Capitolo 7: Il debutto
𝓛𝓲𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪
«Sono le due del mattino, Anca. Non posso riposarmi un po'?»chiedo lamentandomi. Anca e Ruxandra, circondate da stoffe di tutti i tipi e colori, stanno disegnando dei bozzetti per il mio vestito.
«Aspetta, non addormentarti. Insomma, i colori che prediligi sono il nero, il blu e il rosso. Per quanto riguarda il tessuto, invece, non lo vuoi né troppo morbido né troppo ruvido. Corretto? Ma lo vuoi corto o lungo?»domanda Ruxandra in preda a una crisi di nervi.
Mi chiedo quando sia stata l'ultima volta in cui abbia mangiato.
«Lungo», rispondo.
Mi sdraio sul letto e in meno di un secondo mi addormento.
«Svegliamoci!»mi urla nell'orecchio Ruxandra. Sobbalzo in piedi. Ho la vista ancora appannata e cerco di capire dove mi trovo.
«Terra chiama Lessie!»continua a urlare Ruxandra davanti alla mia faccia.
«Ma che ore sono?»balbetto con voce assonnata.
«Sei diventata un ghiro», ride Anca. Sbatto lentamente le palpebre e tutto riprende la sua forma originaria. «Auguri, principessa», afferma.
«Auguri!»urla Ruxandra saltandomi addosso e abbracciandomi.
«Mi stai strangolando», mi lamento ridendo. Lei si stacca e mi sorride. Guardo in fondo alla mia stanza e vedo tre manichini con tre abiti lunghi e bellissimi. Il primo è lungo, rosso, con un corpetto decorato e maniche lunghe trasparenti, il secondo è blu mare con il corpetto a forma di cuore e il terzo è un grosso abito lungo e nero, senza spalline, con decorazioni in oro al centro di una cinturina nera.
«Whoah! Sono fantastici! Avete fatto un gran bel lavoro e io... non so quale scegliere», ammetto.
«Sono le quattro del pomeriggio e hai un'ora per mangiare», mi informa Ruxandra. La porta della mia stanza si apre e appare l'uomo-triangolo. Ha con sé un vassoio di acciaio lucido con un piatto fumante. Me lo appoggia sul letto ed esce dalla stanza, mentre le due vampire davanti a me mi guardano con insistenza.
«Se mi guardate così, ci metterò anni a mangiare...»commento, ma loro non distolgono lo sguardo. Rassegnata, sospiro e inizio a mangiare.
«Quale vestito scegli?»mi chiede Anca.
«Quello nero, penso», rispondo masticando.
«Concordo. Ti metterà in risalto la pelle», afferma Anca alzandosi e andando verso il vestito prescelto. Ruxandra esce dalla stanza con una velocità disumana, portando con sé il vassoio con il piatto vuoto. Dopo qualche secondo, rieccola con un baule.
«Vorresti usare tutti quei trucchi con me?»domando ridendo.
«Non esiste un fondotinta del colore della tua pelle», ribatte acidamente. «Affidati a me».
Dopo circa due ore, le due vampire mi confermano che hanno completato l'opera. Sono in piedi e indosso quest'abito di chiffon nero.
«Sei fantastica», mormora Anca con un sorriso gigantesco sulle labbra.
«Vorrei vedermi», affermo.
Anca si abbassa per aiutarmi a mettere le scarpe nere con il tacco. Con le mani mi aiuta a stare in equilibrio e mi conduce davanti allo specchio della mia grossa cabina armadio.
Aveva ragione: questo vestito fa risaltare la mia pelle bianco perla e il trucco, leggermente marcato, mi rende bellissima. I capelli sono sciolti in un'acconciatura particolare: una treccia che fa da cerchietto e dei boccoli sciolti che cadono sulla schiena.
Se avessi gli occhi rossi e non neri, mi definirei quasi un vampiro.
Qualcuno bussa alla porta e la mia matrigna sorride.
«Avanti!»borbotto. È mio padre. Ruxandra e Anca spariscono subito, lasciandomi sola con lui.
«Sei stupenda», mi dice a bocca aperta.
«Papà...»bisbiglio. Lui si siede elegantemente sul letto e sospira.
«Piccola mia, sei cresciuta così tanto... e io non ti ho mai ringraziato per avermi salvato quel giorno», sorride.
«Avrei fatto di tutto per te, papà...»sussurro con la gola serrata.
«So che non è né il momento né il luogo per parlarne, ma com'era la tua vita prima del patto con Lilith?»domanda mio padre.
«Intendi dopo la tua morte?»ribatto sospirando. Lui annuisce.
«La mamma aveva avuto una crisi nervosa e insisteva per farci venire qui. Usava tutti i soldi per il suo progetto di tornare qui a casa... Diceva di amarti e che tornare qui sarebbe stato come riaverti indietro».
«Come sarebbe morta?»esorta lui.
«Io le avrei concesso la morte e Licano l'avrebbe uccisa».
«Va bene, ma basta parlare di queste cose brutte in un giorno così importante per te», balbetta. Annuisco. «So che questo non è quello che volevi...»aggiunge.
«No, papà. Non preoccuparti... In realtà non ho avuto abbastanza tempo per adeguarmi a tutto questo lusso, a queste feste, a questo comportamento. So di essere qui da quasi quattro anni, ma in fondo avrò passato meno di otto mesi in questa casa», spiego con un sorriso timido.
Mi guardo allo specchio e mi sistemo il vestito. Mio padre viene alle mie spalle e appoggia le sue grosse mani bianche sui miei fianchi.
«Hai ragione, scusami. Non riaccadrà più. Noi ti sosterremo, questa volta per sempre», mi promette. Con uno scatto, mi mette una collana di diamanti.
«Papà?»chiamo accarezzando la collana.
«Consideralo un regalo. Devo farmi perdonare in qualche modo», afferma alzando le spalle.
«Grazie», sorrido.
«È tempo di festeggiare. Gli invitati sono arrivati e la musica è partita. Manca soltanto l'ospite d'onore», annuncia facendomi voltare e dandomi un bacio sulla fronte.
𝓛𝓾𝓬𝓲𝓾𝓼
Le nostre quattro macchine si fermano sul vialetto della tenuta Mikelaus. Scendiamo con eleganza, porgiamo una mano a Milena per aiutarla a scendere e bussiamo alla porta. Il maggiordomo più fedele di Grigore, Fritz, ci accoglie e ci scorta fino alla porta della sala da ballo.
«Vostre maestà», ci accoglie un domestico annunciandoci agli invitati.
Scese le scale, ci dedichiamo ai saluti come da etichetta, mentre Milena finge di essere la mogliettina perfetta sfoggiando un sorriso falso e attaccandosi al mio braccio destro.
«Grigore», saluto. L'uomo si volta e ricambia. Vedendo Milena al mio fianco, spalanca gli occhi.
«Lucius e... Milena», dice con sorpresa. «Davina, Nicolae, Cleo, Sebastian, è un onore avervi qui».
«È stupendo il decoro di questo ballo», si congratula Milena con il suo sorriso falso.
«Ti ringrazio», risponde Grigore annuendo in modo irrequieto.
Tra di noi si crea imbarazzo. Crina ci saluta e raggiunge il compagno, seguita dal giovane Licano e da Anca, la sua matrigna.
L'orchestra inizia a suonare e le luci si abbassano. Tutti ci voltiamo verso le scale, dalle quali appare lei.
Indossa un lungo vestito nero come la notte. È scollato e ha un corpetto a forma di cuore che le valorizza la pelle bianca. È accompagnata dal padre, che la porta a braccetto. Tutti gli invitati la ammirano e una strana sensazione mi pervade il petto. Tossisco e Milena ridacchia al mio fianco.
«Sei agitato. Cosa ti turba, caro?»sussurra sogghignando. «Lo so io: è la gelosia».
«Taci», bisbiglio, ma lei continua a ridere coprendosi la bocca.
Tutti gli ospiti iniziano ad applaudire. Io, invece, rimango impassibile, ricevendo sguardi ammonitori da parte dei miei fratelli.
Alzo lo sguardo e la ammiro.
È bellissima e non ha bisogno di nessun uomo accanto in grado di ricordarglielo. È bellissima e da sola lo è ancor di più.
Emilian Mikelaus e sua figlia si posizionano al centro della sala e iniziano a ballare. Piano piano gli invitati si uniscono alla danza leggiadra, mentre io rimango in disparte.
Lisandra ride mentre volteggia con il padre, Cleo ha convinto Sebastian a ballare e Nicolae e la sua compagna rimangono al mio fianco e parlano con altri ospiti.
L'intera sala è popolata da giovani e anziani. Sono tutti nobili: Jules Krauss ha tra le braccia il suo bambino di quattro mesi che somiglia al padre e saluta gli invitati, il giovane Dragos e la compagna Alyssa danzano allegramente. Insomma, tutti si divertono, tranne me.
Intravedo Alucard sul fondo della sala e mi indispettisco.
«Cosa ci fa Alucard qui dentro? Non dovrebbe stare all'esterno della sala?»domando infastidito a Nicolae.
«Essendo il tutore scolastico della ragazza, ha il totale diritto di essere presente», mi rammenta mio fratello.
«Hai ragione», rispondo con finta rassegnazione.
Gli occhi di Alucard non danno libertà di movimento alla ragazza: segue ogni sua mossa, ogni suo gesto, ogni sua risata, ogni sua parola...
Perché lo fa?
Respiro bruscamente pur non avendo bisogno dell'aria per vivere.
Mi stacco repentinamente da Milena e cammino fino al centro della sala, dove Lisandra balla e ride con il fratello. Le tocco leggermente la spalla con l'indice e il giovane Mikelaus si irrigidisce.
Mi sembra tutto un grandissimo déjà-vu...
Lisandra si volta. Sento il suo respiro mozzarsi. Batte ripetutamente le palpebre, come se trovasse incredibile il mio comportamento.
Fidati, lo sono anche io...
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