Libro 2: 06) Un cuore troppo potente
I tre fuggiaschi avevano già il fiatone dopo pochi minuti di corsa. L'aria rarefatta all'interno del labirinto aumentava la pressione del momento ed ostacolava ulteriormente la fuga di Ezreal e dei due bambini. Al contrario, i passi metallici del loro inseguitore avevano un ritmo a dir poco perfetto. A quanto pare il robot che li inseguiva non aveva problemi di fatica o di fiato, per questo il suo passo non decelerava.
« Chi è che ci sta inseguendo? »
Domandò Annie mentre sforzava le sue piccole gambe a correre in quei corridoi stretti e bui, cercando di mettere i piedi sulle stesse mattonelle in cui passava il biondo, così da evitare le trappole.
« Non ne sono sicuro... Ma credo che sia colui che ha creato il Nexus! »
I dubbi di Ezreal sparirono dopo qualche secondo, quando colui che li inseguiva gli gridò contro con la sua voce graffiata e robotica.
« Fermatevi o vi distruggerò! »
« Fermatevi e ci distruggerà! », pensò tra sé e sé l'avventuriero che volle correggere la frase di Viktor. Non era riuscito a trovare il Nexus prima del suo arrivo o di quello di Shaco. Chissà se ora l'arcano oggetto magico stesse già tra le fredde e gelide mani dell'araldo delle macchine.
« Fine corsa... »
Disse disperato il piccolo Amumu quando si trovarono di fronte ad un baratro così profondo da non mostrare nemmeno la fine. Ezreal, con il cuore che batteva a mille per la lunga corsa, si girò accettando il suo destino e preparandosi a combattere.
« Annie... Pronta in ogni momento a sparare fuoco a volontà. »
Anche Annie si mise in posizione, mentre il piccolo Amumu si nascose dietro di lei per timore di non poter reggere un confronto contro un vero nemico.
« Con la nostra magia possiamo farcela se non commettiamo errori! »
Incitò Ezreal, che pensava davvero ciò che diceva. Il potere di Annie era immensamente alto, non doveva essere troppo difficile per lei reggere un confronto contro Viktor. O, almeno, così sperava. Qualche secondo dopo, arrivò l'araldo delle macchine. Alto, splendente ed imponente. Avvolto in un mantello blu e composto interamente di ferro ed acciaio. I suoi occhi gialli di vetro illuminavano la stanza con la stessa intensità della fonte di luce che aveva creato Ezreal poco prima del suo arrivo. Era totalmente cambiato dall'ultima volta che il biondo l'aveva visto.
« Mio caro ragazzo... Sei cresciuto. L'ultimo ricordo che ho di te risale a una dozzina di anni fa... Quando scappavi da scuola per andare nei vicoli di Piltover per giocare con il pallone. »
Viktor sapeva perfettamente chi si trovava di fronte. Ezreal era stato uno dei suoi studenti quando ancora frequentava gli studi a Piltover. Sebbene Viktor fosse di Zaun, Heimerdinger era riuscito a convincerlo ad istruire i giovani talenti di Piltover nell'arte Hextech. Prima che Ezreal iniziasse i suoi innumerevoli viaggi per Runeterra, prima del tradimento di Viktor e prima della sua trasformazione, Viktor era un venerabile scienziato dedito alla scoperta tecnologica.
« Io, invece, l'ultimo ricordo che ho di te è di quando ancora avevi pelle e capelli. »
« Oh... Ma i capelli li ho ancora... »
Affermò accarezzandosi con la sua fredda mano robotica i peli che aveva sul cranio, blu e folti da dietro. Ezreal non riusciva a capire se gli uscissero fuori dalla maschera di ferro o se li avesse direttamente attaccati a quel pezzo di metallo che chiamava testa.
« Tu hai qualcosa che mi appartiene! »
Il pericoloso individuo alzò la mano pretendendo qualcosa dall'avventuriero, ma Ezreal non capì. Non aveva con se il Nexus. Non era nemmeno riuscito a trovarlo in quella piramide.
« Non so di cosa parli. »
La voce di Ezreal aveva un che di risoluto, quasi come se non volesse mostrare alcun timore nel trovarsi di fronte ad uno dei peggiori nemici di Piltover.
« Non mentirmi... I miei sensori non sbagliano mai. Consegnami il Nexus e vi risparmierò la vita. »
« La parola di uno zaunita... Non sono tanto scemo da crederci. », pensò Ezreal. Ma una cosa non riusciva a capire, perché Viktor pensava che il Nexus era in suo possesso? Qualche istante dopo, ebbe un'illuminazione. « Il mio cristallo... », il giovane posò lo sguardo sul guanto in cui era incastonato il cristallo che aveva trovato, anni prima, in quella stessa piramide. Il Nexus era un artefatto dotato di immensa aura magica e si trovava in questa piramide prima della cattura di Viktor da parte di Jayce. Tutto combaciava nella mente di Ezreal, che ancora stentava a credere al fatto che aveva in mano fin dal principio l'obiettivo della sua ricerca. « Perché allora Annie mi ha detto che il cristallo non aveva la potenza necessaria per essere un Nexus? », questa domanda balenò nella mente di Ezreal mentre i secondi passavano veloci e Viktor incominciava a spazientirsi.
« Dammi ciò che è mio! »
Urlò facendo tornare il giovane alla realtà. « Annie non ha mai visto un Nexus... Forse si sbagliava sulla sua vera potenza... O forse non ha captato le vere capacità del mio cristallo. », pensò per confermare la sua teoria. Ma una cosa era sicura, non avrebbe mai permesso a Viktor di rientrare in possesso di quell'artefatto magico.
« Non ti consegnerò mai il mio cristallo di luce. Difenderò il Nexus a costo della vita! »
La determinazione di Ezreal riecheggiò per tutto il corridoio, creando un eco molto forte che risuonava per le gallerie della piramide. Ma Viktor non si mosse di un millimetro.
« Credi che mi possa interessare un artefatto di Shurima? Povero sciocco. Ciò che voglio e ciò che si nasconde dietro di lei! »
Viktor indicò la Annie dove, impaurito e tremante, si nascondeva il piccolo Amumu.
« Consegnami il cuore della piccola mummia! »
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« Tua figlia si sta prendendo gioco di te! Te ne stai rendendo conto? »
Urlò il piccolo Teemo verso Gregori Hastur mentre cercava per l'ennesima volta di trovare l'aura della figlia con il suo incantesimo. A lungo avevano viaggiato i due, accompagnati da Amoline e da Tristana, ma ancora non avevano trovato alcuna traccia di Annie e del piccolo Amumu. Secondo Gregori, ora la figlia procedeva in direzione delle montagne del Frel Jord e ciò provocò la rabbia dello scout.
« Non ti permetto di parlarmi in questo modo. Sono uno dei maghi più potenti della nostra era! »
« Non così potente a quanto pare... E nemmeno intelligente dato che non riesci a vedere da solo che tua figlia ci sta portando in zone completamente diverse da dove si trova! »
Teemo aveva ragione ed anche Tristana gli dava corda. A causa della guida di Gregori i quattro erano andati a Bandle City e poi nelle lande Voodoo, nella loro dimora. Ma, ovviamente, nessuno aveva visto i due piccoli. Non ci voleva molto per capire che Annie stava portando il padre verso direzioni sbagliate. Solo l'intervento di Amoline fece calmare e ragionare il marito che, orgoglioso com'era, non riusciva ad accettare che sua figlia era più furba di lui e che riuscisse a nascondere quasi alla perfezione la propria presenza.
« Se lei riesce ad evitare il potere di Gregori... Come possiamo trovarla? »
Chiese Amoline mentre accarezzava il volto del marito, ferito nell'orgoglio nell'ammettere i suoi limiti.
« Lei riesce a percepire la vostra magia quando la cercate... Giusto? »
I due annuirono e ciò fece pensare il piccolo scout. Se nessun mago poteva trovare la fonte magica di Annie, senza che lei se ne accorgesse, chi poteva farlo senza magia? In un istante trovò la risposta che stava cercando. La tecnologia poteva captare il potere di Annie. Era qualcosa di quasi impossibile, dato che nessuno aveva mai creato un rivelatore magico con un'ampiezza così ampia da coprire tutto Valoran. Ma, forse, uno scienziato esperto di marchingegni Hextech sarebbe riuscito nell'impresa. E chi era il maggior esperto di Runeterra nell'ambito Hextech?
« Se voi non avete un'idea migliore... Io consiglio di dirigerci verso Piltover. Li, forse, qualcuno potrà costruire un macchinario per poter trovare vostra figlia. »
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La notte era calata velocemente e tutto taceva nell'accademia. In pochi rimanevano svegli fino a quell'ora e, per fortuna, anche Heimerdinger si era concesso qualche ora di riposo per poter far ricaricare il suo grosso e geniale cervello. Un essere, però, non riposava. Qualcuno che, per tutta la giornata, non aveva fatto altro che chiedersi cosa venisse fuori dall'equazione creata dal geniale yordle. La giovane Jinx, dopo aver lavorato tutto il giorno a nuovi piani per distruggere Piltover, volle dedicare la notte al lavoro del padre. Dopotutto la meccanica era la sua specialità e costruire la prima parte del macchinario non sarebbe stato un problema per lei. La cosa più complicata era farlo funzionare dato, che non comprendeva la fisica dell'equazione del padre. Ma, a quello, c'avrebbe pensato lui stesso una volta svegliato.
« Iniziamo a lavorare! Sei pronto Fishbones? »
Domandò al lanciarazzi che si era portata dietro di se, come sempre.
« Sicura di non voler andare a dormire? Il sonno rinfresca la pelle, allontana le rughe e ricarica la mente. »
« Si, ma la notte è troppo preziosa per essere sprecata. È in questo momento che l'oscuro prende vita. »
A parlare era stata la Jinx nello specchio, altra parte di Jinx che spesso si metteva a parlare con lei e con Fishbones.
« Silenzio! Parlate piano o papà ci scoprirà! »
Bisbigliò con un filo di voce la giovane che, mentre le sue due parti della coscienza continuavano a parlare, aveva già incominciato a creare la base del macchinario.
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Durò quasi un secondo. Una fugace e stupenda visione fu quella che vide la scimmia. Lui ed il suo maestro si erano addentrati all'interno della foresta situata nel cuore dell'isola e li, mentre Wukong era dedito alla meditazione e, mentre si reggeva in equilibrio con un solo dito su un tronco di un albero tranciato dal maestro, la vide di nuovo. La volpe bianca a nove code che aveva incontrato due anni prima e che non aveva perso la sua bellezza ipnotica. Durò solo un secondo quella visione, ma fu abbastanza per far perdere l'equilibrio alla scimmia e fargli sbattere la testa sul ceppo.
« Ti sei distratto. »
Affermò con assoluta calma Yi, intento a godersi la pace e la tranquillità del luogo grazie alla sua meditazione.
« Ma maestro l'ha visto anche lei... »
Prima di finire la frase, Yi colpì la scimmia con un bastone lungo almeno quasi quanto lo spadaccino. Ogni volta che sbagliava, Yi lo puniva con un colpo in testa e lo costringeva a ripetere la frase che avrebbe servito a Wukong come lezione per il futuro.
« Devi ignorare tutto e non ti devi far trasportare dai tuoi istinti animaleschi. Solo così sarai in grado di richiamare in te la calma dei guerrieri Wuju. E solo così potrai apprenderne le tecniche della nostra tradizione. Finché la tua mente non sarà forte come la roccia, non potrai mai apprendere le tecniche della nostra nobile arte. Ora dillo. »
« Ma maestro! »
« Dillo! »
Urlò dando un altro colpo sulla nuca della scimmia, facendogli ancora più male di prima.
« Ogni errore è una lezione. »
Detta la frase, Wukong tornò nella sua fase di meditazione in equilibrio con un dito. Cercando di isolarsi dal mondo e di dimenticare la comparsa della volpe bianca.
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Ancora stentava a credere a ciò che aveva sentito. Ezreal fissò il piccolo bambino bendato con uno sguardo confuso e sconvolto, mentre Viktor tendeva il braccio verso di lui. Annie, anch'essa turbata dalla frase dell'araldo delle macchine, non si mosse di un millimetro e continuò a fare da scudo allo yordle.
« Tu sei il Nexus? »
Domandò Ezreal al piccolo, che fece di no con la testa e sperò che la frase di Viktor fosse falsa o infondata.
