Libro 2: 20) Amore materno
« Veigar qui a Piltover? Vi siete fumati il cervello? »
Urlò la legge di Piltover nel tentativo di far abbassare le armi agli yordle che circondavano la sua casa. Jayce cercò di calmarla e di trascinarla fuori dalla portata dei cannoni e dei macchinari delle armi.
« Lasciami! Quelli stanno per sparare contro la mia casa! »
Jayce non volle dare retta alla bella Vi, prendendola con forza sulle spalle e trascinandola poco lontano per poterla fare ragionare. Heimerdinger l'aveva avvertito che ci sarebbe stata anche la possibilità che lo yordle oscuro manipolasse le menti di Vi e di Caitlyn, quindi non dava molto peso ai calci o agli insulti ricevuti dall'amata.
« Lo faccio per il tuo bene! »
In mezzo a quel putiferio, anche le altre due ragazze uscirono dalla casa, allarmandosi per il gran numero di macchine da guerra che minacciavano la piccola casa dello sceriffo.
« Che vi salta in mente? »
Urlò a sua volta lo sceriffo contro il rappresentante degli yordle presenti: lo scienziato Heimerdinger.
« Allontanati mia cara. E fallo in fretta. »
Affermò docile allo sceriffo, mentre si armava di microfono per poter far risuonare la sua voce in mezzo a tutto quel frastuono.
« Veigar sappiamo che sei li dentro! Esci e combatti da yordle! »
L'urlo dello scienziato piombò fin dentro le mura della casa, facendo uscire due bambini. La ragazzina si mise a muso duro contro uno dei cannoni, mentre il bambino bendato si affrettò a ripararsi dietro le lunghe gambe dello sceriffo.
« Vi state sbagliando di grosso! »
Questa fu la volta di Lux ad urlare contro lo scienziato.
« Non c'è Veigar in questa casa! »
Lo scienziato biondo, scendendo dal mega cannone, si avvicinò verso le due ragazze ed i due bambini, notando che la più piccola teneva una palla di fuoco tra le mani, pronta per esser lanciata. Nel laboratorio aveva creato un rivelatore magico portatile durante i preparativi per la battaglia, così da poter capire gli spostamenti di Veigar nel caso fosse fuggito e lo usò in quel momento. Si accorse che l'enorme potere magico che aveva rilevato, proveniva dai due bambini. Un potere tanto alto che per poco il rivelatore non andò in tilt.
« Questo bambino... Non è Veigar... »
Disse con gli occhiali appannati per la vergogna e con il capo chinato in segno di scusa. Aveva mobilitato tutto il battaglione dell'accademia per due bambini. Anche gli yordle che si era portato dietro chinarono la testa per la vergogna ed abbassarono le armi.
« Heimerdinger, ti presento Amumu. »
Lo sceriffo, con aria di rimprovero, presentò il piccolo yordle allo scienziato. Il bambino bendato allungò la mano per presentarsi e lo scienziato, sconsolato ed intristito ricambiò il gesto.
« Ragazzi torniamo a casa... »
La voce afflitta dello scienziato richiamò i suoi compagni, facendoli tornare tutti all'accademia.
« Tutto questo scalpore per un falso allarme... »
« Beh... Io non direi così... »
Esclamò Lux nell'incoraggiare lo scienziato che pareva visibilmente intristito dal non aver trovato lo yordle oscuro che terrorizzava gli incubi degli abitanti di Bandle City da anni.
« Vedi... Amumu è importante e va protetto da voi yordle. »
Heimerdinger non capì il motivo dell'importanza di quel bambino finché Lux stessa non glielo fece notare.
« Dentro di lui c'è un Nexus. »
Quella parola fece rizzare i baffi, i peli ed i capelli di tutti gli yordle presenti, tornando nuovamente a puntare le armi contro il piccolo bendato.
« Un Nexus? Per mille equazioni! Fratelli piano cattura numero sedici! »
Senza aspettare un minuto di più, lo scienziato lanciò contro il piccolo una palla magnetica stordente, prendendolo in pieno volto e facendogli perdere i sensi.
« No! Aspettate! »
Non ci volle molto che uno yordle dal pelo arancione lanciò una bomba d'acqua contro Amumu, mentre un altro, che sembrava un gatto persiano, gli sparò un getto di azoto liquido, congelandolo in una sfera di ghiaccio, sotto gli occhi increduli di Annie e dei presenti.
« Amumu! »
Gridò la piccola mentre lanciava fiammate contro la prigione di ghiaccio per far scongelare l'amico. Ma lo yordle di prima si mise tra lei ed il piccolo bendato, sparando contro la bambina l'azoto liquido e fermando le fiammate sul nascere.
« Stupido yordle! Levati di mezzo! »
Urlò lanciando per aria il suo orsacchiotto di pezza, evocando l'intervento dell'amico Tibbers. Una volta apparso l'orso-ombra tutti i presenti indietreggiarono per la paura, mentre la piccola si metteva a cavallo dell'amico e preparava un'enorme palla di fuoco per poter liberare Amumu.
« Liberatelo subito! O stasera mangeremo yordle alla brace! »
Gridò minacciosa con l'enorme palla di fuoco che teneva fra le mani. Ma gli yordle non parevano spaventati da lei. Anzi, uno di essi, Ziggs, si avvicinò saltellando e gli lanciò una miriade di mini-bombe. Che fecero cadere sia lei che l'orso.
« Vogliamo giocare? »
Ziggs rise al solo pensiero di vedersela con quella bambina dagli occhi di fuoco ed anche Annie non vedeva l'ora di arrostire quella sottospecie di gatto.
« Smettetela! »
Lo sceriffo sparò un colpo in aria di avvertimento, catturando l'attenzione dei presenti.
« Liberate Amumu. È lo sceriffo che ve lo ordina! »
« Mia cara Caitlyn! Tu non capisci! Se quel bambino è davvero il contenitore di un Nexus dobbiamo tenerlo al sicur... »
Lo scienziato fu interrotto da uno sparo che per poco non gli sfiorò i baffi.
« Hai detto bene. È un bambino e deve essere protetto! Non c'era bisogno di metterlo sotto ghiaccio! »
Le parole di Caitlyn, però, furono interrotte da un piccolo rumore. Il ghiaccio della sfera si stava sciogliendo senza che nessuno facesse nulla.
« Impossibile! L'azoto liquido non può sciogliersi così velocemente a temperatura ambiente! »
Una volta che tutto il ghiaccio fu sciolto, Annie capì il motivo dello strano fenomeno. Amumu aveva incominciato a piangere.
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Capelli neri con ciocche bianche. Poderosi muscoli coperti dalla possente armatura e grosse spalle protette da un mantello cremisi con lo stemma di Noxus. Qualche piccola ruga sulla fronte ed un paio di cicatrici sulle guance. Darius era un uomo sulla quarantina, molto alto e molto minaccioso. Ezreal reggeva a malapena il confronto mentale con la mano di Noxus. Alla vista dei suoi freddi occhi neri, dello stesso colore di Draven, non potè non provare un pizzico di paura. La sua arma, un'enorme ascia, lunga quasi quanto lui, puzzava di sangue umano, intrisa dalle vite dei combattenti sconfitti in battaglia. Ezreal era notevolmente più mingherlino e più basso di lui, ma non per questo doveva temerlo. Aveva vinto la sua libertà e Darius non poteva fargli nulla.
« Con permesso. »
Esclamò con fermezza il prodigo esploratore, sorpassando il nobile guerriero che, in più di una occasione, aveva massacrato abitanti di vario tipo con la sua ascia. Da molti demaciani veniva chiamato il "macellaio" e ci voleva poco a capire il perché.
« Sei riuscito a sconfiggere mio fratello. »
Affermò freddamente al biondo mentre erano entrambi girati di spalle. Ezreal si bloccò, aveva paura di lui e sapeva che le possibilità di batterlo erano poche, dato che la sua potenza magica era stata sprecata per il fratello.
« Complimenti... »
La tensione che c'era nell'aria era palpabile ed Ezreal non vedeva l'ora di scappare da quel posto. La mano di Darius stringeva l'ascia sempre con più decisione e più forza, quasi da sentire dolore per la presa.
« Sai ho apprezzato molto la tua volontà... Potevi scappare con le tue abilità... Ma hai voluto affrontare mio fratello a testa alta. Lo apprezzo... Non sopporto i codardi. »
Sia Darius che Ezreal si girarono di scatto in segno di sfida, quasi come se il duello che stavano per affrontare fosse mentale e non fisico.
« Vai già via, mezza cartuccia? »
Domandò rivolgendosi al biondo di Piltover.
« Ho amici che mi aspettano a casa. Non vorrei che fossero troppo preoccupati per me. »
L'intenso sguardo del generale faceva rabbrividire il giovane che non voleva abbassare la testa in segno di sconfitta.
« Uno di questi giorni... Mi piacerebbe "giocare" contro di te. »
Le parole della mano di Noxus erano fin troppo esplicite e questo fu un campanello d'allarme per il biondo.
« Credo che ci piacciano sport diversi. Ora se mi vuole scusare... »
Ezreal si girò e continuò a zoppicare verso la strada principale di Noxus, così da concludere la discussione nel modo più freddo possibile.
« Non voltare le spalle alla gente la prossima volta... E fai attenzione al collo. »
Ezreal inghiottì l'amara battuta di Darius ed affrettò il passo per potersi allontanare dal generale più spietato e più forte di Noxus, prima che potesse per davvero tagliarlo a fette.
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« Amumu no! »
Gridò Annie, per la prima volta spaventata. Era accaduto quello che la piccola non voleva che succedesse. Il piccolo yordle aveva incominciato a piangere e l'aura attorno a se stava pian piano distruggendo ogni forma di vita attorno a lui. La strada sotto i suoi piedi stava incominciando a marcire ed anche l'aria attorno a lui stava diventando sempre più rarefatta.
« Allontanatevi subito! »
Urlò la bambina mentre scendeva dal dorso di Tibbers e si avvicinava con attenzione all'amico bendato. Tutti gli yordle fecero qualche passo indietro, spaventati dall'aura oscura emanata dal pianto del bambino. Anche Caitlyn e Lux si fecero da parte aspettando un segnale da parte di Annie. Lo sceriffo, intanto, aveva puntato il suo fucile contro il piccolo bendato, nell'eventualità che Annie non riuscisse a contenere il suo potere. Anche Heimerdinger teneva pronte le sue sfere magnetiche per poterlo stordire.
«Amumu... Guardami! Sono qui! Non devi avere più paura di nessuno! »
La piccola cercò in ogni modo di tranquillizzarlo, ma i suoi occhi erano vuoti e fissavano l'orizzonte senza accorgersi di nulla. Lo shock dell'attacco da parte degli yordle l'aveva destabilizzato, costringendolo ad adottare quel sistema di difesa impenetrabile che era il suo pianto.
« Amumu! Smettila! Non mi riconosci? »
La voce della piccola non riusciva ad arrivare alle orecchie dello yordle, mentre l'aura oscura del suo pianto avanzava inesorabile verso di lei. Annie, anche a costo di perdere la vita, non avrebbe evitato l'aura. Sapeva che Amumu non gli avrebbe mai fatto del male e quindi non doveva temere per la forza oscura che emetteva. Eppure, in cuor suo, anche lei era minimamente spaventata da quel potere. Così maligno e così immenso che il suo potere del fuoco pareva una fiammella nella notte. Mancava poco allo scontro con quel potere, persino Tibbers temeva di avvicinarsi troppo per non poter esser colpito dalla forza di Amumu.
« Non mi costringere a farlo! »
Urlò creando una palla di fuoco e minacciando l'amico di tirargli una fiammata contro. Ma ancora Amumu non rinveniva, era nel suo mondo, immerso tra i suoi pensieri e sommerso dalle sue lacrime.
« Amumu! »
L'ultimo grido della piccola venne spezzato da un sibilo che tagliò l'aria e che ammutolì i presenti. Qualcuno, con una cerbottana, aveva lanciato un dardo velenoso contro il piccolo, facendolo accasciare a terra e dissolvendo il potere magico che aveva attorno a lui. Annie si girò spaventata ed arrabbiata per chi o cosa avesse osato colpire l'amico. In quel momento, li vide. In mezzo ad un gruppo di yordle, c'erano gli accompagnatori di Amumu ed i suoi genitori. Era da un sacco di tempo che non li vedeva e ciò le fece uno strano effetto. Il volto sicuro ed impavido di Teemo, che era riuscito a fermare Amumu in tempo, era in contrasto con quello della madre, Amoline, in lacrime ed in corsa verso di lei per abbracciarla. Anche il padre, con sguardo serio e severo si avvicinò a lei ed appoggiò la sua mano sulla piccola testa, mentre Amoline piangeva tenendole le braccia strette alla vita, quasi soffocandola.
« Mamma... Papà... Mi dispiace... »
Tentò di dire a sua volta per scusare la sua fuga, ma il padre la zittì con un gesto, non volendo tornare sull'argomento in quel momento. Dall'altra parte, Tristana era al capezzale di Amumu, che dormiva beatamente, non immaginando nemmeno tutto il putiferio e la paura che aveva causato con le sue lacrime.
« Sembra felice... »
Disse Annie vedendo l'amico sonnecchiare tra le braccia della yordle. Il suo sorriso le metteva uno strano calore nel cuore, così da arrossire ed abbracciando a sua volta la madre con vigore e con amore.
« Scusatemi! Dovevo farlo! Lo volevano ammazzare ed io... »
La madre la strinse con più forza finché i singhiozzi non coprirono le sue parole, anche Annie aveva cominciato a piangere. E, dove prima c'era la maschera della forte ragazza che si era presa sulle spalle il destino del piccolo Amumu, ora c'era una piccola bambina a cui era mancata l'amore che i loro genitori gli dimostravano giorno dopo giorno. Anche Caitlyn si stupì della sua reazione, avendola sempre vista forte e sicura di se.
« Alla vostra età avete bisogno solo di amici e di una famiglia. Non dovete avere nessun altro pensiero. »
Sussurrò dolcemente Tristana, accarezzando le bende di Amumu e cullando lo yordle tra le sue braccia come se fosse sua madre.
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L'aura di Nocturne causava una inconsueta nube blu scura e rendeva molto più tetro il paesaggio intorno a Shaco e Fiddlestick.
« Non parla e non si muove. Sicuro che non hai sbagliato qualcosa? »
Fiddlestick aveva notato che l'essere oscuro non aveva compiuto una singola azione da quando era nato ed anche Shaco stava incominciando a temere di aver commesso qualche errore.
« Abbatti quell'albero! »
Shaco, con il Nexus in mano, ordinò a Nocturne di attaccare un abete poco lontano da loro. Nocturne girò il volto in quella direzione e sfoderò le lame che portava sulle braccia in segno di sfida. In meno di un secondo, si lanciò contro l'albero, tagliandolo in più parti e mutilandone la corteccia. Non appena ebbe finito il lavoro che il suo padrone gli aveva ordinato, ritornò nella stessa posizione di prima. Immobile ed intento a fissare il vuoto. Ciò fece ulteriormente preoccupare il demone giullare e lo spaventapasseri che non si aspettavano un essere oscuro del genere.
« Non mi dire che è una marionetta? Abbiamo viaggiato così tanto a lungo ed abbiamo affrontato Nashor per una marionetta? Una stupida bambola senza cervello! »
Gridò Fiddlestick per la rabbia.
« Zitto! Nemmeno tu hai un cervello eppure sei qui che parli insieme a me! »
Shaco era furioso. Cosa poteva aver sbagliato? Aveva dato una forma ed una potenza inaudita alla sua creatura. Cosa gli mancava per poterlo rendere perfetto? L'incubo di Shen per potergli dare una forma. L'ombra di Zed per dargli una consistenza materiale. Il potere del Nexus per conferirgli un potere illimitato. Possibile che non bastavano?
« Gli serve una coscienza... »
Disse a bassa voce cercando di pensare cosa poter usare per dare un cervello e maggiore potere per completare Nocturne.
« Ho trovato... »
Il suo ghigno tornò come prima per il piacere dello spaventapasseri.
« Ha bisogno di una coscienza maligna per poter pensare ed agire per se. Qualcosa che possa dare il giusto onore ad una creatura affamata di sangue e pronta a distruggere Runeterra. »
Fiddlestick pensò a chi potevano usare per poter rendere Nocturne cosciente del mondo esterno. Così da non farlo più essere uno strumento nelle mani di Shaco, ma un vero e proprio figlio devoto al giullare. Avevano bisogno di una identità malvagia che si unisse con Nocturne.
« Hai qualche idea su chi abbia i requisiti giusti? »
Shaco fissò la sua creatura ed alzò il Nexus per provare nuovamente il suo potere.
« Nocturne! Portaci dall'araldo delle macchine, Viktor! Ovunque lui si trovi! »
La nube creata dall'aura di Nocturne si fece ancora più intensa inghiottendo sia il giullare che lo spaventapasseri. Una volta inglobati a se, Nocturne volò verso ovest, in direzione della posizione di Viktor. Proprio come il suo padrone gli aveva ordinato.
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