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Capitolo 26

Era ormai sera inoltrata, ed Heath se ne stava seduto sul divano a fissare il vuoto. Sam non l'aveva lasciato un attimo, timoroso dello stato in cui versava l'amico ormai da molte ore; aveva dovuto rispondere lui al telefono, sia alla madre di Heath, sia ad Ethan che sarebbe arrivato tra qualche minuto.

Heath non sentiva niente, guardava il fuoco acceso del camino senza nemmeno accorgersi che era acceso. Da quanto tempo era lì? Quante ore erano passate da quando Audrey l'aveva lasciato? Gli sembrava di essere tornato indietro con gli anni, solo che ora a differenza, era solo. Non c'era il signor Barkley che inveiva a squarciagola, né la madre a cercare di sedare gli animi dei suoi due uomini. Come aveva potuto essere così stupido? Ora si rendeva conto di aver commesso un errore madornale nel lasciarla tutta la notte sola, a riflettere e prendere una decisione drastica; solamente perché aveva paura che la distanza tra loro avrebbe fatto erigere un muro invalicabile. E ora non c'era già? E forse ancora più alto di prima. Lui e la sua paura, lui e le sue insicurezze! Anche se non sembrava, lui era terrorizzato all'idea di rimanere solo, e perdere la sua unica ragione di felicità. Audrey c'era sempre, c'era sempre quando lui era stato abbandonato dal padre, c'era stata quando aveva perso sua madre, anche quando lui aveva cominciato a tenerla a distanza quando si era fatto un nuovo gruppo di amici e la trattava di merda. Si sarebbe preso volentieri a pugni da solo in quel momento! Sospirò pesantemente, passandosi le mani sul viso. Non aveva nemmeno il coraggio di richiamarla per chiederle perdono.. Avrebbe dovuto alzare il culo e correre in aeroporto, prendere il primo volo e andare da lei. Ma era un dannato vigliacco quando si trattava di parlare apertamente con lei.

Qualcuno suonò alla porta, Sam si alzò e aprì, rivelando la figura di Ethan; si sedette accanto all'amico e lo guardò, poi sospirò.

- Hai fatto una cazzata enorme amico –

Heath chiuse gli occhi, ma non disse niente.

- L'hai aspettata per anni, è stata l'unica donna che ti sia mai interessata fin dalle superiori ed ora te la sei fatta scappare. Sam mi ha raccontato a grandi linee e mi spiace dirlo, ma sei un coglione. Non che lei sia una persona matura, visto che è fuggita ancora una volta senza troppi ripensamenti senza affrontare le cose, ma tu non sei da meno. –

Heath rise amaramente – Proprio tu parli? Tu che non riesci a parlare con Samantha e dirle cosa provi? Hai fatto sesso con lei, ma non hai mai affrontato l'argomento, lasciandole credere che fossi troppo ubriaco per ricordare, l'hai baciata ed ora non sei in grado nemmeno di guardarla in faccia! Sei un gran bel ipocrita –

Ethan irrigidì la mascella – Io so di non essere degno di Sammy, sono un coglione che ha sprecato tempo a divertirsi e ci ha messo altrettanto tempo per seguire finalmente la sua strada, affiancando il proprio padre. Lei invece sapeva sempre cosa voleva, e non si è mai comportata da stupida dandola via come il pane. Tu che scusa hai? –

- Finiscila! Non sai niente di me porca puttana! Non sai come mi sia sentito al pensiero che lei se ne sarebbe tornata a New York! Si sarebbe fatta una nuova vita, finalmente il suo sogno si sarebbe realizzato ed io? Sarei rimasto lì come un coglione a guardarla ai margini della sua esistenza! Cosa posso offrirle qui? NIENTE! Un beneamato cazzo ecco cosa! E mi dispiace dirlo, ma l'amore non basta, non in questi casi! Perché lei avrebbe inseguito la sua speranza fino allo stremo, e io non sarei riuscito a gestire la situazione! – urlò fuori di sé.

L'amico lo fissò e scosse il capo – Sei un codardo, non immaginavo che il mio migliore amico fosse un fifone simile. Lei è così innamorata di te che non ti avrebbe mai lasciato in disparte. E' vero, è una tipa molto esigente e orgogliosa di sé, non avrebbe abbandonato l'idea di lavorare per un grande pasticcere, ma non ti avrebbe mai lasciato per la sua carriera, né tanto meno si sarebbe trovata un altro! – sospirò – Comunque non era per questo che sono venuto, o almeno non era questo solo il motivo. Ti avevo parlato delle indagini che ho fatto no? Un mio amico di scuola è un investigatore privato ed ha trovato qualcosa sul conto di Allen. A quanto pare il nostro amico non era in buone acque –

- Droga? – domandò Heath.

L'altro annuì – A quanto sembra, non è mai uscito dal giro. Si è indebitato fino al collo, pieno di debiti con i venditori di droga. E... è venuto qui, con un furgoncino blu –

Heath lo fissò con occhi spalancati – Stai dicendo che... Ma non puoi arrestarlo però. Hai solo la mia parola con la sua... -

- Certo. Però posso dirti questo. Grazie alle foto che mi hai mandato, le ho fatte confrontare con quelle prese la sera del vostro incidente. E sempre grazie a quelle foto, che ho spedito al mio amico, abbiamo potuto risalire al venditore di quel furgoncino, visto che il mio collega è risalito alla targa e tutto il resto. Quelle orme le abbiamo trovate sui tuoi campi se non sbaglio... - sorrise accattivante. – Direi che possiamo portarlo in centrale e fargli qualche domanda –

Il telefonò di Sam squillò in quel momento – Pronto? Amanda! –

Heath raddrizzò le orecchie.

- Come? No.. Non ha chiamato. Ma non è con voi?... – Sam sbiancò – Come sarebbe non è arrivata a destinazione?! –

Heath si avvicinò e strappò il telefono di mano all'amico – Amanda! Sono io, Heath –

- Heath? Cosa ci fa Sam da te?! Hai idea di quello che hai combinato, razza di cretino? Ti dovrei depilare le sopracciglia! – urlò dall'altro capo del telefono la donna.

- Potrai fare tutto quello che vuoi, Audrey è con te? –

- NO! Non è mai arrivata!! E' arrivata Pepper e la sua valigia, ma non lei! Doveva essere qui, ma non c'è e il suo telefono squilla a vuoto! –

Heath dovette sedersi, sentiva le forze abbandonarlo. Non poteva essere sparita così senza dire una parola!

Sam si riprese il telefono, cercando di calmare la sua donna, che ora era in viva voce. Ethan chiese se avessero visto mancare magari il portafogli, ma niente, non mancava nulla, solo la proprietaria di tutto.

- Ascoltatemi, non sono passate 48 ore, e non possiamo ancora fare una dichiarazione della sua scomparsa. Perciò cerchiamo di mantenere tutti la calma ok? Heath, ora io torno in centrale, e metterò uno dei miei alle calcagna di Allen, so che viveva in casa di suo nonno. Vedrò se farà spostamenti strani va bene? E intanto speriamo che Audrey si faccia viva -

- Come sarebbe 48 ore?! Potrebbe essere in pericolo! Potrebbe essersi fatta male, e noi dobbiamo aspettare tutto questo tempo?! – urlò Heath, in preda al terrore.

- Le procedure sono queste!! Non le ho decise io cazzo! Purtroppo è maggiorenne e la regole parlano chiare! Ascoltami, ora calmati va bene? Siediti e mantieni il sangue freddo.. –

Un bip zittì entrambi. Il telefono cellulare di Heath lampeggiò, segno di un messaggio in arrivo. Afferrò velocemente il dispositivo e urlò; Ethan vide l'amico buttare il cellulare sul divano e correre fuori, lo prese e guardò.

- Maledizione!! – tuonò – Sam riporta qui il nostro amico prima che faccia una cazzata. Io devo allertare la polizia immediatamente! –

Audrey era in quella posizione scomoda da.. non sapeva nemmeno lei da quanto. Le sembravano passati giorni, invece erano passate nemmeno 24 ore. Sbattè le palpebre quando una luce le accecò. Era in una stanza con una sola finestra, c'era sporcizia ovunque e l'odore di muffa permeava l'aria come una pesante cappa.

- La principessa si è svegliata? – domandò una voce conosciuta.

