Libro 3: 29) Sabbia
Tutto taceva all'interno della piazza. Un leggero vento si era alzato ed aveva iniziato a far volare la sabbia che si era materializzata a causa dell'esplosione dei due Nexus. Annie era ancora in lacrime, confortata dalla bella Caitlyn che, a sua volta, non riusciva a trattenere la propria sofferenza. Sebbene sul suo viso fosse stampato un fragile sorriso, le lacrime gli rigavano il volto e le braccia le tremavano. Entrambe avevano perso qualcosa di importante a cui tenevano moltissimo. Annie aveva perso il suo compagno di giochi ed il suo fido animale da compagnia, mentre Caitlyn aveva perso, nello stesso momento, il suo grande amore ed il suo migliore amico.
«Caitlyn...»
La giovane Vi, dopo aver posato delicatamente il corpo svenuto di Jayce sulla sabbia, corse verso l'amica e, vedendola in quelle condizioni, non riuscì a fare nulla. Strinse a con forza i pugni della sua attrezzatura Hextech, infuriata per ciò che fosse successo. Anche gli altri, all'interno della piazza, lentamente iniziarono a prendere coscienza di ciò che era successo. Una degli yordle salvata da Vi scoppiò in lacrime dopo aver compreso il triste destino di Amumu, inginocchiandosi dal dolore verso il suo compagno d'armi che, con le poche forze che aveva in corpo, accarezzava i suoi capelli bianchi per darle un minimo di conforto.
«Avevo promesso che ti avrei aiutato... Ma alla fine sei tu ad aver aiutato tutti noi.»
Disse Teemo riferendosi alla promessa fatta all'interno della giungla di Kumungu, luogo in cui avevano incontrato per la prima vola la piccola mummia. Dopo qualche secondo, una voce si fece largo tra il silenzio della sala.
«Dov'è? Dov'è finito?»
Domando urlando la bella Jinx che, in preda al panico inizio a scavare sulla sabbia nel tentativo di cercare il corpo di Ezreal. Alle sue spalle, il padre e lo zio, rimasero in silenzio e non seppero come intervenire.
«Cara, lui è...»
Provò a dire lo yordle vestito da ninja poco lontano da loro, ma fu immediatamente bloccato dalla giovane.
«Non ti azzardare nemmeno a dirlo! Ezreal non si farà ammazzare per così poco! Lui è qui... Lo so!»
Il dolore della giovane era comprensibile ed anche Kennen non volle più mettersi in mezzo per calmarla. Dopotutto il ninja dell'equilibrio aveva perso due valorosi compagni in quella esplosione che, sprezzanti del pericolo, avevano dato la loro vita a costo di far avvicinare la piccola mummia al nemico. Eccezion fatta per Jinx, tutti gli altri rimasero in silenzio per contemplare il sacrificio dei loro amici. Finché, dal nulla, qualcosa nella sabbia si mosse.
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«Oh! Cavolo!»
Urlò Wukong vedendo l'esplosione causata dalla fusione dei due Nexus. Sia lui che Yasuo erano ancora in volo e stavano precipitando verso la piazza, ma, prima ancora di poter toccare terra, avrebbero assaggiato sulla propria pelle la potenza scatenata da Amumu.
«Che facciamo?»
Domandò al samurai quasi in preda al panico. Nessuno dei due sapeva volare, la sua nuvola magica non sarebbe stata tanto rapida da acchiapparli al volo e trarli in salvo dalla potenza dell'esplosione e, sicuramente, non avevano una pellaccia così dura da resistere a tutto ciò. Ma, per fortuna del primato, Yasuo continuò a mantenere una calma glaciale anche dinanzi ad un pericolo talmente grande.
«Spostati!»
Prese di peso la scimmia e lo mise dietro di sé, come se volesse proteggerlo con il proprio corpo. Nonostante il gesto eroico del samurai, nemmeno in quel caso sarebbero sopravvissuti.
«Non so se te ne rendi conto, ma moriremo lo stesso anche con te che fai da scudo umano!»
Yasuo, ignorando i suoi commenti, prese in mano la spada, la ripose nel fodero e si mise in posizione di meditazione con gli arti superiori. La sua mano toccava delicatamente l'elsa, quasi accarezzandola. I suoi occhi erano chiusi ed i suoi sensi erano totalmente concentrati verso un unico obbiettivo: sopravvivere. Intanto, l'esplosione li aveva quasi raggiunti.
«Affronta il vento!»
Con un movimento aggraziato e leggero, Yasuo tirò fuori dal fodero la propria spada e, con un taglio laterale verso il nulla, formò un muro di vento con la propria forza e la propria concentrazione che, al momento dell'impatto con l'esplosione, riuscì a ridurre i danni e la sua potenza. Dopo ciò, i due combattenti scomparirono immersi nella luce intensa.
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Dal nulla, un cumulo di sabbia si alzò con forza, facendo intravedere due valorosi guerrieri fuoriuscire dal terreno mentre tossivano con forza. Kennen, non credendo a quel miracolo, si avviò a tutta velocità verso i due guerrieri che, visibilmente esausti, si reggevano a malapena in piedi. Yasuo veniva retto da Wukong e si appoggiava alle sue spalle. Era sicuramente quello che aveva ricevuto più danni a causa dell'esplosione e, nonostante la sua barriera avesse diminuito l'effetto distruttivo della fusione dei Nexus, non era riuscito a bloccarla completamente.
«Che vergogna... Un samurai che viene tenuto in piedi da una scimmia. Chissà quanto alcol mi servirà per dimenticare tutto ciò.»
Kennen, dopo averli raggiunti ed aver constato le loro ferite, rispose ironicamente al compagno.
«Non ti preoccupare. Cercherò di offrirti tanto di quel sakè da farti scordare un bel po' di cose.»
Wukong non riusciva nemmeno a parlare per la stanchezza e si limitò a sorridere soddisfatto. Aveva completato la sua prima missione ed il suo maestro sarebbe stato orgoglioso di lui. Yi aveva scelto un allievo bizzarro, ma degno di portare avanti il credo del Wuju. Dopo aver aiutato a posare il samurai a terra, così da poterlo far riposare, Kennen vide qualcos'altro di piacevole.
«Allora sei sopravvissuto anche tu!»
Affermò il ninja vedendo un piccolo ammasso di gelatina che si muoveva verso di loro. Era totalmente diverso da com'era all'inizio, ma Zac era riuscito a salvare solo una piccola parte di sé, mentre il resto era stato disintegrato dall'esplosione.
«Nel lancio ho attaccato un pezzo di me alla schiena della scimmia e lo scudo del samurai mi ha protetto. Il resto del mio corpo è scomparso. Ma, per mia fortuna, sono duro a morire.»
La voce di Zac era diventata leggermente più acuta, come se fosse quella di un bambino. Kennen rise di gusto nel sentirla.
«Lo vedo.»
«Peccato che mi ci vorrà un po' prima di tornare alla forma di prima. Non immagini quanto stia morendo di fame.»
In lontananza, i guerrieri videro Annie e Caitlyn che, ancora con il viso rigato dalle lacrime, si avvicinavano a loro, tenendosi per mano.
«Sono contenta di vedere che state bene.»
Affermò lo sceriffo, asciugandosi le lacrime e tentando di mantenere un leggero decoro. Non poteva farsi vedere troppo vulnerabile nemmeno in momenti del genere e doveva reggere non solo il suo dolore, ma anche quello di Annie.
«Ti ringrazio. Mi dispiace per il ragazzo dai capelli biondi, per l'orso e per la piccola mummia... Sono stati incredibilmente coraggiosi e pieni d'onore.»
Kennen, a nome di tutti i suoi compagni ed anche di Zac, ovvero coloro che avevano accompagnato Ezreal, Amumu e Tibbers contro Malzahar, si prostrò in segno di ammirazione e di scuse verso Annie e Caitlyn. Kennen era l'unico a poterlo fare, dato che Yasuo non riusciva a muoversi, Wukong si era sdraiato a terra stremato e Zac non era altro che una piccola gelatina verdognola.
«Sono io che dovrei inginocchiarmi a voi. Avete salvato Piltover e l'avete protetta a costo della vostra vita. Ve ne sono grat...»
Prima che potesse concludere la frase, la bella Caitlyn, fu interrotta da un rumore simile a quello di prima. Qualcun altro era uscito dalla sabbia e, questa volta, il rumore della sabbia spostata era maggiore di quello precedente. Alle sue spalle, fuoriuscì l'orso ombra di Annie che, stremato, si accasciò a terra. Annie, nel vederlo, lasciò la mano dello sceriffo e si diresse verso il proprio animaletto per accertarsi delle sue condizioni. Mentre si avvicinava a lui, però, notò che, tra le braccia di Tibbers, c'era qualcosa. O, per meglio dire, qualcuno. La prima ad accorgersene, fu lo stesso sceriffo che, sorpassando la piccola Annie di velocità, corse in direzione dell'orso e di colui che aveva protetto con il proprio corpo.
