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Libro 1: 10) Annie

Era una mattina tranquilla nelle lande Voodoo, il cielo era limpido e non c'erano stati attacchi da parte di Noxus da più di una settimana. L'accampamento dell'Ordine Grigio era uno dei pochi luoghi "sicuri" di tutte le lande. La maggior parte di essa era dominata da una misteriosa creatura che vagava per l'intera zona. Questa creatura aveva creato non pochi danni all'Ordine Grigio. Il capo della banda di maghi e di intellettuali, Gregori Hastur, aveva più volte perlustrato la valle in cerca della creatura e, più volte, aveva cercato di ucciderla. Ma era stato tutto vano. Quella creatura, un essere d'ombra e fuoco, terrorizzava l'intero accampamento e li teneva confinati in quel luogo. Se nemmeno il potente stregone grigio era riuscito a sconfiggere quel demone, l'Ordine Grigio sarebbe scomparso in fretta.

« Chi sei tu? »

La piccola Annie, raggiunta l'età di cinque anni, era una dei pochi bambini che vivevano nell'accampamento. Lei, con i suoi capelli corti e di un colore misto tra il rosso ed il rosa, giocava spesso fuori dall'accampamento, all'insaputa della madre e del padre. Con il suo piccolo vestito viola scuro, con la sua gonna porpora e con il suo zaino rosa, passava la giornata ad esplorare la zona. Mai una volta aveva incontrato la creatura tanto temuta dall'Ordine Grigio. Almeno, fino a quella mattina.

« Sei da solo? »

Domandò la piccola bambina che guardava quell'essere d'ombra e fuoco. Guardandolo per la prima volta, notò che quell'essere assomigliava ad un orso. Corto pelo, artigli affilati, un corpo enorme a quattro zampe con una testa piccola. Osservando i suoi occhi, rossi e scintillanti, Annie non vide rabbia o brama di uccidere, bensì paura e solitudine.

« Non hai una famiglia vero? »

Annie avvicinò la propria mano verso il muso ringhiante dell'orso. Non avendo alcuna paura di quell'essere. Appena appoggiò la propria mano sul suo muso, l'orso-ombra si calmò in un istante. Avvertiva in quella piccola bambina un'enorme potenza magica, tanto alta da spaventare lo stesso orso. Allo stesso tempo, però, sentì uno strano piacere nel stare al suo fianco. Il suo odore, così candido e profumato, era inebriante per l'essere composto da ombra e fuoco.

« Non sei cattivo come dicono tutti, vero? »

Il sorriso di Annie ebbe un che di ipnotico, tanto da far mettere seduto l'orso, permettendo alla bambina di potergli stare ancora più vicina. Dopo qualche secondo, la piccola tirò fuori dal suo zaino un piccolo orsetto di pezza marrone.

« Sai... Questa bambola me l'ha fatta mia madre. Guarda! Sembri tu! »

L'orso parve divertito dall'innocenza della bambina. Sentiva di non poter fare a meno di volerle bene. Il suo profumo, i suoi profondi occhi verdi e la sua innocenza, avevano fatto si che l'orso potesse fidarsi di lei.

« Che ne dici se diventiamo amici? »

Chiese accarezzando il pelo dell'orso con una mano mentre con l'altra teneva in mano il bambolotto. L'orso aveva già deciso: sarebbe diventato amico di quella bambina. Sentiva dentro di se l'impulso di proteggerla e di sorvegliarla dal male. Di proteggere uno dei pochi fasci di luce di questo buio mondo. Avrebbe fatto di tutto per poter sentire per sempre il suo odore. Qualche istante dopo, l'essere di ombra e fuoco incominciò a diventare cenere. La cenere, quasi come fosse sotto il controllo di un incantesimo, si fuse con l'orsacchiotto di pezza che Annie aveva tra le mani. L'orsacchiotto, con grande stupore della piccola, aveva preso gli stessi occhi dell'orso ombra: un rosso intenso. Ma, questa volta, trasmettevano felicità e spensieratezza alla piccola. Annie sentiva la vita dentro quella bambola. Sentiva che l'orso-ombra si era fuso con l'orsacchiotto di pezza. E ne era tanto contenta che volle abbracciarlo con forza ed amore.

« Ti chiamerò Tibbers e staremo insieme per sempre! Contento? »

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« Terra in vista! »

Gridò Tristana dopo aver avvistato la costa dell'isola maggiore dell'arcipelago di Ionia. Erano a poche ore di distanza dal loro obiettivo e, per fortuna, quel viaggio era finito. Dopo aver attraccato al porto, si sarebbero dovuti dirigere al centro dell'isola, in mezzo alla foresta di Ionia. Nella foresta, c'era l'abitazione del suo amico: l'occhio del crepuscolo, Shen. L'aveva conosciuto dieci anni prima, durante un'esplorazione dell'isola da parte di una compagnia di yordle. Shen, a quel tempo, era ancora un allievo e seguace dell'ordine Kinkou. Lui era stato addestrato sin da bambino per poter diventare l'occhio del crepuscolo. Ma, in quel periodo, erano ben altri i guerrieri dell'isola che preoccupavano il rapido scout. Per fortuna gli yordle, riuscirono a trovare un accordo con il capo delle forze armate dell'isola, il famoso spadaccino Wuju, Yi. Il più grande tra i maestri della spada di tutto il Valoran. La forza degli yordle, sostenuta dalla forza di Udyr, l'eremita spirituale del Frel Jord grato a Ionia, unita a quella degli abitanti dell'isola sotto il comando dei capitani Karma, Yi ed Irelia, riuscì a respingere le armate di Noxus che in quel tempo mirava ad impadronirsi dell'isola. Persino Heimerdinger e Piltover diedero una mano al povero arcipelago, principalmente per contrastare Zaun che si era alleata con Noxus e Bilgewater per la conquista di Ionia. Dopo anni di guerra, Noxus decise di usare le armi chimiche di Zaun per finire i combattenti ionici. Pochi sopravvissero a quell'attacco, ma l'isola non cadde ugualmente tra le grinfie di Noxus. Yi aveva dato tutto quello che aveva in questa guerra. E, una volta conclusa, circa otto anni fa, si ritirò come eremita per affinare la propria tecnica, e per far sparire il suo desiderio nascosto di vendetta contro Noxus. Prima di ritirarsi, diede ai guerrieri Kinkou l'arduo compito di continuare a cercare nuovi combattenti capaci di lottare per mantenere l'equilibrio del Valoran. Dopo aver costretto Shen a fargli affrontare la prova del Takanu, ovvero vedere il proprio padre mentre veniva torturato senza muovere un muscolo e senza intervenire, e dopo avergli conferito la nomina di "occhio del crepuscolo", Yi lasciò le redini di Ionia a Shen. Sebbene gli yordle si fossero uniti a Ionia solo negli ultimi due anni di guerra, Teemo aveva combattuto innumerevoli volte al suo fianco, scacciando le armate noxiane da Ionia e limitando le conquiste da parte della città-stato. Proprio per questo motivo sapeva di poter contare su di lui.« Speriamo che sappia darci una spiegazione su quello che succede a questo bambino. »Disse guardando verso l'orizzonte, mentre Tristana stava seduta affianco alla sacca in cui tenevano il piccolo bendato, accarezzandola e pensando al terribile fardello che si portava dietro. Non appena sbarcarono nel porto di un piccolo villaggio dell'isola, Teemo si sentì stranamente osservato. Il rapido scout, oltre ad avere un'insolita freddezza in battaglia, aveva un'istinto fuori dal comune. Riusciva a percepire la presenza di altre persone intorno a lui, cosa abbastanza utile quando si era spiati. Qualcosa si muoveva nell'ombra, ma Teemo non riusciva a capire dove si nascondesse la spia.

« Vieni fuori! So che mi stai osservando da quando siamo sbarcati! »

Tristana si stupì delle sue parole, dato che lei non si era accorta di nulla. Teemo lasciò cadere dalle sue spalle la sacca con il piccolo bendato ed aspettò che l'ombra si facesse avanti. Alle sue spalle, prendendo di sorpresa anche Tristana, comparve un piccolo yordle vestito da ninja, con un insolito completo viola e con il viso coperto. Si riuscivano a vedere solo i suoi freddi occhi azzurri e qualche ciocca di pelo marrone. Nonostante la sua identità era celata, si riusciva a capire perfettamente chi fosse.

« Oh... Ho il piacere di incontrare il "cuore della tempesta", Kennen. Lo yordle che mantiene l'equilibrio insieme a Shen. »

Le orecchie da gatto che aveva sulla fronte erano coperte da un cappuccio.« Portate con voi un'insolita creatura... L'occhio del crepuscolo ha avvertito la sua presenza malvagia a leghe di distanza. »Il ninja abbassò lo sguardo verso il sacco steso per terra.

« Dobbiamo porgere il bambino rinchiuso in questo sacco al volere di Shen. Solo lui può sapere come comportarsi con un essere del genere. »

Kennen, fissandolo con scetticismo, continuava a girargli intorno, quasi come se stesse aspettando il momento giusto per attaccare. Teemo, calmo e risoluto come sempre, aveva, come al suo solito, l'espressione divertita che lo contraddiceva. Sembrava quasi come se quella situazione gli piacesse.

« L'occhio del crepuscolo non sarà contento di vedere che avete portato nella nostra pacifica isola una bestia oscura come quella. »

Con un grande balzo, salì sopra la cima di un albero, distanziando Tristana e Teemo di parecchi passi.

« Lo avvertirò della vostra presenza. Ci vediamo tra qualche giorno al suo cospetto. »

Detto questo, Kennen sparì nel nulla, lasciando i due yordle da soli. Il compito di Kennen per mantenere l'equilibrio era quello di correre per Runeterra, diffondendo il verbo del Kinkou e distribuendone le punizioni. Sapendolo, Teemo non si preoccupò della sua presenza. Era ben contento di sapere che Shen aveva già avvertito la presenza oscura del piccolo, così sarebbe stato pronto a decidere cosa farne di lui.

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« Una convocazione da parte di Ionia? Perché mai l'occhio del crepuscolo dovrebbe interessarsi a lei? »

Domandò la strega dell'ombra, Amoline, al marito. Gregori aveva ricevuto in visita nel suo ufficio uno dei più rapidi messaggeri di tutta Runeterra. Kennen era apparso nelle lande Voodoo solo per portare il messaggio di Shen allo stregone grigio. La presenza del cuore della tempesta in quel luogo, turbò il padre di Annie. La sua preoccupazione aumentò quando lo yordle gli disse che Shen sapeva tutto riguardo alla figlia: di come aveva allevato un orso d'ombra, dei suoi poteri magici, del suo grande potenziale e della sua pericolosità. Poco prima di quell'incontro, una truppa di Noxus tentò un agguanto all'ordine. Tutto fu sventato dalla piccola Annie che, in assenza dei suoi genitori impegnati a Demacia, aveva posto fine all'attacco, bruciando vivi i combattenti di Noxus.

« Era inevitabile. Gli informatori dell'occhio del crepuscolo sono tanti. Il suo potere non può arrivare fin qui. Ma ha spie in ogni dove per mantenere l'equilibrio. Non dico che non sia sbagliato spiare tutti i regni conosciuti, dato che anche noi usiamo parecchie spie a Noxus, ma grazie a questo metodo ha sventato parecchie crisi. In questo caso, ha percepito un futuro pericolo in Annie e vorrebbe valutarla. »

Amoline ancora non credeva alle parole del marito. Lasciare la propria bambina nelle mani di uno sconosciuto solo per sapere se dovrà vivere o morire per mantenere l'equilibrio. La potente magia di Annie era superiore a quella dei genitori ed aveva solo dieci anni. Da grande sarebbe potuta diventare la salvatrice del Valoran. Ma, a conti fatti, poteva anche diventare il contrario.

« L'occhio del crepuscolo non può pretendere la vita di mia figlia! Lei sarà colei che ci salverà! Colei che eliminerà tutto l'odio e la sete di conquista di Noxus! »

Gregori la pensava esattamente come la moglie, ma se Shen la voleva vedere doveva esserci un motivo. Tutti i giudizi di Shen sono considerati come verità assolute. Lui è l'unico che può sapere il destino di Annie. Lo stesso Kennen era stato abbastanza convincente con un'unica frase.

« Pensa a questo... Annie diventerà troppo potente tra qualche anno per essere fermata. Se sarà una minaccia per il nostro mondo, dobbiamo saperlo ora e subito. Prima che lei sprigioni la sua vera forza. »

Gregori Hastur aveva deciso sin dall'incontro con il cuore della tempesta cosa avrebbe fatto. Avrebbe portato lui stesso Annie dal grande Shen.

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Si muoveva veloce nella foresta. Rapidamente si spostava da un ramo all'altro senza alcuna difficoltà. Il punto in cui avrebbe incontrato il suo maestro era vicino. Pochi giorni di cammino e sarebbe arrivato in cima alla collina solitaria. Dove il grande maestro del Wuju si era ritirato dopo la grande guerra contro Noxus e l'esilio nel Valoran. Fremeva dalla voglia di vederlo, il suo futuro maestro era una leggenda vivente. L'aveva visto di sfuggita oltre la grande barriera e da li non se l'era più tolto dalla testa. Con la sua spada aveva ucciso un migliaio di avversari. Nessuno poteva contrastare la sua velocità e la sua precisione. Ma erano un paio d'anni che viveva da solo.

« Qualche visita gli farà piacere... »

Dopo un lungo girovagare per Valoran, finalmente era arrivato nell'arcipelago di Ionia. Era sbarcato qualche giorno prima e non ci volle molto per scoprire l'ubicazione della casa del suo futuro maestro. Molti cittadini, erano rimasti sorpresi nel vederlo. A quanto pare non avevano mai visto qualcuno come lui.

« Sei uno yordle? »

Chiese un signore notando il suo corpo pieno di peli e la strana armatura gialla.

« Forse la coda l'avrà confuso... Ma io sono molto più alto di uno yordle. ».

In effetti era alto quasi un metro e ottanta centimetri. L'aspetto sebbene rozzo e singolare, confondeva parecchio chi lo vedeva.

« Forse non hanno mai visto una scimmia parlante. »

Pensò ad alta voce quando si arrampicò su un albero per potersi riposare per qualche minuto. Era solito parlare con se stesso o pensare a voce alta, dato che stava quasi sempre da solo, perciò l'unico compagno con cui poter parlare era se stesso. La frenesia del momento era talmente altta che si era scordato di mangiare e di dormire per due notti. In quel momento di pausa, subito dopo aver trovato qualche frutto da poter mettere sotto i denti, vide in lontananza una strana creatura. Più strana di lui.

« Wow! »

Un essere completamente bianco si stava abbeverando in un lago poco distante dall'albero in cui stava riposando. L'animale bianco latte assomigliava ad una volpe, sebbene il colorito ed il numero delle code facevano pensare a tutt'altro.

« Forte... Nove code... Quanto è bello... O bella... Non saprei dirlo con certezza da questa distanza... »

Non passò molto tempo che l'animale si sentì spiato dallo sguardo della scimmia, che lo fissava ammirato e con fascino. Non appena vide che anche la volpe lo stava guardando, agitò la mano per salutare l'animale e per farsi notare. La volpe lo analizzava con sguardo serio, con i suoi intensi e luminosi occhi gialli.

« Ciao! Io sono Kong! Ti va di fare conversazione? »

La volpe restò li fissa a studiarlo per qualche secondo prima di girarsi e di sparire nel nulla. Non si era fidato della povera scimmia.

« No! Non te ne andare! Sei bellissima! O bellissimo! Non ho neanche capito di che sesso sei! »

La scimmia, delusa ed amareggiata, ricominciò a correre verso il suo maestro. Sperando che almeno lui fosse più socievole dell'animale incontrato qualche minuto prima.

« Master Yi sto arrivando! »

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Non era ancora arrivata l'ora di cena e nessuno dei suoi ospiti si era ancora presentato. Dopo il ritorno della figlia, Heimerdinger aveva organizzato una cena con Corki e Ziggs nel suo appartamento dell'accademia. Li aveva chiamati per poter parlare della questione "fidanzato" con Jinx. Non sapeva come muoversi in questo campo e sperava di non dover trattare questo argomento con la figlia ancora per qualche altro anno. Aveva chiamato i suoi due colleghi così da poter avere aiuto in questa "impresa". Jinx si era rinchiusa nel bagno sin dal suo ritorno. Sicuramente ne sarebbe uscita per cena ed Heimerdinger doveva essere pronto.

« Finito! »

Esclamò terminando di preparare la tavola. Le portate stavano cuocendo e i preparativi erano ultimati. Rimaneva una sola cosa da fare. Aspettare gli invitati. Non dovette aspettare troppo tempo per sentire il campanello del suo appartamento suonare.

« Questo dev'essere Corki... In anticipo come sempre. »

Heimerdinger andò verso la porta a passi veloci. Voleva parlare al più presto con l'amico per mettersi d'accordo su ciò che dovevano dire alla figlia durante la cena. Appena aprì la porta, si trovò di fronte qualcuno che non si sarebbe aspettato. Qualcuno che conosceva da un paio d'anni e con cui aveva un buon rapporto, sebbene non avesse mai chiesto di farsi costruire qualcosa per se stesso. Sorridente, con fisico atletico e con i capelli scompigliati e luminosi, non era cambiato di una virgola dall'ultima volta che Heimerdinger lo vide. Lo scienziato, colto dalla sorpresa, non aspettò molto per abbracciare il giovane.

« Oh... Ma guarda un po' chi mi viene a trovare. Qual buon vento ti porta nella mia piccola casa? »

« Piccola casa? Ti ricordo che vivi in un'accademia alta quasi come la tesoreria di Piltover. »

Disse sorridendo il giovane mentre si sistemava i biondi capelli mossi dal vento.

« Non startene li fuori. Tira vento e fa freddo. Entra ed accetta un bicchiere di vino, mio caro Ezreal. »

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