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Libro 3: 30) Epilogo

«Ci sei mancato.»

Disse con il viso rigato dalle lacrime la bella Caitlyn al povero esploratore che si era addormentato sulle sue gambe. Era tremendamente felice nel vederlo e non riusciva a smettere di piangere per la gioia. La sua cara amica dai capelli rosa era vicino a lei al capezzale di Jayce che, incosciente di tutto l'accaduto, dormiva beato in mezzo al quel mare di sabbia. I due yordle, Tristana e Teemo, continuavano ad osservare la scena da lontano, lei ancora con il viso bagnato e lui ancora immobilizzato a causa dello scontro. I guerrieri provenienti da Ionia, intanto, dopo aver visto il risveglio del biondo, si erano concessi un po' di riposo, accasciandosi sulla sabbia dorata e crollando per la stanchezza. Wukong iniziò a russare rumorosamente, mentre Kennen e Yasuo chiusero gli occhi serenamente, pensando che il peggio fosse, finalmente, terminato.

«Mentre voi riposate, io cerco qualcosa da mangiare.»

Affermò il piccolo ammasso di gelatina che stava letteralmente morendo di fame e che voleva ritornare al suo stadio iniziale. Poco lontano da lui, anche gli scienziati dell'accademia si erano seduti a terra, con l'amorevole Lux che curava le ferite di Heimerdinger.

«Signorina, ti vedo alquanto distratta. Sicura di non voler andare dal giovane rubacuori?»

Disse lo scienziato, vedendo la bionda demaciana con gli occhi lucidi e con uno strano sorriso.

«Lui sta bene... Poi non mi azzarderei mai ad avvicinarmi a lui in questo momento. Caitlyn non me lo perdonerebbe... Questo è il suo momento.»

Rispose Lux quasi mordendosi le labbra per aver lasciato il ragazzo che amava nelle "grinfie" dello sceriffo di Piltover, ma non aveva le forze per mettersi a litigare in quel posto e non voleva rovinare uno dei pochi momenti felici della giornata.

«Ah... Voi giovani... Fatico a comprendervi certe volte.»

Affermò il bizzarro scienziato, rivolgendosi al baffuto Corki che, sorridendo, aveva lo sguardo fisso verso la nipote, pronto ad intervenire nel caso avesse voluto creare casini. Jinx, durante tutto il periodo della rianimazione, fu immobile. La paura di perdere Ezreal era così forte da non permetterle di agire durante i tentativi dello sceriffo di risvegliarlo. Anche lei, non appena Ezreal riprese conoscenza, iniziò a piangere dalla gioia. Ma, comprendendo la situazione e vedendo il giovane addormentarsi subito dopo, preferì rimanere lontana. In pochi istanti, ripensò a tutto quello che era successo. Tutto era iniziato con la sua "marachella" alla tesoreria di Piltover e si era concluso con una guerra per la sopravvivenza della città. Dopotutto, lei aveva liberato Shaco e Viktor e lei aveva innestato tutti gli eventi.

«Che casino che ho causato...»

La giovane non era pentita di ciò che aveva fatto. Anzi... Il contrario. Era eccitata a come tutto ciò si era creato e, nella sua testa, mille altri piani per creare caos venivano creati ogni secondo. Ma, per adesso, era meglio sparire. Il suo amato era salvo ed il livello di caos non è mai stato così alto nella tranquilla cittadina. Doveva ritirarsi per poter organizzare altre "sessioni di gioco" con Vi e Caitlyn. Ma, per farlo, doveva abbandonare qualcosa. La sua copertura era saltata e tutti sapevano dove si nascondeva. Proprio per quella ragione, doveva proteggere chi voleva bene dal futuro di caos che aveva in mente. In pochi istanti, Jinx si girò verso suo padre.

«Mi dispiace.»

La piccola sorrise ad Heimerdinger che, in un attimo, comprese cosa avesse in mente. Lei non poteva più stare all'interno dell'accademia. Dopo di ciò, con passo rapido, scappo tra le vie della città, approfittando del momento di distrazione di Vi e dello sceriffo.

«Non crediate di aver vinto... Tornerò a giocare con voi e mi riprenderò Ezreal!»

Corki, vedendo la giovane correre, si girò verso il collega ed aspettò una sua reazione. Ma lo scienziato non fece nulla. Sapeva che era la cosa migliore da fare e che, da quel momento in poi, lei si sarebbe dovuta arrangiare da sola.

