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Libro 3: 09) La forza di Ionia

La città era caduta nel panico più totale durante l'attacco dei mostri del Vuoto. Le strade erano ricoperte dai corpi senza vita dei piltoveriani ed i mostri del Vuoto continuavano a razziare gli edifici che incontravano sempre con maggiore voracità. Anche Wukong, Yasuo e Kennen erano stati messi in difficoltà da una delle creature più grandi che era addirittura riuscita a tenere testa ai tre combattenti.

«Fate attenzione. È una creatura molto intelligente e riesce a prevedere le nostre mosse con un grande anticipo. La mia lama è riuscita a tagliare un suo tentacolo, ma a quanto pare è in grado di curarsi molto velocemente.»

Affermò il samurai, cercando di stare in piedi da solo dopo l'aiuto ricevuto dalla scimmia. Non aveva mai combattuto contro una creatura del genere. Una fitta corazza a protezione degli organi vitali, un'energia immane originata e convogliata nel suo unico occhio ed un'intelligenza senza limiti. Erano messi alle strette in quel momento e, in cuor loro, speravano che gli altri esseri non fossero forti come lui. Altrimenti la situazione sarebbe peggiorata rapidamente.

«Dobbiamo finirlo prima che ne arrivino altri della sua dimensione!»

Urlò il ninja dell'equilibrio dopo l'attacco elettrico e dopo aver raggiunto i suoi compagni. Nonostante tutto, il colpo di Kennen aveva ottenuto un effetto molto positivo contro la bestia del Vuoto e l'aveva paralizzato per un paio di secondi, giusto il tempo di trarre in salvo il compagno.

«Hai qualcosa in mente? Sono aperto ad ogni proposta...»

I tre si rimisero in posizione di combattimento, aspettando la prossima mossa del mostro e valutando bene se attaccare oppure aspettare un momento migliore. Intanto, l'essere ricominciò a fluttuare a pochi centimetri da terra ed il suo occhio aveva cambiato colore. Adesso era di un intenso e minaccioso rosso sangue.

«Le vostre probabilità di sopravvivere sono inferiori a zero.»

Nonostante l'aspetto intimidatorio, la voce che fuoriusciva da quel guscio rimaneva calma e pacata, sebbene fosse ancora forte e decisa. I tre guerrieri indietreggiarono di poco, giusto per guadagnare maggiore spazio per il contrattacco.

«Forse ho un'idea.»

Disse a bassa voce Wukong per non farsi sentire dalla creatura del Vuoto. Non voleva che origliasse un loro possibile piano d'attacco.

«Sentiamo...»

Rispose il samurai impugnando a due mani la sua katana, così da esser pronto anche per un eventuale attacco improvviso della creatura tentacolare.

«Quando ti abbiamo tratto in salvo, ho notato che, per qualche secondo, quell'essere è rimasto immobile. Quasi come se fosse rimasto paralizzato dalle scosse elettriche di Kennen.»

Ora che lo faceva notare, anche Yasuo c'aveva fatto caso. La creatura aveva anche emesso un gemito di dolore dopo quel colpo.

«C'è la possibilità che l'elettricità del ninja riesca a penetrare l'armatura del nostro avversario... Ma non siamo sicuri che riusciremo ad ucciderlo con una piccola scarica.»

Kennen, sentendo le parole del samurai, strinse i pugni per la rabbia. Quella frase gli diede tremendamente fastidio, quasi come se Yasuo sminuisse la forza del ninja. Purtroppo il ninja considerava il suo orgoglio sacro e, in quel momento, il samurai c'aveva appena sputato sopra.

«Tu non pensare a quello... Le mie abilità non si limitano a pochi volt. Sono pur sempre uno dei tre ninja dell'equilibrio.»

Disse con un tono di voce forte ed autorevole, facendo capire al samurai che, anche il piccolo yordle, aveva intenzione di dare tutto se stesso in quello scontro.

«L'elettricità, però, non basterà.»

Affermò la scimmia, spezzando le poche speranze dei suoi compagni.

«Per questo motivo... Dovete ascoltare alla perfezione ciò che ho da dirvi.»

Wukong catturò l'attenzione degli altri due, mentre ascoltavano in silenzio il piano ideato dal guerriero Wuju. Purtroppo per loro, quel piano prevedeva una forte collaborazione tra i tre combattenti. Ma, nonostante tutto, c'erano buone probabilità di sopravvivenza.

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Dopo aver riaperto gli occhi, il piccolo Amumu si ritrovò con un fortissimo mal di testa che non la smetteva di assillarlo e si sentì terribilmente stanco. Faceva molta fatica a tenere gli occhi aperti e l'unica cosa che sentiva era il gelido abbraccio del terreno. Non sapeva bene il motivo, ma era disteso per terra in mezzo alla strada di una città. Amumu non riusciva a mettere ancora bene a fuoco la vista, quindi non riuscì a distinguere bene molti dettagli di quella via. Però, con grande fatica, notò un sacco di luci varie che davano alla via uno spirito romantico, partendo dai lampioni fino ad arrivare a degli apparecchi elettronici posti sulle porte delle abitazioni.

«Dove sono?»

Si chiese il piccolo yordle dopo aver riacquistato un po' forze. Non sapeva di preciso quanto avesse dormito e da quanto tempo fosse disteso su quella strada, ma comprendeva che ormai si era fatta notte e che tutti gli abitanti di quel luogo si erano rinchiusi in casa da diverse ore. Dalle dimensioni, poteva constatare che si trovava in una città-stato molto grande ed abbastanza ricca di decorazioni. Tutte le dimore erano formate da uno strano componente roccioso che Amumu non aveva mai visto in vita sua. In più, ad abbellire le case, c'era un sottile strato di muschio che ricopriva il lato nord delle abitazioni e vari ninnoli in legno che adornavano le entrate. Anche le vetrate erano bellissime e variopinte. Amumu si soffermò soprattutto su una piccola finestra a forma di cuore, colorata in una maniera molto particolare: contorni dorati, interno di rubino e sfumature violacee.

«Che bella città.»

Affermò meravigliato dai particolari dettagli dell'architettura locale. Non era ancora riuscito a riacquistare tutte le forze, ma, in compenso, notò con piacere la gioia ed il gusto artistico che quelle dimore trasudavano dalle loro decorazioni. Sebbene fossero piccoli dettagli, quel luogo metteva un pizzico di allegria al piccolo yordle, così da dargli un pizzico di forza per poter continuare il suo viaggio alla ricerca di qualche anima pia disposta a poterlo aiutare a trovare la giusta strada per tornare a Piltover.

«Che strano...»

Il piccolo non-morto camminò a lungo per le vie di quella città senza, però, trovare nessuno. L'aria era fredda ed il sole era tramontato da parecchio tempo, ma ciò non giustificava il fatto che non ci fossero nemmeno delle guardie a proteggere le strade di notte. Amumu, alla fine, non chiedeva o sperava in niente di particolare, voleva solo avere informazioni utili per raggiungere i suoi amici, per questo aveva bisogno di parlare con qualcuno del posto. Non voleva bussare alle case di quella via, dato che non avrebbe mai voluto svegliare i cittadini nel corso della notte. Rattristato e sconsolato, pensò di aspettare fino all'alba. Così da poter parlare direttamente con la gente che usciva dalle abitazioni per poter andare a lavorare e così da potersi godere un po' di luce. Ma, purtroppo per lui, non sapeva cosa gli stava per attendere in quel momento.

«Tu chi sei?»

Domandò il piccolo yordle subito dopo essersi seduto sul freddo terreno della via con sguardo spaventato per la sorpresa. Dinanzi a lui era apparso un piccolo corvo nero. Ma non era un un normale uccello. Fissava la mummia in modo strano e non si accingeva ad allontanarsi. Anzi, sembrava quasi come se fosse attratto da lui e che non vedesse l'ora di stargli più vicino. Tra l'altro, il piccolo non-morto sentiva una strana, ma familiare energia provenire all'interno di quell'animale. Sentiva al suo interno una tipologia di magia simile alla sua. Una flebile, disturbata ed oscura energia che non poté non allarmare lo yordle ricoperto di bende.

«Ciao Amumu. Ti dispiace se ti tengo compagnia fino al sorgere del sole?»

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«Quantomeno inaspettato...»

Disse il mostro del Vuoto vedendo partire all'attacco uno dei tre guerrieri che stava studiando pochi secondi prima. Anche se non voleva darlo a vedere, era abbastanza infuriato e non vedeva l'ora di dissezionare i due esemplari che lo avevano colpito poco prima. In più si era messo in guardia a causa della scossa dell'elemento più basso di statura. Aveva provato un incredibile dolore da quella scarica ed aveva incominciato a pensare a mille variabili risposte sul perché avesse provato cotanta pena. Alla fine arrivò alla conclusione che la sua corazza fosse un catalizzatore elettrico perfetto per l'elettricità, ampliando la sua efficacia ed il suo voltaggio e propagando l'effetto nelle sue escrescenze molli. In più era rimasto paralizzato per un paio di secondi a causa di quell'attacco e, tutto ciò, non gli aveva fatto piacere. Era contento di poter scoprire nuove caratteristiche del suo corpo o nuovi punti deboli, così da studiarsi e da potersi migliorare nel corso del tempo. Ma quello non era il momento adatto per questa scoperta, dato che non aveva il tempo per poter migliorare il suo corpo in caso di ulteriori attacchi di quel genere. Ironia della sorte, fu proprio il più minuto a partire all'attacco per primo, con un impeto ed una passione nei suoi occhi che stava a significare che era sicuro di ciò che faceva. Forse aveva un piano per poter stordire nuovamente la creatura, così da dare il tempo ai suoi compagni di poterla attaccare.

«Che segreti nascondi?»

Chiese il mostro del Vuoto osservando i movimenti a zig zag dell'avversario che non aveva alcuna intenzione di diminuire la sua velocità.

«A quanto pare ha capito in che modo può aggirare il mio raggio d'energia. Che soluzione brillante!»

Affermò contento e desideroso di bloccare quella macchietta viola da cui spuntava un muso peloso.

«Eppure... Codesto tentativo non ti porterà nulla.»

All'improvviso, la creatura sparò dal suo occhio un colpo al plasma contro l'avversario che, agilmente, schivò l'attacco spostandosi di lato all'ultimo secondo. Ma tutto ciò non bastò per fargli evitare l'attacco. Il colpo al plasma si divise in due una volta arrivato all'altezza del minuscolo individuo, colpendolo al braccio, bruciandogli la parte superiore del vestito ed ustionandogli il braccio sinistro. L'avversario cadde a terra in preda al dolore e la creatura del Vuoto si avvicinò lentamente per poter analizzare il livello di gravità della sua ferita.

«Il punto di fusione degli umani rimane variabile.»

Disse osservando la ferita del piccoletto che, con il braccio sano, tentò di lanciare contro il mostro del Vuoto uno shuriken dalle piccole dimensioni. La creatura, però, si accorse subito dell'energia emanata da quell'arma, così lo evitò prontamente. Dopotutto aveva capito abbastanza bene che non doveva toccare nulla che provenisse da quell'essere se voleva avere il libero controllo motorio del suo corpo.

«Elemento troppo ostile per i miei gusti. Ottimo per i miei esperimenti sull'incenerimento!»

Il suo occhio si accese di una luce immensa e, dopo tre secondi, l'essere del Vuoto sprigionò un raggio canalizzato contro l'avversario, sparato non solo dal suo enorme occhio, ma anche dai suoi tentacoli, così da poter imprimere il massimo dell'energia possibile in un unico colpo. Il tutto durò per circa due secondi e mezzo, era il tempo massimo per cui la bestia riusciva a racchiudere il suo massimo potenziale.

«Che bizzarra struttura...»

Una volta finito l'attacco, il mostro del Vuoto si accorse che, dinanzi a lui, c'era un muro di vento che aveva bloccato il suo colpo e, dietro di esso, vi era il combattente armato di spada, ancora dolorante per lo scontro di prima, ma vigile e pronto a difendere il compagno ferito.

«Non ti distrarre!»

Un urlo dall'alto attirò la sua attenzione e, in un istante, comparve l'essere bestiale dalle dimensioni umane armato di un bastone che, roteando la propria arma, cercò di colpire la creatura in mezzo alla cavità oculare. Preso alla sprovvista, il mostro del Vuoto dolette allontanare l'avversario con l'ausilio del suoi tentacoli, dato che non aveva il tempo necessario per racimolare l'energia sufficiente per un altro raggio di luce. Quella difesa, però, fu abbastanza efficace. Riuscì a deviare la direzione del salto del combattente, spostandolo a pochi passi da lui, abbastanza per potergli dare il tempo di sparare un altro colpo dal suo occhio. Quell'individuo era spacciato.

«Grazie per il...»

La creatura del Vuoto bloccò la sua frase a metà a causa di un "piccolo" problema. Sentiva, alle spalle della sua corazza, una minuscola mano pelosa che lo toccava indisturbato, senza che potesse fare nulla per scacciarlo via o senza avere il tempo di pensare ad un piano di fuga. In quel momento, la bestia del Vuoto capì il vero obiettivo del loro attacco. Semplice, ma funzionale. Avevano mandato avanti il piccoletto facendogli credere che quello fosse il diversivo. Una volta ferito, il suo compagno l'ha protetto dietro quella barriera di vento, nascondendo i suoi movimenti futuri quando la vera esca, l'avversario armato di bastone e dotato di coda, si sarebbe mostrato. Una volta distolto lo sguardo dal muro di vento, fu un gioco da ragazzi arrivare di soppiatto alle spalle della creatura.

«Turbinio elettrizzante!»

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Con il braccio sinistro ferito a causa dell'ustione e con il destro appoggiato alla corazza della creatura, Kennen scatenò tutta la forza che aveva in corpo per poter paralizzare il mostro che lo aveva attaccato pochi secondi prima. Il ninja dell'equilibrio evocò da nulla una tempesta di fulmini che colpì in pieno l'avversario per tre volte, paralizzandolo e procurandogli una combustione interna a causa della potenza dei colpi.

«Quando lo colpirò con il mio attacco, fate attenzione anche voi. Purtroppo non ne ho il pieno controllo e non vorrei avere sulla coscienza un samurai alcolizzato ed una scimmia chiacchierona.»

Questo fu l'avvertimento dato dallo yordle che invitava i compagni a stargli a debita distanza subito dopo aver toccato il mostro. Quell'attacco lo avrebbe tenuto a bada per una decina di secondi ed avrebbe prosciugato tutte le energie del ninja, ma non l'avrebbe ucciso.

«C'è una sola persona che potrebbe ucciderlo con un colpo diretto e preciso.»

Ipotizzò Wukong ed alludendo al samurai che, una volta terminata la tempesta di fulmini scatenata da Kennen, si lanciò contro il mostro del Vuoto con la sua katana, colpendolo con un affondo proprio nella sua cavità oculare. La creatura, dopo quel colpo, rimase in aria ancora per altri tre secondi, per poi perdere definitamente tutte le proprie energie, esalando un ultimo sospiro e cadendo al suolo privo di vita.

«Bel colpo!»

Urlò la scimmia andando incontro ai suoi compagni che ansimavano per la fatica dell'operazione. Erano usciti malconci da quello scontro, ma, alla fine, erano riusciti a sconfiggere un essere del Vuoto molto pericoloso. Wukong sperava davvero di poterne incontrare altri di quel genere, così da poter mettere in pratica la sua forza e la sua astuzia.

«Kennen!»

La scimmia si accorse troppo tardi del compagno che, privo di forze, cadde a terra rovinosamente. Il samurai fu quello più vicino a lui in quel momento, quindi poté constatare per primo le sue condizioni.

«Braccio sinistro gravemente ustionato, tremori in tutto il corpo e fronte accaldata. Pari febbricitante. Hai proprio dato tutto te stesso in quel colpo a quanto pare.»

Affermò tenendo in braccio lo yordle sfinito a causa del combattimento.

«Purtroppo non riesco ancora a controllare la tempesta a mio piacimento... Quel mostro tentacolare ha preso solo tre fulmini in tre secondi. Io ne ho subiti sette nello stesso tempo.»

In effetti, Kennen non si era mosso per tutto il tempo dell'attacco. Un po' per potersi concentrare nel richiamare il potere della tempesta in quell'occasione ed un po' perché stava attaccando la creatura direttamente con il palmo della sua mano, cercando di paralizzarlo con ulteriori attacchi elettrici causati dai fulmini che colpivano il corpo del piccolo yordle.

«Se la caverà?»

Chiese preoccupato il guerriero Wuju, notando che il compagno non riusciva nemmeno a rimettersi in piedi.

«Certo. Ha una sopportazione dell'elettricità molto più alta di noi. Questa è una tecnica rischiosa, ma credo che non sia ancora ultimata. L'ha voluta testare oggi a suo rischio e pericolo. Non sarà in grado di muoversi per un po', ma, purtroppo, non morirà.»

Disse Yasuo con un velo ironico che fece sorridere i presenti. La situazione, adesso, si era un po' calmata, ma Piltover era ancora in pericolo e, sebbene Kennen fosse gravemente ferito, Wukong e Yasuo non potevano permettersi di fermarsi a lungo. Proprio per questo, il samurai si caricò lo yordle sulle spalle e, insieme alla scimmia, corsero dove le grida dei piltoveriani divenivano sempre più forti. Non era ancora finita.

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