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Fastidiose interferenze.

Credevo che la giornata fosse finita e invece...

Eravamo fermi nel grande atrio perché Mycroft era andato a salutare due uomini della scorta, quelli vestiti costantemente di nero che probabilmente erano suoi collaboratori. Mi ero appartata sulla destra dove c'era un salotto con delle comode poltrone e ne approfittai per dare un'occhiata ai risultati dei suoi esami.

Scorsi Anthea varcare la soglia della clinica con passo deciso, che non mi fece presagire nulla di buono. Mi fece un cenno con il capo e andò dritta da Mycroft con cui parlottò fitta.

Chiusi la cartella mentre mi raggiungevano con Myc che arrancava in fretta.

Li fissai cercando di capire cosa stesse succedendo.

"Laura, le notizie volano veloci. Non sarà una serata facile, una collega di lavoro con cui collaboro da anni sta arrivando. Mi dispiace, mia dottoressa operosa, sono diventati tutti curiosi."

Il suo bel sorriso era sparito e sul volto gli leggevo la rabbia, si reggeva sulle stampelle come se avesse un peso in più sulle spalle.

Sospirai, avevo già capito che un'altra persona prevenuta e curiosa di conoscermi ci avrebbe raggiunto a breve. Mi passai la mano sulla fronte, Mycroft mi fissò preoccupato.

Anthea si avvicinò comprensiva. "Non sono riuscita ad avvertirvi in tempo, mi dispiace Laura." Scossi la mano per rassicurarli. Ma dentro non ero tranquilla.

Mycroft brontolò. "Non volevo stressarti così tanto, Laura. Ce ne andiamo in fretta."

"Troppo tardi, credo di averla intravista alle vostre spalle."

Una donna matura, sobria ed elegante, scortata da due uomini entrò nell'atrio, camminava con un'autorità che gli dava la sicurezza di essere ai vertici del potere.

Mycroft si girò con un'aria seccata e irritata che stentava a trattenere. Si posizionò al mio fianco mentre Anthea si defilò con eleganza. Presto la sua collega ci fu davanti con la faccia sorpresa che dimostrava quanto fosse un'abile attrice.

"Alicia, che curiosa coincidenza trovarti qui!" Holmes assunse il portamento distaccato che conoscevo bene, la sua voce si fece formale senza alcuna inflessione.

Lei, altezzosa e affettata nei modi, evitò il mio sguardo.

"Mycroft, vedo che arranchi ancora benché tu abbia un tutore di ultima generazione! Come sta il tuo ginocchio?" Si stampò un sorriso di circostanza alquanto irritante.

"Puoi chiederlo alla mia partner, la dottoressa Lorenzi, ha molte più competenze di me." Gli rispose misurando le parole.

Solo allora la nostra interlocutrice spostò lo sguardo verso di me. Sentivo Mycroft fremere, nonostante si controllasse con maestria.

"Laura, vista l'educazione con cui mi hanno cresciuto ti presento lady Alicia Smallwood, mia collega di lavoro." Mosse altèra la testa bionda al mio indirizzo.

Holmes la fissò ironico, e sorrise divertito vedendo la sua faccia infastidita. "Laura, è patologa al san Bart ma credo tu sappia già tutto Alicia." Io accennai un sorriso educato.

"Non passo tutto il giorno dietro alla vita dei miei colleghi." Ironizzò seccata distogliendo lo sguardo da me e portandolo sul mio compagno.

"Davvero Alicia? È strano trovarti qui, hai sempre detto che questo posto ti dà i brividi e hai l'aria di essere arrivata di fretta, ti aspetta qualcuno?" Ridacchiò, sollevò le stampelle reggendosi sulla gamba sana, voleva dimostrare di essere in forze.

Giudicai fosse troppo pericoloso lasciarlo in quella posizione. Lo sgridai con lo sguardo e lo invitai a reggersi.

Quel battibecco non portava a nulla di buono, mi rivolsi a lei in modo gentile.

"Lady Smallwood, conoscere i colleghi del mio compagno è per me un grande piacere. Spesso siete delle entità suggestive e alquanto misteriose."

Mi fissò malamente, Mycroft, che era tornato a reggersi sulle odiate stampelle, abbassò la testa e lo vidi sogghignare.

"Ci percepisce così dottoressa Lorenzi?"

"In effetti, Lady Smallwood, non capita spesso di vedere il volto di chi è alla Governance del vostro paese."

Ammisi sarcastica appoggiando la mano su quella di Myc. La girò appena cercando di non fare ruzzolare la stampella a terra e mi accarezzò.

"Eppure ne frequenta uno, e molto spesso negli ultimi tempi." Rispose con un mezzo ghigno.

"Diciamo che mi ha concesso la sua fiducia, ma io lo conosco come un uomo gentile e affettuoso."

Ridacchiò e quel suo modo di fare mi sorprese.

"Non si direbbe che lei stia parlando del mio vecchio amico, ha passato molto tempo da solo."

Mycroft sogghignava al mio fianco, non accennò a nessuna risposta, il calore della sua mano mi dava la forza.

"E' la seconda volta oggi che mi viene fatto notare che era un solitario, quindi mi ripeto nel dirle che ora non più."

Rimase interdetta, probabilmente mi valutava come aveva fatto Green.

Fui io che strinsi la mano di Mycroft.

"Se vuole sapere della salute del mio compagno, sappia lady Smallwood che sta molto meglio, ha l'assistenza che merita per il suo sacrificio. E presto tornerà a occuparsi della Governance, se è questo che la preoccupa." Non mossi un solo muscolo del corpo. "Non influirò nel suo lavoro, né gli chiederò di fare nulla di più."

Mycroft si avvicinò, sembrava ancora più alto, inorgoglito dalla mia difesa.

"Alicia, credo tu abbia capito che Laura è la persona che amo. Non credo di aver nulla d'altro da aggiungere."

Dovetti respirare in fretta per compensare. Aveva ammesso il suo amore in un modo che metteva fine alle ingerenze da parte dei colleghi della governance, e lei era una che stava al vertice.

Lo trattenni per il braccio perché stava per andarsene e non volevo essere la causa di rotture nel loro rapporto, non doveva prendere le distanze da chi poteva aiutarlo nel tempo, si fermò accigliato a osservarmi e capì da buon Holmes qual era.

Con una calma stoica presi la decisione di smorzare i toni.

"Non voglio essere la causa d'incomprensioni, Lady Smallwood, non nutro risentimenti e posso capire la sua difficoltà nel accettare questo cambiamento nella vita di Mycroft, ma non influirò nelle sue scelte, né nel suo lavoro, sarò semplicemente al suo fianco e mi prenderò cura di lui."

Aspettai la sua risposta ero stata conciliante per non urtare né lui, né lei.

Sorrise, scosse la testa bionda, poi guardò Holmes. "È decisamente troppo saggia per te Ice Man,

ma infondo ti meriti l'amore con cui ti protegge."

Si rivolse a me mentre lui si schiariva la voce sorpreso di quella resa.

"Di una cosa certamente ha ragione dottoressa Lorenzi è stato sempre così solo che il vostro rapporto sembrava una forzatura, invece anche Myc ha trovato la sua "cura", quella che ripeteva spesso non essere un vantaggio. Vedo che ha una forza notevole, Laura. Mantenga il suo amore vitale come lo è adesso, sempre."

Mi tese la mano e gliela strinsi senza aspettare, non avevo bisogno d'altro.

Per Mycroft era necessario sentirsi al sicuro nel suo lavoro, ed era vitale visto i rischi che correva, quella dichiarazione di pace ci avrebbe solo giovato.

"Prenda dottoressa, questo è il mio numero privato, mi mandi il suo. Penso che avremo occasione di risentirci spesso."

Mi sorrise compiaciuta, mentre infilavo il biglietto in borsa, ci fissava entrambi soddisfatta, la mano di Mycroft sulla mia schiena tremava. Era veramente ora di andare, stare in piedi tutto quel tempo era troppo per lui.

Così allentai la tensione e buttai lì una frase di congedo.

"Arrivederci Alicia, porto a casa l'ice man, prima che crolli sul pavimento". Ridemmo insieme mentre lui ci guardava torvo, spalancando gli occhi grigi e roteandoli in alto. Ma mi sorrise riconoscente.

Anthea ci raggiunse e ci scortò fino all'auto. Camminammo adagio per permettere a Mycroft di riprendere il ritmo.

Prima di salire nel Bmw scuro mi diede un bacio casto sulla guancia. "Sei fantastica mia dottoressa operosa e Alicia ha ragione, sei saggia molto più di me." Arrossii come una scolaretta.   

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