«Crescono così in fretta... Non trovi?»

Domandò al pilota che, con una strana espressione di felicità, gli rispose a tono.

«Troppo in fretta.»

Poco più avanti, la piccola Annie continuava a piangere coccolata dall'affetto della madre e dal calore del suo orso. Il padre era disteso al capezzale di Amoline, ma respirava tranquillamente. Dopo qualche minuto di pianto, Annie, si avvicinò allo sceriffo ed al giovane esploratore che dormiva beatamente con la testa sulle cosce della ragazza. Caitlyn accarezzava la sua testa con amore e non riusciva a guardare nient'altro che le sue guance. Almeno finché non venne "disturbata" dalla piccola Annie.

«Volevo ringraziarlo... Ma vedo che la sua pigrizia ha avuto il sopravvento.»

Disse in maniera ironica, asciugandosi il viso bagnato. Caitlyn rise per la battuta e fissò il viso rosso della bambina.

«Dovrai aspettare un po'. Credo sia troppo stanco per fare qualsiasi cosa.»

Entrambe si misero a ridere e la piccola si inginocchiò a terra per stare più comoda e prese la mano dello sceriffo, la stessa che teneva la mano di Ezreal.

«Senza di voi, noi non saremmo riusciti a sopravvivere. Sono immensamente più potente di tutti i presenti, ma in un'occasione del genere non sono riuscita a reggere il confronto con la paura. Spero un giorno di crescere avendo il coraggio e l'esperienza che voi avete dimostrato oggi.»

Le due si scambiarono un sorriso e, per la prima volta da quando si era svegliato, lo sceriffo lasciò la mano di Ezreal e strinse Annie con un abbraccio, baciandola sulla fronte.

«Sarai una grande maga. Confido in te per il futuro.»

In quel momento di affetto, la piccola si accorse di un piccolo oggetto. Nella mano di Ezreal, quella che lo sceriffo teneva stretta, c'era una piccola e flebile benda. Il giovane lo aveva in mezzo tra l'indice e l'anulare, per questo non era volato via con il flebile vento della piazza. Annie non fece fatica a riconoscere quella benda.

«Amumu...»

Caitlyn se ne accorse subito dopo e, con un flebile sorriso, prese la benda dalle mani del giovane dormiente e, dopo averle dato un bacio, disse qualcosa di estremamente dolce.

«Grazie per aver protetto Ezreal. Ti prego, proteggi Annie adesso.»

La giovane passò la benda nelle piccole mani della maga e, come se nulla fosse, ricominciò a piangere dopo aver ottenuto gli ultimi resti del suo amico.

«Grazie, amico mio.»

Annie strinse a sé il pezzetto di benda, come se volesse abbracciarlo. Subito dopo, sempre con il volto rigato dalle lacrime, la piccola si appoggiò sulla spalla dello sceriffo che, con un abbracciò rassicurante, si ritrovò a proteggere ben due persone in quel momento.

«Tranquilla, piccola mia.»

Durante quell'abbraccio, la giovane iniziò ad avere gli occhi pesanti. Voleva dormire e la stanchezza la stava assalendo. Con la vista offuscata, vide in lontananza il resto del corpo della polizia di Piltover arrivare dalle vie della piazza, con i curatori al loro seguito. I soccorsi erano arrivati e, in mezzo a loro, lo sceriffo vide anche una strana figura barbuta e con dei capelli stravaganti. Sembrava avesse un ingranaggio sulle sue spalle e rideva di gusto nel vederla. In quel momento, pensò di avere un'allucinazione causata dalla stanchezza e che la sua mente gli stava facendo dei brutti scherzi. Chiuse gli occhi per un attimo e l'individuo sparì nel nulla, lasciando nello sceriffo la convinzione di essersi immaginata tutto. Proprio per quel motivo, non ci pensò più finché non chiuse definitamente gli occhi, crollando anche lei in un sonno ristoratore e dicendo una delle sue tipiche frasi prima di addormentarsi. Dopo tutto quel caos e dopo tutto quello che avevano passato, finalmente Caitlyn, con Annie che teneva tra le mani i resti di Amumu e con Ezreal che dormiva al suo capezzale, poteva concedersi un momento di riposo.

«Il caso è chiuso.»

THE END

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