«Ezreal!»
Lo chiamò a gran voce, attirando l'attenzione di tutti. Non era ancora finita la sua avventura.
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«Dove mi trovo?»
Si chiese il giovane Ezreal. Si trovava in una lunga distesa di sabbia, circondato da nient'altro che dune e dal cielo sereno. Si rialzò immediatamente, senza provare alcun dolore e ciò gli fece scattare un campanello d'allarme.
«Nessun dolore... Nessuna ferita... Sono morto?»
Il biondo non riusciva a capire cosa stava succedendo e sperava solo che fosse un brutto sogno.
«Non proprio.»
Una voce arrivò dalle sue spalle. Era una voce conosciuta che gli donava un immenso calore. Proprio per questo Ezreal si girò immediatamente per vederlo in faccia.
«Amumu!»
La piccola mummia si regalò un enorme sorriso che ravvivò l'animo dell'esploratore. Ezreal non capiva per quale motivo si trovavano li.
«Che cosa succede? Fino a poco fa eravamo a Piltover e tu eri esploso con Malzahar. Se tu sei qui e ci sono anche io... Questo vuol dire che siamo morti. Vero?»
Nonostante le pesanti parole, il piccolo non cambiò espressione. Non riusciva ad essere infelice e ciò confondeva maggiormente il suo amico.
«Non è così semplice.»
Disse un'altra voce familiare che, però, si materializzò dal nulla utilizzando la sabbia ai piedi di Amumu. Dinanzi al giovane apparve Azir, l'essere asceso che gli aveva donato il potere per sconfiggere Shaco e per trovare la via della luce quando fu in balia di Nocturne.
«Azir... Che cosa significa tutto ciò?»
«Mio caro ragazzo, non sei morto. Considera questo posto come una specie di limbo in cui si raccolgono le anime per il passaggio al mondo successivo. Sebbene, a differenza nostra, tu puoi tornare indietro.»
Il giovane faticava a comprendere il motivo e voleva delle spiegazioni più dettagliate.
«In che senso? Perché io posso e voi no?»
«Perché dall'altra parte c'è ancora qualcuno che sta combattendo per te. Noi abbiamo combattuto ed abbiamo portato a termine il nostro compito. Il nostro destino è già stato deciso.»
Rispose l'essere asceso che, allungando la mano, accolse un altro individuo materializzatosi con la sabbia del terreno alle spalle di Ezreal. Quest'ultimo, sorpassò il giovane esploratore con un sorriso enorme e con un atteggiamento alquanto spavaldo.
«Ziggs? Anche tu...»
Lo yordle si avvicinò ad Azir con serenità e rispose allo sguardo scioccato del piltoveriano con serenità e tranquillità.
«Stammi bene, biondo! Salutami i miei colleghi quando li vedi e prenditi cura di mia nipote!»
Ezreal non era a conoscenza del destino del bombarolo. Azir l'aveva richiamato a sé per poterlo accompagnare durante il loro ultimo viaggio. Ma non era l'unico. All'improvviso, un'enorme mole di persone si materializzarono dalla sabbia. Erano troppi da contare e superavano il migliaio. Molto probabilmente, erano tutte le vittime dello scontro di Piltover che, con la sconfitta di Malzahar, Shaco e con la scomparsa di Viktor, avevano ritrovato la pace. Tra di loro, c'era anche una distinta ragazza vestita da ballerina che gli fece un leggero occhiolino. Ezreal non la conosceva, ma tutti quei volti non facevano altro che donargli sconforto, sebbene nessuno di loro aveva delle espressioni tristi. Tra di loro, Ezreal riconobbe anche qualcuno che lo aiutò in passato. Non appena li vide, Ezreal non riuscì a trattenere le lacrime e parlò con un groppo in gola.
«Voi... Siete tutti qui...»
Tutti i guerrieri che aveva conosciuto nel futuro erano lì. Darius, Quinn, Ekko, Heimerdinger, Wukong, Gnar ed Ezreal erano di fronte a lui. Tutti con un enorme sorriso e con lo sguardo fiero salutarono il giovane. Persino Darius fece un leggero cenno con la testa, nel mentre abbracciava la moglie con passione. Con loro, c'erano anche i vari combattenti ed i bambini incontrati nel rifugio creato da Heimerndiger nel futuro.
«Sono fiero di te. Sei riuscito a fare qualcosa di incredibile.»
Disse l'Ezreal del futuro, avvicinandosi al suo alter ego ed appoggiandogli la mano sulla spalla. Il biondo non riusciva a smettere di piangere al sol pensare che tutti i suoi amici del futuro erano stati uccisi. E non erano i soli. Tutti coloro che sono morti nella battaglia a Piltover e tutti coloro che non è riuscito a proteggere nel futuro e nel presente erano li.
«No! Sono un fallito! Non sono riuscito a proteggervi! Come posso ritenermi fiero di ciò che ho fatto se così tanta gente è morta!»
Il cuore di Ezreal era corroso dal dolore e gli faceva tremendamente male. Sebbene nessuno pensasse che fosse colpa sua, lui si sentiva tremendamente in colpa. Quanti giovani erano morti a causa della sua debolezza? In quanti avevano sofferto a causa dell'invasione dei mostri del Vuoto? In quanti hanno combattuto per anni per la sopravvivenza per poi venir uccisi a causa sua e del suo ritorno al passato?
«Cos'è quel muso lungo? Su! Fammi un bel sorriso!»
Il giovane sentì un'altra mano poggiarsi sulla sua spalla. Aveva gli occhi gonfi a causa delle lacrime, ma riuscì a capire immediatamente chi fosse. Le sue parole gli fecero tornare per un momento il buonumore. Anche il solo fatto che fosse lì, accanto all'Ezreal del futuro, lo rincuorava. Dopo così tanto tempo erano tornati insieme.
«Jinx...»
La sua chioma bluastra si era scolorita con il corso del tempo ed il lungo periodo attaccata alla macchina di Heimerdinger l'aveva debilitata nel fisico, ma era ancora lei. Il suo sguardo era stanco e debole, ma allo stesso tempo gioioso ed allegro. Nel vederla, Ezreal si sentì più leggero e smise di piangere, sebbene avesse ancora il viso bagnato.
«Credo sia il momento di tornare dai tuoi amici. Ti stanno aspettando.»
Gli disse baciandolo in fronte e lasciando, insieme all'Ezreal del futuro, la presa sulle sue spalle. Dopo quel bacio, tutti si girarono e diedero le spalle al giovane esploratore, iniziando a camminare verso la distesa di sabbia infinita. Solo il piccolo Amumu, che teneva ben stretta la mano di Azir, si girò per salutarlo un'ultima volta.
«Salutami tutti! Vi ringrazio per essere stati miei amici!»
Dopo aver detto ciò, tutti i presenti ritornarono ad essere sabbia trasportata da un impercettibile e caldo venticello. Ezreal era rimasto di nuovo da solo. Avrebbe voluto piangere ancora un po' in quella solitudine, ma non poteva far star troppo in pensiero i suoi cari.
«Credo sia arrivato il momento di tornare a casa.»
Senza dire nient'altro, il giovane prese la direzione opposta presa da coloro che gli avevano fatto compagnia in quella distesa di sabbia e, dopo qualche passo, scomparve anche lui nel nulla.
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Una luce abbagliante accecò il giovane esploratore che, dopo un respiro lungo e profondo, aprì gli occhi. Aveva la testa pesante e non riusciva a vedere con chiarezza. Era come se si fosse risvegliato da un sonno eterno e, con sua grande sorpresa, vide la sua amica d'infanzia dinanzi a lei. Le sue labbra erano attaccate a quelle del giovane ed il suo viso era ricoperto di lacrime. Caitlyn, dopo essersi accorta del risvegliò di Ezreal, staccò le sue labbra dalla bocca del biondo. Non appena lo fece, Ezreal iniziò a tossire ripetutamente, sputando, tra l'altro, un sacco di sabbia che gli era finita in gola. Sentiva gli arti deboli ed un grande senso di confusione. Ci vollero un paio di secondi per comprendere ciò che stava succedendo. Il cuore di Ezreal si era fermato e Caitlyn stava cercando di rianimarlo da circa tre minuti.
«Abbiamo vinto?»
Furono le uniche parole che Ezreal riuscì a pronunciare. Il suo corpo non gli rispondeva più e respirava a fatica. Era disteso a terra con un sacco di gente al suo capezzale che festeggiava il fatto che non fosse morto. Ezreal non riuscì a mettere a fuoco nessuno e gli occhi erano sempre più pesanti. Solo una persona, però, riuscì a sentire in tutto quel marasma di suoni.
«Si, ce l'abbiamo fatta.»
La candida voce di Caitlyn accompagno Ezreal nuovamente al mondo dei sogni, consapevole del fatto che non doveva più lottare e che Piltover, finalmente, era salva.
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