Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

32.

Ti porterò nei posti dove c'è del buon vino
E festa, festa fino al mattino
Sirena con due occhi grandi come la fame
Balla, balla e poi lasciami qui
Qui o lì

-Lacio drom, Litfiba


Era tornato l'inverno.
Si era insinuato tra la sessione estiva e le lezioni del nuovo anno accademico.
Silenzioso, tra una telefonata con Tiziano e un week end rubato al mondo e tenuto per noi. Sempre troppo poco rispetto a quello che avremmo voluto, o che almeno io avrei voluto.

Mi presentai davanti alla palestra in cui lavorava Tizio in un freddo venerdì dicembrino, primo fine settimana libero dopo non so quanto tempo.

Lo aspettavo con un berretto di lana calato in testa per non dare nell'occhio.
Se suo padre fosse passato di lì, di certo i miei capelli corallo non sarebbero passati inosservati.

Lo guardai uscire dalla Wellness Club e rimasi appoggiato alla sua bicicletta.
I suoi occhi si posarono su di me per una frazione di secondo, poi il bisogno di controllare che nessuno ci stesse guardando ebbe la meglio, così iniziò a ispezionare il circondario con fare nervoso.

Non eravamo neanche vicini e si era già fatto prendere dal panico.

«Sono venuto in pace, non avevo intenzione di saltarti addosso in mezzo alla strada».

I suoi occhi si spalancarono e lessi nella sua espressione un tacito rimprovero per aver osato dire quella frase all'aria aperta.
Alzai i miei al cielo e aspettai che Tiziano si facesse coraggio e si avvicinasse.

«Sono venuto a trovare papà e Diletta, e anche a portarti questi», dissi una volta che fu a un metro da me. Gli consegnai la busta e lui se la rigirò tra le mani, confuso.

«Cos'è?»

«Una caffettiera! Aprila, no?»

Tirò fuori i due biglietti aerei e mi guardò confuso.

«Quello è il nostro regalo di compleanno».

«Non ci siamo mai fatti il regalo di compleanno».

L'ultima volta che avevo sentito quella frase, la serata aveva preso una piega decisamente... particolare.

«Lo so, ma quest'anno mi andava. E poi compiremo vent'anni, e vent'anni sono una tappa importante».

«Perché? Che si fa di straordinario a venti?»

«Si va a Barcellona, ad esempio», risposi ammiccando.

Tizio rise e scosse la testa.

«Non so se posso venire, io non...». E lasciò la frase in sospeso così, come se non trovasse una valida ragione per rifiutare quel regalo.

«Senti, mi sono informato prima di prenotare. Tu lavori in palestra, no? Il trentuno dicembre c'è la maratona di San Silvestro, puoi dire a tuo padre che devi accompagnare uno dei vostri clienti e che starete fuori qualche giorno».

Lo vedevo ancora tentennante, ma continuava a guardare quei biglietti e a trattenere un sorriso che ormai faceva fatica a stargli tra i denti.

«Dai, Tizio... Non abbiamo mai fatto una vacanza insieme solo io e te! Saremo a non so quanti chilometri da qui, non ci conosce nessuno e potremo fare quello che ci pare. Possiamo bere fino a svenire e rimpinzarci di tortillas, passeggiare nella Rambla o vedere tutti i vicoli nascosti che riusciamo a trovare».

Vacillava sempre di più, lo potevo capire da quegli occhietti azzurri che sembravano già in volo per la Spagna.

«Sei l'unico personal trainer al mondo che fuma. Lo sai, vero?», dissi mentre lo guardavo accendersi una sigaretta.
Rise e me la passò dopo qualche tiro.

«E dove dovremmo alloggiare?»

«C'è un ragazzo che segue un corso con me, è simpatico, abbiamo legato nell'ultimo periodo... Comunque, ha un amico a Barcellona che affitta dei monolocali ai turisti. Ci farebbe un prezzo stracciato ed è disposto anche a farci da guida, se vogliamo».

«Che ragazzo? Chi è?»

Scoppiai a ridere e Tizio mi lanciò il mozzicone della sigaretta ormai finita su una scarpa. Lo schivai con un saltello e cercai di nuovo i suoi occhi.

«Andiamo via per qualche giorno. Ce lo meritiamo».

Lui continuava a guardare in giro, stavolta non per controllare che nessuno stesse facendo caso a noi.

Conoscendolo, so per certo che stava valutando tutte le cose che sarebbero potute andare storte.
Io non ne vedevo nessuna, quindi giocai l'ultima carta.

«Va be', non fa niente... Ci vado con Gabriel, quel mio amico».

Feci per prendergli i biglietti dalle mani, ma Tizio bloccò il mio polso e iniziò a camminare trascinandomi con sé.
Entrò di nuovo nell'edificio della palestra e mi portò giù, in un sotterraneo che suppongo venisse usato come magazzino.

Le sue labbra sulle mie innescarono una reazione difficile da controllare, e mi aggrappai a lui con tutte la forza che avevo e tutta la mancanza provata nelle lunghe settimane di distanza.

«Con chi ci vai?», domandò mordendo leggero il collo. Un contatto così lieve che mi fece venire voglia di sbatterlo al muro e farci l'amore lì e subito.

«Con chi ha voglia di passare un po' di tempo con me. Ma per davvero, senza stare in ansia tutto il giorno e senza guardarsi attorno ogni tre secondi», risposi a corto di fiato.

Tizio sorrise, quegli occhi di mare che accarezzavano i miei e l'incisivo un po' sporgente che chiamava un altro bacio.

«Allora ci andiamo insieme».

E allora sorrisi anch'io.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro