Libro 3: 14) Il mago asceso
«Tu bada a loro... Io ho altro a cui pensare.»
Comandò l'araldo delle macchine all'enorme creatura del Vuoto, mentre lui si dirigeva nella direzione opposta ai suoi nemici per potersi ritirare dallo scontro. Le funzioni essenziali del suo corpo erano state compromesse e non poteva permettersi di affrontare Jayce in quelle condizioni. La mossa migliore per lui, in quel momento, era ritirarsi, aggiornarsi e ritornare con nuovi armamenti per dar man forte ai suoi compagni che stavano combattendo in altri punti di Piltover. Avevano deciso di dividersi proprio per poter cercare la piccola mummia in tutte le zone della città-stato, dato che non riuscivano a percepire il suo immenso potere magico. Era stato lui stesso a scegliere la zona dell'accademia come punto di ricerca per se stesso. La considerava una zona strategica ottima per nascondere il piccolo e, una volta ottenuto il suo potere, se ne sarebbe andato via da quel luogo, abbandonando i suoi compagni per sempre e tenendosi il Nexus tutto per lui. Viktor, però, non avrebbe mai immaginato che le difese di Heimerdinger gli avrebbero dato così tanta difficoltà. Quasi si vergognava del suo stato malconcio e della sua fuga contro avversari che, in altre circostanze, avrebbe potuto affrontare anche da solo.
«Non pensare che ti lasci scappare così facilmente!»
Urlò l'eroe della città, cambiando il potere del suo martello ed ottenendo l'energia di colore celeste chiaro. Dopo due secondi, scagliò contro Viktor una sfera energetica dalla media potenza, giusto per poterlo rimettere a terra e per poter guadagnare tempo. Purtroppo per lui, la creatura del Vuoto parò il colpo di Jayce con il suo enorme corpo appuntito e, dopo un ringhio vorace, si buttò all'attacco.
«Qui si mette male!»
Disse ridendo il piccolo Ziggs, lanciando sul pavimento delle piccole sfere esplosive che scoppiarono al passaggio del mostro, rallentandolo e facendolo barcollare per qualche secondo.
«Dov'è andato?»
Chiese il piltoveriano quando cercò con lo sguardo l'araldo delle macchine. A quanto pare era già riuscito a scappare in quei pochi secondi di distrazione, lasciando da soli la creatura proveniente da un'altra dimensione, Jayce ed i due yordle dell'accademia.
«Non badare a lui! Abbiamo un problema da trecento chili dinanzi a noi!»
Jayce, inferocito per la scomparsa della sua nemesi, caricò il suo martello con l'energia gialla e, senza pensare alle conseguenze, si lanciò contro la bestia del Vuoto, approfittando del suo momento "vacillante", a causa degli esplosivi di Ziggs, e colpendolo in pieno sul muso.
.....................................................................................................
Erano passati altri cinque giorni da quando Darius aveva tirato su di morale di Ezreal. Nulla era cambiato ed Heimerdinger ed Ekko erano ancora a lavoro per il completamento del macchinario. Il biondo esploratore non osava nemmeno avvicinarsi alla zona in cui i due lavoravano quasi senza sosta. Tre giorni prima, Wukong era andato a trovarli e si era beccato una chiave inglese in testa a causa del caos che c'era all'interno di quel laboratorio. Quei due non erano molto amichevoli durante il loro lavoro, sebbene non si fermassero quasi mai.
«Manca poco... Sono stato da Heimerdinger ieri sera e mi ha detto che è vicino al completamento del macchinario.»
Gli disse il giorno prima Darius durante la cena. Nonostante quell'aria apocalittica, Ezreal si stava godendo appieno la vita familiare che c'era all'interno della casa di Quinn e Darius. Non ne capiva il motivo, ma si sentiva a suo agio all'interno di quelle mura malmesse e tra gli affetti della demaciana. Il giovane vedeva Quinn come una buona madre, affettuosa e severa per le regole, soprattutto con Ekko e con Wukong che non riuscivano proprio a rispettare le regole della casa quando li venivano a trovare. Mentre Darius era il classico padre rigido e serio. Pareva un generale anche nelle occasioni più semplici come leggere un vecchio libro o quando puliva i piatti. Sempre con quell'aria dura e fredda, quasi come se stesse pensando a qualcos'altro durante tutto il tempo. Anche il vecchio Ezreal si recava spesso in visita in quella casa, sebbene mancasse dal rifugio un giorno si ed uno no.
«Come mai non rimane qui? Esce di continuo dal rifugio.»
Domandò il giovane durante un pranzo da solo con Quinn, mentre Darius aveva accompagnato il vecchio Ezreal al di fuori delle "mura amiche".
«Ricordati che lui è pur sempre te. Non eri un gran viaggiatore? Stare nello stesso luogo per troppo tempo è asfissiante per lui. Così, con la scusa di dover setacciare nuovi luoghi "sicuri", lui ne approfitta per fare quattro passi e per provare quello che sentiva in passato. Il brivido per l'avventura e dell'esplorazione. Ovviamente non si può spostare molto lontano, ma ci sono vari luoghi in cui gli piace recarsi e molti posti a cui si sente in dovere di visitare.»
«Tipo?»
Chiese il giovane, finendo tutto d'un sorso il brodo che gli aveva preparato la demaciana in dolce attesa.
«Tipo la tomba della sua più cara amica.»
Dopo quella frase, il piltoveriano rimase in silenzio a fissare il piatto vuoto, provando un senso di colpa immenso dentro di se. A quanto pare, Ezreal non era riuscito ancora a perdonarsi la morte di Caitlyn.
.....................................................................................................
La situazione era critica e tutti si erano divisi per poter difendere la città su più fronti. Lo sceriffo di Piltover aveva organizzato il piano per la difesa della città ed aveva diviso il gruppo che si trovava con lei all'accademia degli yordle.
«Attenta!»
Gli urlò Lux, colpendo con un fascio di luce una piccola creatura che stava per attaccare Caitlyn dall'alto. Lo sceriffo doveva trovarsi al più presto un luogo sicuro in cui stare riparata dagli attacchi e per poter colpire dalla distanza tutti i mostri che stavano distruggendo la città. Proprio per quel motivo si era diretta con Lux verso la tesoreria. Quello era il luogo più alto della città, sebbene fosse ancora in fase di ricostruzione. Da li poteva ottenere la completa visione di Piltover e poteva essere coperta dagli attacchi della bionda demaciana.
«Grazie mille.»
Disse entrando all'interno della tesoreria ed iniziando a salire le scale fino all'ultimo piano. Lo sceriffo aveva diviso tutti in più gruppi: lei e Lux alla tesoreria, la famiglia Hastur e gli yordle che proteggevano Amumu nella sezione nord della città, Vi a sud, gli yordle di Heimerdinger ad ovest e Zac ad est. I gruppi non erano molto bilanciati all'apparenza, ma Vi avrebbe potuto contare della forza della centrale di polizia di Piltover, posta a sud della città, mentre Zac rifiutò ogni tipologia di aiuto con le seguenti parole:
«Qualcuno sta per farsi male e non sarò io.»
«Contento lui, contenti tutti.»
Pensò la giovane ragazza durante la sua scalata verso la cima. Ci misero quasi una quindicina di minuti per salire tutte le scale e, non appena si posizionò sul punto più alto dell'edificio, respirò profondamente per potersi concentrare e per poter scacciare tutti i pensieri molesti lontani da lei. Dopo un paio di secondi, riaprì gli occhi con una carica ed un umore differente e, soprattutto, con un sorriso strano sul volto.
«Pronta?»
Domandò Lux, intenta a proteggere l'entrata di quel piano con degli incantesimi di luce che avrebbero dovuto fungere da trappole per eventuali "ospiti indesiderati".
«Così tanti cattivoni, così poco tempo.»
Bisbigliò la giovane mentre prendeva la mira per le vie della città. La distanza era notevole, ma sapeva di potercela fare. Doveva sorvegliare la città dall'alto.
«Pronta...»
Lo sceriffo si chinò in avanti e, per ogni suo respiro, una pallottola veniva sparata dal suo fucile.
.....................................................................................................
Quella sera Ezreal e Darius tornarono un po' più tardi del previsto e con più ammaccature del solito.
«Abbiamo avuto visite.»
Disse con un ghigno soddisfatto Darius, con il viso ricoperto di sangue, mentre teneva in braccio il biondo esploratore.
«Che cosa è successo?»
Domandò Quinn assicurandosi le condizioni di Ezreal e sperando che respirasse ancora. Per sua fortuna, l'esploratore era solo svenuto e non aveva riportato ferite gravi, al contrario di Darius che si accasciò alla sedia privo di forze. A quanto pare era riuscito a rimanere cosciente per tutto il tragitto e con delle ferite molto profonde. Dopo essersi tolto l'armatura semi-distrutta, il giovane Ezreal notò tre grandi ferite causate da una lama molto affilata. Due sull'addome ed una sul petto. L'ex generale noxiano respirava a fatica e la sua vista iniziava a dare segni di cedimento. Quinn, alla vista delle ferite, si precipitò subito in bagno per prendere qualcosa con cui fasciare e mettere pressione alle ferite. In più doveva cauterizzarle e richiuderle con un oggetto metallico rovente e con ago e filo, così da evitare infezioni e da contenere il flusso di sangue.
