7.
Mia. Tu sei mia.
Stellina oh tu che brilli senza sosta
Cucciola, mia stella
Continua a brillare e non smettere mai
Perché io sguazzo tra la tua felicità.
Gaia.S.
☆☆☆
Apro leggermente la porta di casa, entrando dentro, confusa da questa orrenda sensazione che sto provando.
Guardo i miei genitori vicini, in piedi davanti ad una donna vestita elegante.
«È lei» dice solamente mia madre, indicandomi. Sbianco non capendo cosa stia succedendo.
Vedo una donna vestita in smoking, avvicinarsi, con un sorriso dolce in volto «molto piacere Cathy, io sono Bethany. Ti prego adesso di seguirmi, ti spiegherò tutto nel tragitto» la guardo sconvolta non appena leggo il suo cartellino attaccato al petto: "Bethany -assistenti sociali" seguo la donna senza dire nulla, ma soprattutto, senza mai voltarmi indietro per vedere i volti soddisfatti dei miei genitori.
Parcheggiata davanti a casa mia, c'è un auto tutta nera, con tanto di finestrini oscurati.
La donna gentile mi fa salire in auto. Guardo l'autista e subito dopo Bethany, appena seduta di fianco a lui.
Non vola una mosca per tutto il tragitto. Guardo le case sfrecciare via davanti ai miei occhi e una cosa mi viene in mente: il volto sorridente di Kyle.
Starà male per la mia assenza?
Si preoccuperà?
Una lacrima scende velocemente senza che io me ne accorga. Un vuoto incolmabile si estende nel mio petto, lacerandomi l'interno del mio cuore. Con una mano, mi copro la bocca per un lamento strozzato, che prova a sfuggirmi incontrollato.
Cos'è stato? Mi domando con il terrore che mi attraversa lo sguardo. Non ho nemmeno il tempo di capire che succede, l'auto si ferma facendomi voltare lo sguardo dal conducente.
«Benvenuta nella tua nuova casa Cathy» annuncia Bethany con un sorriso «tra pochi giorni compirai i tuoi 18 anni, questa casetta è piccolina ma sarà perfetta per te, ora seguimi ti spiego meglio» scendo dall'auto, guardando una piccola villetta di un piano. Entriamo in casa e subito noto che è bella ed accogliente.
«Allora Cathy ti spiego meglio. Questa casa è e sarà, a tutti gli effetti casa tua. Pagheremo noi le spese finché non troverai un lavoro, devi sapere che grazie ai tuoi ottimi voti, sei riuscita a vincere una borsa di studio e diverso denaro» prende fiato e io mi siedo sul divano «devi riuscire a trovare un lavoro che ti mantenga almeno un pochino e devi mettere dei soldi da parte. Appena diventerai maggiorenne dovrai mantenerti da sola. L'orfanotrofio non era un'opzione valida, primo perché quello più "vicino" è tutto occupato e poi, perché sarebbe inutile mandarti lì se diventerai maggiorenne» si avvicina continuando a sorridermi «cambierai scuola e quella nuova è qua vicino, ora divertiti nella tua nuova casa. Qui c'è un telefono per te, hai il mio numero salvato così ti spiegherò tutte le cose di cui devi essere messa al corrente» mi informa appoggiando l'apparecchio sul tavolino di fronte al divano «Noi passeremo ogni tanto a trovarti, ciao Cathy» detto questo scappa via.
Guardo silenziosa la porta da dov'è uscita ancora per un attimo, prima di alzarmi e prendere lo zaino.
Tutti i miei risparmi di una vita lì ho nascosti qui, non volevo che Stacy o altri potessero rubarli.
Sono diversi soldi e anche se mi duole ammetterlo, la maggior parte lì ho rubati ai miei genitori.
Visito questo piccolo appartamento, ho una camera, un piccolo salone con l'open space in cucina, un bagno e un ripostiglio. Mi piace tantissimo. Di sicuro meglio della mia vecchia camera.
Dopo essermi fatta una doccia, apro il frigo guardando il suo interno. C'è poco niente... dovrei andare a fare la spesa.
Guardo nelle dispense, trovando del pane. Alla fine decido di farmi un semplice panino. Pulisco tutto ed entro in camera, guardo il letto.
C'è un cuscino...
Sorrido felice. Era da anni che non mi capitava, pensavo di essermi dimenticata come si facesse.
Mi sdraio abbracciando i cuscini e crollando sfinita dalla giornata.
Appena mi sveglio, mi lavo velocemente. Apro l'armadio trovando pochi vestiti, non che mi aspettassi il lusso sfrenato. Ci sono due felpe, due paia di pantaloni della tuta, mutande, un reggiseno e dei calzini.
Arriccio il naso prendendo il felpone, con dei pantaloni a caso. Mi vesto rapida per poi uscire di casa con il telefono e le chiavi.
Inizierò subito a cercare un lavoro. Cammino per la piccola cittadina, è così tranquilla e serena.
