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Libro 2: 02) Barone Nashor

L'oscurità regnò sovrana quella notte sulle sponde del fiume Serpentine. Shaco e Fiddlestick rimasero svegli tutta la notte in cerca del re del fiume, senza ricevere alcun segnale da parte del mostro. Più volte Fiddlestick aveva mandato i suoi corvi in avanscoperta ad osservare ogni punto del lungo fiume che iniziava nei pressi di Demacia e sfociava nel nord del Valoran, ma nulla si muoveva nei pressi del fiume, come se tutti i demoni che dimoravano in quella selva evitassero anche il sol aggirarsi nei pressi del fiume.

« Sto per perdere la pazienza! »

Urlò Shaco all'improvviso squarciando il silenzio della selva. Fiddlestick sentiva in lui un misto di paura ed agitazione, come se quell'attesa angosciante spaventasse il demone giullare più dell'incontro con il Barone Nashor.

« Nashor! Esci fuori verme bavoso! Giusto il tempo di squarciarti lo stomaco e leviamo il disturbo! »

Lo spaventapasseri ridacchiava alle parole del giullare. Si divertiva a vedere il compagno in quello stato, era raro vedere un pazzo come lui agitato per il terrore,

« Smettila di ridere! O ti allargo quel ghigno a furia di coltellate! »

All'improvviso, un fruscio bloccò i due esseri oscuri. Un soffio di vento anomalo che, in una serata così tranquilla, parve come un fulmine a ciel sereno.

« È qui... »

Sibilò lo spaventapasseri al compagno mentre estraeva la falce conficcata nella sua schiena. Teneva spesso la sua arma conficcata nel suo corpo, così da non perderla in giro.

« Lo sento... Si sta svegliando... »

Shaco sorrideva malevolo e tirò fuori i suoi fidati coltelli, aspettando il momento giusto per diventare invisibile. Non poteva sparire prima della comparsa del mostro, servivano delle esche visibili.

« Stai pronto a morire. »

Annunciò lo spaventapasseri al demone giullare. Tutto si fermò all'improvviso. Ogni rumore, ogni spiffero di vento, ogni movimento del fiume tacque. Nulla poteva incutere maggiore terrore ad un essere umano. Per fortuna, sia Shaco che Fiddlestick non erano più umani da molto tempo.

« Eccolo! »

Dallo specchio cristallino d'acqua del fiume emerse un'enorme palla di pelle verdognolo, con due baffi tentacolari e con una bocca grande il doppio di Shaco. Era vestito con uno smoking nero, bagnato dall'acqua del fiume, e con un cilindro in testa. In uno dei suoi baffi portava un bracciale d'oro ed in mano teneva un elmo mangiato per metà.

« Signori, buonasera. »

Salutò il mostro, levandosi il cappello e sparendo verso il buio della foresta, evitando di fermarsi ulteriormente con Shaco e Fiddlestick. I due esseri oscuri, non aspettandosi di vedere un un essere così simile ad un rospo in quel luogo, persero la concentrazione ottenuta fino a quel momento.

« A quanto pare ci siamo sbagliat... »

Fiddlestick non fece in tempo a finire la frase che un enorme tentacolo colpì in pieno Shaco, facendolo volare contro uno degli alberi vicini alla riva del fiume. Visto il compagno colpito, Fiddlestick scatenò i suoi corvi, così da far uscire allo scoperto il loro vero nemico, che era rimasto nascosto fino a che il rospo non fosse scomparso. Dopo innumerevoli beccate da parte dei suoi corvi, rivolte contro il tentacolo di Nashor, l'escrescenza si ritirò nel fiume, scomparendo nel nulla. Anche l'aura magica che avvolgeva quel luogo andò scemando di secondo in secondo. Segno che il Barone Nashor si stava ritirando.

« Paura per qualche corvo? »

Urlò contro lo specchio del fiume, che, dopo qualche attimo vide tremare all'impazzata. Dall'acqua fuoriuscì l'intero corpo del mostro, alto più di una decina di metri e composto da squame e pustole verdi. Un enorme verme di color viola scuro, con il ventre più chiaro e senza occhi. Al loro posto aveva una ventina di pustole enormi celesti che facevano colare all'esterno uno strano liquido verde. Sembrava che avesse una cinquantina di tentacoli, ma Fiddlestick ne vedeva così tanti per l'agitazione e la pressione del momento, ed ognuno di essi aveva una bocca piena di zanne velenose. Una gigantesca bocca con denti aguzzi, da cui fuoriusciva uno strano gas puzzolente e sempre il solito liquido che lo spaventapasseri ipotizzò fosse velenoso. Nella confusione generale, Fiddlestick notò che sopra la sua testa c'era qualcuno che cercava di ferire le pustole del Barone Nashor con i suoi coltelli.