«La tua forza di volontà è impressionante.»
Disse il giovane trascinando il noxiano verso la sua camera da letto. Aveva bisogno di riposo e quella sedia non era adatta per quello scopo.
«Non arrivi alla mia età se non sei forte mentalmente. Soprattutto se affronti un coccodrillo troppo cresciuto che cerca di tagliarti una mano in un sol colpo.»
Darius si stese sul letto e, respirando a fatica, attese la moglie con il necessario per poter medicare le sue ferite. Non poteva permettersi di morire. Non ancora almeno. Aveva un volto da vedere e dei pianti da ascoltare. Quelli di suo figlio.
«Ritieniti fortunato che il coccodrillo non te l'abbia mangiata la mano...»
Rispose Ezreal subito dopo che Quinn chiuse la camera da letto, pensando a se stesso e toccandosi la mano sinistra, quella che avrebbe potuto perdere se non fosse riuscito a contenere il potere del Nexus.
.....................................................................................................
«Dopo un piccolo periodo di pace, il nostro mondo ha dovuto subire un'altra calamità. Questa volta, però, il nemico veniva dal passato... Ancora ci sono ignote le ragioni del suo risveglio, ma ricordo nitidamente il giorno in cui lo stregone Xerath è entrato in contatto con il nostro mondo. Se ti ricordi il nostro secondo soggiorno all'interno della piramide di Shurima, ti ricorderai anche del nostro incontro con un essere asceso: Nasus. Ti ricordi quando ci raccontò la sua storia? Di come lui incatenò il malvagio stregone in una delle cripte nascoste a Shurima? E di come suo fratello si sacrificò eroicamente? Bene... A quanto pare il sigillo è stato spezzato. Qualcuno deve essere riuscito ad entrare nella cripta in cui era rinchiuso ed ha avuto la forza necessaria per risvegliare il suo potere. Nasus, purtroppo, era deceduto a causa di Malzahar qualche anno prima e non ha potuto adempiere al suo ruolo da custode. Dalla sua ricomparsa, due avvenimenti hanno caratterizzato le nostre vite. Xerath apparse in tutte le menti degli esseri viventi di Valoran, incutendo timore e minacciando di schiavizzare il mondo. Abbiamo provato a resistere al suo potere che, sebbene fosse limitato ancora dal sigillo impostogli da Nasus e Renekton, era di un livello troppo elevato per noi. Lui era energia pura e riusciva a spazzare via intere città con pochi colpi di luce. Non immagini nemmeno la paura che provammo quando colpì Piltover. Eravamo nel pieno della ricostruzione della città e la spazzò via in meno di una giornata. Anche le altre città-stato crollarono lentamente ed il suo predominio aumentò sempre di più ogni giorno. Per quanto ne sappia, solo noi ed un'altra città resistiamo alla sua forza, ma solo perché noi ci siamo nascosti a dovere ed abbiamo avuto il genio di Heimerdinger. L'altra città, invece, aveva la seconda caratteristica, causata dal risveglio di Xerath, a loro favore: un altro essere asceso. Con il risveglio dello stregone, anche altri due esseri apparvero: Renekton, il fratello di Nasus, impazzito per tutti quei secoli passati in compagnia dello stregone del passato, e l'imperatore Azir, resuscitato per qualche strana ragione dalla liberazione dello stregone. Azir fece rinascere Shurima e, con il suo esercito di sabbia, sta resistendo alla forza di Xerath, sebbene anche quest'ultimo abbia ottenuto molti alleati... Renekton fu il primo. Purtroppo non era più l'essere asceso che contribuì alla disfatta di Xerath. La sua mente era stata deviata da secoli di scontri e di solitudine in compagnia dello stregone, tanto da farlo diventare il suo "cane da caccia". In più lo stregone possiede un esercito di esseri estremamente combattivi e tenaci. Non abbiamo ancora capito da dove derivino, ma sono, nonostante tutto, un bel problema...»
Ezreal aveva finito di parlare da un paio di secondi, lasciando nella stanza un silenzio glaciale. Quinn era ancora nella stanza del marito, cercando di fargli scendere la febbre causata dalle ferite, mentre il giovane Ezreal era seduto su una sedia di fronte al se stesso del futuro che accarezzava il piccolo Gnar con tenerezza.
«Cosa è successo? Chi vi ha attaccati? Cosa state combattendo adesso? Devo saperlo per poter difendere il passato!»
Erano queste le domande che il giovane fece ad Ezreal una volta che si fu risvegliato. Aveva la testa pesante, ma non si tirò indietro per poter spiegare la situazione.
«E come possiamo risolvere questo problema? Ci sarà pure un modo per poterlo rinchiudere o sconfiggere!»
Disse il biondo, pensando a quali armi possedevano e quale potesse essere la soluzione.
«Non ti arrovellare... Ricordati che io sono te. Tutto ciò che pensi, io l'ho già pensato. Le soluzioni sono poche: o speriamo che Azir riesca a sconfiggere Xerath in un confronto tra esseri ascesi o tu torni nel passato per evitare che Shaco e Malzahar entrino in possesso del Nexus di Amumu o del tuo corpo, così da evitare anche la morte di Nasus che è l'unico in grado di sigillare lo stregone.»
In pochi secondi, i dubbi del giovane svanirono e comprese che la sua missione diveniva ogni volta più importante per la salvezza di Valoran. Quante cose avrebbe dovuto fare, quanti nemici avrebbe dovuto sconfiggere e quante coincidenze sarebbero dovute accadere. Ad un tratto, la sua testa incominciò a sembrare più pesante. Ma c'era ancora una domanda che non aveva posto. Qualcosa che gli premeva di chiedere da un paio di giorni, ma che non aveva mai osato chiedere per rispetto.
«Cosa è successo a Jinx?»
La sua domanda arrivò secca e decisa, spiazzando il vecchio Ezreal che, a quanto pare, non se l'aspettava. Ci pensò per qualche secondo, poi allontanò Gnar da suo ventre, prese un bel respiro e lasciò cadere un grosso macigno sopra la testa di Ezreal.
«La sconfitta di Malzahar aveva riportato la pace ed aveva anche risanato qualcosa all'interno della mente di Jinx. Quando mi risvegliai, passai quattro mesi nel buio più totale, amareggiato e distrutto emotivamente. Non riuscivo a perdonarmi per ciò che avevo fatto ai miei amici ed a tutti quei innocenti... Jinx mi fu molto vicina in quel periodo. Passò tutto il tempo con me e con i miei problemi. Sebbene non riuscissi a calcolarla minimamente a causa della mia mente annebbiata, lei mi fu sempre vicina e cercò di curare la mia testa giorno dopo giorno... E ci riuscì. Pian piano mi sentivo meglio e riusciva a farmi sorridere. Quei anni di guerra l'avevano cambiata radicalmente. Non era più la pazza ed imprevedibile adolescente che creava il caos in giro per Piltover, ma era una donna innamorata che non voleva darsi per vinta. Mi curò con amore e, un giorno, ricambiai il suo affetto. Riuscii ad andare avanti e mi convinsi che la vita, da quel momento in poi, sarebbe potuta essere migliore. Avevamo debellato il male e le popolazioni erano in pace, potevo riposarmi con Jinx al mio fianco... Le avevo anche chiesto di sposarmi per quanto eravamo in pace...»
Il giovane arrossì di colpo e fissò il piccolo Gnar che gli mimava un bacio per prenderlo in giro.
«Peccato che, due mesi dopo dal fidanzamento, Xerath fece la sua comparsa a Piltover.»
L'aria nella stanza cambiò di colpo, lasciando il biondo esploratore immerso nell'ansia.
«Combattemmo contro quel mostro, ma fu del tutto inutile, Piltover venne rasa al suolo per via del suo potere. Quando provammo a scappare, Xerath ci raggiunse, sparandoci dei raggi di luce da chilometri di distanza... Uno di questi era diretto verso di me. Avrei potuto evitarlo facilmente con lo "spostamento arcano", se solo avessi avuto il mio cristallo o se solo mi fossi esercitato maggiormente con la magia. Eravamo in un periodo di pace, non potevo minimamente immaginare cosa sarebbe successo e non possedevo ancora questa armatura... Quando vidi la luce di quel colpo, Jinx mi spinse via, venendo colpita lei stessa da quella sfera d'energia. L'effetto durò per pochi istanti, ma Jinx urlò di dolore fino a che non perse i sensi.»
«Non mi dire che...»
Disse Ezreal cercando di bloccare il suo discorso o di avere una risposta diversa da quella che immaginava, ma il suo pensiero iniziale era corretto.
«Jinx non si risvegliò mai più... È in coma da quel giorno.»
.....................................................................................................
Se volete seguire tutti gli aggiornamenti, i retroscena della storia, le cazzate fatte dall'autore ed altro ancora, vi consiglio di seguire la pagina Facebook: Telespalla Wolf.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro