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Capitolo 2: traccia 1b

<<E' che sono sempre stati fatti suoi di come voleva trattare la sua ragazza, Anna sapeva un decimo delle scappatelle ma lo perdonava sempre. Contenti loro ok per me... ma quando tocca le cose mie non ci vedo più. Oltretutto sa perfettamente che io...>> Dice tutto con una rapidità tale che credo di non aver afferrato. "Cose mie?" ha detto così?

<<"Cosa mia" cosa? Chi?>>

<<Cosa?>>

<<Tu, hai detto "... ma quando tocca le cose mie" in che senso le cose tue?>>

Matteo diventa paonazzo e annaspa una spiegazione ragionevole, per altro non degnamente pervenuta.

<<Tu. Tu sei una cosa mia. Cioè non sei una cosa... ma sei mia. Cioè non sei neanche mia, io vorrei che lo fossi, però non è quello che volevo dire io... sei una persona e sei anche mia. Nel senso che è come se lo fossi...una cosa...>>

Io sono basita da questo farfugliamento incomprensibile, ma ciò che colgono le mie orecchie, e che sembrano aver capito, è che io sarei una cosa sua, o quanto meno vorrebbe che lo fossi.

Non trattengo la gioia e il sorriso che mi si sta aprendo da parte a parte. E guardandolo intensamente provo a spiegare meglio il suo pensiero.

<<Tu mi stai dicendo dopo quasi trent'anni che ci conosciamo... correggimi se sbaglio... tu vorresti che io fossi tua? No, fermami se sto dicendo stupidaggini perché le mie orecchie hanno elaborato i tuoi suoni cacofonici in questo pensiero in cui tu dici a me questa cosa sconvolgente che io aspetto di sentire tipo da... trent'anni?>>

<<Ma-ma-ma cioè, sì...sì>> queste le articolazioni sufficienti a Matteo per chiarire la situazione. 

Io a quel punto gli sorrido per la velata confessione ricca sentimentalmente e sicuramente meno grammaticalmente, ma che mi ha reso la donna più felice del pianeta. Gli salto al collo con un notevole slancio vista la sua altezza, e lui mi afferra da sotto le natiche per prendermi in braccio. Restiamo così a guardarci negli occhi per un tempo infinito e poi............ mi bacia!

Mi bacia come aspettavo che facesse da sempre, dalla scuola, alle feste, all'uscita dal cinema, alle gite, ai compleanni... da sempre! E in un attimo tutto si allinea, tutto si rischiara e si semplifica. E' come se tutto intorno sparisse per lasciare solo noi concentrati sulle nostre labbra.

<<Noooo! Ecco perché quell'uscita nervosa quando Sandro ha fatto la battuta ad Amanda>> dice una voce allegra alle nostre spalle. E' Bruno, il miglior amico di Matteo, che arriva opportuno come il controllore sull'autobus.

<<Il tuo tempismo è davvero commovente Bru!>> gli dice un Matteo sorridente parlando con ancora le sue labbra posate sulle mie.

<<E dai ragazzi, era tempo che mi faceste vincere sta scommessa. Matteo ora devi sganciare i soldi di trent'anni fa, che con l'inflazione e il cambio in euro, il rincaro del costo della vita e gli interessi, direi che siamo arrivati almeno a un centone.>> Bruno si è laureato in economia e non perde mai colpi su conteggi di soldi e tassi vari. Specialmente quelli che vince con le sue scommesse.

<<Se chiudi quella bocca e ti dilegui in pochi secondi, facciamo che ti lascio in vita e te lo fai anche bastare>> replica Matteo divertito ed esasperato in ugual misura. Sono amici da sempre, di quell'amicizia che nasce tra due maschi che hanno poco in comune su abitudini, gusti e ambizioni ma tanta fiducia e stima reciproca in ogni altro campo della vita.

<<Ok, vado via. Ma poi non dire ad Amanda che sei pacifista e anti armamenti, ormai ha visto con i suoi occhi come mi tratti!>> Bruno è davvero un pagliaccio, quello di cui una comitiva che si rispetti non può fare a meno. Che serate sarebbero state le nostre senza la sua stupidità contagiosa.

Lo guardo divertita e Matteo lo segue andar via mentre si gira ogni metro per dargli un finto "cinque" in aria. Come a dargli anche la sua approvazione alla cosa.

<<Che tipo che è>> commenta Matteo, mentre ricomincia a baciarmi piano. Provo a staccarmi dalle sue labbra, ma con pochissima volontà non riesco neanche mentalmente a scostarmi di un millimetro. Continuiamo così per qualche minuto, fino a che dalla zona del molo arrivano i primi cori dei ragazzi, diretti magistralmente da Sandro e Bruno. Sorridiamo e ci stacchiamo contro voglia, non staccandoci gli occhi di dosso e mettendomi giù. Matteo mi abbraccia e lentamente raggiungiamo gli altri.

