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Capitolo 24: Non crollare




Lisandra

Dopo essermi sforzata tanto per cercare di entrare nella mente di Lucius, mi arrendo e mi appoggio al muro. Sospiro, mentre lui rimane nella stessa posizione di prima: sguardo fisso verso il corridoio di pietra e spalle rigide, appoggiate alla parete rocciosa.

Perché non vuole condividere i suoi pensieri? Non lo capisco.

Dall'espressione che aveva prima, sembrava conoscere quella ragazza che veniva trascinata via dalla lucertola... Di sicuro mi sta nascondendo qualcosa...

Dovrei fare l'abitudine alle cose che mi nasconde?

Sbuffo sonoramente, ma lui non si muove di un centimetro. Abbasso le spalle, completamente demotivata, ma all'improvviso mi si accende una strana lampadina.

Avevo bevuto due volte il sangue di Lucius e questo, come ben so, mantiene vivi i ricordi. Perciò devo solo cercare bene nel mio profondo, no?

Devo solo cercare la ragazza... Un gioco da ragazzi, insomma...

Chiudo gli occhi, cercando di ascoltare il flusso vitale di Lucius scorrere dentro di me. Poco dopo, inizio a guardare tra le finestre dei suoi ricordi: nei più prossimi non la trovo, così, dopo un po', mi decido a spingermi verso quelli più remoti, quelli dei suoi primi anni da vampiro. Vedo il suo piano per non destare sospetti nel mondo umano venire attuato grazie all'aiuto del fratello Michele, ma non ci faccio molto caso. Tuttavia, alla fine trovo una ragazza proprio accanto a quest'ultimo: ha l'aspetto umano, ma i capelli sono senza alcun dubbio quelli. Quel colore non si dimentica tanto facilmente. Ascolto attentamente il discorso del fratello minore di Lucius: <<Stiamo per partire per un lungo viaggio, ma ne varrà la pena, perché lo faremo per tutti noi. Io e mia figlia solcheremo l'oceano e raggiungeremo la terra proibita...>> annunciava.

Tuttavia, non fecero mai più ritorno. Lucius era sicuro della morte del fratello, poiché mandò due delle sue guardie ad assicurarsene, ma non era certo che la nipote, ritenuta scomparsa a causa della mancanza del suo corpo, avesse avuto la stessa sorte.

Apro gli occhi e capisco il perché del suo irrigidimento: aveva appena rivisto la nipote. È sconvolto.

All'improvviso, avverto uno strano fastidio all'orecchio e subito dopo sento un sussurro femminile, come se fosse un ronzio: <<Lisandra>>.

D'istinto mi giro ma, come la mia parte razionale sospettava, non c'è nulla. <<Lisandra>>, ripete la voce femminile.

Nel frattempo, sento il cancello alla fine del corridoio aprirsi e richiudersi, rimbombando nella grotta con un suono metallico e fastidioso.

Attendo con ansia il momento in cui chiunque sia si mostri ai miei occhi. Il mio respiro si fa sempre più pesante. È un Akamu: con passo lento ma deciso, si avvicina alla prigione in cui io e Lucius siamo rinchiusi e si appoggia a una sbarra, aprendo la mano e mostrando i suoi lunghi artigli gialli. Sorride, esibendo i suoi denti aguzzi ancora sporchi di qualche sostanza, e rabbrividisco.

Con quello strano sorriso sulla faccia, la creatura gira una chiave nella serratura e apre la cella, mandandomi nel panico: Lucius lo attacca all'istante: lo butta a terra e lo colpisce più e più volte. Tuttavia, l'essere gli mette la coda intorno al collo e stringe sempre più forte. Temendo di essere decapitato, Lucius cerca di difendersi dall'attacco codato e tenta di liberarsi dalla presa ferrea dell'Akamu. Inaspettatamente, però, la creatura lo lascia andare: Lucius mi rivolge uno sguardo confuso e cade a terra.

<<Che cosa gli hai fatto?>> urlo.

L'Akamu si volta verso di me con un sorriso saccente e mi accarezza una guancia con un'unghia affilata.

<<È solo paralizzato>>, spiega con un sibilo. <<Tutto merito di alcune polveri che abbiamo rubato alle streghe>>. Mi prende per un polso e mi trascina via, chiudendo Lucius nella cella. Mi incatena le mani e iniziamo a camminare.

<<Lisandra, sono Jules>>, dice la voce di prima. È nella mia testa!

<<Jules?>> sussurro.

<<Sei viva!>> esclama. <<Dove sei?>>

<<Ora che te lo dico, riderai. Nel bunker di tua madre>>.

<<Veniamo a prendervi>>.

<<No, aspetta. A quanto vedo, questo posto pullula di Akamu. Sarà diventato il loro nido e sarebbe un suicidio venire qui alla sprovvista, senza la dovuta preparazione>>.

<<Non sarebbe la prima volta>>, commenta la mia migliore amica nella mia testa. Nel frattempo, l'Akamu mi strattona sempre più forte.

<<Cos'hai in mente, allora?>>

<<Fammi elaborare qualcosa>>, le dico, concludendo la conversazione.

Davanti a me c'è qualcosa che pensavo che non avrei visto mai più: la porta del laboratorio di Frankenstein - come lo chiamo io -, dove sono stata torturata in mille modi dalla madre di Jules e dalla ribellione.

<<Così ci rivediamo...>> afferma qualcuno dal fondo del laboratorio, dove regna l'ombra. <<Non è passato poi tanto tempo>>, continua la voce.

Alzo la testa e riesco a distinguere un'ombra umana che cammina piano piano verso la luce. Sbatto le palpebre per alcuni secondi e riesco a distinguere la forma della figura che avanza: sì, ha un aspetto umano, ma sembra avere anche una coda.

<<Vero, Lisandra?>> chiede la voce.

Non appena la figura si rivela alla luce, rimango senza fiato: una donna alta con lunghi capelli lisci tinti di grigio e gli occhi di uno strano colore. Sembrano gialli, ma hanno anche un tocco verde smeraldo.

<<Non mi sono mai mostrata a te in questo modo. Non volevo farti morire di gelosia. Guardami, sono stupenda>>, dice giocando con i capelli. <<Non mi sono ancora presentata, scusami>>, ridacchia in modo estremamente falso. Si avvicina e mi tende la mano. <<Molto piacere. Io sono Saqui, la regina degli Akamu>>, dichiara.

Per un attimo rimango senza respiro e il mio battito cardiaco si azzera. Non riesco a ragionare: i miei neuroni funzionano a malapena. Ho davanti la regina degli Akamu, ma ha un aspetto umano. Prima, quando era nell'ombra, aveva la coda, mentre adesso sembra un vampiro normale in tutto e per tutto. La carnagione è la stessa. L'unica differenza sta negli occhi.

<<Mi farebbe molto piacere stringerti la mano, ma, come vedi, non mi è possibile>>, rispondo acidamente.

Saqui accenna un sorriso e schiocca le dita: una lucertola arriva subito al mio fianco e mi toglie le manette di metallo.

<<Volevate una Skiarat. Io sono qui, ma non potete costringermi a collaborare!>> affermo con tono duro, massaggiandomi i polsi.

Lei si lascia scappare una risata contenuta. <<Nessuno ti forzerà. Una Skiarat funziona solo se è consapevole delle sue scelte>>, ribatte in tono serio, unendo le mani davanti a lei.

Lo vedo...

<<Vogliamo accomodarci?>> chiede allargando un braccio verso una porta nella penombra del laboratorio.

<<Dove?>>

<<Nel mio ufficio>>, risponde pacatamente.

Non potendo rifiutare, la seguo. Entro nella stanza che era tale e quale all'ufficio di Dolores Umbridge, a eccezione dei gatti appesi alle pareti e del rosa che la faceva da padrone, e mi siedo subito su una poltrona davanti alla scrivania scura di legno.

<<Hai fame?>> domanda la regina Akamu sedendosi davanti a me.

<<No!>> sbotto. Alla mia risposta, lei agita una mano e la porta si chiude alle mie spalle.

<<Che cosa mi vuoi fare?>> chiedo aggressivamente.

<<Solo parlare>>, risponde appoggiando i gomiti sulla scrivania.

<<Potevamo farlo prima>>, borbotto alzando gli occhi al cielo.

<<No. Dovevamo privare Lucius del suo ultimo incantesimo oscuro...>>

<<Perché?>>

<<Dovevamo renderlo innocuo>>, spiega la regina.

<<Siete a conoscenza del...?>> chiedo tentennante.

<<Noi sappiamo tutto... Molte più cose di quante ne sappia tu>>, afferma in tono serio.

<<Che cosa intendi?>> domando aggrottando la fronte.

<<Vi stiamo tenendo d'occhio. Tutto il castello è sotto i nostri occhi>>, dichiara, sicura di sé.

<<Voi non sapete niente!>> ringhio a denti stretti. Sprizzo rabbia da tutti i pori. Il mio respiro è affannoso e gli occhi sono piccole fessure.

Lei scuote la testa, continuando a sorridere, compiaciuta di se stessa, come se sapesse già tutto. Che cosa sa? Apre un cassetto ed estrae un piccolo specchio.

<<Per esempio, so che quando ti arrabbi i tuoi occhi diventano rossi proprio come quelli di un vampiro>>, dice porgendomi lo specchio.

Sobbalzo. Il riflesso nel piccolo specchio mostra me, ma con gli occhi rossi. Il mio respiro torna a essere regolare, così i miei occhi tornano neri.

<<Com'è possibile?>>

<<È stata una mia idea. Sai, io e Lilith siamo ottime amiche e quando è arrivata l'occasione l'abbiamo colta. Sei il primo essere immortale ad avere le debolezze umane. A parte le streghe, ovviamente. E poi...>>

<<Che cosa vuoi? Perché mi hai portato qui? Andiamo oltre la fase in cui cercate di addolcirmi. Arriviamo a quella in cui mi torturate>>, dico frettolosamente.

<<Sei qui perché devi capire molte cose, Lisandra>>, sospira.

<<Dimmele, allora!>> ribatto acidamente.

<<Porgimi delle domande>>, dice Saqui con tono di sfida. Sbuffo.

<<Che cosa sei?>>

<<Sono un Akamu>>, risponde.

<<Questo lo so...>> dico digrignando i denti. <<Voglio dire, che cos'è un Akamu?>>

<<Mi stai chiedendo di parlarti di me>>, ridacchia entusiasta. <<Io sono Saqui Correia e mio padre mi fece fare il patto con Lucifero al suo posto. Trasformai il mio villaggio e uccidemmo tutti i conquistadores. Mio padre non volle fermarsi lì e sfidò i Romanov. Il resto lo sai già... Fui l'unica a sopravvivere, perché non partecipai allo scontro. Fu in quel momento che incontrai Lilith: feci un patto anche con lei per diventare una creatura in grado di battere i vampiri comuni e sono quella che hai visto...>>

<<Quindi sei una lucertola mangiavampiri ma allo stesso tempo hai un aspetto umano?>> la interrompo. Lei storce il naso.

<<Sì, ma solo io posso farlo. Gli altri mantengono la loro forma da Akamu>>.

<<Quindi da lucertole?>> ribadisco.

Si muove sulla sedia. È evidente che non le piace che io definisca gli Akamu 'lucertole'. <<Sì>>, risponde.

<<Aspetta. Come faceva tuo padre a sapere di Lucifero? Non eravate indigeni? Non credevate in dei diversi da quelli europei?>>

<<Prossima domanda>>, risponde evitando la domanda.

Perché non vuole rispondere?

<<Perché avete dichiarato guerra ai Romanov?>>

<<Vendetta per la mia famiglia e per il mio re>>, replica scura in viso.

<<Esiste un re?>>

<<Sì>>, mormora.

<<Chi è?>>

<<Se accetterai di stare con noi, forse, lo vedrai>>, afferma.

<<Di cosa vi nutrite?>>

<<Di sangue e di tutto ciò che respira>>.

Dei parassiti, in pratica...

<<Come osservate il castello?>> domando.

<<Perché dovrei dirtelo?>> ribatte alzando un sopracciglio.

<<Perché, in ogni caso, sarò in questo posto finché questo conflitto non finirà...>>

Saqui sospira. <<Ci sono degli Akamu che riescono a mimetizzarsi...>> risponde.

<<Intendi diventare trasparenti?>> la interrompo.

<<Sì>>, dice sorridendo.

<<Quanti siete? Come vi riproducete?>>

<<Secondo l'ultimo censimento, circa sette... hmmm... centinaia>>, sogghigna.

Sono in tanti, davvero troppi. I vampiri li fanno i censimenti?

<<Facciamo l'amore come chiunque. Tu come sei nata?>> continua scherzosamente.

