Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

25 Dicembre 2024 - La notte

25 Dicembre 2024
Ore 00:28


Il giorno della Vigilia di Natale dovrebbe essere lieto, tra preparativi, regali e decorazioni sparse in tutta la casa. Anita si è impegnata molto affinché ogni angolo di villetta Balestra sia agghindato con festoni e luci colorate.

Nemmeno i riflessi rossi e oro riescono ad infondere un briciolo di buon umore in Manuel: Simone è rientrato a casa da un giorno e, a parte un saluto stentato con un cenno del capo, non hanno avuto nient'altro.

Vorrebbe fargli tremila domande, tipo ma che è successo? Ci dicevamo tutto, eravamo tutto, perché ora sembriamo niente?

Ancora rimembra il modo in cui si definivano sempre, la Manuel e Simone Associati.

A lui sembra siano più che altro due sconosciuti, costretti a sedere allo stesso tavolo per una cena infinita della quale mangeranno gli avanzi per giorni.

Nemmeno ascolta i discorsi articolati di Simone su quella vita in Scozia che sembra caotica, ma divertente, piena e mai noiosa. Anzi, lo disturba vedere il suo sorriso sfacciato e si sente persino in colpa perché, forse, dovrebbe essere felice per lui.

È che non ci riesce.

Da bravo egoista, pensa soltanto che Simone è felice e lo è senza di lui.

Si sente messo da parte, escluso.

Pensa che se solo avesse avuto il coraggio di dire o fare qualcosa quella volta in aeroporto, magari le cose sarebbero andate diversamente.

Il punto è che i rapporti non puoi controllarli: certi legami si allentano e sciolgono senza la possibilità di evitarlo.

Sono quelli che rimangono in sospeso, che non si rompono a causa di un litigio.

Sono quelli che finiscono in silenzio e senza una ragione valida.

Sono i peggiori.

La cena della Vigilia è una tortura, un completo disastro su tutti i fronti.

È mezzanotte passata quando Manuel si ritrova seduto a bordo della piscina che hanno nel grande giardino di casa, ricoperta da un telo per l'inverno - che è mite, ha smesso di fare davvero freddo da qualche anno.

Mantiene una sigaretta consumata per metà tra le labbra, mentre del fumo leggero di libera in aria.

Dovrebbe rientrare in casa, ma non ne ha voglia - anche se tutti dormono e non corre alcun rischio.

Circa.

Perché, di sicuro, non ha calcolato che qualcuno effettivamente possa raggiungerlo.

Di sicuro, non ha messo in conto che a farlo sia Simone. Se ne rende conto soltanto quando la sua figura rientra nel proprio campo visivo e lo vede sedersi lì accanto.

Gli rivolge un'occhiata distratta - non troppa attenzione, come tu hai fatto con me.

«Non fa così freddo, mh?» lo sente dire e lo ignora, prendendo l'ennesimo tiro dalla sigaretta.

Simone lo fissa per un attimo, stretto nelle spalle e con le gambe incrociate. «È una delle cose che mi manca di più di qua: il tempo» aggiunge. «Cioè, lassù piove un sacco e quando non lo fa, è sempre incerto e fa freddo».

Mi stai parlando del clima? Sei serio?

Manuel glielo sputerebbe in faccia, ma si trattiene. Non dice nulla.

E allora Simone va avanti: «Però, a parte questo, non è male. Una volta che ci si abitua al caffè che fanno, non—».

«Okay, la pianti?» soltanto allora Manuel lo interrompe bruscamente.

Simone ne è stranito. Un po', non troppo. In realtà, da un lato crede pure di meritarsela quella freddezza.

«Só mesi che me ignori, che manco trovi il tempo de mandamme 'n messaggio e mó me parli della pioggia o del caffé de Glasgow? Sai quanto cazzo me ne frega a me?».

Ecco, Manuel non è mai stato bravo con tenersi le cose dentro - quelle cattive, perlomeno; con quelle buone, è il re dei segreti. Spegne il mozzicone di sigaretta a terra, sul cemento a bordo piscina - che rischia di lasciarci il segno e prendersi una sgridata da parte di Dante, però in quel momento non gli importa.

Ha una prima intenzione di alzarsi e andar via - perché rimanere lì gli fa male, gli si lacera il cuore la sola vicinanza con il suo migliore amico che lo ha messo da parte.

Tuttavia, non lo fa. Per quanto la testa gli suggerisca di muoversi, il corpo rimane fermo.

Simone abbassa il capo. Fissa le proprie mani, mentre prende a torturarsi le dita. «Mi dispiace» mormora.

Manuel si lascia sfuggire una risata isterica. Non gli rivolge lo sguardo, tiene gli occhi puntati sullo spesso telo che ricopre la piscina. «Seh, vabbè» borbotta.

«Dico sul serio» ribadisce Simone. «Pensavo solo— Di fare la cosa giusta».

«La cosa giusta per...?».

«Per scordarmi di te».

Manuel vorrebbe mettersi ad urlare. Invece, ciò che scaturisce dalla sua bocca è un'ulteriore risata che rischia di smorzargli il fiato. «Beh, t'é riuscita piuttosto bene» commenta e lo fissa per una frazione di secondo.

Simone è rimasto serio. Scuote il capo. «Non proprio».

A ciò, Manuel non sa come reagire: è arrabbiato, amareggiato, deluso. Non ci capisce più nulla.

Così si alza in piedi con uno scatto: il suo corpo decide di obbedire ai primi istinti di sopravvivenza che gli suggeriscono di allontanarsi da lì per non arrecare ulteriori danni al cuore. Tuona un «Vaffanculo» mentre compie quel gesto.

Percorre soltanto qualche metro, poi viene fermato: Simone lo ha raggiunto quasi nell'immediato, afferrandolo per un polso.

Da quella blanda presa, Manuel si libera facilmente con uno strattone.

Sono in piedi, uno di fronte all'altro. Senza ragione, hanno entrambi il fiatone.

Simone serra i pugni lungo i fianchi. «Mi dispiace sul serio» ripete, con tono piatto. «È che - l'abbiamo chiusa lì, eravamo... Amici. Però quel giorno in aeroporto ho sperato che mi fermassi, che mi dicessi che non volevi che partivo. Invece non hai fatto niente e allora...». Lascia la frase in sospeso. Sarebbe continuata con ho deciso di dimenticarti io, prima che lo facessi tu.

«Tu sei - incredibile!» quasi urla Manuel, esasperato. «Sei sempre il primo a volé parlà, discute e riflette e pe' 'na volta che dovevi parlà, te sei stato zitto».

«Hai voluto lasciar perdere anche tu!» rimbecca Simone. «Quando ne abbiamo parlato, hai detto che era stato un errore, che eri arrabbiato e ubriaco, che— Che dovevo fare?».

«Insistere!» a Manuel pare di soffocare. Fa mezzo passo indietro. «Insistere, non lasciar perdere. Restare». Sospira. «Invece te ne sei andato, hai preferito il silenzio e se— Se fossi rimasto qua, avremmo parlato ancora e te avrei detto che só innamorato de te, testa di cazzo».

Non sa neppure perché gli siano uscite quelle parole di bocca adesso - proprio adesso, di getto, nel momento meno opportuno di tutti.

Le ha trattenute per un anno o forse più e sceglie di urlarle ora.

Bravo, coglione.

Se ne pente subito. Pensa di aver sbagliato ancora e allora sgrana gli occhi, percepisce il cuore scalpitare nel petto, agitarsi contro lo sterno e manca il respiro, manca la lucidità, la ragione, la logica.

Manca tutto.

Persino la terra sotto ai piedi che sembra tremare e venir meno.

Le medesime sensazioni avvolgono pure Simone, forse amplificate. Forse, perché sono anni che attende una cosa del genere e ha messo un simile evento nel cassetto delle cose impossibili e invece...

E invece, eccolo lì.

I suoi occhi si sgranano, anche a causa della poca luce che è presente in quel giardino. Ha il fiato corto, come avesse appena terminato di correre una maratona - paradossalmente, è così: aver aspettato Manuel è al pari di una corsa di chilometri senza la possibilità di fermarsi e ora è come avere acqua fresca a disposizione.

Non ci sta ragionando, dunque, quando con uno scatto si sporge in avanti e preme le labbra sulle sue.

Si tratta di un bacio avido, violento, che sa di mancanza e desiderio.

Manuel è destabilizzato da un simile gesto: è accaduto davvero tutto tanto, troppo in fretta da non dargli il tempo di metabolizzare, di agire nella maniera più consona. Ciò che è in grado di fare è aggrapparsi alla sua felpa, a tirare il tessuto come a dire ti voglio qui vicino, più vicino, così vicino da non sentire più il mio corpo perché sento solo il tuo.

Infila l'altra mano tra i suoi capelli, all'altezza della nuca e non stacca neppure per un secondo.

Mantiene il bacio, fonte di ossigeno dopo aver trattenuto per eccessivo tempo il respiro.

Non è in apnea.

Non più.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro