Libro 1: 06) L'araldo delle macchine
« Pace. »
Il piccolo era stato immerso nell'enorme foresta, che aveva incontrato dopo aver lasciato la solitudine del deserto. Al contrario dei giorni precedenti, sentiva intorno a se la vita. Migliaia di alberi lo accerchiavano e non lo facevano sentire solo. L'eco degli innumerevoli versi animali gli faceva sentire nel cuore uno strano calore. Come se avesse trovato una speranza, come se li poteva trovare ciò che cercava.
« Volete diventare miei amici? »
Chiese a qualche albero, tentando anche di abbracciarli sperando in una loro risposta. Ma vano fu il tentativo. Il piccolo, però, non si scoraggiò per qualche albero muto. Quindi cercò di fare amicizia con qualche animale della zona. Faticò non poco per trovarli, in quell'immensa foresta le bestie selvatiche si nascondevano per istinto, sia per cacciare sia per non essere cacciate. Il bambino bendato, dopo quasi un'intera giornata, vide finalmente qualcuno con cui poter fare amicizia.
« Finalmente! »
Gridò per la gioia. In lontananza vide un enorme puma di un color giallo paglierino che ammirava il tramonto su una rupe. Solitario e maestoso, con delle leggere ciocche arancioni sul muso e sul dorso. Era uno spettacolo per gli occhi, un esempio di fierezza e di bellezza.
« Bello! »
Il piccolo corse verso la creatura a gran velocità, cercando di non inciampare sulle sue stesse bende. Ma, a pochi passi di distanza dal puma, qualcosa colpì il suo collo. Il piccolo pensava che una zanzara o un'ape l'avesse punto e si controllò la zona da cui partiva il dolore.
« Questo cos'è? »
Chiese a se stesso staccando dal suo collo un oggetto violaceo appuntito. Il piccolo, dopo qualche istante di confusione, si ricordò il nome di quell'oggetto.
« Questo è un dardo... »
Non riuscì nemmeno a finire la frase che gli mancò il fiato. Si accasciò a terra per cercare di respirare con più facilità, ma non ci riusciva e le sue braccia erano diventate troppo pesanti. Dopo qualche secondo, anche la vista venne meno. L'ultima cosa che vide fu il puma che si allontanava e che correva verso il buio della foresta. Poi, come quando si trovava nella sua prigione piramidale, tornò a sprofondare negli abissi dell'oscurità.
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« Che diamine stai facendo? »
Urlò la bella Vi contro il suo compagno. Il biondo avventuriero era ancora bloccato dalla presa di Jinx e non riusciva a muoversi per colpa della pistola Zapper. Qualche istante prima, era stato ipnotizzato dal lungo e passionale bacio della ragazza dai capelli blu elettrico. Un intenso e caldo bacio terminato per l'arrivo di Vi. Ezreal non sapeva se sentirsi in imbarazzo per l'accaduto o appagato per aver trovato la calma grazie a Jinx. Senza quel bacio avrebbe scatenato l'ira del suo lato oscuro ed avrebbe anche rischiato di far del male ai suoi compagni.
« Non è come credi! Sono bloccato! »
Il biondo cercò di spiegarsi con la "legge di Piltover", ma, in quel momento, intervenne Jinx a peggiorare la situazione.
« Senti capelli buffi, potresti lasciarci un momento d'intimità? Prometto che poi giocheremo insieme quando avremo finito. »
Vi, in preda alla collera, cercò di dare un pugno alla pazza, che evitò con agilità lasciando la presa che aveva su Ezreal.
« Il mio nome è Vi! Non permetterti di insultarmi! »
Jinx era tornata in posizione, pronta a combattere con la sua mitragliatrice e con le sue armi da fuoco.
« Vi? Sta per stupido! »
La frase della giovane non aveva alcun senso, ma fece inferocire maggiormente l'avversaria che incominciò a riscaldare i razzi propulsori che aveva dietro le enormi braccia Hextech. Usava quel razzi per dare maggiore carica al proprio colpo e per poter attaccare con più energia. Jinx stava per assaggiare i pugni "spacca-ferro".
« Vi sta per Violenza! Vi sta per Vendetta! Vi sta per Viziosa! Non te lo dimenticare! »
Appena Vi scatenò i razzi propulsori, volò in direzione della ragazza cercando di colpirla in pieno volto con uno dei suoi pugni. Jinx, con tempestiva rapidità, si abbassò per evitare il pugno. Avendo mancato la sua preda, Vi colpì una piccola parete che era rimasta intatta dopo l'esplosione dei missili, riducendolo in briciole.
