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Capitolo 21


Heath non si capacitava di ciò. Sam, il suo caro amico aveva dato di matto e si era preso una pausa. '' Cazzo.. '' pensò frustrato mentre dirigeva la mandria in pascolo più a nord, ordinando di tanto in tanto agli altri mandriani di seguire i suoi ordini. Sapeva che centrava l'amica di Audrey, ma non capiva esattamente come.

Audrey.. Non si erano ancora parlati decentemente dal giorno della festa, ma cosa avrebbe potuto dirle? Lei non lo avrebbe mai ascoltato. Sapeva che se le avesse raccontato gli ultimi aneddoti di Allen, non gli avrebbe creduto; lei ricordava un altro ragazzo, perciò avrebbe fatto quello che voleva, indipendentemente da quello che le avrebbe detto. Aveva parlato al telefono con Ethan e gli aveva chiesto se poteva investigare su di lui, quel ritorno gli puzzava come il pesce dopo tre giorni al sole; il suo amico aveva accettato tranquillamente, lo aveva ringraziato e Dio solo sapeva quanti favori gli doveva. Doveva già seguire la pista dei ladri di bestiame, ora gli aveva pure chiesto di fare del lavoro extra e l'amico non si era fatto pregare troppo, anche perché aveva un conto in sospeso con quel piccolo delinquente di Allen.

Tornò a casa ormai a pranzo inoltrato e non volava una mosca in casa, e distrattamente si chiese perché ci fosse tutto quel silenzio. Andò in cucina e ci trovò Audrey che lavava gli ultimi piatti, notando però un piatto coperto ancora in tavola; si chiese distrattamente se fosse per lui, troppo concentrato nel guardarla ancheggiare appena nei suoi pantaloni aderenti della tuta e i capelli raccolti malamente sulla nuca. Si avvicinò lentamente e silenziosamente, afferrandole saldamente i fianchi sentendola sobbalzare dallo spavento e le posò le labbra sul collo scoperto.

- Cielo Heath! Non ti ho nemmeno sentito rientrare.. - annaspò.

Sorrise sulla sua pelle - Scusami, ma non sentivo volare anima viva e mi chiedevo come mai non ci fosse nessuno nei paraggi. -

Si girò tra le sue braccia e sospirò - Amanda è in camera col morale sotto terra, Dennis ha cercato di farla parlare ma ha detto pochissimo perciò abbiamo dovuto ricucire da noi il discorso.. Non ha mangiato nemmeno granché e sono preoccupata, non l'ho mai vista così, e mi piacerebbe capire cosa diavolo sia successo ieri sera! Forse non avrei dovuto insistere perché parlasse con lui.. -

Heath le afferrò il viso con delicatezza ed Audrey sentì i calli sulla sua pelle dovuti al duro lavoro e al loro calore, e invece di essere infastidita dall'odore di sudore lei se ne sentì quasi assuefatta. Dovette notare il respiro un po' affannato e le pupille dilatate, perché sorrise malizioso e le mordicchiò scherzosamente il naso, facendole fare una smorfia.

- Comunque non sentirti in colpa d'accordo? Prima o poi avrebbero parlato, era solo questione di tempo. Diamo tempo ad entrambi di assimilare il tutto e vedrai che parleranno spontaneamente; Sam ha bisogno di alcuni giorni, anche Amanda ha bisogno di pensare poi verrà lei da te. Comunque ho leggermente fame, c'è qualcosina per me? Anche se non mi dispiacerebbe mangiare qualcun'altra.. - sussurrò al suo orecchio, mordendole il lobo e succhiandolo.

Ansimò a quel gesto e gli afferrò la canotta stringendola spasmodicamente, lasciandolo fare. In fondo che male c'era? Non l'avrebbe vista né sentita nessuno.. Vedendola così docile tra le sue braccia, decise di approfittare di quell'occasione per toccarla di più. Erano giorni che non la toccava nemmeno per sbaglio, ed ora sentiva la forte esigenza di spingersi più in là di una lieve carezza rubata. Con una mano scese languidamente lungo il fianco morbido di lei, prendendole l'orlo della maglietta larga e sollevandolo verso l'alto per toccarle la carne morbida del ventre, sfiorandole l'ombelico con la punta delle dita. Sentiva la pelle d'oca sotto il suo tocco, ma non gli bastava: scese in basso e percepì il tessuto del pantalone; lo spostò e intrufolò una mano, posando il palmo della mano sul pube e iniziò a strofinarla lentamente. La sentì mugugnare e inarcare il bacino per un maggior contatto e lui di certo da buon samaritano non glielo negò di certo, ma era avido e così decise di osare di più. Sentì quel dolce e succoso bottone d'eccitazione e prese a sfregarlo in circolo, percependo i primi umori bagnare la sua mano e i piccoli gemiti uscire dalle labbra socchiuse della sua donna, lo fecero eccitare fino allo spasmo; cominciò anche lui a strofinare il suo bacino su una sua gamba per almeno alleviare la sua ''sofferenza''. Due dita esploratrici si intrufolarono in quel caldo antro e presero a muoversi con delicatezza ma fermezza, ed Audrey per poco non cadde sul pavimento; le sue gambe stavano diventando di gelatina mentre lui continuava quella dolce ed estenuante tortura.

'' Oh dannazione, come riesce ad eccitarmi così? '' pensò emanando un sospiro estasiato. Sentiva però che anche lui era bisognoso di cure, e lei in fondo era una persona altruista..

Mordendosi il labbro, con una leggera vergogna, toccò quel rigonfiamento quasi con deferenza e Heath trattenne il respiro. Ogni suo gesto era sempre pudico ma dannatamente erotico, sapeva infiammarlo con un semplice sguardo timido e non si spiegava come mai succedeva solo con lei. O forse la verità era che tutte le donne con cui era stato non erano lontanamente all'altezza di quella piccola donna; si era sempre circondato di femmine troppo sicure di sé stesse, capaci di far provare qualche emozione solo se si vestivano con poco niente addosso, con gesti altezzosi e troppo provocanti. Lei invece non ne aveva bisogno, forse proprio grazie alla sua timidezza era capace di far palpitare il cuore a chiunque le prestasse vere attenzioni.

I suoi pensieri vennero interrotti da un piccolo acuto d'esultanza, quando la sentì venire gloriosamente sulle sue dita, un profondo gemito gli si fermò in gola sentendo la sua mano stringersi forte sul suo membro e venne anche lui. '' Cristo, e me la solo strizzato sopra i pantaloni! '' pensò con respiri affannati, abbracciandola e tenendola stretta al suo petto, respirando il suo odore tra i suoi biondi capelli.

- Il pranzo si sarà raffreddato adesso.. - sussurrò lei sul suo collo, inspirando il suo odore. La tentazione di morderglielo e lasciargli il segno era fortissima.

- Non importa.. però è meglio se mi metto a mangiare, prima che ti prenda di peso e ti prenda qui su questo maledetto tavolo - grugnì in risposta, sistemandosi i pantaloni.

Audrey ridacchiò e si fece da parte, lasciandolo finalmente mangiare in pace. Lo vide mangiare di gusto e mugolare di piacere, quando gli mise in tavola una fetta di torta al cioccolato con crema al marsala.

- Mi stai davvero prendendo per la gola, ho messo su qualche chilo già lo so - borbottò spazzolando il piatto.

- Oh si.. Qui posso vedere il budino dell'altro giorno.. - gli rispose, toccandolo sul ventre - Temo che tu non smaltisca molto.. Secondo me non lavori nemmeno quando sei fuori, anzi, fai fare il lavoro agli altri -

La fissò con un piccolo broncio, sporgendo il labbro inferiore carnoso - Io non sono grasso! E non c'è nessun budino qui, te lo faccio vedere io che fisico che ho - le disse alzandosi di scatto e afferrandola come un sacco di patate.

Lei urlò dallo spavento e cominciò a tirargli qualche scappellotto sulla schiena - Mettimi giù! Che intenzioni hai, razza di barbaro? -

- Lo vedrai! Ti mostrerò quanto mi dò da fare e quanto io sia agile e scattante - disse provocatorio, mentre spalancava la porta della sua camera, facendola ridere. Sorrise anche lui gettandola sul letto e chiudendosi la porta alle spalle. Oh si.. Le avrebbe mostrato il fatto suo!

Le accarezzò la pelle della spalla nuda in modo lento, disegnando degli astratti disegni mentre fissava il soffitto. La sentì rabbrividire, forse a causa del sudore che si stava raffreddando dopo il loro amplesso dove le aveva mostrato chiaramente la sua agilità e il suo corpo prestante. I loro respiri erano affannati e i loro petti si alzavano ancora un poco velocemente, ma entrambi anche se esausti erano felici e sereni nonostante tutto ciò che era accaduto.

- Allora, ti ho dimostrato quanto io sia abile? E che non esiste nessun budino incastrato nella mia pancia? - le sussurrò piano nell'orecchio, speranzoso in una risposta positiva.

Lei rise con voce roca dall'orgasmo, che gli fece venire i brividi d'eccitazione e sentendo il suo membro rizzarsi appena a quel suono così dannatamente sensuale - Certo certo, sei riuscito a smaltirlo in tempo.. - gli rispose, accarezzandogli lasciva i muscoli del petto.

- Audrey.. Volevo chiederti.. Ti andrebbe di uscire con me a cena stasera? - le chiese d'un tratto. A dir la verità, voleva chiederglielo già da qualche giorno, ma con la sua tentata violenza, l'arrivo di quel coglione di Allen e il litigio del suo braccio destro con la sua bella non aveva più pensato alla proposta.

Lei si alzò dal suo torace, i suoi capelli scarmigliati le caddero davanti, ricoprendole appena i capezzoli turgidi e lo guardò sorpresa - Mi stai chiedendo di uscire? Un.. appuntamento? - domandò, fissandolo attentamente ma anche emozionata, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce però!

Lo vide annuire e sorrise apertamente - Oh bè.. Si perché no? Però.. - titubò.

Si mise a sedere e la guardò un poco deluso - Non vuoi? Guarda che non devi inventare delle scuse eh? Puoi dire di no e basta! - disse leggermente stizzito, dandole le spalle.

Audrey dovette sopperire un moto di rabbia e gli posò una mano sulla spalla, in fin dei conti, doveva cercare di trovare un compromesso nei loro caratteri - Heath mi hai frainteso. Non volevo dirti di no, ma lasciare i miei amici qui.. insomma non credi sarebbe maleducato da parte mia? Soprattutto Amanda.. Credo soffrirebbe se io uscissi mentre lei è così -

Heath sospirò - Io non penso che i tuoi amici se la prendano se tu esci con me per una sera. Secondo me è una scusa per non uscire con me, e francamente non ti capisco davvero! - disse scrollandosi la sua mano ed alzandosi, mostrando la sua schiena possente e glutei sodi. Audrey boccheggiò per un poco, poi si riprese e tentò di dire qualcosa ma non ci riuscì perché il ragazzo si era chiuso in bagno.

Inspirò profondamente, poi prese le sue cose e andò in camera sua dove Amanda e Dennis chiacchieravano tra di loro; si voltarono in contemporanea e la guardarono per qualche secondo.

- Quella faccia da cagnolino privato del biscotto non preannuncia nulla di buono - esordì Dennis, che sorrideva scrutandola apertamente.

- Guai in paradiso tesoro? - chiese Amy, sorridendo appena.

Semplicemente annuì e disse loro ciò che era successo; l'amico scuoteva il capo frustrato, mentre l'altra la guardava roteando gli occhi.

- Mi spieghi perché gli ha detto di no? -

- Perché.. Mi spiacerebbe lasciarvi soli.. e poi tu stai ancora male! Non.. sarebbe giusto.. -

Amanda le afferrò la mano - Audrey, sei la mia più cara amica, ma certe volte te le darei di santa ragione! Come puoi sperare di far funzionare le cose, se ogni volta che lui tenta un approccio verso di te, tu ti ritrai? Con te è un altalena, e lui prima o poi vorrà scendere di questo passo. Non gettare al vento tutto per cose così stupide! Ti vedo così felice qui, non buttare tutto nel cesso! Non fare come me, Didy -

Audrey curvò le spalle e dovette darle ragione: Heath stava facendo enormi sforzi per passare del tempo con lei, ma continuava a scappare. E per cosa? Per paura di che poi?

- Allora.. Posso uscire? Sicuri che non vi dia fastidio vero? - chiese per sicurezza mentre si alzava e correva verso la porta.

- Fila via prima che ti tiri dietro una scarpa! - disse Dennis ridacchiando - La nostra piccola Didy sta crescendo eh? -

Amanda annuì sorridendo appena - Deve capire cosa vuole davvero, e che questa è la strada per la sua felicità -

Dennis le sorrise dolcemente - Anche tu avrai la tua felicità Amy - e le accarezzò i capelli - Sappi comunque che avrai sempre noi, io e Audrey non ti lasceremo mai sola, questo lo sai no? -

- Si, lo so.. e prometto che vi dirò tutto non appena riuscirò a parlarne senza piangere - ridacchiò di rimando l'altra - Comunque.. Speriamo almeno che si vesta decentemente e non con un sacco di patate addosso, e ne sarebbe in grado eh! Altrimenti ne risentirebbe il nostro buon gusto! -

Audrey corse verso la camera del ragazzo, spalancandone la porta; lo vide di spalle e con addosso solo dei semplici boxer neri. Prese la rincorsa e gli saltò in groppa, cingendogli i fianchi con le gambe e prontamente vennero afferrate da due possenti mani; Heath per poco non cadde a terra sotto quel peso, riuscendo a rimanere in piedi per puro miracolo.

- Che diavolo fai? Sei impazzita? - le chiese dopo averla messa giù e dando le spalle al letto.

Gli afferrò le spalle e gli diede una spinta, facendolo appena sedere sul bordo del materasso salendogli poi a cavalcioni - Dove hai intenzione di portarmi stasera? - gli chiese, sorridendogli maliziosa.

Un sopracciglio si alzò vagamente sorpreso - Come mai hai scelto diversamente adesso? Prima non volevi mi sembra! Avevo giusto pensato di invitare Rachel al posto tuo - disse scherzosamente. Un pugno in pieno stomaco gli fece pensare di aver sbagliato a dire una frase simile.

- Provaci e ti stacco le palle - sibilò in risposta lei, con un sorrisino angelico - Allora, come mi devo vestire? - chiese.

- Bè.. Bene? - disse sconcertato dalla domanda - Anche perché andremo fuori dal paese, ti porto al Blue Moon Hotel - sorrise, vedendola aprire gli occhi in maniera spropositata e coprirsi la bocca con una mano.

- Davvero?! - squittì - Oh cielo! Devo trovare un abito adatto!! Oddio!! - si alzò e chiamò Amanda a gran voce, sbattendosi la porta alle spalle lasciando l'altro sgomento da quel repentino cambio di personalità.

'' Mi farà uscire di testa prima del tempo..'' pensò prendendo il telefono e prenotare per la cena; solitamente l'aspettativa di una cena all'hotel era lunga, ma conosceva il proprietario perciò poteva stare tranquillo.

Qualche ora dopo, Audrey uscì dalla doccia avvolta da un candido asciugamano ed andò a sedere alla scrivania dove Amy l'aspettava per sistemarle i capelli e truccarla per la serata; era felice per l'amica che era tremendamente emozionata, e mentre le descriveva le caratteristiche del posto, poteva notare il sorriso felice come la luce nei suoi occhi. Era contenta per lei ovviamente, Audrey si meritava davvero la gioia di un amore corrisposto perché, nonostante quei due testoni non avessero il coraggio d'ammetterlo, si amavano davvero ed era giusto che potessero stare insieme.

Le aveva già deciso l'abito adatto, glielo aveva regalato un paio d'anni prima per un occasione importante che poi non era arrivata; lo aveva tirato fuori per caso e si era stupita che l'amica se lo fosse portato dietro. Era di uno splendido blu notte e lungo fino ai piedi, aveva le spalline larghe in pizzo ricamato, lo scollo era leggermente a cuore e aderente sul petto e scendeva morbido sui fianchi e le gambe. Era in seta e dalla vita in giù era ricoperto di impalpabile pizzo che svolazzava ad ogni passo del medesimo colore dell'abito. Aveva optato per farle indossare dei sandali dal tacco alto color argento e uno scialle in seta da metterle sulle spalle; i capelli glieli aveva acconcianti in morbidissime onde, spostate su una spalla che scivolavano verso il seno. Il trucco era leggero, aveva voluto applicarle del mascara per allungarle le ciglia e le labbra di un color cannella opaco per terminare il tutto.

- Sei meravigliosa tesoro! - disse Dennis, che aveva guardato la sua trasformazione dal letto, letteralmente a bocca aperta. L'amica era sempre bella per lui, ma in quel momento assomigliava ad una dea incarnata! Ed Amy l'aveva resa ancor più bella grazie alla sua mano sapiente.

- Concordo con te caro - rispose Amanda, sorridendo al riflesso dello specchio dove Audrey boccheggiava incredula, probabilmente non credendo al riflesso che lo specchio le rimandava indietro.

- Non sembro nemmeno io.. Che cosa può fare un po' di trucco! - sbottò incredula.

- Tesoro, se una è brutta, nemmeno con chili di trucco può essere bella! E fidati, tu non sei affatto brutta, basti vedere che non ti serve il trucco da donna scarlatta per essere splendida! Ed ora forza, alza quel sederono e vai di sotto! Quel ragazzo starà facendo un solco sul pavimento per la tua attesa! - sghignazzò facendole alzare gli occhi al cielo, ma nascondendo sotto sotto un sorrisino e decise di scendere. Si era fatta attendere troppo!

Andò in salotto dove trovò il ragazzo guardare l'orologio al polso per guardare l'ora e sbuffare sonoramente; si girò quando si sentì osservato e rimase a bocca aperta, rischiando di sbavare sul pavimento. Era davvero meravigliosa! Ma anche Audrey lo guardò con attenzione: era divino in quel completo: pantaloni e giacca erano neri come lo erano le scarpe eleganti, mentre la camicia era bianca immacolata con qualche bottone aperto, lo rendevano un bocconcino niente male! La barba era stata rasata, e i capelli erano pettinati accuratamente con qualche ciuffo ribelle che gli ricadeva sulla fronte. Oh non aveva alcun dubbio che avrebbe avuto gli occhi di tutte le donne puntati addosso.

- Stai davvero bene così curato sai? - disse rompendo il silenzio calato nella stanza.

Lo vide sbattere le palpebre velocemente - Ah si? Deduco che ti eccito anche vestito in questo modo. Anche tu sei eccitante vestita così - ghignò vedendola arrossire e borbottare un secco: pervertito.

Montarono in macchina dopo aver salutato gli altri due, che si sbracciavano dalla finestra come due genitori apprensivi facendo ridere la coppia che ora si accingeva ad andare ad una cena romantica. Chiacchierarono a lungo durante il tragitto, erano partiti presto perché l'hotel era fuori città perciò avrebbero impiegato un po' di tempo per arrivare. Dopo quasi due ore di macchina, dove avevano visto solo grandi praterie erbose, videro l'edificio in tutta la sua magnificenza. Il Blue Moon era splendido come ricordava: era un grande edificio che si estendeva più in lunghezza che in altezza, ed era di uno splendido color crema ed un vialetto adornato di piccoli pini in vaso che conducevano all'ingresso, e una splendida fontana in marmo bianco capeggiava in bella vista di fronte alla porta in vetro dell'ingresso. Aveva una delle più rinomate cucine del luogo, una splendida s.p.a al suo interno, una piscina e una palestra, e mobili di lusso. Non riusciva ancora a capire come avesse fatto Heath ad ottenere un tavolo visto che avevano sempre il tutto esaurito nonostante i prezzi da capogiro! Ma anche se avessero avuto un tavolino nella cucina non le sarebbe importato un fico secco, era troppo felice di essere lì con lui, e questa era l'unica cosa che contava. Scesero dalla macchina e si accinsero ad entrare quando vennero raggiunti da un uomo alto e prestante, vestito con un abito costoso e un sorriso malandrino sul viso.

- Heath! Che piacere rivederti! - disse l'uomo afferrandogli la mano in una poderosa stretta.

- Logan, vecchia canaglia! Pieno anche stasera eh? Spero tu mi abbia riservato un buon tavolo, visto che sono in compagnia della mia donna - disse indicandola e facendole un dolce sorriso.

Logan la guardò e gli si illuminò lo sguardo - Davvero una splendida dama! Hai deciso di mettere la testa apposto eh? Era ora amico mio! Oh ma che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Incantato - le disse facendole il baciamano - Sono Logan Murrey e sono il proprietario dell'hotel -

Audrey boccheggiò e arrossì di fronte a tanta sfacciataggine - Audrey Barkley - e sorrise timidamente.

Logan sospirò - Ah che bel nome, per una donna tanto avvenente! Peccato sia già sposato e lei già impegnata! Ma venite, vi porto al vostro tavolo - disse facendo l'occhiolino ad Heath, che strinse la sua ragazza al suo fianco in modo possessivo e guardandolo bieco.

'' Giù le mani, lei è mia! '' pensò mentre lo seguivano verso la sala da pranzo; Audrey rimase estasiata! Le pareti erano di un tenue color salmone ed erano illuminate da grandi lampadari a goccia in cristallo che scendevano dal soffitto, splendide tavole con tovaglie avorio erano sormontate da uno splendido centro tavola composto da un basso vaso in cristallo in cui galleggiavano rose arancioni profumate e piatti in porcellana, e comode sedie con cuscini bianchi e filamenti dorati, come lo erano le tende che scoprivano le finestre e porta finestre che davano sullo splendido terrazzo da cui si vedeva il giardino situato dietro l'edificio; il tramonto rosso e violetta, contornava il paesaggio da favola.

Si complimentò con il proprietario che si profuse in complimenti e sorrisi, facendoli accomodare ad uno dei tavoli vicino alle finestre e chiamò subito uno dei mai-tre, poi si allontanò. L'uomo iniziò ad elencare loro i vari piatti e i vini da accompagnare: scelsero un antipasto di salumi e formaggi tipici, come primo piatto delle tagliatelle fresche con crema di zucchine e salmone affumicato, e brasato in salsa ristretta di vino rosso e funghi con contorno di patate al forno profumate d'aglio ed erbe aromatiche come secondo. Per il dolce avrebbero scelto alla fine!

Quando arrivò l'antipasto, iniziarono a mangiare e scherzosamente, cominciarono ad imboccarsi a vicenda e prendendosi in giro, e di tanto in tanto scambiarsi qualche bacio a stampo, arrossendo come due adolescenti alla prima volta. Ma lo era davvero per entrambi, Heath non aveva mai fatto una cosa simile per una donna ma Audrey meritava il meglio, e lui era intenzionato a darglielo anche se avesse dovuto umiliarsi e farsi schernire dai suoi amici. E lo stesso era per lei: nessuno aveva mai fatto una cosa tanto bella per lei, e soprattutto in un posto così costoso! A lei non interessava avere un uomo ricco, che la riempisse di regali esagerati e sapeva che lui non era il tipo d'uomo che scendeva a cose simili. Il solo fatto che si fosse vestito bene, e che l'avesse portata lì, le faceva capire che ci stava provando e voleva farle capire quanto tenesse a lei.

- Sai, non eri obbligato a fare tutto questo. Ma sono felice, che tu ti sia impegnato così tanto indica che se vuoi sai essere davvero cresciuto - gli disse accarezzandogli una mano.

Lui gliela afferrò e le baciò il palmo - Meriti molto, molto di più Audrey e me ne sono reso conto solo ora. Tutto questo non è niente in confronto a ciò che potrei fare per te; perdonami se ci ho messo così tanto a comprenderlo Audrey - disse serio, sporgendosi a baciarla sul collo lasciato scoperto dai capelli.

- Non che io ti abbia dato molte opportunità Heath.. Spero però che possiamo partire da qui, e non ti preoccupare: non dovrai portarmi qui tanto spesso, so quanto odi posti così sfarzosi - ridacchiò.

- Logan mi doveva un grosso favore, inoltre siamo diventati amici nonostante la nostra diversità. E poi per te affronterei anche l'inferno! - rise lui.

Mangiarono divinamente, e Logan fece portare loro un delizioso semifreddo al caramello salato che fece mugolare di piacere Audrey, e facendo eccitare sopra ogni modo il suo compagno che la guardava inebetito mangiare con gusto il dessert. Era stata una serata perfetta sotto ogni punto di vista, ed uscirono ormai a sera tarda troppo presi l'uno dall'altra per notare l'ora; salutarono Logan, promettendogli che sarebbero tornati a fargli visita qualche volta e salirono in macchina per tornare a casa.

Audrey però non si sentiva tranquilla, qualcosa gli pungeva lo stomaco e non ne capiva perché, ma non disse nulla. Poi notò un furgone dietro di loro e si stranì non poco: era davvero insolito che qualcuno guidasse a quell'ora così tarda di notte. E stava troppo vicino alla loro auto.

- Heath.. Il furgone dietro di noi.. - disse nervosamente.

- L'ho notato anche io. Ci sta troppo vicino - disse cercando di mantenere la calma, accelerando. Anche il furgone accelerò.

Heath imprecò mentalmente schiacciando l'acceleratore, Audrey sentì un moto d'ansia inghiottirgli lo stomaco e un fiotto di bile le salì lungo la gola: cominciava sinceramente ad aver paura! Si ricordò improvvisamente l'incidente con sua madre, e il fatto che si trovassero in una strada buia e non molto sterrata non l'aiutava affatto.

- Audrey ascoltami bene: resta con me ok? Mantieni la calma, cercherò di non farmi buttare fuori strada da questo stronzo, ma tu devi stare tranquilla. Non permetterò a nessuno di.. - ma non fece in tempo a finire la frase, perché il furgone lo tamponò spingendolo in avanti.

Heath tentò di distanziarlo ma l'altro continuò a spingere il pedale dell'acceleratore e continuò a tamponarlo; perse il controllo dell'auto che sbandò sotto i colpi dell'altro, uscirono di strada e il pick-up rotolò su se stesso sentendo le urla di terrore di Audrey. Quando l'auto si fermò su un fianco, sentì il dolore in diverse parti del corpo: aveva cercato di tenere Audrey attaccata allo schienale del sedile ma non c'era riuscito. Entrambi avevano sbattuto la testa e sentiva il sangue colare lungo le tempie, il corpo pulsava in diverse parti del corpo e la sua donna ora aveva il volto girato verso il finestrino svenuta; prima di sentire le forze venirgli meno e svenire, poté vedere il furgone allontanarsi velocemente, lasciandosi dietro di sé solo la polvere, poi tutto divenne nero.



Ciao a tutti! Miracolosamente sono riuscita a postare il capitolo (la crisi del computer però non è sventata purtroppo).
Spero vi piaccia e perdonate il ritardo! Scusate se non posto velocemente ma tra corso e lavoro.. Non posso fare altrimenti!

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