Dopo diverse ore di camminata, essermi fermata davanti a tanti negozi, bar e pub, non ho ancora trovato nulla. Zero.
A nessuno serve del personale in sto posto.
Sbuffo appena uscita dall'ultimo ristorante, da dove hanno detto che erano al completo.
Cammino per la strada calciando qualche sassolino qua e la, alzo lo sguardo verso al cielo, vedendo che sta per diventare sera.
Mi blocco appena noto che su una vetrina di un locale c'è un foglio appeso.
-Cerchiamo personale.
Ragazzi giovani... per gestire pub...
Pulizie, lavare piatti...-
È perfetto, penso contenta.
«Sei interessata?» Domanda, una voce alle mie spalle, mi giro. Un uomo sulla cinquantina mi guarda con un sorriso dolce. Annuisco frettolosa «piacere sono il proprietario, mi chiamo William ma chiamami semplicemente Will, tu sei?» Chiede squadrandomi.
«Piacere, mi chiamo Cathy Rose» si passa una mano sul mento, sulla barba inesistente.
«Potrei benissimo assumerti subito, sono davvero a corto di personale. Ti andrebbe bene iniziare già domani? Il colloquio non è importante, sarebbero sempre solite due domande e inizieresti alle quattro di pomeriggio fino alle sei o sette di sera» mi dice tutto d'un fiato. Il mio cuore esplode di gioia sentendo questa notizia.
«È perfetto, la ringrazio» dico a voce bassa, abbassando leggermente il busto, quasi in un inchino.
«Ma figurati ragazzina, a domani» mi saluta prima di scomparire dalla mia visuale.
Corro a casa contenta più che mai. Durante questa specie di "passeggiata" mi sono fermata a prendere qualcosa da mangiare e qualche vestito, giusto il necessario.
Mi preparo un piatto di insalata. Dopo essermi preparata per bene, guardo il letto. È come se mi mancasse qualcosa, quel vuoto non si è ancora colmato.
Stringo forte il cuscino, odorando il suo buon odore di pulito e lavanda.
«Cathy...» mi sento chiamare «Cathy...» continua, mi giro guardandomi in giro. Vedo un lago meraviglioso, la luce della luna lo fa brillare come un diamante. Guardo l'acqua limpida, provo a specchiarmi, ma la mia sagoma non si vede. Ad un tratto, di fianco a me, si avvicina una ragazza.
La guardo di scatto, è così bella. I suoi capelli viola chiaro, ricadono morbidi sulle spalle. Gli occhi azzurri come il ghiaccio, mi ipnotizzano e un senso di felicità mi appaga.
«Chi sei?» Domando, fissandola con stupore e meraviglia. Mi sorride dolcemente.
«Mi chiamo Aglaia, sono una Ninfa di Afrodite» prende un respiro, guardandomi con una luce diversa negli occhi. È molto più seria e determinata
«Tesoro, ascolta bene queste parole che sto per dirti.
Che solo in rima posso offrirti.
Risolvi l'indovinello.
E troverai un gioiello.
Ora ascolta, la rima è colta:
Gli occhi chiaro-scuri,
Son dei muri.
Distruggerli sei riuscita,
Ma non è ancora finita...
Non abbandonare,
La speranza riuscirai a ritrovare.
E ricordati,
di non opporti.
Perché se cadrai.
Non ti rialzerai.»
Detta questa specie di filastrocca, la Ninfa, cambia colore degli occhi. Diventano bianchi come dei cumuli appena spuntati in cielo. La guardo ancora più confusa, ma provo a ricordarmi la canzoncina.
«Non aver timore di obliare, il mio aiuto ti sto offrendo. La memoria non è un'insidia. Ora io devo andare. Buona fortuna Cathy...» mi saluta la ragazza. Il buio mi inonda come uno tsunami, lasciandomi quasi senza fiato. Galleggio nell'oscurità più totale, provo ad aprire gli occhi, ma vedo solo buio. Notte. Respiro aria pulita e mi sento cullare dolcemente da una sensazione di leggerezza. Sorrido, è una sensazione meravigliosa, così paradisiaca.
D'un tratto la magia si spezza e io apro gli occhi bruscamente, guardandomi intorno frastornata. Era solo un sogno? Però sembrava fin troppo reale...
Vado in bagno, mi sciacquo il viso guardandomi nello specchio.
«Se cadrai... non ti rialzerai» ripeto a me stessa. Sospiro infastidita, di che cosa stava parlando?
Era in senso letterale?
Penso di essermi rimbambita. Perché sto pensando ad uno stupido sogno.
Guardo la sveglia appoggiata sul comodino vicino al letto, sono solo le sei di mattina. Vedrò di sistemare un po' casa e magari dormire ancora un pochino, prima di andare al mio nuovo lavoro.
Così sarò fresca e riposata. Inizierò al meglio!
O almeno spero...
☆☆☆
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