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Capitolo 14

Era ormai arrivata la sera, le prime stelle fecero capolino nel manto del cielo spruzzato d'arancio e di rosso dal sole che ormai stava abbandonando la sua postazione giornaliera. Si sentiva nervosa mentre cucinava per lei e per Heath; stava facendo soffriggere della cipolla, del sedano e delle carote in una padella ben oliata d'olio, mordicchiandosi le labbra non sapendo come comportarsi con il suo ''coinquilino''. Mise al suo interno il polpettone di carne macinata per farlo rosolare un poco, quando sentì la porta aprirsi e i due cani abbaiare sospirò, riscoprendosi con le mani tremanti dall'agitazione. Prese un bel respiro, quando l'uomo si fermò sulla porta della cucina; si voltò e gli sorrise appena - Ciao.. La cena non è ancora pronta, se vuoi puoi andare a farti un bagno e.. Fare dell'altro - Audrey tentò di mantenere la voce ferma mentre gli parlò. Heath la osservò, e la scoprì nervosa tanto che nemmeno lo stava guardando in faccia; in fin dei conti come poteva non esserlo? Dopo quanto era successo, dovette solo sentirsi tranquillizzato del fatto che non lo stesse ancora insultando e maledicendolo a gran voce!

Annuì in risposta - Va bene, ho decisamente bisogno di una doccia e poi di controllare alcune pratiche. - e si dileguò velocemente, anche se non lo dimostrava anche lui si sentiva a disagio. Voleva tanto prenderla e stringerla tra le sue braccia, magari facendo del gran sesso con lei, per poi riempita di baci fino alle prime luci dell'alba; non poteva farlo ovviamente, avrebbe fatto la figura del superficiale ed Heath si era ripromesso di trattarla con il massimo rispetto, perciò avrebbe iniziato col metterla al corrente di ciò che succedeva al ranch.

Audrey rimase leggermente frastornata alla sua vista e dalla sua fuga, poi prese una terrina dove mischiò dell'insalata con della mozzarella, mais e pomodorini, dell'olio e dell'aceto di mele, sale e pepe. Portò in tavola, insieme a delle fette di pane precedentemente tostate, infine si mise a guardare il polpettone che cuoceva in forno, dove di tanto in tanto lo bagnava con del sugo fatto con vino ristretto e concentrato di pomodoro. Stava per portare una brocca di acqua fresca, quando una sagoma scura le si stagliò davanti facendole prendere un colpo, sobbalzando sul posto. Heath era vestito di tutto punto, indossava dei pantaloni di tuta, una maglia a maniche corte e i piedi erano scalzi, i capelli gli ricadevano bagnati sulla fronte; i muscoli delle braccia erano gonfi e sodi, mentre si contraevano incrociati al suo petto ampio. Audrey si sentiva arrossire davanti ad un simile esemplare d'uomo, poteva dire tutto su di lui, ma era innegabile che fosse un bel ragazzone! E purtroppo se la sua testa le diceva di pensare a quanto fosse stronzo, i suoi ormoni traditori la spingevano a togliersi i vestiti di dosso, piazzarsi nuda sul tavolo da cucina e farla urlare '' Fammi quello che vuoi! ''. Sospirò tentando di prendere il controllo delle sue emozioni - Sei già sceso.. Pensavo volessi controllare le carte che ti erano arrivate -. Lui intuì cosa tentasse di fare, stava cercando di tenerlo a debita distanza, e a giudicare dalle cosce strette e le mani che si torcevano nervose, fosse perché in fin dei conti anche lei provasse qualcosa. Anche se fosse stato solo sesso, per Heath era già un punto da cui partire e lui aveva intenzione di sfruttare ogni pretesto per avvicinarla a sé.