- Rachel? Che cosa.. Sei stata tu?! – la fissò sbigottita. La donna la stava guardando con un sorriso soddisfatto.

- Nah, io non mi sporco le mani mia cara. Ma credo che un amico in comune.. – si scostò e apparve Allen.

- Allen? Ma.. Perché? – sussurrò. Cominciava ad avere paura. Quei due l'avevano rapita! Erano pazzi!

- In realtà io non volevo Audrey, devi credermi. Ma poi mi son detto, quanto pagherebbe quello stronzo di Heath per il tuo riscatto? Devo ammettere che non era un idea così insensata quella del tuo rapimento –

- Riscatto? Perché diavolo volete dei soldi da lui?! –

- Semplice: visto che ci ha sguinzagliato dietro la polizia, non possiamo più rubare bestiame. E lui protegge il suo con le unghie e con i denti! -

- Ma perché? Perché fare una cosa simile?! –

- Per denaro ovvio! Quanto sei stupida! – sibilò acida Rachel, prendendo la parola.

- Questo lo avevo capito, razza di oca giuliva! Quello che mi chiedo è a cosa vi servono! Avete idea di quello che avete fatto? Molti hanno perso tutto a causa vostra! Ve ne rendete almeno conto? –

- Taci! Non sai un bel niente tu.. Hai sempre avuto tutto! Sai cosa significa avere creditori alle calcagna? Indebitarsi così tanto da non riuscire a venirne fuori? Io ho bisogno del denaro, così posso pagare tutto e ricominciare.. Ma a causa di quel coglione.. – imprecò Allen – Ora proverà sulla sua pelle cosa vuol dire sentirsi impotenti! Sentirsi piccoli come fece lui a me! Mi ha rovinato la vita quel bastardo infame, e pagherà, in un modo o nell'altro! –

- E tu non dici niente? – chiese Audrey a Rachel, che la fissò come si guardava un insetto da schiacciare.

- Non temere, quando Heath venderà il ranch per salvarti, interverrò io! Sarà in debito con me, e tu finalmente non rientrerai più nei suoi interessi! Me lo hai portato via per troppo tempo, schifosa stronza! Lui era mio, ma c'eri sempre tu nei suoi pensieri! Ma mi dicevo che con il tempo si poteva risolvere la cosa, ma poi sei tornata! Mi hai rovinato tutto, i miei sogni, la mia vita con lui, tutto! – urlò fuori di sé, schiaffeggiandola con forza.

Audrey non era preparata all'impatto: gli occhi lacrimarono e la guancia iniziava a pulsare.

- E pensi davvero che lui torni da te strisciando? Sei fuori di testa! Non lo conosci, non sai cosa sia l'orgoglio che possiede quel uomo! Piuttosto che stare con te, se lo taglia con le sue stesse mani! – sputò Audrey – E mi fai solo pena, potevi giocartela meglio, invece l'unica cosa che sai fare è aprire le gambe!! –

Rachel perse la pazienza, e le saltò letteralmente addosso: inveì e la prese a calci fino a farle mancare il respiro. Allen intervenne troppo tarsi, i suoi riflessi non erano dei migliori.

- Smettila cazzo! Non c'è bisogno di arrivare a tanto porca troia! Non voglio essere condannato anche per questo!! – urlò alla ragazza; sembrava posseduta.

- Finiscila smidollato! Cosa c'è? Ho toccato la tua ragazzina? Sei patetico! Venivi a letto con me pensando a lei! Non sei riuscito nemmeno a scopartela quella sera! – sghignazzò Rachel, ancheggiando verso la porta.

Audrey boccheggiò. Allora era lui? Lui aveva tentato di..

- Perché?! – urlò.

- Io ho sempre voluto te Audrey, ma tu pensavi sempre a quello stronzo infame.. Volevo almeno una volta con te – rispose noncurante lui – Ora usciamo di qui, verrò tra poco a portarti almeno da bere.. E vediamo se lui verrà nel luogo dell'incontro con i soldi! –

Una volta che venne lasciata sola, scoppiò in lacrime. Se solo fosse stata più sincera, ora starebbe discutendo con Heath in modo ragionevole, forse non l'avrebbero rapita, forse..

- Non gli ho mai detto che lo amo.. – singhiozzò. – Sono una stupida. Solo una stupida! –

- E' lui, io so che è stato lui! Prima le minacce di morte, ed ora la scomparsa di Audrey! Cerca di muovere le unità Ethan, o come è vero Iddio la cercherò io, e se dovessi trovarlo lo ammazzo con le mie mani!! – urlò Heath in centrale.

- Ma credi che non stia facendo niente?! Cazzo ci sono delle pattuglie che stanno già arrivando dalle contee vicine! Non possiamo fare di più, non sappiamo dove può averla portata! –

- Chiedi in giro, cazzo interroga chi l'ha visto no? Suo nonno.. Paul, deve sapere dove si nasconde!! – sibilò Heath, in preda alla paura e alla rabbia. La foto che gli era arrivata sul suo telefono gli aveva fatto gelare il sangue nelle vene: Audrey legata e imbavagliata, e un messaggio che lo aveva messo in allerta, oltre a fargli salire il sangue al cervello. Solo Allen avrebbe potuto dire una cosa simile, ed era intenzionato a trovarlo. Lui e chiunque gli abbia dato una mano, non dovevano passarla liscia, non quando di mezzo c'era la donna che amava!

- Ci andrò tra poco infatti. Potrai venire anche tu, ma a patto che mi lasci fare il mio lavoro! Dico sul serio Heath, non rallentare il nostro lavoro, sappiamo cosa facciamo e se ci rallenti o ci crei problemi, ti faccio chiudere in una delle celle e mi tengo la chiave! Intesi? – sbottò Ethan, al culmine dell'esasperazione. Tra lui e Samantha, che ovviamente era venuta a sapere tutto quella mattina, non sapeva più che fare. La voglia di strangolarli era forte, come il continuo passarsi le mani tra i capelli dal nervosismo, che lo avrebbero fatto diventare presto calvo.

- Cristallino – disse tra i denti Heath, indossando il suo giubbotto e aspettando l'amico uscendo di corsa dalla centrale.

Salirono in macchina silenziosi, guidando in direzione ovest. La casa di Paul era un po' fuori mano, si trovava a qualche chilometro dalla città ma in macchina, arrivavi in venti minuti circa. Era diversa da come se la ricordavano, sembrava che la casa avesse avuto tempi migliori una volta: la staccionata come le pareti esterne dell'abitazione avevano il colore scrostato e sbiadite. L'erba del giardino era alta e incolta, i vetri erano sporchi, si chiesero se davvero ci abitasse qualcuno li dentro. Scesero veloci ed andarono sul retro della casa e videro il furgoncino blu parcheggiato, Ethan estrasse la pistola che portava nella fedina attaccata alla cintura e fece cenno all'amico di restare nascosto. Bussò con violenza sulla porta, ma non sembravano provenire rumori all'interno, e dopo aver chiamato più volte il proprietario, con un calcio secco spalancò la porta d'ingresso, i cardini erano arrugginiti perciò non fece alcuna fatica a buttarla giù. Entrò con i sensi in allerta, andando in salotto, dove un odore tremendo soffocava l'ossigeno; il cuore palpitò velocemente, un terribile presentimento scosse i suoi nervi e, con passo felpato non indugiò oltre. Una figura era rannicchiata su una vecchia poltrona cenciosa e, avvicinandosi, con enorme rammaricò trovò Paul. Tastò il battito, e come temeva, il cuore aveva smesso di battere e, a giudicare dal corpo freddo e rigido, doveva essere morto ormai da più di 48 ore. Dopo una breve ricognizione nella casa, constatò che non c'era traccia di Allen.

Heath entrò in casa quando l'amicò lo chiamò, e quando vide il buon vecchio Paul in quella posizione troppo rigida imprecò.

- Cazzo.. Pensi che..? – domandò all'amico.

- Non lo so, ho fatto chiamare una pattuglia che era in ricognizione e un ambulanza. Il medico ci saprà dire se è morto da solo, o se l'hanno fatto fuori. Non mi sembra di vedere segni di pallottole o di percosse comunque, ma saremo più sicuri dopo l'esame medico. Non ci voleva! Era l'unico a poterci dire qualcosa... Almeno sappiamo che era lui alla guida del furgone. –

Heath annuì e fissò con tristezza il povero vecchio. Sembrava ancor più invecchiato di quello che era. Non aspettò molto comunque, si mise quindi a sbirciare in giro ed andò su nelle stanze.

- Heath!! Torna giù, non puoi fare di testa tua!! Lascia che faccia io! Porca vacca – sibilò correndogli dietro.

- Non possiamo aspettare! Abbiamo elementi sufficienti per guardare in giro e trovare qualche indizio! Dammi una mano o potrebbe essere troppo tardi! – disse con occhi lucidi.

Ethan sospirò affranto: detestava vedere qualcuno che amava in quelle condizioni, e probabilmente avrebbe fatto di peggio se si fosse accaduto a Samantha! Quando sentì le sirene arrivare, scese le scale e andò ad aspettarli alla porta.

Heath cercò come un disperato, qualsiasi cosa potesse dirgli dove l'aveva portata quell'animale psicopatico. Ma dove potrebbe essere ora? '' Se fossi un criminale, dove mi nasconderei? In un posto che nessuno controllerebbe. Disabitato e ben distante.. Merda! Non lo troveremo mai!! '' pensò frustrato, dando un pugno su una mensola. Una foto cadde a terra e con un ringhio esasperato la prese; stava per posarla quando qualcosa lo fece bloccare sul posto. Era una foto di Allen con il nonno, in una vecchia casetta un po' diroccata. '' Dove l'ho vista? '' pensò guardando attentamente la foto. Poi l'illuminazione. Paul possedeva un vecchio capanno non lontano dalla casa, e sapeva che sistemava lì le sue cose come vecchi attrezzi, legna e altro.

- Era sotto il nostro naso e non lo abbiamo mai saputo! In fondo, ci si nasconde meglio sotto gli occhi rispetto a posti lontani e scontati!! Ethan!! – urlò schizzando giù per le scale, dove i medici stavano portando via il corpo.

L'amico lo fissò leggermente stupito e, dopo averlo ascoltato, parlò – Mettete in allerta le alte pattuglie, attenzione! Potrebbe avere un ostaggio, perciò dobbiamo arrivare silenziosi chiaro? Voi altri invece, cercate in casa se possono esserci documenti di furti e quanto altro in giro. -

Arrivarono in brevissimo tempo sul presunto luogo dove tenevano Audrey in ostaggio, anche se erano andati a piedi, avendo lasciato l'auto ai margini del bosco. La fortuna voleva che avessero un poco di riparo grazie ai grandi pini e abeti, perciò in caso di scontro avrebbero avuto un poco di vantaggio.

- Capo. Abbiamo localizzato il segnale del telefonino della ragazza. Giunge proprio dalla casa – sussurrò uno dei poliziotti ad Ethan, che annuì brevemente.

- Circondate la casa, nessuno deve scappare ma ricordate: c'è un ostaggio, ed è probabile che siano armati quindi massima cautela. –

Heath era nervoso; stavano aspettando che Allen uscisse allo scoperto, per andare sul luogo in cui avrebbero dovuto scambiare Audrey con il borsone di denaro. I minuti passavano lenti fino a quando il diretto interessato uscì. Non si accorse nemmeno degli agenti che lo circondarono in pochi secondi. Urla e strepiti riempirono l'aria, poi uno sparo, nessuno capì esattamente da chi provenisse, Heath vide solo Ethan correre insieme ad alcuni colleghi dentro l'abitazione urlando ordini; uno degli agenti parlò alla radio dicendo solamente di chiamare l'ambulanza e che c'era un ferito. Non avrebbe mai dimenticato quel giorno, per lui fu il peggiore di tutta la sua vita.




Ok, forse ho sviluppato leggermente male il capitolo. O sono io che non sono mai soddisfatta. Ma non mi andava di aspettare troppo per pubblicare il capitolo, perciò l'ho pubblicato ugualmente! ( Anche perché è probabile che l'intera storia prima o poi verrà revisionata a dovere!)

Signori è stato un parto. Un vero e proprio parto gemellare questo capitolo, ma vi posso finalmente dare una buona notizia: questo è il penultimo capitolo! Ebbene si, il prossimo sarà l'epilogo gente!

Un bacione

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