<<Stasera si va al PaperMoon, nessuno escluso e non voglio sentire problemi. Dobbiamo festeggiare il ritorno di Amanda e ora anche un'altra notiziona...>> proclama Bruno in direzione nostra.

Io odio andare per locali notturni, preferisco una birra su un prato o una passeggiata e quattro chiacchiere attorno a un fuoco e Matteo lo sa bene. Ma stavolta non voglio deluderli e accetto.

*******

La sera in questo locale super affollato tento di divertirmi nonostante la ressa e la musica fin troppo alta per i miei standard. Sembro un'anziana gattara che si aggira tra i giovani e che è pronta a chiamare il 113 per schiamazzi.

Bruno mi affianca al centro del locale porgendomi un bicchiere con qualcosa di troppo rosa per essere un liquido non creato in laboratorio. Accetto per evitare lamentele e sfottò e stringo più forte la mano di Matteo mentre assaggio la "pozione magica".

<<Oh mamma che schifo!>> dico a Bruno che se la ride a mie spese.

<<Brava Amanda, butta giù che arriva il divertimento giusto>> sorrido, anche se io il divertimento "giusto" come lo chiama Bruno, mica l'ho capito cos'è! So solo che trascinerei Matteo verso un luogo buio e non smetterei più di baciarlo. Per me questo significa divertimento. E mentre rimugino su come assalire le labbra di Matteo, lui si piega un po' verso di me e prende a mordermi il collo.

<<Amanda, ti va se scappiamo e ci nascondiamo da tutti?>> mi coglie di sorpresa per la richiesta così simile ai miei desideri.

Ma io e lui abbiamo sempre avuto questo filo dei pensieri che ci fa anticipare le cose da dire.

Lui è sempre dolce e disponibile con tutti, quindi quando gli altri ci accerchiano spingendoci in pista, non riesce più a dire di no.

Matteo è un ragazzo d'oro, di quegli amici che tutti dovrebbero augurarsi di avere nella vita. E così sincero e passionale che qualunque ragazza dovrebbe desiderare di pretendere nella propria vita.

Mi guarda con gli occhi da pesce lesso dispiaciuto e sorridendo ci lasciamo trascinare nella bolgia salterina. Saltiamo e ci facciamo trasportare dall'entusiasmo degli altri ma i nostri occhi sono sempre agganciati, e non ci stanchiamo di lanciarci sguardi chiari di desiderio.

Quando proprio non riusciamo più a stare in piedi, ormai zuppi di musica e baldoria, tentiamo la fuga verso il divanetto che abbiamo occupato appena entrati.

Matteo ci si butta con la grazia di una palla demolitrice ed io mi accomodo sulle sue gambe. Abbiamo appena iniziato ad abbracciarci che arrivano tutti in fila indiana, con in testa Bruno e il suo sorriso.

<<Ragazzi la notte è giovane, non potete fermarvi ora... ci sarà tempo per fare le cosacce>> dice a voce alta Bruno, guardandoci e alzando le sopracciglia a ritmo di beat. Matteo però comincia a tirarmi su e ad alzarsi contemporaneamente.

<<Mi dispiace gente, domani si lavora e io sono a pezzi. Grazie della compagnia ma la serata per me finisce qui. Amanda prendi le tue cose che andiamo.>>

Io resto basita per la fretta che mi mette e perché, mai ho visto Matteo concludere una serata prima degli altri. Sono contenta però che la decisione non sia venuta da me, cosa che sicuramente tutti si aspettavano accadesse. E' risaputo che piuttosto che star fuori per locali tutta notte io preferisca di gran lunga cambiare la lettiera del gatto!

<<Buonanotte a tutti e ci sentiamo domani per quella gita a Dongo!>> conclude trascinandomi di corsa verso l'uscita, mentre tutti ci salutano agitando le mani.

Non appena ci chiudiamo la porta antipanico alle spalle, le orecchie cominciano a ovattare ogni suono per il contrasto di volume. Il silenzio della notte ci avvolge, così come le braccia di Matteo avvolgono i miei fianchi.

<<Non ce la facevo più>> mi sussurra sulle labbra cominciando a strusciarle sulle mie.

<<Ah sì? perché che fretta hai?>> gli dico sorridendo e stuzzicandolo un po'. Allaccio le mie braccia al suo collo e mettendomi in punta di piedi afferro il suo mento con i denti, pianissimo.

<<Tu non hai fretta?>> mi dice languido, <<...di andare intendo>> e sorride di più.

<<Da morire... e oltretutto devo ancora farti vedere l'altro costume che intendo mettere domani in gita.>>

Matteo si stacca dal mio viso fissandomi con uno sguardo tra il sorpreso e l'affamato, mezzo sorriso gli si apre all'angolo delle labbra e avvicinandosi al mio orecchio soffia lento:

<<Non vedo l'ora di vedertelo addosso, ma poi lasciami tutto il tempo che voglio per togliertelo!>>

Non arriviamo neanche all'angolo della strada che i baci e le mani prendono il comando sulla notte e su di noi.

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