- No, ho fatto solo una doccia. E visto che non è ancora pronto, ho pensato di venire qui e.. Darti una mano - disse guardandole le labbra. Audrey alzò appena un angolo della bocca - Ho già preparato -; Heath si grattò la nuca e sospirò - Ti do fastidio se.. Controllo le carte qui? Avevi ragione in fin dei conti, sei anche tu proprietaria del ranch e non è giusto che tu sia all'oscuro di tutto. - la fissò serio - Alcuni mandriani della zona hanno perso del bestiame. Qualcuno sta rubando capi delle loro mandrie, se dovessero rubare anche dei nostri il prezzo dell'intera mandria verrebbe svalutata al mercato, e noi perderemmo molti soldi. E la banca non so se ci concederebbe un prestito, non dopo quanto sta succedendo visto i problemi che stanno causando questi delinquenti - disse sedendosi nervosamente sulla sedia. Lei lo guardò sconcertata, aveva sentito qualcosa a riguardo in paese, ma mai avrebbe creduto fosse una cosa reale e così vicina al ranch - Oddio! Hanno rubato dei capi di bestiame qui nei dintorni?! E i nostri? Sono salvi o..? - chiese apprensiva, anche se non capiva il mercato agricolo ricordava ancora qualcosa di quanto viveva lì, e perciò poteva comprendere quanto compromettesse perdere del bestiame costoso.

- Per fortuna no, non hanno ancora toccato il nostro ranch ma temo che saremo i prossimi. Ho subito aumentato le ronde giornaliere e notturne, spostando la mandria ai pascoli ad ovest; il problema è che sto impiegando le forze lavoro solo per questo e molti lavori qui al ranch sono fermi - sbottò Heath, massaggiandosi le tempie, irritato. Non sopportava l'idea di lasciare le cose a metà, ed ora che Audrey lo detestava.. Aveva esaurito le energie in un secondo. Audrey si rattristò nel vederlo così giù di tono, era abituato a vederlo sicuro di sé e spavaldo di fronte a tutto e tutti, ora invece vedeva un uomo provato dalla stanchezza e triste; da quando era arrivata aveva visto bene le migliorie apportate al ranch, e per quanto potesse discutere sulla sua persona, non poteva certo dire che non si fosse impegnato e non si fosse fatto in quattro in tutti quegli anni di lontananza. Si avvicinò piano, per poi posargli timidamente e con esitazione, una mano sulla schiena e delicatamente muoverla in circolo; lo sentì irrigidirsi, ma poi rilassò i muscoli e le spalle si abbassarono, sentendo un sospiro pesante uscire dalle sue labbra - Vedrai che presto li prenderanno. Per ora non pensare al ranch, lo steccato del cortile non ha bisogno di ritocchi per ora, le stalle sono in ordine e anche il fieno è apposto.. Pensa solo alla mandria per ora, al resto penseremo poi va bene? Ora metti qualcosa sotto i denti e non pensarci! - bisbigliò dolcemente, facendo due passi indietro per allontanarsi ma lui non glielo permise. In un secondo si ritrovò spalmata al suo torace, mentre le braccia di lui le stringeva con possesso i fianchi, il capo posato tra collo e spalla; sentiva il suo respiro caldo sulla pelle, che le fece venire la pelle d'oca e il cuore pomparle impazzito nel petto, pronto ad esplodere come un fuoco d'artificio con tanto di botto. '' Oh Santo Tiramisù! Non può farmi questo, o rischio di sciogliermi come un gelato alla panna sotto al sole se continua così! '' pensò la ragazza, percependo le labbra di lui posarsi languide sulla clavicola scoperta, a causa dell'ampia maglia che indossava e che lei, dannata, decise proprio in quel momento di scivolare lasciva lungo la spalla nuda.

- Devo.. Devo togliere il polpettone dal forno!! - esclamò con vocetta stridula, divincolandosi da quell'abbraccio che stava andando oltre a quel semplice contatto. Heath si accigliò: cosa doveva aspettarsi? Non poteva certo credere che un abbraccio avrebbe risolto i loro problemi! Quando però rivide la sua faccia arrossata, e aver percepito per un solo istante il suo cuore battere velocemente addosso a lui, sorrise; forse non gli era così indifferente come pensava.

- Sam mi ha detto che avete parlato. Ti devo ringraziare, pare che aver discusso con te dei suoi problemi lo abbia un pò rinfrancato - sorrise appena, aiutandola a portare la teglia in tavola, evitandole una brutta scottatura alla mano visto il modo precario con cui la teneva in bilico. Audrey annuì - Si.. Lo avevo visto giù di tono, mi sembrava brutto girarmi dall'altra parte e far finta di niente; mi ha detto di sua moglie e di Aron. Io non riesco ancora a capacitarmi di come una madre e moglie possa comportarsi in quel modo.. Insomma! Se non volevi rimanere qui, potevi andartene no? Non saresti stata infelice tu, ma nemmeno il tuo ragazzo che avrebbe potuto rifarsi una vita con un altra donna che apprezzasse questo paesino! Non ti sposi, sapendo che il tuo uomo vuole restare qui, non ci fai un figlio per poi chiedere il divorzio ed andartene, lasciando un uomo distrutto e un bambino piccolo che non comprende le cose che accadono intorno a lui! Come si fa a spiegare ad un bambino che la madre era stanca della vita matrimoniale e mollandolo qui senza troppi pensieri!! - si infuriò, tagliando la carne e servendola con foga nei piatti.

Heath sospirò - Concordo con te, purtroppo però molti non si rendono conto di quello che vogliono fin che non ci sbattono contro nel modo peggiore. In questo caso Peggy si è affidata alla speranza che la vita da sposata con un mandriano potesse andarle bene, poi forse con la nascita di Aron sperava che questa vita potesse migliorarle un poco ma alla fine le è risultata troppo stretta ed ha voluto andarsene. Certo l'ha fatto nel modo più brutto e triste possibile, ma ormai non ci si può più fare niente; Sam non può farle cambiare idea, non ora che gli ha chiesto il divorzio presentandogli le carte. Piuttosto che dagliela vinta, impuntandosi di non firmale preferisce accontentarla. Ma voglio comunque dargli una mano, non può pretendere la casa e nemmeno portarle via il figlio, visto e considerato che la casa è a nome di Sam e ha lasciato qui Aron sparendo nel nulla. Per questo mi servono i soldi per la mandria, voglio che Sam sia affiancato da un bravo avvocato ed ho intenzione di aiutarlo con il denaro della vendita dei capi. -

Audrey rimase stupita, se anni fa gli avessero detto che Heath l'arrogante volesse usare i suoi soldi per un gesto tanto nobile avrebbe riso. Ma la verità era che Heath era sempre stato un ragazzo dal cuore grande e generoso, basti vedere l'aiuto dato a Matt con la clinica, ma il perché si ostinasse a comportarsi come se non gli importasse niente e nessuno restava una grande incognita per lei. Tanto che la faceva soffrire un tempo, come allora. Lo guardò accennando un sorriso - Faresti una bella cosa sai? Aiutare un tuo lavoratore in una situazione simile -

- Sam è stato un insegnante per me, mi ha insegnato molto in questo campo; mi è stato vicino quando.. Tuo padre non riusciva più a gestire il ranch, quando ho dovuto tirare la cinghia insieme agli altri lavoratori, tagliando loro anche gli stipendi per mesi, eppure non mi hanno abbandonato. Sam non mi ha abbandonato, è rimasto al mio fianco fino ad ora, non posso non aiutarlo ti pare? E' un caro amico, al pari di Ethan e.. Matt - disse con una piccola smorfia.

Lei sospirò, non poteva certo essere geloso se il suo amico ha avuto il coraggio di chiederle di uscire, quando lui per primo se la spassa con quella! Ma non lo disse, non voleva scatenare una guerra a suon di stoccate velenose durante la cena, perciò rimase in silenzio, annuendo semplicemente. Nessuno dei due tocco il discorso della sera prima, ma si vedeva che volevano discuterne e che la tensione era palpabile a tavola, ma Audrey pensò di aver detto tutto la sera prima, Heath non era soddisfatto. Avrebbe desiderato essere sincero, dirle che Rachel non era nulla per lui, che gli dava fastidio il vedere altri al suo fianco, che lui provava qualcosa di più che di un semplice affetto. Ma tacque, guardandola di tanto in tanto da sotto le ciglia; cenarono e risistemarono la cucina, poi ognuno tornò ai propri affari: lui andò nel suo ufficio, lei andò a dormire dopo aver portato fuori Pepper. Nessuno dei due dormi bene quella notte, troppi pensieri affollavano le loro menti, ma preferirono restare in rintanati nelle loro mura silenziose e non pronunciare parola.

Il giorno seguente Audrey si alzò con terribili occhiaie sotto gli occhi, non aveva dormito bene; avevo preso sonno solo alle tre di mattina, per poi risvegliarsi due ore e mezzo dopo e rimase a fissare il soffitto ad ascoltare i rumori del ranch che si stava svegliando con le prime luci dell'alba. Se chiudeva gli occhi e spegneva i pensieri, poteva percepire il suono del ruscello in lontananza che scorreva frizzantino nel suo letto di rocce e terra, poteva sentire i versi degli animali che cominciavano a reclamare le attenzioni dei mandriani, gli uomini che calpestavano l'erba che si muoveva nell'aria fredda del mattino. Poteva quasi sentirne l'odore, la sensazione sotto ai piedi, il suo profumo; l'aroma della paglia e del caffè mattutino, del pane appena sfornato e la fragranza dei biscotti che aleggiava nell'aria di una cucina accogliente e pregna di altri odori come di erbe aromatiche. Sospirò e si alzò, scivolando fuori dalle candide coperte che avevano protetto il suo corpo e si avviò in bagno, dove si lavò il viso con acqua fredda per potersi svegliare, si spazzolò i capelli che non avevano voglia di stare al loro posto e quindi decise di acconciarli in un semplice treccia morbida. Spalancò la finestra per arieggiare la stanza e si cambiò, indossò dei semplici pantaloncini al ginocchio e una maglia a maniche a tre quarti leggera con la stampa di un unicorno che mangiava ciambelle: aveva studiato in Francia e scoperto che di dolci migliori ce ne erano a milioni, ma non per questo aveva dimenticato la sua patria di nascita! Scese le scale, accompagnata da Pepper che scodinzolava contenta davanti a lei e sbadigliando andò in cucina; non si aspettò di trovare Heath ancora in casa e rimase leggermente perplessa, mentre lo guardava fissare il vuoto. Non sapeva se pensasse a Sam e al suo problema, al ranch oppure fosse semplicemente ancora mezzo addormentato, non sapeva se andare a scrollarlo oppure tornare in camera perciò optò per andare ai fornelli e preparare un caffè bello forte. Azionò la macchinetta e macinò i chicchi di caffè per prepararne la polvere; si alzò sulla punta dei piedi, per raggiungere la mensola dove poggiavano le tazze grandi e le mise sul tavolo. Solo allora Heath si ridestò, sbattendo velocemente le palpebre e la fissò; le pupille si dilatarono alla vista del corpo di Audrey in bella vista, con quella camicetta striminzita di un rosa pallido e pizzo che le modellava le curve e lasciandole scoperte le gambe tornite. Deglutì pensando alle cose più sconce, pensò '' Cristo.. Quanto vorrei prenderla e stenderla sul tavolo, ridurle in brandelli quelle mutandine bianche di cotone, spalancarle le cosce e divorarle quel succulento bocconcino di... '' ma venne interrotto da una voce a lui vicino; Audrey si era avvicinata a lui ed ora la vedeva piegata davanti a lui, tanto che le vide la parte alta dei seni e il loro solco. Sentì caldo al basso ventre e un terribile dolore all'inguine, tanto che dovette stringere le cosce nella speranza che lei non notasse il turgore del suo membro ormai sull'attenti.

- Heath? Ti ho chiesto se vuoi del latte nel caffè oppure no.. Sei sicuro di stare bene? Qualcosa non va? - chiese lei, alzando appena un sopracciglio. Sembrava un pesce fuori dall'acqua da quanto boccheggiava, aveva notato uno strano movimento nel basso, e sarebbe scoppiata a ridere se la cosa non la imbarazzasse e stranamente la lusingasse. '' Non ti sono poi così indifferente, ho fatto bene ad indossare questa camicetta di Victoria Secret che mi regalò Amanda per Natale! '' pensò trattenendo un sorriso malizioso.

- No.. Va tutto bene, solo caffè grazie.. Aspetto Sam per andare a prendere la mandria. - rispose Heath, schiarendosi la gola e prendendo la tazza di caffè che Audrey gli mise di fronte. Lei annuì silenziosa, prendendo il latte e versandolo nel caffè per poi afferrare il pacchetto di biscotti al burro e mangiarli con il caffè-latte - Ho detto a Sam di portare Aron con sé, credo che a quel bambino faccia piacere un pò di compagnia visto che sua madre non c'è più -

Lui la guardò, addolcendo lo sguardo - Si, Aron è un bambino dolcissimo e molto sensibile; soffre molto per la mancanza di una figura femminile in casa, hai fatto bene a dirgli di portarlo qui. Purtroppo glielo avrei detto io ma con il problema del ranch e degli animali.. Non avremmo mai avuto abbastanza tempo per stargli dietro - sospirò - Spero che almeno con te si diverta e dimentichi un poco i brutti pensieri.. Vado a cambiarmi, dovrebbero arrivare tra poco -

Audrey sorrise - Tranquillo, li accoglierò io nel caso. -, lui annuì e dopo aver sciacquato la tazza sotto il rubinetto andò in camera, corse letteralmente nella sua stanza e si chiuse nel suo bagno, azionò il getto della doccia e dopo essersi denudato vi ci si fiondò. Nonostante avesse girato la manopola sull'acqua fredda, la sua erezione non volle saperne di andarsene perciò imbarazzato e scocciato la prese in mano e iniziò a masturbarsi pensando a lei e a quella dannatissima camicia striminzita. '' Come mi sono ridotto.. Un tempo avrei preso la donna che mi aveva procurato eccitazione, e senza troppi problemi l'avrei scopata sul posto. Ma non posso certamente farlo con lei, cazzo! '' pensò, mentre alcuni gemiti uscivano dalla sua bocca non riuscendo a trattenerli. Venne con un grugnito sulle piastrelle della doccia, si passò una mano sulla faccia e sorrise sghembo '' Sono venuto come un adolescente in preda agli ormoni.. Dio come mi sono ridotto! ''

Il campanello suonò, ed Audrey corse ad aprire trovandosi di fronte a Sam con qualcosa di minuscolo tra le braccia e infagottato in una copertina blu con gli aeroplani disegnati sopra; vide solo una zazzera di capelli neri sparati in tutte le direzioni spuntare dalla coperta. La biondina sorrise e sussurrò - Entrate, se vuoi puoi metterlo sul divano intanto. Ti preparo un caffè, nel frattempo Heath scenderà -. Sam annuì, ricambiando il sorriso e fece come detto; posò suo figlio che dormiva ancora sul divano e il borsone a tracolla sul pavimento, gli baciò la fronte e si diresse in cucina, guardando la ragazza versare la bevanda calda in un tazza, con accanto dei biscotti. - Mi spiace.. Non ho avuto molto tempo per preparare una colazione più sostanziosa.. Comunque vi preparo qualcosa per il pranzo intanto! Ti piace l'insalata di patate e il polpettone vero? - bisbigliò Audrey, per non rischiare di svegliare il bambino.

Sam annuì - Tranquilla, io mangio di tutto e non mi lamento mai! -, l'altra sorrise - Per quanto riguarda Aron.. E' allergico a qualcosa? Cosa mangia solitamente? Cosa fa di solito? - chiese apprensiva, era la prima volta che teneva un bambino così piccolo ed erano passati anni dall'ultima volta che fece da baby-sitter, andava più d'accordo con i cani!

- Non preoccuparti! Non è un bambino capriccioso, mangia tranquillamente tutto quello che c'è! Ultimamente stava da una mia vicina.. Ma ha ottant'anni quindi puoi immaginare come passava le sue giornate - sorrise tristemente. Lei annuì comprensiva, mentre preparava in una ciotola l'insalata di patate, poi incartò i panini fatti con le fette di polpettone leggermente riscaldate. Mise una bottiglia d'acqua e del caffè in un termos. In quel mentre entrò Heath vestito di tutto punto, un jeans sbiadito e una camicia a quadri blu scuro, i suoi immancabili stivali texani e il cappello; sembrava un cowboy da copertina, con quel sorrisino sghembo e quei cappellai arruffati avrebbe fatto ballare la conga agli ormoni di tutte le donne, dall'età compresa dei diciotto ai settant'anni! Chiacchierarono un poco, dando modo alla donna di mettere tutto il preparato in una cesta da picnic, poi dopo averla ringraziata Sam uscì dalla porta; Heath aspettò qualche secondo, poi si abbassò alla sua altezza e senza darle tempo per togliersi le baciò le labbra quasi impercettibilmente, e le sussurrò - Grazie per il pranzo e per Aron, te ne sono grato Audrey. Se succede qualcosa, non esitare a chiamarmi va bene? -

Lei fece un piccolo cenno con il capo, e dopo averlo salutato con la mano chiuse la porta dietro di lui. Buttò fuori l'aria che aveva trattenuto a lungo, notando le sue mani tremare leggermente e deglutì, notando di avere la gola secca; decise di pulire il piano cucina e lavare ciò che c'era nel lavandino. Poi in punta di piedi, andò in salotto dove vide il bambino sonnecchiare tranquillo, incurante di tutto ciò che lo circondava; decise di mettersi comoda sulla poltrona e vegliarlo. Non voleva che si svegliasse e si sentisse intimorito, vedendo una casa nuova e una persona che non aveva mai visto, perciò scelse di restarsene lì accanto a lui e guardarlo dormire. Dopo venti minuti ovviamente piombò nel sonno senza nemmeno rendersene conto, tant'è che non sentì niente, fino a che qualcosa o meglio, qualcuno, le schiacciò il naso tanto che boccheggiò alla ricerca di aria. Spalancò gli occhi, spaventata, e si ritrovò d fronte a due occhietti vispi di uno splendido color miele dorato che la guardavano divertito e un sorriso tutto fossette, sulle guanciotte paffute. Gli sorrise in risposta - Ehi piccolo.. Sei sveglio da tanto? - chiese dolcemente, mentre si rialzava e stiracchiava la schiena che stava implorando pietà. Lo guardò mentre si portava un dito in bocca, ma non le rispose, a giudicare tuttavia dal suo sguardo, intuì che non fosse sveglio da molto - Mmm hai fame? - gli disse abbassandosi al suo livello di altezza, Aron annuì velocemente per poi guardare la cucina; Audrey capì che doveva essere affamato - Va bene, vogliamo andare? - disse imbarazzata. Aron la osservò per un minuto intero, poi sorrise intimidito e le prese la mano, gli sorrise dolcemente e andarono a preparare la sua colazione. Gli preparò delle frittelle dove versò dello sciroppo d'acero, del latte e del succo alla pera, non sapendo cosa volesse da bere e visto che non aveva ancora spiaccicato parola; pensò che forse era intimidito da lei, in fin dei conti non la conosceva ed era un'estranea per lui.. O forse la stava giudicando, per cercare di capire se fosse una degna compagna di giochi oppure fosse come la sua baby-sitter di ottanta anni! - Io sono un'amica del tuo papà, e vivo qui con Heath. Sam mi ha lasciato un cambio, perciò che ne dici se andiamo a farci un bagnetto? Poi vediamo cosa fare, ci stai Aron? - Audrey lo vide pensarci su, non sembrava piacergli molto l'idea ma ancora una volta annuì, così andarono in bagno, dove lo lavò, lo pettinò e lo vestì, o meglio lo aiutò a vestirsi, facendo rimanere sorpresa la ragazza. '' Poverino.. Deve aver cominciato ad arrangiarsi ora che sua madre è sparita! Che cosa triste.. '' pensò mentre lo guardava mentre cercava di pettinarsi da solo; intenerita gli chiese se potesse aiutarlo, prese il pettine e cominciò a passarglielo tra i riccioli scuri lentamente, per non fargli male.

- Ecco, ora siamo entrambi profumati e vestiti! Allora.. Cosa vorresti.. - ma non finì nemmeno di terminare la frase che il suo telefono cellulare squillò, perciò lo mise davanti alla televisione e rispose - Pronto? -

- Audrey? Sono io, Jim! - disse dall'altra parte della linea una voce bassa e roca, che venero venire alla ragazza dei lunghi brividi lungo la schiena. - Ciao Jim, perché mi stai chiamando? - disse perplessa.

- Ma come? Non posso chiamare una bella ragazza per proporle un affare? - disse malizioso, Audrey arrossì mentre l'altro ridacchiò - Scherzo, in verità volevo chiamarti per la quesitone della torta per mia zia! Ho parlato con Jack, ed è d'accordo di prepararle una torta per i suoi settantacinque anni! -

- Oh! Ma certo! Avevate qualche idea in particolare? Sai se è allergica a qualcosa, le preferenze..? - chiese subito, entrando in modalità professionale.

- Non è allergica a niente, è una tosta mia zia! Comunque mi affido a te, a lei piace tutto, purché sia elegante e dal gusto delicato.. Poi.. Non saprei! Comunque non deve essere molto grande, saremo solo una quindicina di persone in tutto sai! - disse Jim, leggermente imbarazzato - E mi servirebbe stasera.. Scusa per il poco preavviso ma Jack era irraggiungibile fino ad oggi.. - borbottò.

Audrey sospirò, non amava avere poco tempo ma doveva farselo bastare; aveva già in mente la torta, era semplice e non avrebbe richiesto troppo tempo! - Ho già in mente qualcosa! Una red velvet, con crema alla rosa e decorata con panna montata! Credimi, le piacerà molto! -

- Perfetto bionda! Mi fido di te, anche perché io non ci capisco niente! Perciò mi affido totalmente a te! - ridacchiò lui. Si misero d'accordo sul denaro e altri particolari, infine entrambi terminarono la chiamata. Stava già optando per cuocere il pan di spagna, quando incurante si girò per un attimo verso il salotto e fece un salto in aria, notando il bambino che la osservava leggermente imbronciato. - Aron! Dio che paura! - balbettò, posando una mano sul petto - Non ti piacevano i cartoni? - chiese cercando di rallentare i battiti del cuore. Il piccolo negò con la testa, gonfiando appena le guance, avanzando verso di lei e fissandola con i suoi occhi curiosi. Audrey si morse il labbro esasperata, ok la tv non gli interessava ed era chiaro che si stesse pure annoiando, ma cosa poteva fargli fare? Farlo disegnare su fogli di carta? Fargli leggere qualche libro contabile? Poi si illuminò - Devo preparare un torta per un amico. Ti va di aiutarmi? -

Aron sorrise mostrando i suoi dentini, gli occhi si illuminarono di aspettativa ed eccitazione e Audrey capitolò, comprendendo che il piccolo era ben felice di fare da assistente pasticcere. Lo prese in braccio cautamente, ma il bambino non fece nulla per impedirglielo anzi, si lasciò prendere aggrappandosi a lei; lo fece sedere sul tavolo dove mise varie ciotole e gli ingredienti per realizzare la base della torta. Insieme iniziarono ad impastare, anche se ogni tanto qualche sbaffo di farina volava tra di loro, facendosi i dispetti e ridendo alle loro facce piene di farina, misero in forno il preparato dopo aver imburrato la teglia. Mentre attendevano che cuocesse la torta, prepararono la crema da mettere dentro la torta, presero mascarpone, formaggio fresco, zucchero a velo ed essenza di rosa, mescolarono il tutto e la lasciarono riposare in frigo, non prima di aver pulito la ciotola con una spatola ed essersela mangiata su alcuni biscotti. Prima di finirla, decisero di giocare in cortile, ma Audrey era troppo vecchia e non riusciva a star dietro all'energia di un bambino quindi dopo mille raccomandazioni ed ansie, lo lasciò giocare con Pepper, felice di aver trovato un nuovo compagno di giochi. Mangiarono all'aperto, con panini e succo di frutta, poi decise di farlo dormire almeno un oretta e mezza, lo fece sdraiare sul divano e dopo un poco si addormentò. Ebbe tutto il tempo di pulire un poco la cucina e le stanze al piano di sopra; due ore dopo, quando la base di red velvet era ben fredda, la tagliò a metà e con l'aiuto di una spatola piatta, farcì con la crema, non senza l'aiuto del suo aiutante, che era più quello che ingurgitava che altro! Ricoprì i bordi con il resto del crema e lasciò riposare in frigo. Infine prepararono la panna montata, con del colorante rosa e bianco, presero la torta ed Audrey decise di far fare la decorazione ad Aron, prese la sac a poche e gliela mise tra le mani; lo guidò con le sue più esperte e riempirono la superficie della torta con tanti ciuffi di panna formanti delle roselline e terminarono. Erano entrami entusiasti, tanto che non si accorsero dell'ora, solo quando la porta si aprì e la voce di due uomini rivelò che Heath e Sam erano tornati a casa. L'uomo dai capelli scuri sorrise al figlio, che gli corse incontro felice, confabulando con il padre della sua giornata; Heath guardò Audrey, e le parve leggermente esausta, non doveva essere abituata ad avere dei bambini intorno ma la trovò ugualmente bella. Ancor di più, quando Aron le corse incontro e la abbracciò felice, lei si abbassò e lo prese in braccio dandogli tanti baci sul viso, che lo fecero ridacchiare; Heath avvertì uno spasmo all'altezza del cuore, intenerito dalla scena ma c'era qualcosa di più, un grande calore lo avvolse e pensò a come sarebbe stato vederla abbracciare un loro probabile bambino. Lo fece irrigidire quel pensiero, santo cielo! Da quando si era così rammollito così? Sospirò, doveva essere esausto.. Era stanchezza quella vero? Non notò nemmeno che Sam ed Aron tornarono a casa, fin quando non la vide rispondere al telefono; la vide sorridere e dare l'indirizzo a qualcuno, che lo infastidì enormemente, chi diavolo era quello con cui stava parlando al cellulare?! '' Calmo Heath, mantieni la calma.. Calma.. Non puoi ingelosirti, non puoi! E' grande e vaccinata, e lei non è tua.. Cazzo! '' pensò furioso.

- Heath.. Heath? Stasera non ci sarò.. Non cenerò qui. Vuoi che ti prepari qualcosa mentre ti fai una doccia? - chiese lei, titubante, aveva paura della sua reazione. Ma in fin dei conti.. Lei non era nessuno per lui, che diamine! Lui rimase fermo per qualche minuto ad assimilare le sue parole, poi con un grugnito rispose acidamente - Non c'è bisogno, non ho fame grazie! - e sparì alla sua vista. Il solo pensiero di vederla andare via, e andare con chissà chi lo infastidiva e non poco!

Audrey fece spallucce e decise di non darsi troppa pena; andò in bagno dove si lavò per bene poi, con un asciugamano andò verso l'armadio e ci guardò dentro. '' Perfetto, non so che mettermi! E poi.. Sarà una festa di compleanno di un'anziana, chi diamine vuoi che sia presente? '' pensò mentre guardò una camicetta bianca ed una gonna nera a vita alta, a campana. Si erano perfetti! Li indossò, mise delle ballerine nere ai piedi, le scarpe anti sesso secondo Amanda. Ma lei non era lì quindi.. Scarpe anti sesso a rapporto! Lasciò i capelli sciolti e scese, e per poco non si scontrò con Heath che la guardava ammirato. '' Ma lei è sempre bella, qualsiasi cosa indossi! Peccato che non si vestirà mai così per me.. '' pensò frustrato, andando a sedersi sul divano. Lei lo guardò, stava per chiedergli cosa avesse quando il clacson di una macchina suonò in cortile. Corse ad aprire la porta e si trovò Jim, che indossava dei jeans strappati e una camicia bianca con le maniche arrotolate. Le gambe divennero di gelatina quando la salutò con un sorriso malizioso, mentre la guardava da capo a piedi come un lupo famelico di fronte alla preda; Heath tossì nervosamente, conosceva Jim e non era poi tanto diverso da lui, inoltre guardava la sua donna come se fosse un hamburger gustoso da divorare! Jim lo guardò e lo salutò con un sorriso appena accennato, anche se avrebbe voluto mettersi a ridere, conosceva quello sguardo. Non era la prima volta che vedeva quello sguardo accigliato e furioso, lo vide anche l'altra sera quando parlava con la bionda; conosceva un uomo geloso quando lo vedeva, ed Heath Barkley era molto, MOLTO geloso di lui in quel momento! Con una mossa lenta e studiata, la baciò sulla guancia, potendo godersi la faccia rossa di Audrey, sentendo chiaramente un ringhio sommesso provenire alla sua sinistra. Dopo aver preso la torta, Audrey salutò Heath che non la degnò di uno sguardo se non di un cenno col capo. Si sentì male dal suo trattamento, non riuscendo a capire perché si comportasse così nei suoi confronti; continuò a pensarci per tutta la serata, nonostante tutto però si divertì con Jim, rise molto e soprattutto tutti fecero i complimenti per la torta; perfino la zia dei due gemelli era felice del dolce. Appariva come una donna austera e severa, ma anche molto sincera perciò sapeva che i suoi complimenti non erano superflui.

Jim la riaccompagnò a casa tre ore dopo, accompagnandola fino alla porta. - Grazie per la serata Jim! Mi ha fatto piacere preparare la torta per tua zia, è una grande donna! - disse facendolo ridacchiare.

- Già! Spero non ti sia annoiata troppo.. E soprattutto ti devo ringraziare per aver preparato una torta, con così poco preavviso! - le rispose, avvicinandosi a lei. Lei indietreggiò fino a scontrarsi contro la porta - Non c'è di che, l'ho fatto con piacere! - rise imbarazzata dalla troppa vicinanza col suo corpo massiccio. Non se ne rese nemmeno conto.. Lui posò le sue labbra sulle sue, in un casto bacio ed Audrey capitolò; non era passionale come quelli con Heath, ma le fece battere ugualmente il cuore perché era dolce e delicato. Si riscoprì a contraccambiarlo, ma non si spinse oltre e nemmeno lui, perché sentiva che non era pronta; si staccarono velocemente quando sentirono la porta aprirsi con uno schiocco e la figura di Heath si stagliò alla loro vista, alta e minacciosa stava mandando lampi di fuoco dai suoi occhi: aveva visto tutto!

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