« Volevi fuggire? Codardo! »

Era Shaco. Colui che era stato colpito era solo un fantoccio usato come esca per potergli permettere di colpire di nascosto il mostro. Il demone giullare si era buttato in acqua per potersi attaccare ad una delle sue innumerevoli corna appuntite.

« Bastardo! Tu usi manichini priva di vita ed a me mandi in prima linea? Se ne usciamo vivi ti do da mangiare ai miei corvi! »

Urlato questo contro il compagno, incominciò a colpire anche lui il ventre duro del mostro con la sua falce.

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« Devi trovare i due bambini e portarli da me... Per il bene dell'equilibrio. »

Era questo quello che Shen aveva ordinato al piccolo Kennen, lo yordle della triade dell'equilibrio, anche nominato dagli abitanti di Ionia "Il cuore della tempesta". In fondo era sempre stato questo il suo compito: viaggiare per tutta Runeterra, diffondendo il volere dell'equilibrio e punendo coloro che non lo rispettavano.

« Sarà un lungo viaggio... »

Gli disse con affetto Akali qualche ora dopo. Lo yordle non temeva le ricerche lunghe ed estenuanti, ma avrebbe preferito ricercare qualcuno di ben più caro alla triade anziché i due bambini.

« Se perdo tempo a cercare quei due mocciosi perderò tutte le informazioni che ho ottenuto per riportarlo indietro... Se non mi sbrigo potrebbe celare nuovamente le sue tracce e sarei costretto a ricominciare da zero. »

Affermò il ninja dal completo viola alla bella ragazza. Akali sapeva a chi si riferiva e, in quel caso, trasmesse dolore e rabbia solo con lo sguardo.

« A che punto era la tua ricerca? »

Chiese quasi sottovoce.

« Ero vicino a scoprire dov'era il suo nascondiglio... Ma ormai è del tutto inutile... Non appena sarò tornato con i due bambini, lui si sarà già spostato in un'altra zona di Ionia. Ed in quel momento sarà ancora più difficile stanarlo. Soprattutto se si sposta verso sud, nelle zone conquistate da Noxus. »

Akali strinse forti i pugni. Da un lato capiva l'importanza della ricerca dei due piccoli, dall'altro non capiva come Shen potesse dare maggiore importanza a loro piuttosto che al suo migliore amico.

« Sono anni che non lo vedo... »

Akali si voltò di spalle verso Kennen per non far vedere i suoi occhi, stavano per tradire la sua freddezza e non si sarebbe mai perdonata se Kennen la vedesse piangere.

« Ma se l'occhio del crepuscolo ha deciso questo. Bisogna rispettarlo per il bene dell'equilibrio... »

Detto questo, la giovane Akali lasciò la tenda, facendo preparare allo yordle la borsa per il lungo viaggio in silenzio.

« Sono passati anni... Eppure tu sei ancora in pensiero per lui... Come me. Chissà se anche Shen, nel suo modo di vedere da lontano il mondo, pensa a Zed qualche volta. »

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« Eureka! »

Urlò nel suo laboratorio lo yordle dalla folta capigliatura. Saltellava di gioia quando Ziggs entrò per vedere il motivo di tanta allegria. Heimerdinger aveva prodotto un urlo talmente forte che metà accademia si era svegliata nel cuore della notte. Ziggs, assonnato ed in pigiama, scese le scale che portavano al laboratorio ancora con il cuscino sotto il braccio. Non era strano vedere il collega alzato a quell'ora per lavorare, ma di solito teneva i decibel della sua voce sotto un certo livello per non disturbare i componenti dell'accademia.

« Che hai tanto da urlare? »

Chiese con gli occhi semi-chiusi. In quello stato riusciva a malapena a sentire ciò che il collega yordle gli diceva.

« Guarda ed ammira! »

Gridò facendogli vedere un'enorme lavagna con dei numeri e delle equazioni talmente complesse che anche Ziggs faticò a seguire.

« È un'equazione bella lunga e molto complicata... Troppo per i miei gusti. Sai che preferisco un numero di tre cifre ed un "Boom" finale. Ma vedo che hai trovato anche il risultato finale e l'hai completata... »

La voce squittante di Ziggs era meno fastidiosa del solito, forse per la mancanza di sonno o per la noia scaturita dall'equazione di Heimerdinger.

