Libro 2: Epilogo: Un luogo dimenticato
Odio e rancore. Ormai era questo l'unico sentimento che raggelava la città da secoli e che non gli permetteva di risorgere come le altre. Palazzi distrutti da una furia incontrollabile, statue disintegrate da un potere oscuro arcano e fiumi prosciugati a causa della siccità della zona. Tempeste di sabbia, mancanza di vegetazione e, mancanza di vita. Nuvole nere cariche di fulmini che oscuravano quella che, molti secoli priva, era una florida città. Queste erano le caratteristiche di quella zona che in molti avevano dimenticato.
«Posto incantevole...»
Affermò l'araldo delle macchine una volta arrivato in quel luogo. La sua voce metallica risuonò a modo di eco tra le mura della città, quasi come se quel luogo volesse trattenere al più lungo possibile le parole della gente. Chissà da quanto tempo non aveva nuovi visitatori o non sentiva le voci di altri esseri umani.
«Direi fantastico. Se non fossi già pazzo, credo che la sola vista di questo luogo mi manderebbe al manicomio.»
Disse il demone giullare una volta che Nocturne dileguò la cortina di fumo oscura, creata da lui, stesso per trasportare i suoi padroni. Shaco gli aveva ordinato di raggiungere Viktor il più in fretta possibile e, per sua fortuna, non era troppo distante da Ionia. Lui, il mostro creato dal Nexus e Fiddlestick trovarono l'essere composto di metallo nei confini di Piltover, nella parte nord della città, intento a migliorare le proprie armi alle spese di un povero inventore della zona. Al loro arrivo, videro che l'araldo delle macchine, per impossessarsi dell'attrezzatura e dei macchinari di quell'inventore, aveva praticamente sciolto con il suo laser il proprietario e la sua famiglia, così da non lasciare testimoni dell'accaduto e per poter agire indisturbato per un po'.
«Ho usato la mia parte del bottino per creare lui. Spero che non ti dispiaccia che io abbia già riscosso la mia ricompensa per la tua liberazione.»
Quando Viktor vide Nocturne, non poté non nascondere un leggero accenno di felicità. Non tanto per il mostruoso potere della creatura, ma per il fatto che, per ottenere il secondo cristallo, la presenza di Nocturne sarebbe stata fondamentale e, una volta entrato in possesso dell'artefatto riposto nel corpo della piccola mummia, non sarebbe stato troppo difficile levare dalle fredde mani di Shaco il secondo Nexus, così da completare finalmente il suo piano di liberarsi del demone giullare e di riottenere gli artefatti magici per i suoi esperimenti.
«Perché ci hai portati qui?»
Domandò Viktor, subito dopo aver ammirato la sua nuova creazione. Shaco era sempre stato un tipo pragmatico ed era molto difficile capire cosa gli passasse per la testa, ma gli bastarono cinque parole per convincerlo a seguirlo con il mostro oscuro.
«Ti voglio dare un esercito.»
Parole concise ed importanti da parte del demone giullare che non riusciva a smettere di ridere con quel suo ghigno agghiacciante. Anche Fiddlestick era a conoscenza del suo piano e, nonostante qualche insicurezza, capiva perfettamente che era necessario creare una nuova alleanza con un essere più potente di loro.
«Ti devo fare i miei complimenti, omino di latta. Non sei ancora impazzito... Forse dipende dal fatto che il tuo cuore ed i tuoi organi non siano più quelli di un umano.»
Viktor non riuscì a capire le allusioni di Shaco e non poté fare a meno di chiedere spiegazioni a tal proposito.
«Cosa intendi con impazzire?»
Pochi secondi dopo aver posto quella domanda, ebbe un lampo di genio e formulò una teoria su quello che aveva detto il suo compagno. Forse aveva capito il motivo e tutto ruotava intorno a quel luogo così lugubre.
«Dovrei impazzire qui... Dove siamo?»
Chiese conoscendo molto bene la risposta. Erano in luogo dimenticato da Runeterra e dai suoi abitanti. Erano in un posto in cui la sola vista della disperazione e del potere che celava questa città poteva portare alla pazzia. Erano in un luogo sabbioso dominato dalle tempeste del deserto di Shurima. Erano in un luogo cancellato dalla faccia della terra molti secoli prima. Una città leggendaria che in tanti hanno cercato, ma nessuno è mai ritornato indietro per poterne narrare cosa aveva visto di quel luogo.
«Caro amico mio... Benvenuto ad Icathia.»
ۓ
.....................................................................................................
Se volete seguire tutti gli aggiornamenti, i retroscena della storia, le cazzate fatte dall'autore ed altro ancora, vi consiglio di seguire la pagina Facebook: Telespalla Wolf.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro