Capitolo 23 - parte prima -
Amanda si era alzata presto quella mattina, ed ora si ritrovava a fissare l'alba dalla finestra della cucina mentre sorseggiava una tazza di caffè caldo. Ammirando il paesaggio di verde e montagne, capiva perché Audrey avesse deciso di tornare in Montana; certo aveva usato la scusa del ranch, ma in realtà sapeva quanto le mancasse la sua vecchia casa, lo capiva quando l'amica ne faceva riferimento a qualcosa. Con qualche battuta al vetriolo certo, ma sotto sotto comprendeva che ne sentiva molto la mancanza, soprattutto di chi vi abitava.
Un uomo stava scendendo da cavallo in quel momento, ed il suo cuore perse un battito: Sam era sveglio da molto prima dell'alba visto che Heath era costretto ad un riposo forzato, perciò era lui che dirigeva i lavori al ranch. Non avevano avuto mai il tempo per parlare da soli, avevano cominciato a scambiarsi qualche parola solo dopo l'incidente avvenuto ai loro amici; credeva che si fossero un poco riavvicinati ma l'imbarazzo e la tensione creava un muro insormontabile tra loro, e lei non riusciva a scavalcarlo in nessun modo. Lo vide togliersi il cappello a falde e passarsi una mano tra i capelli, per poi ricalcarlo bene in testa, ciò le provocò un forte sospiro e dovette mordersi la lingua per non mettersi ad ululare come un cane alla luna.
'' E' davvero bello. Mio Dio.. '' pensò affranta, quanto avrebbe voluto passarci lei le mani tra quei folti capelli scuri.. Come se fosse stato richiamato a voce alta, lui si voltò e guardò la finestra sulla quale lei lo guardava spudoratamente. Entrambi distolsero lo sguardo imbarazzati.
'' Dovrei davvero finirla con queste scenette da ragazzina alla prima cotta '' pensò '' Coraggio Amy, apri la finestra e chiedigli se vuole fare colazione ''. Prese dunque coraggio e aprì con scatto veloce, quando lo vide darle le spalle.
- Sam! - lo richiamò con voce leggermente arrochita.
Lui si girò immediatamente ed attese. Non credeva che l'avrebbe mai sentita rivolgersi apertamente a lui a quel modo, ed ora che finalmente lo aveva fatto, una leggera ansia gli logorava lo stomaco.
- Si? - rispose semplicemente. '' Wow. Davvero una risposta emozionante! '' si ritrovarono a pensare entrambi.
- Ehm.. Si.. Ho fatto del caffè.. Ma ci sono anche dei biscotti, e.. Posso farti del bacon e uova strapazzate se vuoi.. - farfugliò agitata. Si sarebbe volentieri presa a schiaffi da sola.
Sam la trovò terribilmente carina così imbarazzata - Avrei già mangiato qualcosa.. -
Lo guardò e un lampo di tristezza corse veloce nei suoi occhi - Oh.. Ma certo capisco.. Fa niente, buon lavoro - sussurrò apprestandosi a chiudere la finestra, con grande vergogna e delusione. Ma prima che chiudesse del tutto il vetro, la voce di lui le fece sciogliere il cuore.
- Ma una tazza di caffè la berrei volentieri! - disse lui veloce, trovandosi poi a ricambiare il sorriso di lei, che gli parve luminoso come il sole estivo di luglio.
Entrò in cucina dopo che lei gli aveva aperto piano la porta per non fare rumore, gli versò una tazza bollente e ne bevve un poco. Dovette reprime un gemito di disgusto poiché il caffè non era esattamente quello che si diceva una bontà, ma per non offenderla inghiottì stoicamente e le sorrise un poco tirato. La vide inarcare il sopracciglio, ed infine sospirò.
- Mi spiace, non sono molto brava ai fornelli - disse imbarazzata - Buttalo pure se vuoi.. C'è del succo in frigo, forse sarebbe meglio per te bere quello. -
Sam sorrise tentando di non riderle in faccia e scosse il capo - No tranquilla, va bene lo stesso. In tutti questi anni non hai ancora imparato a cucinare eh? Non sei cambiata -
Lo guardò e un lampo di dolore passò nei suoi bellissimi occhi - Sono diversa invece. Non sono più quella di un tempo, non mi faccio più comandare dai miei. Anzi sono anni che non li vedo e non li sento, dopo che mi hanno diseredato.. Dopo che ho mandato a monte i loro piani, sono diventata invisibile agli occhi. Sei tu quello che non è cambiato molto.. - disse in un sussurro.
Lui divenne serio e posò la tazza sul tavolo - Già, hai ragione. Sono rimasto il solito imbecille di tanti anni fa. Mi sono lasciato fregare come un imbecille ancora una volta, ma sai una cosa? Non sento niente, più che triste ero furioso con mia moglie per aver abbandonato il tetto coniugale di punto in bianco lasciando persino suo figlio. Ed ora che sono più lucido, l'unica cosa bella della mia vita è Aron -
La vide mordicchiarsi il labbro, per poi dargli le spalle in modo che non potesse vedere l'inumidire dei suoi occhi; sapeva che la sua unica ragione di vita fosse il figlio, poteva comprenderlo eppure faceva male. Ancora una volta era messa in seconda posizione, e sapeva anche che non ci sarebbe mai stata possibilità che lui scegliesse lei per una volta.
- Se tua moglie tornasse - gli sussurrò con un groppo alla gola - Torneresti con lei vero? Magari non per amore suo ma per tuo figlio si - e si voltò a fissarlo.
Sam rimase spiazzato, non sapeva cosa dire. Forse aveva ragione, per suo figlio l'avrebbe fatto; in fin dei conti a lui mancava sua madre, chi era lui per separare suo figlio dalla donna? Venne riscosso dai pensieri quando sentì un piccolo singhiozzo venire da lei. La osservò e capì solo un secondo più tardi che con il suo silenzio aveva confermato il suo dubbio, e comprese anche di averla ferita profondamente, sentendosi male. Che razza di imbecille! Si alzò velocemente ed andò verso di lei, ma lo fermò con un gesto della mano.
- Non dire niente Samuel, ho capito tranquillo. E'.. una donna fortunata tua moglie.. Ora scusami, ma vado a.. Si vado a leggere un poco prima che Audrey si svegli. Sai, abbiamo intenzione di andare in città.. In fondo dovrò tornare a New York tra tre giorni - disse ridacchiando nervosamente - Spero per te che tutto si risolva Sam.. Davvero - e sorridendo, lo scansò per fuggire in camera e rinchiudersi al suo interno.
'' Partenza.. Tre giorni.. '' pensò Sam sconvolto dalla notizia. Non poteva crederci! No, non poteva andarsene, non prima di chiarire la situazione! Doveva parlarle, doveva convincerla a.. a cosa? A rimanere lì? In un paese in mezzo alle montagne, con lui e suo figlio? Amanda non odiava Aron, ma vedeva la sofferenza nei suoi occhi quando vedeva il bambino; costantemente gli ricordava che lui non l'aveva aspettata, che lui aveva sposato un'altra e ci aveva fatto un figlio. Se solo non fosse stato così stupido e precipitoso.. Avrebbe voluto avere una famiglia con lei, ma per uno scherzo del destino sempre lui aveva messo incinta una donna che non amava e che aveva poi sposato solo per salvare la sua reputazione e quella di lei. Imbecille! Un emerito imbecille era, e continuava ad esserlo perché non riusciva a parlare chiaramente con lei e dirle con chiarezza i suoi sentimenti. Perché lui non aveva smesso d'amarla, e avrebbe continuato fino alla fine ad amarla.
Il suono del suo telefono lo fece sobbalzare e, perso nei suoi pensieri, rispose senza guardare il mittente. Gli si gelò il sangue nel sentire la voce della sua quasi ex moglie, e il suo sguardo si oscurò di colpo; dopo alcune frasi di circostanza venne a sapere che si trovava in città e che desiderava parlargli. Accettò poiché era ora di porre fine a quella storia, mise via il cellulare e tornò a lavoro, fino all'ora di pranzo dove avrebbe incontrato lei.
Audrey fissava Amanda in silenzio, che sorseggiava il suo bianco come fosse acqua. Dennis alzò un sopracciglio, non capendo come l'amica abituata a bere vini eccellenti a da parecchi dollari a bicchiere, potesse non storcere il naso per quella risciacquatura di piatti. A dire il vero, non sembrava nemmeno sentirne il minimo gusto, visto come li buttava giù senza battere ciglio..
- Bene, cosa ci facciamo esattamente qui? - chiese l'amico, dopo qualche minuto di silenzio.
- E' quello che mi chiedo da ore.. E non usare la scusa del usciamo che ora puoi bere dopo tutti gli antidolorifici presi finora - disse Audrey sospirando, per poi bere il suo caffè. Sapeva o almeno, intuiva che qualcosa non andava, e che quel qualcosa si chiamava senza dubbio Sam.
- Non c'è niente che non vada e.. O cazzo e va bene! Ho litigato con Sam, ancora! O meglio, ho capito che io per lui non sono più niente. Fine della storia - borbottò l'altra da dietro il bicchiere. Quando però vide gli sguardi dei suoi amici sospirò rassegnata e si mise a raccontare l'intera vicenda di quella mattina.
Quando ebbe terminato rimasero tutti e tre in silenzio. Alla fine Dennis prese la parola - Secondo me dovete chiudervi in una stanza e darci dentro, chissà che magari non riuscite a trovare finalmente le palle per parlarvi schiettamente. E no! Non ti azzardare a dire una parola Amanda! Siete due idioti: tu che non hai le palle di dirgli apertamente ciò che provi, e lui che non ha i coglioni per confessarsi a te e ammettere che ti sbava ancora dietro! E non fate quelle facce! Porca miseria, avete la fortuna di avere due uomini che per voi farebbero di tutto, ma non avete il coraggio di ammettere che volete restare con loro e fare una vita insieme! - sbatté la mano sul tavolo e si alzò, diede loro le spalle e uscì di gran carriera dal saloon, lasciando le amiche completamente attonite dopo quella sfuriata.
- Mio Dio. Quello sta diventando una vera e propria checca isterica! - soffiò Amanda,
- Però non ha tutti i torti.. Ho ricevuto una chiamata da un mio vecchio collega.. Mi ha detto che un suo amico ha bisogno di un pasticcere. Ho detto che ci avrei pensato e lo avrei contattato al più presto.. - disse Audrey.
Amanda sputò il vino e per poco non vi si strozzò - Che cosa? E quando contavi di dirmelo? - gracchiò.
L'altra fece una smorfia - Quando tu mi avresti detto di Sam. E poi Amanda, Dennis ha ragione, siamo due vigliacche. Tu hai paura di un rifiuto, io che per Heath sia solo qualcosa di passeggero. Non mi ha mai chiesto di rimanere sai? E io comincio seriamente ad avere paura, ma sono una vigliacca e non voglio chiedergli cosa siamo davvero. -
L'amica rimase in silenzio e la tristezza si impadronì del suo essere - E' vero.. Ma io vedo come ti guarda e credimi, lui stravede per te.. Per me invece.. E' più complicato.. - sospirò - Comunque Dennis ha qualcosa che non va. Non è da lui saltarci alla gola a quel modo! Credi dovremmo andare da lui? Che dici, andiamo a cercarlo? -
Audrey annuì vigorosamente e si alzò con l'amica; le due si avviarono verso l'uscita quando la porta si aprì e si imbatterono in Sam ed una donna alta e snella, dai capelli lunghi e castani, due labbra carnose e due occhi color miele. Indossava un abito lungo fino al ginocchio a vita alta, e due scarpe dal tacco modesto. Era davvero bella. Ma ciò che colpì Amanda come un pugno allo stomaco e il cuore spezzarsi, fu la somiglianza tra lei e il piccolo Aron, e vedendo il disagio nello sguardo del suo accompagnatore capì: quella era sua moglie! Sentì gli occhi inumidirsi ma non avrebbe dato loro la soddisfazione di cadere sotto di loro, perciò uscì di gran carriera e con quella pochissima sicurezza che non possedeva. Camminava molto velocemente tanto che non si rese conto di aver lasciato l'amica indietro, che sbuffando come una locomotiva riuscì a stento a raggiungerla; Audrey le afferrò il polso velocemente e la voltò verso di lei, intristendosi. Gli occhi dell'altra parlavano chiaro e le strinse la mano, poiché sapeva che non avrebbe mai accettato un abbraccio in strada, con il rischio di frignare come una bambina di fronte a decine di persone.
- Barkley! - sentirono urlare, e si voltarono entrambe verso la voce che proveniva di fronte a loro, ma dalla parte opposta della strada. Allen le stava salutando con un ampio sorriso, mentre le raggiungeva velocemente dopo essersi assicurato che non passassero macchine.
- Ciao.. - salutò Audrey, piuttosto stranita quando lo vide sporgersi a lei e baciarle una guancia.
- Come stai? L'altro giorno non sono riuscito nemmeno a salutarti a casa tua! - le chiese.
- Oh.. Bene! Ma eri a casa mia? Non ti ho visto - rispose stralunata, forse a causa degli antidolorifici non lo aveva riconosciuto..
- No. Tuo fratello semplicemente non mi ha fatto entrare - alzò le spalle, sorridendole.
Amanda provò uno strano brivido, non le piaceva molto quel ragazzo.
- Come?! E perché?! -
- Qualcuno cresce.. Altri no! - rispose l'altro con fare strafottente. - Comunque non parliamo più di questo. Stasera c'è una festicciola al solito posto, ci verranno i soliti. Jack e Jim saranno al bancone a servire da bere, ci volete venire? - chiese speranzoso.
Audrey titubò: non si sentiva molto in forma, e bere dopo aver preso medicine.. Si sarebbe annoiata a morte! - Ehm.. - guardò Amanda che aveva uno sguardo serio e fissava troppo insistentemente l'altro. - Non saprei.. -
Qualcosa catturò l'attenzione dell'amica che sgranò gli occhi: Sam stava uscendo con la donna dal locale, e la salutò con un cenno del capo prima di accorgersi di loro a qualche metro di distanza. Vide lo sguardo di lui leggermente adombrato, poi quando vide chi era con loro divenne ancora più scuro e marciò verso di loro velocemente.
'' E' infastidito? Perché dovrebbe? E poi.. E' appena uscito con sua moglie! Perciò non penso debba mettere becco su qualcosa '' pensò infastidita Amy, e quando Sam le raggiunse, con fare affabile sorrise ad Allen - Ci saremmo senz'altro! -
Allen sorrise, Audrey era sorpresa di un cambiamento tanto repentino, e Sam era semplicemente incredulo e furioso al tempo stesso.
- Benissimo! Allora ci vediamo stasera ragazze! - e detto ciò diede loro le spalle e se ne andò.
'' Non andrà a finire bene '' pensò Audrey, mentre un brivido freddo le scendeva lungo la schiena.
Non odiatemi! Lo so.. Il capitolo è corto, lo so.. E so anche che fa leggermente schifo.. Ma tra le feste e il lavoro, non ho quasi più tempo per scrivere come vorrei e me ne dispiace moltissimo! Prometto che la prossima parte sarà più bella e che la scriverò più velocemente e in breve tempo.. O almeno lo spero! Un bacione
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro