Libro 2: 04) Corin Reveck
« Possiamo parlare con calma della nostra situazione? »
Chiese con gentilezza e con voce tremante il povero Ezreal mentre l'enorme orso-ombra lo teneva bloccato al suolo. Il calore che emanava era soffocante ed i suoi artigli non gli permettevano la fuga. Poteva svignarsela con l'attraversamento arcano, ma almeno un tentativo di dialogo lo doveva tentare. Dopotutto erano solo dei bambini.
« Dipende... Perché sei qui? »
Annie si riferiva alla presenza di Ezreal nella piramide, luogo inaccessibile per molti e pericoloso per tutti gli sventurati che vi mettevano piede. Alle spalle dell'orso, invece, Ezreal scorse il viso del bambino bendato da capo a piedi. Il piccolo si nascondeva dietro l'enorme bestia fatta di fuoco ed ombra, mentre la bambina dimostrava tutto il suo coraggio.
« Sono in cerca di un oggetto molto pericoloso. Voglio prenderlo e portarlo con me a Piltover, la mia città natale. »
A quel punto, il giovane trovò inutile mentire ai piccoli. Annie non pareva una bambina ingenua e, solo dal suo sguardo, capì che aveva una maturità troppo elevata per uno scricciolo come lei.
« Oggetto pericoloso? Di che tipo? »
Ezreal lesse negli occhi della piccola un bagliore di curiosità e ciò poteva andare a suo vantaggio. Peccato che lui stesso non sapeva nulla dell'oggetto che andava cercando.
« Non ti saprei dire con certezza come sia fatto... So solo che possiede una grande quantità di energia e che è chiamato con il nome di "Nexus". »
Al sentir pronunciare quel nome, la calma e la curiosità negli occhi della piccola sparì in un istante e fu sostituita da un pizzico di paura e di terrore. Ciò non fece presagire nulla di buono.
« Per quale ragione un mago di bassa lega come te è alla ricerca di un oggetto magico così potente? In questo luogo poi... »
Ezreal, un po' offeso per l'insulto ed amareggiato per essersi fatto prendere in giro da una ragazzina, ebbe un brivido lungo la schiena. L'aura della bambina aveva avuto un sussulto al pronunciare quella frase. Ma, cosa ancora più importante, Annie sapeva cosa fosse un Nexus. « Come fa una bambina a sapere cosa sia un tale oggetto quando persino Lux non ne sapeva nulla al riguardo? », pensò il giovane. Comunque sia, finalmente aveva un indizio per poter riconoscere l'oggetto. Quella bambina poteva essere il fulcro della sua missione.
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La giornata volgeva al termine e tutto taceva nel molo sud dell'isola maggiore di Ionia. Tutto era pronto per la partenza: Gregori Hastur era intento a meditare sull'incantesimo da usare per la trovare la figlia, mentre il piccolo Teemo stava disegnando sulla sabbia una versione in miniatura di Runeterra. Per uno scout come lui non c'era compito più facile. Sin dai primi giorni di addestramento a Bandle City, i giovani yordle dovevano imparare a memoria la cartina geografica del continente e dovevano essere pronti ad orientarsi in ogni occasione. Tristana ed Amoline assistevano mute mentre i due lavoravano per trovare anche una singola traccia dei due bambini scomparsi.
« Finito! Puoi incominciare quando ti senti pronto. »
Disse lo yordle verso il mago, facendosi da parte e aspettando che l'incantesimo facesse effetto. La meditazione di Gregori era assoluta e difficilmente riusciva a percepire ciò che gli stava intorno, per questo non riuscì a sentire lo scout.
« È un incantesimo difficile? »
Chiese Tristana alla moglie del mago, che assisteva al rito del marito con ansia e preoccupazione. Gregori non rischiava nulla, era preoccupata solo per Annie che, però, aveva un giorno di vantaggio su di loro. « Chissà quanto sarà lontana ora... », pensava Amoline.
« Non troppo... L'impegno maggiore sarà quello di nascondere la nostra presenza ad Annie. Ha un potere magico talmente alto che, se usassimo questo incantesimo alla leggera, ci scoprirebbe subito quasi come se si sentisse osservata. »
« Può percepire un incantesimo a distanza del genere? »
Teemo le si era affiancato, curioso della risposta della strega.
« Purtroppo si... Questo è un potere innato e noi non possiamo fare nulla per impedirlo. Mio marito cercherà di nascondere la propria presenza... Ma ci vorrà un bel po' di energia magica per farlo. »
I tre rimasero fermi in attesa che Gregori Hastur iniziasse l'incantesimo, fino a quando Teemo scatto all'indietro e lanciò un dardo velenoso verso una delle rocce più vicine. Qualche istante prima che il dardo si scontrasse contro la roccia, un piccolo yordle uscì dalla sabbia, evitando il colpo del rapido scout.
« Queste informazioni non sono per te "Cuore della tempesta". Dovrai cercare i piccoli senza l'aiuto mio o del signor Hastur. »
Kennen, ancora pieno di sabbia, cercò in tutti i modi di guardare torvo lo yordle, ma non riusciva a trovare alcuna ragione valida per cui gli altri avrebbero fornito con lui certe informazioni.
« Ora vado... Ma ricorda che tengo gli occhi puntati sui piccoli... Ed anche su di voi. »
Detto questo, il ninja scomparse nel nulla, lasciandosi dietro una scia elettrica che si disperdeva nell'aria.
« Piccolo impiccione... »
Ma, mentre Teemo e Kennen si parlavano, Gregori aveva incominciato a tracciare il punto in cui i due piccoli si trovavano sulla mappa.
« Si dirige verso Bandle City. »
Osservò il mago, sudato ed affaticato a causa dell'incantesimo. Ora, finalmente, anche loro sapevano dove dovevano dirigersi.
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Erano passate quasi due ore da quando Ezreal aveva incontrato i due bambini e la situazione, per sua fortuna, si era tranquillizzata. Dopo avergli promesso da mangiare ed un luogo sicuro in cui passare la fredda notte del deserto di Shurima, sia Annie che Amumu avevano seguito Ezreal fino all'uscita della piramide. Poco distante da li, Ezreal aveva una tenda che, per quanto fosse piccola, riusciva a tenere dentro tutti quanti. Anche per l'orso non ci furono problemi, dato che ritornò sotto le sembianze di un peluche. Dopo avergli dato una tazza di latte alla fragola ed un paio di biscotti, i due piccoli persero quella maturità che avevano mostrato affrontando il biondo avventuriero, tornando due sorridenti bambini che si prendevano in giro per i baffi da latte. Ezreal quasi stentava a crederci. Annie aveva due lati di sé completamente differenti l'uno dall'altro. Da una parte sembrava una normale bambina che giocava con l'amico, dall'altra pareva una maga così potente che, se avesse voluto, avrebbe spazzato via Ezreal con un sol soffio. I due piccoli gli avevano raccontato del loro viaggio ed in cambio anche Ezreal gli aveva detto della sua missione. Per poter scoprire cosa fosse il Nexus, il giovane doveva guadagnarsi la loro fiducia e doveva farseli amici.
« Ma i tuoi genitori non ti staranno cercando in questo momento? »
Chiese incuriosito il giovane, vedendo la piccola Annie per nulla preoccupata dell'arrivo dei suoi cari.
« Certo... Mi stanno cercando con una potente magia di localizzazione... Peccato che me ne sia accorta quasi subito. Sapendo di essere spiata, ho creato un clone di fuoco che viaggia per me per tutto il continente. Loro stanno seguendo il clone pensando che sia io. »
Lo sguardo divertito di Annie fece sorridere Ezreal, quello scricciolo era capace di fare magie potenti unite con idee geniali. « Fa più paura di un mostro vero e proprio... Spero di non doverla affrontare mai più in vita mia... »
Ma, storie a parte, Ezreal fece la fatidica domanda alla piccola. Amumu stava ancora giocherellando con i biscotti quando il giovane gli chiese del Nexus. Annie, scura in volto, non aveva molta voglia di parlarne. Ma aveva capito quanto fosse importante per la buona riuscita della missione di Ezreal e per poter catturare i fuggitivi.
« Il Nexus... Premetto che quello che ti sto per raccontare non è del tutto vero... Cioè... Mio padre me ne ha parlato poco e in maniera confusionaria. Perciò non so quanto ti possano servire le mie informazioni. »
« Sempre meglio di niente... », pensò il biondo mentre faceva segno ad Annie di continuare a parlare.
« Un Nexus è... Come posso definirlo... Un produttore infinito di energia magica naturale. Nei libri antichi lo si vede con la forma di un cristallo, ma anche su quello non ci farei molto affidamento. L'unica cosa sicura che so è che con un Nexus tra le mani si è capaci di cose incredibili. Si può manipolare il tempo, si riescono a creare potenti sortilegi, si potrebbe anche dare energia elettrica per millenni ad una città. Alcuni dicono anche che si riesca a creare la vita, ma anche questa notizia la trovo inverosimile, dato che un corpo costruito da parte del Nexus mancherebbe di un fattore fondamentale. Dell'anima. Per il resto... L'unico modo che conosco per poter percepire la presenza di un Nexus è quello sentire l'aura magica nell'aria. Mio padre mi diceva che i Nexus sono instabili e che per questo producono un'aura contorta e non omogenea. Diciamo che te ne saresti accorto se c'era un Nexus qui nei dintorni. Ne avresti sentito l'aura. »
La spiegazione fu molto utile al giovane, che, finalmente, sapeva cosa cercare e come cercarlo.
« Un cristallo dall'energia incontrollata? Non dovrebbe essere difficile da trovare in una piramide del genere. »
Disse indicando il cristallo che portava sul suo guanto.
« Un Nexus ha un'energia circa venti volte il monile che ti porti appresso. Non ti vantare per aver trovato un diamante capace di incanalare l'energia della luce. »
Il sorriso sul volto di Ezreal scomparse quasi subito, Annie aveva smontato nuovamente la sua allegria. Ma non la sua volontà.
« Che ne dite se domani facciamo un ultimo tentativo di cercare il Nexus nella piramide? Io cerco il Nexus, mentre Amumu cerca di ricordare qualcosa del suo passato. Che ne dite? »
Ovviamente i due bambini accettarono. Forse era perché erano curiosi di vedere con i propri occhi il Nexus, forse perché Ezreal gli era simpatico o forse perché non avevano niente di meglio da fare che seguire il biondo mentre cercava un oggetto estremamente raro.
« Per me non ci sono problemi. »
Rispose Annie, volgendo lo sguardo verso Amumu che, solo con un cenno di capo e con un enorme sorriso, fece intendere anche la sua volontà di partecipare alla ricerca.
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La sala grande era completamente illuminata ed il pavimento era talmente lucido che Caitlyn ci si poteva specchiare. Aveva deciso di andare da sola a parlare con Corin Reveck, uno scienziato di poco conto di Piltover, che usava le sue scoperte e le sue armi Hextech per poter catturare i ladruncoli di Piltover. All'inizio, lo sceriffo non capì il motivo per il quale Jayce gli avesse consigliato di richiedere il suo aiuto. Dopotutto che se ne facevano di uno come Corin se al loro fianco avevano lo sceriffo di Piltover, conosciuto per tutto Valoran come il più grande acciuffa-criminali della storia. Jayce gli disse che il suo aiuto sarebbe stato fondamentale per la cattura di Jinx e gli diede l'indirizzo di una delle più vecchie scuole di danza di Piltover.
« Vai a questo indirizzo... Lo troverai li tutti i pomeriggi. »
Affermò il difensore del domani.
« Come mai si fa trovare in una vecchia scuola di danza? »
Chiese scettica la bella ragazza all'amico, guardandolo con perplessità.
« La figlia si allena li tutti i giorni. E lui veglia su di lei. »
Una volta entrata nella sala, Caitlyn li vide. Lui, seduto su una sedia in fondo, saldava con una fiamma ossidrica qualcosa che teneva in mano. Aveva capelli lunghi e biondi, che coprivano gli occhi celesti. Non sembrava tanto anziano, dimostrava una quarantina d'anni ed aveva un corpo robusto e possente. La figlia, invece, intenta a stare in punta di piedi nel centro della sala, aveva anche lei i capelli del padre, lunghi e biondi. Erano talmente lucidi che lo sceriffo per poco non provò un po' d'invidia. Gli occhi verde-acqua erano concentrati a fissare il vuoto, come se si stesse concentrando per un passo di danza molto difficile. Era una ragazza alta e con il fisico slanciato ed atletico, dovuto agli anni passati ad allenarsi nella danza.
« Abbiamo visite... »
Disse Corin vedendo lo sceriffo sull'uscio della porta. Non appena si accorsero della presenza di Caitlyn, sia Corin sia la figlia smisero di fare ciò che stavano facendo. Corin lasciò sulla sedia il saldatore per potersi dirigere verso lo sceriffo e, solo in quel momento, Caitlyn si accorse di cosa stesse riparando con quell'arnese. La sua mano destra, completamente fatta di acciaio, era il pezzo da riparare.
« Sceriffo! Cosa la porta da queste parti? »
Domandò come se Corin conoscesse la giovane sceriffo da una vita.
« Lei è il signor Reveck, giusto? »
Il biondo annuì, porgendo la mano robotica verso lo sceriffo per stringerle la mano. Sebbene fosse metallica, Caitlyn sentì un senso di vitalità nella stretta, come se fosse fatta di pelle e carne. « Sorprendente... Neanche Viktor ha una tecnologia del genere. », pensò la giovane che cercò di velare il proprio stupore con un finto sorriso.
« Piacere di conoscerla, sceriffo. È un onore per un povero uomo come me trovarsi al cospetto di una leggenda vivente come lei. Come posso esserle d'aiuto? »
Intanto la giovane figlia si era distanziata da loro, cercando un'asciugamano per potersi asciugare dal sudore dovuto all'allenamento. Aveva il viso lineare e pulito, come quello di una ragazzina. Non poteva che avere più di diciassette anni.
« Mi è stato consigliato da parte di un mio collega di affidargli un compito. »
Lo sguardo di Corin si accese di furore e di eccitazione, come se fosse divertito nel vedere che un tale personaggio come lo sceriffo di Piltover chiedesse aiuto a lui.
« Mi volete affidare la cattura della mina vagante? »
Chiese spiazzando lo sceriffo. A quanto pare aveva già capito tutto sulle intenzioni di Caitlyn. Non se lo aspettava così perspicace.
« Lei... Non sa nulla su di me... O sbaglio? »
Corin fece un sorriso che diede leggermente fastidio allo sceriffo. Poche volte si era trovata nell'imbarazzante situazione di non sapere qualcosa sul conto di una persona, e questa era una di quelle volte. Aveva fatto delle ricerche su questo Corin Reveck, ma non era uscito nulla sui database della centrale di polizia. Sembrava come se la sua vita fosse iniziata diciotto anni fa. Non si sapeva più nulla del suo passato.
« Ovviamente... Lei è troppo giovane per ricordarsi di me e delle mie gesta. Mi basta dirle che prima della nascita di mia figlia mi dedicavo alla cattura dei furfanti come quella Jinx. Pazzi che, senza un piano preciso, mettevano sottosopra Piltover. Ma questo è il passato... Ed ora sono in pensione. »
Corin alzò le spalle come se volesse dire "è tardi per chiedere il mio aiuto".
« Come mai nei database non c'è scritto nulla sulle catture che effettuavate? Lo facevate in cambio di denaro... Per la ricompensa... O mi sbaglio? »
« Diciamo di no... Non c'è scritto di nessuna cattura perché non li sbattevo dietro le sbarre di Piltover i nostri criminali... »
Corin fece una piccola pausa, quasi come se volesse drammatizzare quel discorso come lo si faceva in teatro.
« Preferivo consegnarli al becchino. »
Un brivido fece tremare Caitlyn. « Questo non è uno scienziato! Questo è un killer! », pensò la giovane maledicendo Jayce che gli aveva consigliato di rivolgersi a lui. A quanto pare anche Jayce sapeva chi fosse, per questo non aveva voluto dirle nulla sul suo conto. Sapeva che Caitlyn non avrebbe mai accettato che la soluzione al problema "Jinx" fosse la morte della ragazza.
« Se è così... I suoi servigi non mi saranno per niente utili. Grazie ed arrivederci! »
Lo sceriffo salutò con freddezza il biondo ed uscì velocemente dall'uscita della sala, non aveva intenzione di stare con lui un minuto di più.
« L'hai fatta fuggire... Poteva essere la tua occasione per tornare sul campo di battaglia e la mia per poter iniziare la mia carriera. »
La figlia si era avvicinata a lui silenziosamente, aveva un passo vellutato e leggero. Avrebbe colto di sorpresa i migliori maestri di Ionia.
« Tornerà... Purtroppo tornano sempre quando non hanno il coraggio di macchiarsi le mani. E quella donna non ucciderà mai nessuno. Basta avere pazienza, mia cara Orianna. »
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