<<Ma non hanno bisogno di un morso, o altro, per essere completi?>> chiedo.

<<Le creature che ho creato sono indipendenti. Non hanno bisogno di niente. Che c'è? Sei curiosa?>>

Alzo le spalle e rimango in silenzio. Di cosa hanno paura?

<<Perché mai dovrei accettare di stare con voi?>> chiedo.

<<Saresti libera e impareresti tantissime cose che i Romanov non conoscono...>> dichiara.

Se mantengo il rapporto mentale che ho con Jules e faccio il doppio gioco con loro, in qualche modo potrei essere d'aiuto. Potrei trovare la soluzione al problema...

La regina è qui, davanti a me. Se la uccidessi, tutto finirebbe?

No, sarebbe troppo facile.

<<Aspetta un secondo>>, mi blocca. Si alza, si volta e stacca un quadro gigante dalla parete. C'è un passaggio segreto che ha tutta l'aria di essere un tunnel. Aguzzo la vista per cercare di vedere meglio, ma qualcuno mi tocca la spalla. Sussulto e mi volto.

<<Ciao>>, dice la figura alle mie spalle. È un uomo: ha i capelli corti castani e sembra essere un vampiro normale, con i soliti occhi rossi e la pelle bianca. Ha la mandibola piuttosto sporgente e delle fossette molto familiari...

Aspetta! È Michele Romanov. È quello che ho visto nel ricordo di Lucius. Non può essere.

Mi guarda con intensità e solo dopo qualche secondo intuisco che cosa sta facendo. Gli leggo nella mente, cercando di essere meno invasiva possibile, e comprendo tutto ciò che devo sapere su di lui: i suoi potere sono controllare la mente delle persone e la telecinesi. Si è finto morto perché odiava il fatto che il fratello – Lucius – l'avesse messo da parte per via del fatto che all'epoca era piccolo. Non sopportava il fatto di essere l'unico Romanov a dover morire, così andò nelle Americhe svelando il segreto di Lucius al capo di una tribù indigena, i Correia. Il resto della storia combacia con quella che conosco già ma... com'è possibile? Perché l'ha fatto? Dunque è lui il re degli Akamu?

<<Ciao>>, rispondo fingendomi assuefatta.

Vuole controllarmi? Facciamoglielo credere...

<<Finalmente ci incontriamo>>, dice sorridendo e prendendomi una mano.

<<Sì>>, sospiro. <<Chi sei?>>

<<Il tuo amante>>, risponde sorridendo. Mi accarezza la testa e avvicina la bocca al mio orecchio: <<D'ora in poi, odierai Lucius e amerai solo me. Tuttavia, non ricorderai di avermi visto oggi...>> mi sussurra per poi sparire all'istante.

Il suo controllo della mente non funziona con me e questo mi dà forza. Il piano che mi era venuto in mente può funzionare solo se continuo a fingere...

<<Se accettassi, potremmo liberare Lucius. Nel senso... vogliamo affrontarlo ad armi pari e questo sarebbe il giusto movente per lasciarlo andare>>.

Lasciare libero Lucius?

La malinconia si impadronisce del mio cuore.

Se accettasse, potrebbe tradirci... Vorrà salvare Lucius... pensa malignamente Saqui.

Devo reggere il loro gioco. Devo fingere: non mi importa nulla di Lucius. Non dovrebbe essere difficile: anche se lo amo, sono ancora arrabbiata con lui.

<<Non mi importa di lui. Piuttosto mandiamo un messaggio ai Romanov. Quando mi tenevate giù nella cella, ho visto una vampira. Aveva i capelli color carota. Era come loro...>>

Posso liberare anche lei. Devo usare tutto a mio vantaggio.

Lei si irrigidisce. <<Che cosa hai in mente?>>

<<Una cosa semplice ma efficace: una lettera. Il messaggero sarà quel vampiro. È giovane e dall'aspetto che aveva ne ha passate tante...>>

<<Mi piace>>, concorda giocando con una penna. <<Io penso a questo tuo piano strabiliante, ma tu dovrai occuparti di Lucius. Lo libereremo, comunque... Il re ha deciso così e io sono d'accordo con lui>>.

<<E la ragazza?>>

<<Sì, certo. Anche lei>>, mormora evitando il mio sguardo.

Mi alzo e la porta dietro di me si apre. Saqui inizia a parlare al telefono.