« Sicura? Vi non starebbe meglio per Violino? »
Questa volta fu il turno di Jinx di attaccare, scaricando una raffica di proiettili contro la ragazza dai capelli rosa. Vi, prontamente, usò la sua tecnologia Hextech come uno scudo, rendendo inefficace la risposta della nemica.
« Non ha senso! »
Vi si gettò nuovamente alla carica, cercando di usare meno forza e di aumentare la velocità dei suoi colpi. Ma era del tutto inutile, tra una schivata ed un sorriso, Jinx ne uscì nuovamente incolume, sebbene per due o tre pugni era stata costretta ad usare il suo mitra come scudo.
« Sei divertente cicciobomba. Che ne dici se scendiamo al piano inferiore e distruggiamo tutto quello che ci circonda? »
Detto questo, Jinx puntò il suo lanciarazzi verso il pavimento, pronta a sparare.
« No, ferma! »
Urlò Ezreal. Era finalmente finito l'effetto della Zapper di Jinx ed ora poteva muoversi di nuovo liberamente. Era anche riuscito a riprendersi il suo diamante durante lo scontro tra le due ragazze.
« Non ti preoccupare amoruccio... Ci rivedremo presto! »
Finita la frase, Jinx fece partire il colpo, distruggendo il pavimento e portandosi nel baratro anche la bella Vi.
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« Corri! »
Urlò il giovane sceriffo all'eroe di Piltover. Dopo aver fatto il giro della tesoreria, Caitlyn e Jayce avevano iniziato a salire gli innumerevoli piani dell'enorme edificio. Si trovavano quasi a metà strada dal loro obiettivo e non facevano che sentire colpi di mitra ed esplosioni.
« Sto facendo più in fretta che posso! »
L'armatura Hextech di Jayce non gli permetteva di muoversi con tanta velocità. Era pesante ed ingombrante, sebbene fosse un'ottima soluzione difensiva. Caitlyn non faceva che pensare ai suoi compagni, non si sarebbe mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa di grave. Jayce, sapendo della preoccupazione dello sceriffo, non volle lamentarsi troppo di tutta la fatica per salire le scale. Anche perché lui stesso era preoccupato.
« Abbiamo permesso un attacco aereo da parte del nemico... Sono una sciocca! »
Si era urlata Caitlyn dopo aver sacrificato i robot costruiti da Vi e da Jayce. L'eroe di Piltover, rammaricato per tutte quelle ore spese a costruire i robot, non sapeva cosa dire allo sceriffo. La colpa non era sua, ma di quella pazza di Jinx, che era imprevedibile. Dopo qualche secondo sentirono una serie di colpi e di esplosioni provenire da sopra le loro teste. Nessuno dei due ebbe il tempo di parlare quando videro il tetto del piano franare.
« Ma cosa? »
Jinx, piano dopo piano, stava usando il suo lanciarazzi per poter distruggere i pavimenti in cui si ritrovava. Rideva mentre cadeva verso il vuoto, non per la distruzione causata, ma per l'espressione spaventata di Vi, che praticamente precipitava insieme alla pazza. Dopo aver distrutto anche il pavimento di quel piano, Jinx e Vi scomparvero tra le macerie, scendendo fino ai sotterranei.
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Passò un po' di tempo prima di rivedere la luce. Il piccolo bendato si era risvegliato dentro una gabbia di fronte ad un piccolo accampamento. La luna dominava incontrastata il cielo ed era l'unica fonte di luce del luogo. Non c'era nessuno vicino a lui ed ancora non capiva com'era finito lì dentro.
« Chi mi ha messo qui? »
Domandò con voce tremante. Le sbarre di quella gabbia non gli piacevano, dato che il ricordo della sua vecchia prigione era ancora fresco. Il solo pensare a quei giorni di solitudine gli procurava dolore, ma non aveva intenzione di piangere. Se piangeva rischiava di distruggere tutta la foresta senza volerlo.
« C'è nessuno? »
Chiese urlando verso la tenda. Il piccolo non ebbe alcuna risposta. Probabilmente si erano allontanati o stavano dormendo.
« Vi prego liberatemi! Non voglio rimanere rinchiuso qui! »
A quelle parole, si accese una fievole luce in una delle due tende che gli stavano dinanzi. Nessuno vi uscì da essa, ma sentì chiaramente una voce, stridula e non molto forte, quasi come se provenisse da un bambino.
« Dormi e non lamentarti! Domani vedrò se liberarti o meno! »
A quella frase, il piccolo non potè che rassegnarsi. Dopo che la luce della tenda si spense, rimase di nuovo da solo nella notte ad ammirare la bellezza delle stelle, le uniche sue compagne. Le uniche amiche che gli bloccavano le lacrime in quel momento.
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« Che forte! »
Questa era l'unica frase nella mente di Jinx nel momento in cui terminò la sua ondata di distruzione e caos con il suo lanciarazzi Fishbones che, come il nome indicava, aveva la forma di uno squalo ed era completamente blu. Lei e Vi erano arrivati all'ultimo piano della tesoreria, non sapeva cosa ci fosse in quella parte dell'edificio, ma vedeva delle strane luci verdi provenire dalle "stanze" del piano. Vi era svenuta per la caduta, quindi Jinx non doveva temere di "giocare" con lei almeno fino al suo risveglio e si poteva godere un piccolo giro turistico del piano.
« Ehi Fishbones! Facciamo esplodere qualcosa? »
« Potrebbe rivelarsi dannoso per le persone e per i loro sentimenti... »
Jinx modifico la sua voce per far sembrare che la sua arma gli avesse risposto. Aveva usato una voce più profonda e più calma, al posto della sua parlantina che era sempre altisonante e veloce.
« Sei l'arma peggiore di sempre! »
Jinx rimise sulle sue spalle il lanciarazzi, infuriata per la risposta e si incamminò verso ciò che la incuriosiva maggiormente:la luce verde che proveniva dalle stanze. Erano delle stanze separate e protette da una cortina verde molto spessa. Le conoscenze di Jinx sulla tecnologia di Piltover l'aiutò a capire che erano strati di raggi laser messi li per evitare che qualcuno fuggisse dalle stanze. E poteva capire bene il perché.
« Guarda un po' chi abbiamo qui! »
Dentro ogni stanza c'erano dei criminali. E non semplici criminali, bensì i più pericolosi che Piltover avesse mai visto. Alcuni fra i pirati più temuti della ciurma di Gangplank, qualche scagnozzo di Salenzer ed alcuni dei boss del crimine di Piltover. Tutti rinchiusi per evitare che qualcuno potesse creare nuovamente il caos all'interno della bella Piltover.
« Lo sceriffo dal cappello a cilindro si è data da fare in questi anni. »
L'attenzione di Jinx si fermò in una stanza vuota. Non c'era nessuno li dentro eppure la cortina verde era li a difendere la "cella".
« Ti sorprendi dal non vedere nessuno li dentro? »
Una voce, quasi metallica e robotica, sorprese Jinx alle spalle. Per evitare eventuali attacchi, puntò dietro di lei il suo mitra, Pow Pow, il mitra di color viola costruito dal padre. Quando lo vide, gli si illuminarono gli occhi.
« Wow! Non pensavo di trovare qui una leggenda come te... Il grande Viktor, l'araldo delle macchine. »
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« Che cosa è successo? »
Chiese confusa la bella Vi che riprese i sensi dopo la lunga caduta. Jinx aveva distrutto così tanti piani con il suo lanciarazzi da farla precipitare fino alle segrete. Ad un tratto, la preoccupazione di Vi divenne ancora maggiore.
« Siamo nelle segrete? No! No! Non possiamo stare qui! Non possiamo combattere qui dentro! »
Lo sguardo della giovane vagò per l'intero piano finché non la vide. La ragazza dai capelli blu elettrico era seduta sulle scale che portavano al piano superiore. Jinx la fissava con impazienza, quasi aspettando che la sua avversaria riprendesse conoscenza.
« Finalmente ti sei svegliata Violino... Pronta per il secondo round? »
Con una risata spettrale, salì le scale verso il piano superiore. Vi, inferocita per la sfrontatezza della ragazza, la inseguì senza curarsi di nient'altro.
« Ti ammacco la faccia! »
Inseguendo la sua preda, si scordò della preoccupazione che l'aveva attanagliata precedentemente. Dimenticandosi anche della pericolosità delle segrete.
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Poche ciocche di capelli neri uscivano dalla maschera metallica e delle lenti gialle sostituivano gli occhi. Avvolto in un lungo mantello blu, nella parte esterna, e rosso, in quella interna, che teneva nascosto un corpo alto e muscoloso, ormai fatto più di metallo che di carne. Sebbene fosse nelle segrete della tesoreria, condannato a passare l'eternità in prigione, Viktor era l'esempio della perfezione e dell'onore. L'unico al mondo che aveva scambiato la sua vita umana per quella delle sue macchine, l'unico che aveva preferito sostituire tutti i suoi organi in elementi tecnologici Hextech, l'unico che aveva combattuto e perso contro Jayce nella battaglia per il cristallo arcano, quasi otto anni prima.
« Conosci il mio nome... Ma io non credo di conoscere il tuo... »
La sua voce metallica faceva scattare in Jinx una strana voglia. Era curiosa di vedere cosa c'era sotto quella maschera di ferro, bramava il suo corpo metallico solo per smontarlo e per vedere come funzionava, ma, ancora di più, desiderava combatterlo e distruggerlo. Sconfiggere una leggenda come lui sarebbe stato il massimo per la mente contorta di Jinx.
« Io sono Jinx! Tu invece sei Viktor! La tua fama è incommensurabile! Colui che ha quasi distrutto Piltover con il cristallo arcano... Sei una leggenda vivente! Sebbene di vivente hai ben poco. »
Jinx ironizzò sul suo corpo ormai privo di ogni legame con gli umani e ciò non potè che causare lo scetticismo di Viktor.
« Jinx... Non ho mai sentito questo nome prima d'ora... Cosa sta a significare? »
« Jinx sta per Jinx... Ovvio no? »
La logica della ragazza non convinse Viktor che pian piano incomincio a mostrare interesse per lei.
« Perché sei qui? »
« Porto il caos in questo mortorio! E per ammazzare il tempo mi concedo una visitina ai luoghi più segreti dell'edificio. Come questo posto! Strabiliante! Quella forse è la cella che lo sceriffo ha preparato per me... Sono commossa per il regalo. »
Jinx indicò la cella di fronte a quella di Viktor e lui, con una fastidiosa risata, gli spiegò per chi era quella cella.
« Quella non è per te... Anche se non lo vedi, li dentro c'è un pericoloso criminale. In questa prigione, io e lui siamo gli unici che potrebbero mandare Piltover alla rovina. »
La voce metallica di Viktor risuonava per tutto il piano, facendo rabbrividire altri prigionieri li vicino.
« Interessante... Mi credi scema? Non vedi che è vuota! »
Viktor, in quel momento, vide l'occasione giusta per usare la ragazzina a suo vantaggio.
« Se ne sei convinta... Aprila. Che male potrà fare? Al limite causerà un po' del caos che tu cerchi tanto. »
Jinx non ci pensò due volte. Incuriosita dalle parole di Viktor, sparò con la sua mitragliatrice contro il meccanismo di apertura della cella, facendo scomparire la cortina verde. Ma non successe nulla.
« Visto? Vuota! »
« Forse avevi ragione... Non c'è nessuno li dentro. »
Esclamò divertito. Jinx, non vedendo nessuno, incominciò a stufarsi di quel luogo e di colui che gli stava parlando. Dopo aver riposto al suo fianco Pow Pow, corse in direzione delle scale, per attendere il risveglio della "legge di Piltover" e per poter ricominciare i giochi.
« Ok... Comunque sia... È stato un piacere ed un onore conoscerla di persona. Ma qui credo che mi annoierei troppo e non vorrei farle sprecare il vostro tempo prezioso che ha in sciocche discussione. Dopotutto quanto tempo le rimane da scontare in prigione? Tutta la vita forse? Non vorrei proprio disturbarla nella sua dolce attesa della dell'oblio. Beh buona giornata e spero senta le esplosioni che causerò! Addio! »
Non appena si fu allontanata, Viktor non potè non pensare alla mentalità da bambina che aveva la giovane dai capelli blu. Si era scocciata dopo nemmeno qualche minuto ed era tornata a "giocare" con le sue armi. Aveva un cervello da infante in un corpo da adolescente. La sua risata meccanica, però, non si fermò fino a quando un'ombra non apparì dinanzi alla sua cella.
« Addio... E grazie! »
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