«Ho riprovato e riprovato questi calcoli un'infinità di volte... Ed anche altri problemi portavano sempre lo stesso risultato. Un secco quarantadue! »

Ziggs non riusciva a capire nulla di quello che era scritto sulla lavagna. Simboli arcani che, messi insieme, non avrebbero combinato nulla di buono. Eppure, Heimerdinger era riuscito in quel calcolo a dargli significato ed una forma con quel risultato.

« Capisco... Ma cosa sarebbe quest'equazione? Cosa cercavi? »

Heimerdinger, mentre si lisciava i baffi biondi, fece un'espressione seria. Poche volte Ziggs l'aveva visto con un'espressione simile, ciò voleva significare che dietro quell'equazione c'era qualcosa di veramente importante.

« Non ne ho la più pallida idea. Ma l'importante è averla risol... »

La frase di Heimerdinger fu stroncata dal cuscino di Ziggs, che glielo lanciò in pieno volto e si girò per lasciare il laboratorio.

« Dormi e fai riposare il cervello! A quanto pare con tutti quei capelli non ti arriva più l'ossigeno necessario per pensare in maniera razionale! »

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Era arrivata la notte ed il cielo stellato accompagnava Annie ed Amumu nella loro fuga. Erano riusciti a prendere possesso di una piccola barca per poter scappare il prima possibile da Ionia.

« Dove siamo diretti? »

Chiese a bruciapelo Amumu, la piccola non ci aveva neanche pensato durante tutto il tragitto fatto in corsa sul dorso di Tibbers.

« Non saprei... La costa più vicina è quella di Noxus... Ma li la nostra forza magica attirerebbe mille maghi pazzi e bramosi di così tanto potere... »

Annie fece una faccia strana per poter spaventare il piccolo yordle. Un sinistro ghigno che fece tremare il bambino bendato.

« Oppure potremmo andare a Bandle City... Li non sono ci sono molti esseri capaci di percepire la nostra potenza. »

Amumu pensò a quella città. La piccola gli aveva detto che li abitavano la maggior parte degli yordle del Valoran. Non gli sarebbe dispiaciuto vedere la possibile dimora della sua sua vecchia famiglia. Poi, ripensando al suo passato sconosciuto, si ricordò che lui non poteva mai provenire dalla città degli yordle, sebbene fosse uno di loro. La sua vecchia casa era quel labirinto oscuro che si trovava in mezzo al deserto.

« Ma il nostro obiettivo quale sarà? Oltre a fuggire dall'occhio del crepuscolo... »

« Vivere... Direi che è un obiettivo più che difficile da raggiungere. Non trovi? »

Il sorriso della piccola rassicurò lo yordle bendato, ma, in cuor suo, aveva anche tanta voglia di scoprire chi era. Quando lo disse all'amica, anche lei gli ricambiò un sorriso di gioia.

« Allora è deciso! Avremo tre obiettivi: Fuggire, vivere e scoprire il tuo passato! Sei d'accordo? »

Amumu annui e con lo sguardo ringraziò la piccola che teneva in braccio l'orsacchiotto di pezza.

« Quindi facciamo così... Consiglierei di ormeggiare a Bandle City, per poi incamminarci verso il deserto di Shurima. »

Disse fissando una mappa che aveva "preso in prestito" da uno dei barcaioli di Ionia. Vedendola così felice ed allegra, Amumu non potè non pensare ai suoi genitori.

« Annie... Ma non ti preoccupa che i tuoi genitori non sappiano dove tu sia diretta? »

Annie fissò intensamente la cartina, non volendo che lo yordle la fissasse dritto negli occhi. Quasi volesse nascondere dentro di se una sorta di risentimento verso la sua famiglia e verso la sua infanzia. L'incontro con Shen l'aveva fatta maturare di colpo. Prima di quell'incontro non avrebbe mai dato importanza alla vita ed avrebbe continuato ad essere la solita Annie. Felice, soave e spensierata nella sua casa nelle lande Voodoo. Lo scontro con un tale esponente di Runeterra, con un tale capace di reggere sulle sue spalle l'equilibrio tra il bene ed il male, aveva fatto nascere in lei l'esigenza di maturare. Forse a causa dei suoi poteri, forse per l'incontro con Amumu, o forse perché, per la prima volta, si era accorta di come la sua magia potesse fare la differenza per le sorti di Valoran. Ma, in compenso, sapeva che più si allontanava dai suoi genitori, più poteva diventare grande. E, ciò che voleva, era diventare abbastanza forte e matura per poter un giorno essere d'aiuto a chi salverà Runeterra dalla mania di conquista dei malvagi. E chissà, forse l'avrebbe fatto con Amumu al proprio fianco. Dimostrando come un essere di luce come lei possa collaborare con un essere oscuro come lui, in perfetto equilibrio. Quasi come stesse adempiendo al volere di Shen di mantenere l'equilibrio senza volerlo. « Chissà se Amumu sarà la mia torcia ed io il suo fuoco. », pensò la piccola quando sentì per la prima volta il potere di Amumu.

