Epilogo
Sono passati quasi tre anni e mezzo da quando Allen e Rachel mi avevano rapita. In seguito all'intervento della polizia, messa alle strette, una dei miei aguzzini, in un vano tentativo di uscirne ''pulita'', ha sparato un colpo. La pistola era di Allen, e credeva quindi di far ricadere su di lui il mio omicidio. Non aveva tenuto conto della velocità di intervento del corpo militare, e presa dall'impazienza mi aveva sparato, ma ad una spalla.
Dopo il loro arresto, e il mio ricovero in ospedale, venni a conoscenza della complicità di Rachel e dello stesso sindaco, suo padre tra l'altro. Ora si spiegava il fatto che potessero permettersi certi lussi, come auto nuove, case a Miami... Vennero arrestate altre quattro persone, ma fortunatamente non erano del paese!
Ci fu un processo ovviamente, estorsione, furto, tentato omicidio erano solo alcuni dei reati per cui vennero processati e mandati in prigione; ricordo ancora la faccia atipica di Allen, il pianto isterico di Rachel e le ingiurie del sindaco contro il giudice, e contro chiunque ritenesse responsabile della sua incarcerazione. Nonostante il dolore passato, e la paura provata, provai un enorme soddisfazione nel sentire la sentenza in tribunale a cui partecipai con un braccio fasciato e sospeso. In quei mesi avevo collezionato un grosso numero di ferite, e detta francamente, non avevo più nessuna voglia di passare ancora cinque minuti in più in un ospedale. Francamente non volevo metterci piede per lunghissimo tempo.
Samantha fu la prima a venire a salutarmi all'ospedale, furiosa e spaventata, me ne disse di tutti i colori; non le avevo detto che me ne sarei andata, e come ovvio che fu, ne rimase delusa e ferita. Quando le spiegai le mie ragioni, seppur stupide, mi capì, tuttavia mi diede della sciocca. Mi disse che sarei dovuta andare da lei, parlarle, e che io ed Heath non saremmo andati da nessuna parte, se non riuscivamo a parlare tra di noi. Ed aveva ragione.
Una volta giunta a casa, Heath mi accolse con un piccolo sorriso; conoscevo le dinamiche e sapevo cosa aveva fatto per me. E se da una parte ero arrabbiata per i rischi che aveva corso, dall'altra ero felice di poterlo rivedere. Ci baciammo a lungo quel giorno, ma sapevamo entrambi che dovevamo discutere sul mio lavoro; discutemmo civilmente e lui capì le mie ragioni ed io le sue. Per la prima volta ci mettemmo letteralmente a nudo e fu una buona cosa per me; il lavoro dei miei sogni era a portata di mano, e non ero disposta a rinunciarvi. Heath capì, ma non se la sentiva di portare avanti una relazione a distanza; inutile fu tentare di convincerlo che niente mi avrebbe fatto dimenticare di lui. Ma forse, le cose dovevano andare così, forse non eravamo destinati a stare insieme, e così partii. Piansi a lungo tra le braccia di Amanda e di Dennis, ma entrambi compresero e mi dissero che avevo fatto la scelta giusta.
Dopo che la mia spalla si fu ripresa dalla degenza, mi presentai al colloquio e venni scelta tra le tante, entrando a far parte del team di Arnold. Ero al settimo cielo, finalmente potevo mettermi all'opera e mettere in pratica gli insegnamenti di anni di scuola e di lavoro. Mentre io avevo scoperto la gioia del lavoro di pasticciera, Amanda aveva accettato di aiutare Samantha con il negozio di parrucchiera. Incredibile vero? Quelle due che erano cane e gatto, avevano decise di lavorare a stretto contatto; sapevo in cuor mio però, che avrebbero fatto scintille. Ci tenevamo in contatto giornalmente, loro due da un lato, io e Dennis dall'altro; il mio amico ed io decidemmo di convivere insieme per risparmiare e pagare a metà le spese, ovviamente trovando un nuovo appartamento vicino al mio posto di lavoro e al suo. Con le foto scattate in Montana, aveva ottenuto una mostra fotografica tutta sua e, inutile dire che fui molto orgogliosa di lui.
Spesso chiedevo ad Amanda se le cose in città andassero bene, se al ranch le cose funzionavano e.. se Heath stesse bene. La mia amica era sempre sincera con me, perciò fu un colpo al cuore quando mi disse che stava frequentando una donna, ma mi disse anche che lui aveva sempre lo sguardo spento. Che quella relazione per lui non era niente. Cosa potevo dire? Non avevo alcun diritto di sentirmi offesa o ferita, in fin dei conti ero stato io a decidere di inseguire il mio sogno. Non avevo lottato per lui, non ero scesa ad un compromesso. Semplicemente avevo deciso di andarmene, perdendo così il mio più grande amore della mia vita. Era lui l'unico mio grande rimpianto. Nemmeno Dennis aveva più avuto alcuna storia dopo Jim, aveva optato per una filosofia di vita tutta sua, non avrebbe più cercato il suo principe azzurro, ma non sarebbe nemmeno morto astinente! Perciò ogni tanto aveva qualche flirt, ma nulla di serio: provava anche con me, mi fissava appuntamenti al buio, che finivano sempre nel nulla. Solo dopo molto capii perché non tolleravo nessuno di quegli uomini: cercavo in loro anche solo un piccolo segno di Heath.
Samantha aveva finalmente deciso di parlare ad Ethan, ed entrambi scoprirono che Ethan non aveva affatto dimenticato quella sera. Inutile dire che avevano litigato. Inutile dire anche come andò a finire, loro due nuovamente a letto. E decisero di provare ad avere un rapporto, ovviamente senza terze parti in gioco!
Gli anni passarono.
Amanda mi telefonò una sera, mi disse di aprire il computer e vederci in via Skype ed io e Dennis leggermente incuriositi, accettammo la video-chiamata. Dopo minuti interi passati a chiacchierare del nulla, io ed il mio amico scoppiamo all'unisono chiedendole il perché di quella telefonata improvvisa. Dopo averci sorriso, mostrò al suo anulare un piccolo solitario. Era un anello di fidanzamento!! Urlammo di gioia a quella notizia, il buon vecchio Sam si era deciso finalmente! Ma la cosa che mi scioccò fu la seconda notizia che ci diede, quando le domandai quando l'avrebbe sposata. Quando ci disse da lì a qualche mese, non capimmo bene perché così velocemente, ma quando ci disse che un piccolo bambino sarebbe arrivato a completare la sua vita, piansi di felicità. Amanda e Sam se lo meritavano. Meritavano tutta la gioia del mondo. Mi chiese se le avessi fatto la torta di matrimonio e se le avessi fatto da damigella d'onore; avevo paura di incontrare Heath con la sua nuova fiamma, ma non avrei mai perso quel momento per nulla al mondo.
Perciò qualche mese dopo, io e Dennis atterrammo nuovamente nella mia città natale. Non ebbi il coraggio di chiedere ad Heath di ospitarci, perciò stemmo da Amanda e da Sam; Aron era cresciuto molto, e rimasi stupita nel vedere come il bambino chiamava Amanda con il nome di mamma. Lei aveva accettato ormai Aron senza problemi, e rimasi sollevata di ciò, quel bambino aveva bisogno di stabilità e per fortuna, sembrava averla ora.
La torta era semplice, bianca decorata con fiori rossi in pasta di zucchero, con pan di spagna con bagna al marsala e crema di cioccolato al latte. Indossai il mio abito da damigella di un color malva chiaro in satin, Dennis indossava il frac e Samantha un abito da damigella color cipria. Heath, Ethan e Matt erano i testimoni dello sposo, e mentre la cerimonia veniva svolta dal prete, capitò spesso che guardassi l'uomo che amavo e che lui guardasse me. Era bello come lo ricordavo, si era sbarbato per l'occasione, i capelli leggermente pettinati all'indietro e il vestito da cerimonia, avevano fatto ballare la conga ai miei ormoni. Ancor più felice fu sapere che nessuna fidanzata era al suo seguito, venni a sapere infatti che si erano lasciati già da un pezzo e, meschinamente forse, ne ero felice.
La cerimonia fu intima, con pochi invitati e fatta al nostro ranch. Dovetti trattenere le lacrime nel vedere come era stato sistemato il cortile per l'occasione. Guardavo Amanda ballare con Sam il primo ballo, si poteva notare il ventre leggermente gonfio di lei, e lo sguardo pieno d'amore che si riservavano ora che finalmente erano legati.
La serata fu bellissima, Samantha ed io chiacchierammo molto, sembrava non me ne fossi mai andata da lì. Non mi aspettai però che Heath si avvicinasse a me per chiedermi di ballare. Mi sentii come la ragazzina adolescente che riceve un invito dal più bello della scuola; forse accettai troppo velocemente e con vivacità, forse fu il sorriso che mi fece lui di rimando, ma il ballo da uno, divennero due, e poi tre. Per me era il giorno più bello da tre anni a quella parte, dovetti ammetterlo senza fatica alcuna; al quarto ballo si fermò nel bel mezzo, guardandomi troppo seriamente, e senza darmi tempo mi prese la mano e mi porto, o meglio, mi trascinò veloce lontano dagli invitati che non si accorsero minimamente della cosa!