<<Seguimi>>, sibila una lucertola sulla soglia.

<<Ah, Lisandra. Usa questa su Lucius>>, dice lanciandomi una piccola boccetta contenente polvere nera e viola. <<Tu segui i suoi ordini. Mi piace la ragazza...>> sogghigna rivolgendosi a un Akamu e salutandomi.

<<Ritorniamo nella cella in cui mi trovavo prima>>, ordino. La lucertola inizia a camminare.

Arriviamo davanti al cancello del corridoio della cella in cui mi avevano imprigionata e dico alla lucertola di lasciarmi da sola. Mi dà il passe-partout e se ne va.

Apro il primo cancello e cammino lentamente verso la cella di Lucius.

<<Lisandra!>> lo sento urlare. Scuote le sbarre della cella, facendo un rumore assordante, e continua a chiamarmi. Mi si spezza il cuore.

<<Sono qui>>, rispondo non appena lo vedo.

Procedo lentamente e sospiro quando arrivo davanti a lui.

<<Hai rubato le chiavi!>> esulta con foga.

Apro la cella e mi salta addosso.

Non devi cedere, Lisandra. Non piangere.

Lui mi stringe forte e mi annusa come se avesse bisogno del mio odore per continuare a vivere.

E se con il mio piano dovesse accadere qualcosa? Se uno di noi due dovesse morire? Devo gustarmi quest'ultimo momento con lui.

<<Ti perdono, Lucius>>, sussurro. È vero: lo perdono. <<Ho capito il tuo punto di vista e ti amo. Ti amo davvero>>. Inizio a piangere. Lui mi accarezza il viso, poggiando la sua fronte sulla mia, e mi bacia. Le sue labbra sono morbide, ma capisco che si sta trattenendo da qualcosa che vorrebbe fare. Le sue braccia mi stringono a lui. Gli sfioro i capelli, sporchi di terra, e poso l'altra mano sulle sue spalle. <<Fammi entrare, Lucius>>, lo supplico. Lui corruga la fronte e capisce che mi riferisco alla sua psiche. Annuisce e, quando sento la barriera crollare, le sue labbra ritornano sulle mie. Più voraci e sfrenate.

Lucius vuole più di un semplice bacio. Raccogliendo quei piccoli pezzi del mio cuore, ormai rotto, dal mio petto, mi abbandono tra le sue braccia, concedendomi completamente a lui.

Quella che sento nelle mie vene in questo momento è una sorta di scarica elettrica. Mi prende per i fianchi e mi solleva. Con la velocità di un vampiro, mi sbatte contro un muro senza farmi provare dolore e mi bacia sempre più forte, come se avesse fame di me, come se volesse diventare un tutt'uno con me.

E così accade. Facemmo sesso.

<<Whoah!>> sospira mettendomi la sua giacca sulle spalle. <<Stai bene? Voglio dire, sono stato attento e...>> Sorrido debolmente sentendo le frasi paranoiche di Lucius.

Gli sto dando le spalle e sto lottando contro la paura e la tristezza.

<<Mi prometti una cosa?>> sussurro.

<<Tutto>>, risponde. Sta raccogliendo velocemente i nostri vestiti.

<<Ci sarò solo io nella tua vita?>>Ho il nodo alla gola e dalle mie guance stanno per colare grosse gocce di sangue nero, ma non posso, non devo piangere. Non devo crollare.

<<Sempre e solo tu>>, mormora all'altezza del mio orecchio. Percepisco la sua bocca sui miei capelli. Mi sta dando dei baci dolci...

Non crollare, Lisandra.

Sono stata brava: con Lucius non ho lasciato trasparire nulla di quanto accaduto con la regina Akamu. Ho messo un blocco solo su quel ricordo e lui non ci ha fatto caso. Le mie gambe iniziano a tremare e mi mordo un labbro.

<<Stai bene?>> ripete Lucius mettendomi una mano sulla spalla. Alzo le spalle e faccio un grosso respiro: mi volto velocemente e, versandomi sul palmo della mano la polvere che Saqui mi aveva dato, gliela soffio sul viso.

Il mio Ateyo spalanca gli occhi, sorpreso, e cade a terra, restando immobile. Sento il cancelletto del tunnel aprirsi e capisco che devo andarmene. Mi abbasso velocemente. << Ya Pihi Irakema>>, gli sussurro.