« Credi che tu sia vivo per qualche ragione arcana? Sbagli... Sono io che ho messo all'interno del tuo sarcofago il Nexus ed è quello ciò che ti ha riportato dal mondo dei morti. Prima che io mettessi il cristallo nella tua tomba, tu non eri che un sacco di bende e polvere. Il Nexus avrà voluto usare il tuo corpo per fuggire da questa prigione e si è fatto inglobare dalle tue bende. »
« Ecco spiegato il perché non puoi morire... »
Bisbigliò Annie a bassa voce senza voltarsi verso Amumu, continuò a fissare con aria arrabbiata Viktor, avrebbe tanto voluto incenerire quell'ammasso di bulloni.
« L'energia del Nexus non permette al tuo corpo di morire perché altrimenti non potrebbe più essere libero e tornerebbe ad essere un cristallo freddo ed immobile. »
Gli occhi di Amumu, al sentire la verità, incominciarono a riempirsi di lacrime e fu solo lo sguardo della piccola Annie a fermare il suo principio di pianto. Quando si girò verso di lui, gli occhi della bambina gli trasmettevano forza e coraggio.
« Non mi importa cosa sei o di cosa sei fatto! Tu sei mio amico e ti proteggerò, ma tu mi devi promettere che non piangerai mai! »
Amumu si asciugò il viso con le bende della mano e fissò lo sguardo verso Ezreal, che lo fissava ancora con un misto di paura e di compassione.
« Biondo... Guai a te se consegni il mio amico a quel robot! »
Ezreal, tornato alla realtà, accettò il fatto che il piccolo era colui che cercava e che doveva salvare. Non avrebbe mai potuto consegnare un bambino o un Nexus a Viktor. Avrebbe combattuto anche lui per difenderlo.
« Come ho detto prima... Scordati di avere il Nexus. Ora più che mai! »
A quelle parole, la luce negli occhi di Viktor cambiò in un color rosso cremisi, quasi a significare che lo scontro era vicino.
« Risposta errata. Se non sarai tu a consegnarmi il Nexus, me lo prenderò da solo! »
Un raggio luminoso partì dal braccio meccanico che aveva nascosto all'interno del mantello e sfiorò di striscio il fianco di Ezreal. Il giovane cercò di rispondere con una palla di luce sparata dal suo guanto, ma, nonostante l'avesse preso in pieno, non riuscì a scalfire l'armatura dell'avversario.
« Inutile! »
Gridò con la sua voce metallica mentre lanciò un altro colpo laser verso di lui. Ad un tratto, Annie parò il raggio creando un muro di fuoco e rispose all'attacco lanciando una raffica di palle infuocate contro l'armatura di Viktor. Ma, anche questa volta, l'attaccò fallì.
« Impossibile! »
Urlò la bambina sbalordita per il fallimento del suo attacco.
« Magia... Siete degli sciocchi se pensate di sconfiggermi in questo modo. La mia armatura è composta da ferro e rune metalliche che traggono nutrimento da ogni fonte magica nei dintorni. Non avete alcuna possibilità di scalfire la mia pelle! »
Detto questo, l'araldo delle macchine si preparò per un ulteriore attacco, tirando fuori dal mantello una palla di ferro. Ma, prima che potesse attaccare i tre avversari. Dal nulla comparì un'intesa luce, accompagnata da una volata di vento, che ravvivò l'aria rarefatta causata dal fuoco, e da un urlo disumano.
« Ed ora che succede? »
Domandò Annie prima di rimanere paralizzata per ciò che vide. Al posto della luce vide un essere gigantesco, alto almeno tre volte Ezreal e con un'apertura di spalle larga almeno quanto il giovane. Era vestito con abiti strani e portava con se un'enorme arma, più simile ad un'ascia che ad una lancia. Un'impugnatura lunga con una parte aguzza all'estremità. Vestiva con uno strano copricapo che gli copriva interamente la nuca e con una sottospecie di gonna che gli copriva il pube. Ma, ciò che incuteva maggiormente terrore ai presenti, fu il volto di quell'essere. Il corpo era come quello di un gigante, mentre il volto era come quello di uno sciacallo. Con denti aguzzi e occhi sanguinari. Assomigliava stranamente ai disegni che avevano trovato poco prima di incontrare Viktor. Qualche istante dopo la sua comparsa, l'essere metà gigante metà sciacallo, cacciò un urlo terrificante che fece tremare tutti i presenti dalla paura.
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