« No... Anzi, penso che si divertiranno a cercarmi. »

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La battaglia contro l'enorme mostro viola fu molto ardua per i due esseri oscuri. Shaco non mollava la presa dalle corna del mostro, mentre Fiddlestick provava a squarciare il resistente ventre del barone Nashor, ma senza alcun risultato. Secondo il demone giullare, il Nexus si trovava all'interno dello stomaco del barone e solo dopo averlo aperto in due avrebbero potuto recuperare l'oggetto. Ma nessuno degli attacchi dello spaventapasseri parve funzionare. Dopo una ventina di attacchi, Fiddlestick perse le speranze di poter anche solo scalfire l'armatura del mostro.

« Pazzo! La mia falce non riesce a penetrare nella sua carne! Hai qualche altra idea? »

Shaco, mentre tagliava alcuni dei tentacoli molli che cercavano di strozzarlo, era molto deluso dal fallimento del compagno. Se non si riusciva ad aprire la pancia del barone Nashor, l'unica soluzione che gli rimaneva per recuperare il Nexus era la più disperata.

« Mucchio di paglia cerca di tenerlo a bada per un po'! »

Detto questo, il demone giullare lascio la presa dal corno del mostro e si tuffò dentro la sua bocca, cercando di evitare i devastanti ed aguzzi denti velenosi di quest'ultimo.

« La fai facile... »

Con un fischio, Fiddlestick radunò a se tutti i suoi corvi rimasti in vita e li scatenò contro il barone. I corvi lo tennero distratto per qualche secondo, giusto il tempo per permettere allo spaventapasseri di allontanarsi di poco dalla bestia. I neri pennuti cercarono invano di graffiare le pustole del mostro, ma la maggior parte vennero inghiottiti in un sol boccone. Ad un certo punto, il mostro si fermò. Ignorando persino l'attacco dei corvi.

« C'è riuscito? »

Sperò Fiddlestick mentre vedeva Nashor in balia a degli spasmi. Ma, per sua sfortuna, non era ancora finita. Quegli spasmi erano dovuti ad una metamorfosi del mostro che aveva prodotto ai lati della propria testa due piccole teste, delle appendici prive di pustole ma veloci e con denti ancori più grossi alla testa originale. Il barone Nashor si era adattato allo scontro ed aveva capito che, per poter far smettere al più presto l'attacco, doveva inghiottire il maggior numero di corvi possibile.

« Vana speranza... »

Con un ultimo e disperato gridò, Fiddlestick lanciò contro Nashor un colpo a forma di falce creata dall'energia oscura del suo cuore, sperando di poter ferire il mostro. Anche quel colpo andò ad infrangersi contro il duro ventre del mostro, rendendo il tutto vano.

« Sono fottuto! »

Urlò al vento. Ma, improvvisamente, vide qualcosa incastrata fra i denti di una delle teste del barone. Era Shaco. Lo riconobbe subito e, con altrettanta velocità, lanciò alcuni dei suoi corvi per poter salvare il compagno. Non appena i corvi si avvicinarono alla testa, essa spalancò le fauci inghiottendoli senza pietà. Nel frattempo Shaco era riuscito a liberarsi dai suoi denti aguzzi ed era scivolato in acqua.

« Scappiamo! »

Gridò il demone giullare al compagno. Fiddlestick aizzò i suoi corvi contro Nashor per coprire la loro fuga e poi si mise alle spalle di Shaco che correva all'impazzata.

« Hai trovato quello che cercavi? »

Chiese lo spaventapasseri con il fiatone.

« Certo! Non immagini nemmeno che schifo e che puzza c'era li dentro! »

« Non ti preoccupare... La sto sentendo proprio adesso. »

Esclamò indicando il giullare che era ricoperto completamente di melma e che puzzava terribilmente di vomito.

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