Licano

La camera di Lisandra era diventata il centro dell'operazione Flaved Lessie. Era stata montata una tavola rotonda, presso la quale rappresentavo la mia famiglia e in cui veniva stabilito il compito di ciascun membro presente.

Al tavolo sedevano i membri fondatori dell'operazione: Dragos, Abel, Ruxandra, Jules e Alexandru. Vicino alle pareti, invece, assistevano Alec, Michael e Alexia Futy.

<<Che cosa dobbiamo fare?>> chiese Dragos turbato.

<<Sono diverse...>> commentò Ruxandra.

<<Chi ha visto Lisandra per l'ultima volta?>> domandò Abel timidamente.

Continuavano a porre domande, ma nessuno rispondeva. L'unica in silenzio era Jules: aveva delle scure occhiaie e scriveva velocemente, cambiando continuamente foglio. Aveva una strana aura intorno a sé. Era diversa da quella che aveva di solito. Sembrava cupa.

<<Cosa stai scrivendo, Jules?>> le chiese bruscamente Ruxandra, ma lei non rispose.

<<Jules!>> la richiamò scontrosamente Ruxandra. Abel alzò un dito e le fece segno di tacere. Così fecero tutti. Osservavamo Jules scrivere in silenzio e gli unici suoni presenti erano quelli del suo cuore, che martellava nel suo petto, e della penna contro la carta.

<<Licano, puoi chiamarmi i Romanov?>> disse improvvisamente Jules, con voce debole.

Mi alzai. Andai a cercare Nicolae e Sebastian e li trovai con la mia famiglia nella stanza di Lucius. Tornai nella stanza di mia sorella con un seguito di persone che, piene di speranza, chiedevano risposte.

Quando tutti furono entrati nella stanza, chiusi la porta e la strega iniziò a parlare:

<<Le cose da fare sono molte, così come lo sono le domande, ma non abbiamo tempo per stare fermi a pensare. Dobbiamo agire. Questo è il piano: la guardia reale dovrà occuparsi della sicurezza del castello e di informare tutti gli altri clan. Ruxandra e Alec, allenerete i nuovi ragazzi dell'operazione. Abel e Dragos, voi dovrete aiutarli con i loro poteri, se ne hanno. Nicolae e Sebastian, voi dovrete provvedere a una cosa importantissima: dovrete far censire ogni vampiro presente su questo pianeta>>.

<<Va bene>>, rispose Nicolae.

<<Che cosa dovrò fare io?>> chiese Alexandru.

<<Tu dovrai affiancarmi. Sempre. Lo stesso vale per te, Licano>>, spiegò Jules. <<Alexia, tu continua a far propaganda. Più siamo, meglio è>>. La ragazza annuì.

<<Noi come possiamo essere d'aiuto?>> intervenne mio padre, con l'appoggio dei miei nonni.

<<Dobbiamo collaborare. Emilian e Grigore, voi avrete un ruolo importante: sarete dei diplomatici. Crina e Anca, voi, invece, starete sempre insieme ai vostri compagni>>, continuò la strega.

<<Diplomatici?>> ripeterono insieme mio nonno e mio padre, scambiandosi degli sguardi perplessi.

<<Queste creature non hanno creato dei problemi solo a noi, ma anche alle comunità sovrannaturali. Dobbiamo fare un patto con i lupi e con le streghe>>.

<<No. Assolutamente no!>> sbottò Sebastian. Nicolae intervenne per calmarlo. <<La piccola Krauss ha ragione. Saremo più forti insieme. Un patto mi sembra la soluzione migliore>>, cercò di convincerlo.

Suonò un telefono e la stanza sprofondò nel silenzio più assoluto. Jules prese il suo cellulare e lesse il messaggio che aveva appena ricevuto. <<Mi è appena arrivato un messaggio dal telefono di Lisandra. Gli Akamu libereranno Lucius. Vogliono incontrarci nella radura della scorsa battaglia al tramonto tra centoventi ore>>.

<<Cinque giorni?>> sbottò Alexandru.

<<Che cosa hanno in mente?>> chiese qualcun altro.

<<E Lisandra?>> domandò mio padre avanzando, ma la strega riprese a scrivere. Tutti si scambiarono degli sguardi tristi, ma annuirono e fecero come la strega aveva deciso. Tutti uscirono dalla porta.

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