15.
Lacrime
Se solo comprendersi
Il vero significato
Della parola lottare
Capiresti
Che non è inutile.
Gaia.S.
•ℂ𝕒𝕥𝕙𝕪•
☆☆☆
«Ma che dici!» Urla la ragazzina dai capelli rossi davanti a me alla sua amica.
«Non ho rotto io il tuo braccialetto!» Grida l'altra, in lotta con se stessa per provare a non piangere «è stata lei!» Annuncia subito dopo indicandomi.
La guardo agitata «non sono stata io, non ho fatto nulla del genere» intono preoccupata dall'andamento della conversazione. Stringo con forza i miei piccoli pugnetti, ficcando con prepotenza le unghie nella carne.
«Sei una strega! Come hai potuto farmi questo?!» Indietreggio allibita, continuando a negare con il volto «non ti voglio più vedere! Fai schifo! Ti odio!»
Ti odio.
Ti odio.
Apro leggermente gli occhi, strizzandoli e iniziando a sentire un dolore allucinante alla testa.
«Cathy! Oh mio Dio!» Interrompe una voce a me conosciuta. Vedo la sagoma di Cloe, la quale si trova di fianco a me, avvicinarsi e abbracciarmi con forza. Forse anche troppa.
«Cloe m- mi stai- non respiro...» provo a dirle, iniziando a tossire leggermente.
Tento di allontanarla da me, ma mi blocco appena sento lo scontro di una porta; guardo in direzione di essa, ma non vedo nessuno.
Percepisco qualcosa di umido bagnarmi il viso «sei una stupida!» Un'altra crepa si forma nel mio piccolo cuore, che ho combinato questa volta? «Perchè non hai guardato?! Perché?!» Ora capisco che cos'è questo liquido che scivola sul mio volto... la ragazza di fronte a me, sta piangendo. Non comprendo però, a cosa si stia riferendo.
«Guardato che cosa?» Chiedo, sentendo la sua presa allentarsi notevolmente.
«La strada Cathy, sei stata investita» pronuncia, allontanandosi e asciugandosi le piccole gocce formatosi sul suo pallido viso.
Ricordi poco vividi frullano velocemente e piccoli flashback dell'incidente, si insinuano nella mia mente.
Boccheggio spaesata, sento il dolore impadronirsi del mio cuore e altre crepe lo scompongono in altri pezzi più piccoli e fini.
Kyle e quella ragazza.
Insieme.
Però ha ragione, ho chiesto io che mi stesse lontano: sarebbe contraddittorio, adesso, sperare che non esca e non veda nessuna.
Ma soprattutto, perché mi interessa così tanto?
Strizzo con forza gli occhi e di nuovo, sento il rumore della porta. Questa volta aprirsi.
Mi volto troppo velocemente e un dolore lancinante al collo, mi fa aprire involontariamente la bocca per provare ad urlare; cosa che non succede poiché esce solo un mezzo gemito.
«Cathy...» mi chiama la voce della persona appena entrata «oddio Cathy, come stai?!» Domanda con viso sconvolto.
Mi abbraccia e finalmente, riesco a scorgere la rosa chioma di Candy.
Sorrido a malapena, poi mi ricordo di tutte le volte che, coloro, i quali dovevano essere miei amici, mi hanno voltato le spalle nel momento del bisogno e smetto.
«Posso stare da sola?» Chiedo abbassando lo sguardo alle mie mani secche e leggermente tagliate dalla caduta. Le massaggio con cattiveria e mi viene in mente lo sguardo preoccupato di Kyle addosso.
Sento i loro occhi scrutarmi, ma non si lamentano ed escono senza fiatare. Appena rischiusa quella maledetta porta mi accascio sul lettino, iniziando a singhiozzare.
Non posso più fidarmi, mi sono stancata di essere sempre presa in giro. Non è giusto.
Lacrime salate scivolano dolcemente dal mio visto, mentre guardo al di fuori della finestra di questa piccola camera.
Chiudo definitivamente gli occhi e mi abbandono ad un sonno profondo.
Mi sveglio, dopo non so quanto tempo, ancora più confusa e frastornata di prima.
Tocco il mio collo sentendo del liquido su di esso, preoccupata possa essere sangue, controllo la mano con la quale mi sono appena toccata.
La guardo, è trasparente e ha una consistenza molto liquida.
Lacrime?
Non è possibile... ho pianto nel sonno...
Sono così tanto disperata eh...
Sento una presenza al mio fianco e spalanco gli occhi, non appena trovo Bethany guardarmi con, non saprei definire l'emozione, ma è un misto di tristezza e preoccupazione.
«Oh Cathy... menomale stai bene» mi sorride delicatamente, con una dolcezza che non avevo mai provato prima.
Oh almeno... con Kyle sì.
Non rispondo, non ci riesco e non voglio.
***
Dovrei iniziare a scrivere un diario, penso tra me e me, intenzionata a vegetare in questo lettino così monotono.
Finalmente oggi mi dimettono, questa stanza mi sta dando la nausea. Sono stanca di questi ospedali e ci sto finendo troppo spesso.
Sospiro affranta guardando il soffitto così bianco e insipido, anche se, è sempre meglio della mia vecchia stanza.
Sento qualcuno bussare dall'altra parte della porta «avanti» concedo atona come al solito. La figura di un signore sulla quarantina mi si para davanti. Il medico.
«Ciao Cathy, come stai? Come ti senti?» Domanda con un semplice sorriso formalità.
«Meglio» proferisco a bassa voce. Lo vedo annuire, iniziando subito dopo, a scrivere qualcosa su una cartellina. Sistema la penna appena usata nella taschina sul petto, contenente tante altre matite e biro varie.
«Ti visito brevemente e poi potrai ritornare a casa» afferma continuando a sorridere. Non rispondo, basta che finisca velocemente...
Guardo il paesaggio che mi si propone davanti e con cautela, inizio a camminare verso casa. Per fortuna la botta che ho preso non era grave, non ho riportato nemmeno segni di graffi. Solo un brutto colpo alla testa.
Giro la piccola chiave nella porta, aprendola subito dopo e entrando in casa. Mi fiondo in doccia per togliere finalmente il disgustoso odore di ospedale e appena uscita, metto un pigiama morbido e fresco legandomi i capelli in una coda disordinata.
Il campanello mi distoglie dai miei pensieri e con poca felicità vado ad aprire.
Sgrano gli occhi non appena trovo chi non mi sarei mai aspettata di vedere, Kyle.
Lo fisso spaesata. Ha gli occhi arrossati, con tanto di occhiaie. I capelli ricadono disordinati sul suo volto stanco. Appena i suoi occhi mi scrutano sembra riprendersi leggermente «C-Cathy...» si avvicina con una chiara intenzione di abbracciarmi e io mi allontano, schivandolo quasi come se avesse la peste. Mi guarda paralizzato sulla soglia della mia casa, facendo ricadere le braccia inerme.
«Non-» provo a dire agitata, ma mi blocco non appena lo sento singhiozzare.
«No ti scongiuro, non allontanarmi. Non lo sopporto, non ci riesco. Ti prego Cathy dammi una possibilità io-» si blocca e fiumi di lacrime scendono copiosi dal suo viso, stingo con forza la mia maglia dandomi della stupida mentalmente.
«Entra» lo incito, facendomi da parte e lasciandolo entrare.
Barcolla verso il divano e io richiudo la porta. Si siede e io mi accomodo di fianco a lui.
«Non so che cos'ho fatto di male, non so perché hai questo rancore dei miei confronti. Vorrei darti il mondo intero se ne avessi l'opportunità, vorrei, anzi voglio solo il tuo bene. Non so cosa ti sia successo, perché hai delle cicatrici, perché non parli con nessuno o perché semplicemente, mi odi, ma so che ti farò cambiare idea perché io non posso permettermi di perderti» Mi spiega tutto d'un fiato, appoggiato con gli avambracci sulle cambe e la testa china. Prende un respiro profondo «ogni difficoltà va superata a testa alta, mi fai del male per sbaglio? Io ritorno e ci confrontiamo. Voglio sapere tutto di te, tutto quello che mi vorrai dire e permettere di ascoltare» alza il volto, guardandomi negli occhi «ti ascolterei per ore e ore Cathy, senza mai interromperti perchè è questo che fa una persona innamorata, dà il massimo purché il suo compagno stia bene» mi prende le mani, stringendole.
«È questo che fa un uomo vero, non giudica senza sapere cos'ha passato quella persona e non si nasconde dietro uno schermo. Parla con calma per risolvere la situazione e non si scompone per peggiorarla perché solo i bambini ridono dopo aver detto una cattiveria...» conclude.
«Cathy, tu sai cos'è un compagno?» Domanda più serio che mai ed io lo fisso ancora più confusa di prima.
«No...» rispondo con calma, cercando di ragionare su che cosa possa essere.
«Un compagno o compagna è una persona, legata da un vincolo naturale. Un vincolo veramente speciale, così speciale da essere magico» narra con una luce diversa negli occhi.
«Quindi anche tu hai una compagna?» Domando curiosa, scrutando le sue lunghe ciglia nere.
Lo vedo ghignare «Sì Cathy... anche io ho una compagna e si dà il caso che l'abbia già trovata» annuncia ora, con un sorriso dolce in volto.
Non so perché, ma d'improvviso, sento le mie ossa deboli, come se un peso mi stesse schiacciando. La gola secca e gli occhi iniziano senza controllo a perdere lacrime amare.
Un groppo in gola non mi fa mandare giù la saliva e d'istinto, inizio a grattarmi un braccio con violenza.
«S- sono contenta per te» mi congratulo a fatica, voltando il viso dalla parte opposta pronta a scappare. Grosse mani mi prendono i fianchi, tirandomi sul divano e prendendo il mio volto.
«Oh fanculo» esclama Kyle prima di appoggiare le labbra sulle mie. Sgrano incredula gli occhi non capendo cosa stia succedendo e cosa stia facendo Kyle.
Stringe con possessione i miei fianchi.
Sbircio il suo viso attaccato al mio e il mio cuore implode di un sentimento dolce come il miele e leggero come una farfalla.
Inizia a passare la lingua sul mio labbro inferiore e io sospiro sorpresa da questo contatto.
Nell'esatto momento in cui schiudo le labbra, la sua lingua affonda nella mia bocca e io, sconcertata da tutte queste sensazioni nuove, chiudo gli occhi.
Si avvicina maggiormente con il busto al mio e improvvisamente, mi ritrovo sdraiata sul divano con Kyle a cavalcioni su di me.
Provo a seguire i suoi movimenti con la bocca, ma è così vorace che non riesco a stargli dietro.
Una sua mano raggiunge i miei capelli, slegando la mia coda fatta precedentemente. Subito dopo si stacca per guardarmi, con un sorriso soddisfatto sul volto.
«Avrei dovuto pensarci prima...» dice improvvisamente.
«Cosa?» Chiedo.
☆☆☆
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