- Perché non sei venuta a stare qui? – mi domandò ad un certo punto – Sai che questa è anche casa tua, perché non sei venuta qui per questi giorni? –
Cosa potevo dirgli? La verità – Perché mi sentivo a disagio. Non volevo trovarti con una donna per casa, perciò ho preferito stare da un'altra parte – risposi senza guardarlo, mentre le mie guance andavano a fuoco dall'imbarazzo.
- Perché? In fin dei conti non stiamo insieme – disse atono, afferrandomi il mento per guardarmi in faccia.
- Lo so! Lo so perfettamente! E' solo che... -
- Solo che cosa? –
- Forse tu sei riuscito ad andare avanti, io no! Tu non sai, non sai la fatica che ho fatto per trovare qualcuno. Ma ogni volta che provavo a frequentare qualcuno, cercavo sempre te in loro. So che ho deciso io di andarmene, e credimi, sono felice perché lavoro finalmente come voglio io, ho fatto esperienza e mi gratifica. Ma so anche che mi manca qualcosa, perciò non riesco a godere appieno della mia carriera! E adesso ridi pure di me, scherniscimi se ti fa piacere, tanto ormai... -
E mi baciò. Mi baciò come se fosse l'ultimo giorno su questa terra, come se io fossi il suo ossigeno, come se fossi la sua terra promessa.
- Credi che io sia andato avanti? Ti sbagli. Non mentirò dicendoti che con Grace non fosse una storia da poco, né che mi dispiacesse come ragazza. Ma non l'amavo come meritava perché volevo solo te. Alla fine ho sempre voluto te. Io ti amo Audrey, fin da quando eravamo bambini. Sei l'unica cosa importante per me, e non voglio separarmi da te. Verrò con te se dovesse essere necessario, ma non voglio più starti lontano, non chiedermelo! – mi supplicò.
Due lacrime scesero lungo le guance, gli afferrai il viso tra le mani – Anche io ti amo Heath. Il fascino del ragazzaccio sai? Ma tu ami questo posto, hai sudato sodo per portare il ranch al massimo. No, non ti permetterei di far andare tutto a scatafascio così. E' il nostro ranch, ed è giusto che tu continui a gestire questo posto, quindi.. C'è posto anche per me? –
- Vuoi venire qui? – domandò incredulo – E il tuo lavoro? Era il tuo sogno! –
- Lo so, ma senza di te sono incompleta Heath. E sono stanca di combattere i miei sentimenti, per cosa? Saranno sempre lì, e sinceramente non voglio perdere ancora tempo. Ne abbiamo sprecato così tanto, ora basta -
Ci scambiammo un tenero bacio, poi mi disse – Sai.. Tuo padre prima di morire, aveva istituito un piccolo fondo per entrambi, con gli anni sicuramente sarà aumentato. E qui manca una pasticceria, potremo mettere apposto quel piccolo ex panificio! E' ancora stabile, basterà qualche ritocco e i macchinari da mettere dentro, e faresti felici gli abitanti di qui, che hanno apprezzato i tuoi dolci già anni fa... -
Fu la più bella proposta che potesse farmi.
E così eccoci qui, un anno dopo. Io con una pasticceria nuova di zecca, i dolci appena sfornati sistemati a dovere al bancone. Dennis a servire i clienti, non volevo rimanesse a New York da solo, perciò gli proposi di diventare come socio. Heath seduto ad uno dei tavolini insieme a Sam, mentre si gustavano una merenda veloce; Amanda con al seguito la sua splendida bambina, e Samantha che battibeccava con Ethan, di nuovo.
Finalmente mi sentivo completa, avevo un posto tutto mio, una casa, gli amici migliori del mondo, e il ragazzo più sexy della scuola. Non mi sentivo più la povera sfigata di turno, ma la più fortunata del mondo. C'erano momenti anche no, ma ehi... La vita è proprio questa, bisogna assaporare tutto per essere felici. E mi andava bene così!
FINE
Signori, siamo giunti finalmente alla fine! Che dire, non credevo sarei mai riuscita a portare a termine questo impegno. Ho avuto momenti di buio, momenti in cui credevo di dover mollare questo impegno preso. Ma come si dice? Per risalire in superficie, devi toccare il fondo e darti una bella spinta forte per farlo.
Devo ringraziarvi, vi ringrazio di cuore. Per chi mi ha sostenuta recensendo, per chi lo ha fatto in silenzio, ma continuando a leggere. Grazie per il supporto, grazie per la grande pazienza. So che la storia forse non è stata il massimo, ma vi ringrazio comunque per aver scelto di leggerla e darmi l'opportunità di farmi conoscere un poco.
Grazie, e un grande abbraccio a tutti voi!
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