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Capitolo 12

Nel tardo pomeriggio, Poppy venne a prelevare con calma e, soprattutto, con gentilezza Audrey, esortando l'amica a portarsi dietro diversi cambi d'abito. Nonostante le varie rimostranze e tentennamenti, alla fine accettò, non senza borbottii indistinti; lei ed Heath non si parlarono più, ognuno immerso in pensieri e ripensamenti.

Quando Poppy parcheggiò davanti al Diva, che spiccava in paese per il colore giallo delle sue mura e dall'insegna viola brillante, Audrey fissò perplessa l'amica e le chiese – Perché siamo venute dove lavori? -; un moto di inquietudine serpeggiò nel suo corpo, tentando inutilmente di scendere velocemente dall'auto.

L'altra sorrise, o meglio, ghignò – Sistemeremo quei capelli e faremo pure la ceretta, perché tesoro scusa se te lo dico ma.. ne hai veramente bisogno! Nemmeno il mio gatto ha tutti quei baffi! -; Audrey si portò una mano sotto al naso, inorridita e boccheggiante. – Forza sugar! Stasera bisogna spaccare! – proseguì l'altra allegramente, trascinando con forza l'amica che puntava i piedi a terra come una bambina capricciosa.

Il campanello suonò con un trillò acuto e una faccia ben truccata, sormontata da una capigliatura gonfia ed eccentrica fece capolino dietro ad una tenda; Audrey riconobbe Kelly Lemon in tutta la sua gloria con i suoi settantasette anni suonati. Non era cambiata d'una virgola, né tanto meno il suo negozio; le pareti erano ancora color crema, su cui risaltava la mobilia nera e il bancone di legno scuro. In fondo al locale c'era ovviamente una zona separata per i lavatesta in ceramica bianca e la toilette, più un piccolo stanzino dalle pareti rosse usato per le cerette e la pedicure; di fronte a lei invece si stagliavano tre postazioni con le sedie girevoli e specchi ovali annessi, e piccoli scaffali pieni di prodotti e riviste per il cliente.

- Oh cielo... Audrey Barkley, la piccola Audrey e i suoi meravigliosi capelli biondi! La mia piccola riccioli d'oro! Tesoro, non puoi capire la mia gioia nel rivederti dopo tanti anni di latitanza! – squittì la donna, avvicinandosi velocemente alle due donne e la travolse in un caloroso e stritolante abbraccio. Nonostante l'età, Audrey si chiedeva come facesse ad avere un fisico così magro, nascosto da una tuta sportiva aderente e nemmeno una ruga sul viso abbronzato.

- Ciao Kelly, anche per me è bello vederti; sei sempre in splendida forma! – per lei la donna era una sorta di zia, infatti quando era più piccola insieme a Poppy passava interi pomeriggi lì dentro; Kelly era una fonte inesauribile di pettegolezzi, essendo l'unica parrucchiera della città!

- Allora cara, stasera immagino andrete al vecchio fienile eh? Sai, Jim e Jack lo hanno acquistato e sistemato ben bene e, ad ogni equinozio d'estate, organizzano una grande festa per tutti, ma solo per maggiorenni ovvio, anche se ogni tanto i più giovani tentano di intrufolarsi! – Kelly sorrise, prendendo sottobraccio Audrey che la seguiva docile ma con un pizzico di nervosismo. – Poppy, che dici se le schiariamo un po' i capelli, e le tagliamo queste doppie punte? Cara, non ti sei per niente presa cura di questa splendida chioma vero? –

- Si ma non schiariamole tutta la testa, facciamole dei colpi di sole, così glieli schiariamo ma non le distruggiamo tutto il suo colore base. – meditò Samantha, andando a preparare il colore e a prendere tutto il resto.

- Hai ragione! Vedrai, ti rimetteremo di nuovo in sesto cara! –

Dopo quaranta minuti, Audrey venne accompagnata al lavatesta, dove venne coccolata con massaggi ed acqua calda, mentre un profumo di mandorla dolce riempì l'aria; una delle cose che amava in quel negozio era l'uso di prodotti biologici, era sempre una gioia farsi fare i capelli da Kelly, perché aveva shampoo, balsami e maschere super profumate e delicate!

- Gesù benedetto, questi capelli pare abbiano affrontato le più crude intemperie... Non ti prendi abbastanza cura di te, vero? Ma oggi zia Kelly ti rimetterà in sesto, te lo assicuro! – annuì decisa la donna, tamponando i capelli con un asciugamano; la fece accomodare ad una postazione e iniziò a dividerle i capelli in sezioni, pettinando eventuali nodi. – Signore! Questi capelli implorano pietà e giustizia, quante doppie punte! Bisogna proprio tagliare... - mugugnò sottovoce. Quando vide la ragazza irrigidirsi, ridacchiò – Non temere, non ti raserò a zero, ma bisogna almeno togliere queste punte rovinate e sfilarli per togliere un pochino di massa, che ti appesantisce e basta. -

Quando finalmente posò le forbici, Audrey sentì la sua testa decisamente più leggera e, grazie a phon e spazzola, i suoi capelli vennero sistemati a dovere. Sorrise apertamente e ringraziò per il risultato – Kelly, sei sempre la maga dei capelli! Sono carina! –

- Tu sei sempre bella cara, ora lo sei ancora di più! Ma non abbiamo finito, ora è il turno della ceretta a sopracciglia, baffetti, ascelle, gambe e inguine! – sogghignò Poppy, intervenendo nel discorso, rendendo l'amica nervosa e pronta a fuggire dalla porta alla prima occasione.

- Ma devo proprio farla OVUNQUE? – piagnucolò Audrey, dimenandosi come se le scottasse la sedia sotto al sedere.

L'altra annuì. - Ovviamente! Non ti tirerai indietro, a costo di legarti al lettino! – sibilò


Passarono tutto il pomeriggio in salone, chiacchierando e ridendo ricordando aneddoti dell'infanzia; mentre decidevano cosa indossare per quella sera, il trillo del campanello suonò fastidiosamente, rivelando Susan insieme alla sua migliore amica del liceo, Olivia. Audrey e Samantha si fissarono di sottecchi, pensando entrambe a quanto fossero ridicolmente identiche nell'estetica e nel vestire; Kelly le salutò e chiese loro cosa desiderassero. Entrambe ridacchiarono nei loro vestiti inguinali, per poi esclamare – Ceretta all'inguine, Kelly! Sai... - disse civettuola Susan, puntando lo sguardo malevolo sulle altre due – Contiamo di fare le ore piccole stasera! -. Poppy fremette schifata, osservando Olivia annuire freneticamente con un sorrisino stupido, ma si trattenne e le accompagnò nell'altra stanza; Audrey pregò ogni santo perché la ceretta fosse bollente e si ustionassero, ma non venne ascoltata nemmeno quella volta, ed imprecò sconsolata.

Quando uscirono era già parecchio tardi, e dopo aver litigato con Kelly che non volle nemmeno un soldo da lei, Poppy ed Audrey andarono insieme al ranch, dove mangiarono qualcosa di veloce e leggero. Fecero la doccia a turno, poi indossarono entrambe un accappatoio ed osservarono i diversi vestiti che avevano steso sul letto, ancora indecise su cosa mettere. Samantha optò per un vestito a vita alta lungo fino a metà coscia, color delle viole di campo e sandali argentati, si truccò marcando bene l'ombretto sulle palpebre, sistemò infine i suoi capelli corti facendo delle onde grazie ad un arricciacapelli. Audrey invece scelse una silhouette in jeans denim a pantalone lungo con un top a fascia bianca sotto, delle scarpe nere con un poco di zeppa aperte sulla punta; il trucco era appena accennato, optando per un po' di mascara, un blush color pesca ed un rossetto color ciliegia come lo smalto delle mani e dei piedi.

- Siamo pronte! – trillò Poppy, battendo le mani contenta.

- Direi di sì... Siamo in orario anche! – confermò Audrey, fissandosi critica allo specchio, cercando eventuali difetti; non trovandone nessuno e non potendo più rimandare, partirono per la festa.

Erano già le undici quando arrivarono al casale, i vetri della macchina vibravano sotto il suono della musica sparata a mille; Audrey osservava criticamente il marasma di gente che si dimenava a ritmo, già pronta a tornarsene di filata a casa e prendere un aspirina per il mal di testa. Il fienile era illuminato da molteplici file di lanterne colorate e luci stroboscopiche sul palco; vicino era stato messo un tendone per il bancone bar, preso completamente d'assalto da ragazzini arrapati. Poppy la trascinò velocemente proprio lì, dove salutò con calore Jack che ricambiò con un sonoro bacio sulla guancia, facendole anche l'occhiolino. Jack era un bel ragazzo, dovette ammetterlo con se stessa: alto e muscoloso, pelle abbronzata, con capelli castani e occhi turchesi ed un filo di barba sulla mascella squadrata, poteva far venire le donne con un minimo gesto. Lei e Poppy gli ordinarono gentilmente dei drink, e lui consigliò loro una bevanda a base di vodka alla mela e crema di latte; Audrey sorseggiò cauta e poi sorrise, riempiendolo di complimenti e con il drink in mano si guardò attorno, vedendo un altro ragazzo al bancone identico a Jack. '' Deve essere Jim, Poppy me ne aveva parlato. '' pensò fissandolo mentre prendeva le ordinazioni di alcune ragazze che gli sorridevano maliziose, ma lui sembrava non notarle affatto. Aveva capelli più chiari del fratello, non sorrideva quasi mai, segno che non fosse così estroverso come il gemello. Anche lui era abbronzato ed aveva anche numerosi tatuaggi sull'epidermide; non aveva barba, notò, ma era ugualmente affascinante. Quando si voltò verso di loro, Audrey trattenne il fiato: gli occhi era chiarissimi, da sembrare quasi trasparenti! Si sentì rimescolare il ventre, pensando a quanto fosse bello, notando il sorrisino sghembo affiorare sulle sue labbra carnose. Le gambe le tremarono, così come le mani, perciò distolse lo sguardo da quel meraviglioso esemplare di maschio e guardò da un'altra parte, cercando di calmarsi.

- Che cosa stai guardando? – le sussurrò all'orecchio la sua amica, che non aveva perso quello scambio di sguardi. Sogghignò, quando vide il rossore dipingersi sulle gote dell'amica, che balbettò frettolosamente – Niente, mi guardavo solo in giro... -

- Certo, immagino. Un giro che porta due meravigliosi occhi di ghiaccio e una maglietta bianca super aderente! – ridacchiò Poppy, osservando l'altra darle appena le spalle, imbarazzata.

Audrey poi si girò, dandole poi una sberla sul braccio –E tu allora? Tu sbavi ad ogni parola di Jack! – sibilò, finendo poi in un sorso il suo drink.

Poppy alzò le spalle, minimamente intimidita – Ehi! Ho finito il drink! – urlò a pieni polmoni, facendo saltare l'altra dallo spavento.

- Samantha! Che diavolo ti prende? SAMANTHA! – urlò a sua volta, osservandola sparire tra la folla.

- Mi hai chiamato? – chiese una voce alla sua sinistra.

Audrey deglutì sonoramente, sperando ardentemente che una voragine si aprisse sotto i suoi piedi – Veramente io.. sai, la mia amica.. – balbettò come una dodicenne in preda agli ormoni, mentre osservava il ragazzo sporgersi verso di lei; una zaffata di profumo maschile le riempì le narici, facendole fremere le mani.

- Sembra che anche tu abbia finito il tuo drink. – sorrise Jim – Vuoi che te ne prepari un altro? Anche se onestamente tesoro, non mi sembri una persona che beve molto, anzi, sembri piuttosto un pesce fuor d'acqua qui. – sogghignò felino, facendola però innervosire.

- Mi concedo qualche drink senza abusare, è forse uno scandalo? Solo perché non mi ubriaco per cercare magari l'attenzione del barista figo, non vuol dire che non sappia divertirmi! – sbottò posando malamente il bicchiere vuoto sul bancone di legno scuro.

Jim alzò le mani, divertito – Rinfodera gli artigli, micetta, non era mia intenzione offenderti! È solo che non ti ho mai vista da queste parti, e mi sembri leggermente nervosa in mezzo a tutta questa baraonda, ecco tutto. –

Audrey lo squadrò, percependo un moto di stizza verso di lui – Sono nata qui. Poi me ne sono andata per studiare e adesso sono tornata. – disse sbrigativamente, cercando con gli occhi l'amica per poterla raggiungere.

Jim la osservò scrupolosamente, poi si illuminò – Oh! Adesso mi ricordo! Sei Audrey Barkley, la sorella di Heath! Ti vedevo spesso quando andavi a scuola, poi sei sparita nel nulla! –

- Non sono sua sorella! – sbuffò di rimando – Posso avere qualcosa da bere, o devo prendermelo da sola? – chiese inacidita. '' A proposito di Heath, non l'ho ancora visto! Sarà tra la folla, e quasi certamente con quella stronza. '' pensò; venne riscossa quando il ragazzo le porse un bicchiere pieno di ghiaccio e liquido rosso – Offre la casa! Vieni con me, ho bisogno di una pausa, e non penso tu voglia stare qui da sola. – ridacchiò lui, trascinandosela dietro, evitando di scontrarsi con gente ubriaca.

- Non dovrei allontanarmi, la mia amica si chiederà dove sono... - Audrey parlò a bassa voce, facendo ruotare il suo bicchiere e facendo tintinnare il ghiaccio all'interno, poi lo portò alla bocca e sorseggiò cautamente, non sapendo cosa fosse. Un esplosione di frutta esotica e boscosa le stuzzicò la lingua, sentendola anche pizzicare per qualche spezia orientale all'interno. Guardò il ragazzo che le sorrideva compiaciuto – Buono vero? Sono bravo nel preparare drink, anche analcolici eh! Comunque non preoccuparti per la tua amica, è al sicuro! Prima l'ho vista chiacchierare con mio fratello, è in buone mani. -

- Bè, finché paga per le bevande, direi che potrebbe anche chiedergli di ballare con delle noci di cocco sui capezzoli e lui l'accontenterebbe giusto? – sogghignò lei, leggermente brilla; il ragazzo boccheggiò, poi esplose in una grossa risata – Direi di sì! – annaspò, tenendosi una mano sul ventre – Dio! Non potrò più guardare mio fratello in faccia, non con la visione di lui con le noci di cocco! -

I due chiacchierarono parecchio, e Audrey dovette ammettere con se stessa che non era poi così male parlare con lui, la sua aria da bello e dannato scompariva come neve al sole, una volta che lo conoscevi meglio; non era solo affascinante, ma era anche molto divertente e posato.

- Devo rientrare, altrimenti Jack viene a prendermi per i capelli. Vieni dentro con me? – le domandò; Audrey annuì – Si, voglio vedere dove s'è cacciata la mia amica. – e lo seguì.

Jack li accolse innervosito al massimo – Era ora, testa di cazzo! Stavo impazzendo qui da solo, smettila di fare il provolone con le donne e datti da fare! A proposito... - e si rivolse a lei – La tua amica è seduta lì, non sta molto bene. Ha iniziato a bere come una spugna ed ora è ubriaca fradicia, sbiascica improperi contro non so chi! –

Audrey chiuse gli occhi gemendo e lo sorpassò velocemente, trovandola immediatamente – Poppy! Che c'è? – le chiese dolcemente all'orecchio, dopo aver visto gli occhi lucidissimi dell'amica. Non amava molto le persone che si ubriacavano, ma era la sua amica e qualcosa doveva averla turbata molto, se si era ridotta in quel modo.

- Sugar! Sei qui! Ti sei data da fare con quel bel fustacchione eh? Hai fatto benissimo! – farfugliò, stropicciandosi gli occhi e sbavando il trucco, oramai sciolto – Ma attenta, i maschi sono degli stronzi infami! Basta un culo fuori e BOOM! Ci provano dopo essere stati con te... Oh ma non temere, ti proteggerò io, non permetterò a nessuno di farti del male sugar! –

- Grazie tesoro, ma non ho bisogno, davvero... - ma l'altra la bloccò, alzandosi di scatto e sibilandole furiosa - Ah no? E allora presumo che non dirai nulla su quel coglione di Heath che se la faceva con quella vacca di Susan! Non sono mai cambiati Barkley, né lui né quello stronzo di Ethan, ed è ora che ce ne rendiamo conto! – sbraitò, cominciando a singhiozzare rumorosamente.

Audrey metabolizzò le parole dell'amica e si irrigidì; '' No, Heath non può davvero...'' pensò attonita. Ma non appena voltò lo sguardo dovette ricredersi: lo vide completamente avvinghiato a Susan, mentre si baciavano appassionatamente; Ethan era appoggiato ad un tronco e palpeggiava Olivia senza pudore. Guardò Poppy che osservava la stessa scena e il suo viso si accartocciò dal dolore, comprendendo. Samantha era ancora innamorata di lui, non aveva smesso di farlo in tutti questi anni; il suo cuore si spezzò non solo per se stessa ma anche per l'amica che sopportava in silenzio e che non le aveva mai detto nulla. '' E come poteva dirtelo? Te ne sei andata, e in questi mesi eri così concentrata su te stessa che non hai pensato minimamente alla tua amica! '' pensò con angoscia e dolore. Che stupida, come poteva pensare che una notte di sesso potesse appianare le cose! '' E comunque non dovrei nemmeno né stupirmi né esserne ferita. Perché allora fa così male? ''

Decise che non era il momento per pensare a quanto fosse stata stupida, doveva portare via la sua amica da lì per prima cosa, poi avrebbe commiserato se stessa una volta chiusa in camera sua. Le circondò le spalle con un braccio, Samantha continuava a singhiozzare sempre più rumorosamente perciò non volle perdere altro tempo inutile: afferrò le chiavi dell'auto e si fece strada tra quella bolgia. Purtroppo la fortuna non sembrava essere dalla sua parte, perché i quattro incriminati le fissarono come se avessero visto una qualche apparizione mistica. Heath abbassò lo sguardo, vergognandosi probabilmente, ma non provò nemmeno un minimo di soddisfazione nel vederlo in quel modo, con Susan che continuava ad arpionargli il braccio; Ethan invece era pallido in viso e tentò di fare qualche passo nella loro direzione, bloccato preventivamente da Audrey, che lo squadrò freddamente.

- O mio Dio, ma è ubriaca fradicia! Che schifo! – stridulò Olivia, mentre squadrava Poppy come fosse uno scherzo della natura; Susan rincarò la dose – Forse nessuno l'ha abbordata e si è gettata sull'alcool! O forse ha visto qualcosa che non le è piaciuto! – sibilò perfidamente, sapendo più di quello che dava a vedere.

- Finiscila Susan! – borbottò Heath, sapendo perfettamente che quella serata stava terminando in un disastro annunciato.

Infatti Audrey attaccò – Si, smettila Susan, obbedisce come una cagnetta fedele al tuo padrone. Sai Heath? Alle cagne rabbiose vanno messe le museruole! Sarebbe utile anche un guinzaglio, Dio solo sa con chi è andata ad imboscarsi fino a stamattina! – sibilò con pura cattiveria – Ma in fin dei conti, non ci si può aspettare niente da chi non se lo sa tenere nei pantaloni, e nemmeno su chi non sa tenere bocca e gambe serrate per più di cinque minuti! -

Le altre due divennero livide di rabbia, cominciando a balbettare ingiurie contro di lei; Heath la fissava tra l'ammirato e il furioso, mentre Ethan si avvicinò cauto verso Samantha, non sapendo cosa dire. - Stai bene Sammy? Qualcuno ti ha fatto del male? – le chiese nervoso.

Poppy, che lo stava osservando con occhi vitrei, esplose – No che non sto bene, razza di coglione stellare! Ti sembro una persona che sta bene? Eh?! Ti chiedi se qualcuno mi ha fatto male Crowel? Dovresti saperlo da solo chi mi ha ferito, bastardo! – e gli tirò una sberla sul viso, lasciandogli anche una bella impronta rossa sulla guancia. Olivia strillò ed Ethan la fissò impietrito, deglutendo sonoramente mentre si toccava la faccia; Samantha singhiozzò più forte ed Audrey la prese tra le braccia, accarezzandole dolcemente i capelli.

- Sammy... Io... - sussurrò l'altro sbigottito. Non aveva mai visto Samantha in quello stato prima d'ora, e si sentì un verme, comprendendone in parte il motivo; cercò di avvicinarsi e toccarle una mano ma Audrey lo bloccò, trascinando l'amica più lontana.

- Stalle alla larga, dico sul serio Crowel! Non hai idea di cosa potrei fare in questo momento, perciò è meglio se ti allontani. Vatti a fare una sgroppata nei cessi pubblici con la tua amica di letto, ma fai attenzione! Immagino sia già stato usato dal tuo compare e l'altra troia qui a fianco, perciò potresti prenderti ulteriori malattie veneree, se non le hai già visto la gente che frequenti! –

- Audrey! Non iniziare! – ringhiò Heath, ma lei gli chiuse la bocca con un solo sguardo, era ferita e delusa, lo vide chiaramente. '' Complimenti, sei proprio bravo! Sei un grandissimo stronzo e adesso sicuramente l'hai persa definitivamente! '' pensò contrito. – Possiamo parlare un secondo? – le chiese nervosamente, ma lei gli rise in faccia.

- Potevi pensarci prima di portartela a spasso, ora ciò che hai da dirmi non mi interessa più. Torna a fare quello che ti riesce meglio, cioè fare il pezzente con i tuoi simili! Ora, se non vi dispiace, porta la mia amica a casa, lontana da questo posto di merda e da gente di merda! – prese la sua amica di peso, e la portò lontano da quel posto infernale e maledicendo con tutta se stessa ognuno di loro e quel maledetto paese. Dopo averle messo la cintura di sicurezza, salì in macchina e partì a tutto gas. Era a White Sulphur da qualche mese e ne aveva già i coglioni pieni! '' Perché ho accettato di venire qui? Mi sarei evitata un mucchio di sofferenza inutile! '' pensò con amarezza, sentendo gli occhi bruciarle; osservò con la coda dell'occhio la sua amica che dormiva con le guance bagnate e il mascara colato. Una lacrima traditrice scese anche sul suo viso.


O miei Dei! Non posso crederci di essere riuscita a portare a termine la revisione di questo capitolo; finalmente, dopo mesi fermo, è stato revisionato! Purtroppo è un periodo proprio schifoso per me, e con molta difficoltà sto portando a termine questo lavoro che mi ero prefissata di fare da anni, perciò non so quando finirò di revisionare.

Non lo so proprio, scusatemi..

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