difficile...>> dice mio nonno. Inizia a spiegare quello che è accaduto tre giorni fa, mentre il mio cervello torna a quello che è successo ieri con Cocco.
L'ho trasformata. Voglio dire, dopo essere riusciti a far firmare l'accordo ai lupi mannari mi ha baciato e poi abbiamo parlato e parlato. Mi ero reso conto di una cosa straordinaria: lei era la mia Ateyo. Così non ci pensai due volte e la feci mia.
Dio. Sono così felice.
<<E grazie all'aiuto di Licano e della sua compagna, che hanno escogitato un ottimo piano, puntando all'orgoglio dei lupi, abbiamo portato a termine il nostro compito>>, conclude mio nonno riportandomi nella stanza di Lisandra.
<<Stupidi cani>>, ringhia beffardo Sebastian.
<<Compagna?>> chiede Nicolae.
<<Cocco Kladiurius>>, rispondo sorridendo come un ebete.
<<Cocco?>> dicono tutti stupiti. Solo Jules e Alec mantengono il loro atteggiamento distaccato.
<<Sì. L'ho trasformata ieri>>, affermo con tono ferio. <<E vorrei sposarla quanto prima>>.
Nicolae guarda il fratello, annuisce e si rivolge a me: <<Ti andrebbe una piccola cerimonia improvvisata tra un'ora? Sappiamo che forse vorresti fare dei grandi festeggiamenti, ma...>>
<<No, sarebbe perfetto>>.
<<Qualsiasi cosa dobbiate fare, sbrigatevi. Ci incontriamo tra quattro ore fuori dal bunker di mia madre>>, ordina severamente Jules.
<<Quello della montagna?>> domanda Dragos, ma Jules non risponde.
<<Grigore Mikelaus, Anca Mikelaus, Ruxandra Barlow-Mikelaus, Alexandru Mikelaus, Licano Mikelaus e Luigi Ruvosk. Ovviamente anche i re e il solo Alucard Villareal. Solo voi dovrete presentarvi all'appuntamento, mentre gli altri dovranno prestare la massima attenzione. Controllerete il castello. Nessun'altro dovrà essere presente. Altrimenti tutto salta e potrebbero mangiare Lucius davanti a noi>>, dichiara come un generale prima della battaglia.
Un'ora più tardi, potei definirmi un uomo sposato. Avevamo fatto solo una piccola cerimonia, nella quale i Romanov procedettero ai riti di unione in presenza della mia famiglia.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
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Vi chiedo, gentilmente, se vi è piaciuto, di lasciare una 🌟 e di commentare con le vostre opinioni 🌈 (Sono davvero curiosa). Se magari vorreste invitare i vostri follower a leggere la mia storia, ne sarei più che felice.
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