Capitolo 10
Al ranch, le cose erano tornare alla normalità. Ogni cosa era andata al posto giusto: alcuni capi di bestiame erano stati venduti; gli alberi da frutto erano stati potati; gli steccati e i recinti erano stati sistemati in modo perfetto.
Tutto era in armonia. Se si guardava attentamente però, qualcosa era cambiata, anche se in modo sottile.
Tra Audrey ed Heath infatti c'era grande imbarazzo; dopo la festa i due avevano seppellito l'ascia di guerra e sembravano andare d'amore e d'accordo. In realtà erano solo terrorizzati dal cambiamento avvenuto dopo quel bacio. Heath aveva lasciato la stanza in silenzio, lasciandola piena di domande a cui ancora non aveva saputo dare una risposta sensata.
Nessuno dei due si considerava fratello e sorella, ma non riuscivano ad uscire da quella fase di stasi che s'era creata tra loro con quei continui tira e molla. E lei aveva paura di fare il primo passo e chiedergli una volta per tutte cos'erano, temeva nel chiederglielo e ricevere una risposta che avrebbe potuto non piacerle e ferirla. '' Dio solo sa quanto ho sofferto a causa sua. '' pensò, mentre fissava in silenzio la torta che stava cuocendo lentamente nel forno.
Il giorno dopo il party era andata in paese a fare spese, per poi mangiare un boccone alla tavola calda quando si era imbattuta nella signora Ines, che dopo averla riempita di complimenti, le aveva richiesto una torta da portare ad una serata in compagnia di amiche. Chiaramente quando le aveva detto che sarebbe stata pagata bene, Audrey aveva accettato immediatamente ed ora attendeva con ansia gli ultimi minuti in cui il soffice pan di spagna si gonfiava nel forno. La crema al latte e arancia era già stata preparata in precedenza perciò, una volta terminata la cottura della torta, la lasciò a raffreddare sul bancone e decise di andare a leggere un buon libro fuori all'aria aperta; Blaise abbaiò furioso, segno che il suo padrone stava tornado a casa. Alzò appena lo sguardo e per poco non le venne un colpo: Heath era appena sceso da cavallo e, dopo averlo legato allo steccato, si stava togliendo la maglia madida di sudore. Dovette seriamente mantenere la calma, calma che non possedeva, altrimenti gli sarebbe saltata addosso e addio dignità!
Si salutarono con un tiepido sorriso, poi la sorpassò per andare in casa a farsi una doccia senza dirle nemmeno una sillaba. Si sbatté con forza il libro in faccia dandosi della cretina. Non era riuscita nemmeno a guardarlo in faccia, si sarebbe insospettito, e prima o poi si sarebbe fatto due domande.
Sospirò sconfitta e rientrò, decidendo di riprendere almeno in parte il lavoro afferrando diverse ciotole per preparare la crema di burro per ricoprire il dolce. Blaise s'era avvicinato, attirato dal profumo, e Audrey dovette allontanarlo afferrandolo dal collare e spingerlo fuori. Quando il pan di spagna s'era raffreddato un po', lo tagliò in due parti e lo cosparse con bagna alla grappa. Era così concentrata che non percepì la presenza di Heath alle sue spalle. – Deve essere buona, per chi sarebbe la torta? – domandò curioso, mentre sbirciava con interesse il suo lavoro, facendola sobbalzare dallo spavento.
- Ma tu non hai niente di meglio da fare? Comunque è per la signora Ines... E non toccare la crema maledizione! – sbottò dandogli una sonora sberla sulla mano, dove sull'indice era presente una generosa noce di crema.
- Certo che sei manesca! Circondata dai dolci, dovresti essere uno zuccherino! – disse prima di leccarsi il dito. Gemette volgarmente – Semplicemente deliziosa! -
Quel verso la fece arrossire. '' Chissà se geme in questo modo anche durante il sesso... Ma che diavolo vado a pensare! '' pensò con frustrazione, serrando gli occhi con forza. – Tieni, succhia questa spatola! – disse passandogliela.
- Grazie dolcezza, per farmi succhiare la spatola... - Heath sogghignò maliziosamente, notando il profondo imbarazzo nella biondina. – Anche se... Devo ammettere che sarei molto curioso di assaggiare qualcos'altro... - le sussurrò all'orecchio.
- Smettila! Sei un porco! – sbottò rabbiosa, ma anche eccitata.
- Che cosa vai a pensare? – rispose fintamente sconvolto – Volevo solo assaggiare la torta una volta ultimata! –
- Non sei meritevole, e comunque te l'ho già detto: è per altre persone. Ed ora levati! –
Sul tardi, quel pomeriggio, aveva finito di rifinire la torta dopo averla coperta con della pasta da zucchero color carta da zucchero; portò la torta in un delizioso contenitore e s'avviò, arrivando puntuale. C'erano solo due macchine nel vialetto di casa, segno che la signora Ines era già in compagnia; scese dall'auto e andò a bussare alla porta, aspettando che qualcuno le aprisse. Stava osservando con attenzione la casa quando la porta si aprì alle sue spalle e quando si voltò, per poco non fece cadere la torta. '' Anna! Cazzo, quella era la casa di Anna! '' pensò completamente rigida.
- Ciao Audrey, vieni entra pure. – le disse sorridendole gentilmente, e non potendo rifiutare in alcun modo senza risultare scortese, la seguì.
- Oh! Ben arrivata cara! Anna, spero non ti dispiaccia se ho chiesto a questa ragazza di prepararci una torta per questa serata. – canticchiò Ines prendendo dalle mani di Audrey la torta, che faticava nel rimanere impassibile e non sbottare. '' Dannata vecchia! Credevo che mi avesse dato il suo indirizzo di casa, e non quello di Anna! '' pensò, mordendosi la lingua, guardandola in malo modo.
- Hai fatto bene Ines, ho avuto l'occasione di assaggiare i suoi dolci e sono deliziosi! Coraggio, accomodiamoci pure, io intanto preparo il tè. Audrey, latte vero? So che lo mettevi spesso quando bevevi il tè! – le chiese Anna, elettrizzata all'idea di avere finalmente la ragazza a casa sua. Niente e nessuno ora avrebbe potuto impedirle di scambiare due chiacchiere in tranquillità con lei.
- Come? No! Cioè... Non serve, vado subito via. – balbettò, cercando una scusa plausibile per svignarsela.
Ines la interruppe bruscamente - Coraggio ragazza! Non ti fa bene stare sempre sola in mezzo a quei mandriani! Certo, noi siamo un po' vecchie ma quattro chiacchiere tra donne non ti faranno male! –
Audrey dovette a malincuore sedersi su una poltrona, nel vano tentativo di mantenere le distanze dalle altre. '' Berrò solo una tazza di tè e poi tanti saluti! '' pensò, osservando appena Anna portare e posare sul tavolo il vassoio con tazze, zucchero e latte.
Anna tagliò tre fette di torta e le distribuì alle sue ospiti, poi prese posto e, tra una chiacchiera e l'altra, assaggiò il dolce. Le fece subito i complimenti, facendo gongolare Ines che osservava la sua amica tentare un approccio con la figlia adottiva, ma senza avere risultati; Audrey si limitava a risponderle con monosillabi, sentendosi terribilmente a disagio, non volendo esporre la sua vita privata a quelle due. Anna era terribilmente dispiaciuta nel constatare quanto la giovane fosse restìa nel conversare, voleva sapere cosa aveva fatto prima di tornare, e soprattutto le premeva sapere se suo figlio in qualche modo aveva deciso di riallacciare i rapporti con lei. Ma a giudicare da come la ragazza se ne stava seduta rigida sul divano, Heath non le aveva ancora confessato i suoi sentimenti.
Dopo due ore di tensione, Inese decise di filarsela con una scusa, volendo dare un occasione ad Anna nel parlare con Audrey. Nonostante fossero due donne diverse nel carattere e nell'aspetto, le due donne erano grandi amiche e le dispiaceva vedere come la figlia di Jonathan non fosse intenzionata a dare una possibilità all'altra a causa delle vecchie vicende di famiglia.
- Oh cielo che sbadata, ho dimenticato i soldi a casa! Vado subito a prenderli e torno, va bene? – esordì Inese alzandosi in tutta fretta, tanto da far sobbalzare le altre due.
- Non si preoccupi! Anzi, purtroppo devo tornare a casa, devo fare una telefonata. Se vuole vengo con lei! – chiese speranzosa Audrey, venendo tuttavia fulminata dalla signora che le sorrideva con un ghigno malefico, ricordandole vagamente lo Stregatto. Sembrava dirle: - So cosa vuoi fare, non ci pensare nemmeno! Tu resti qui e parli un po' con Anna! -. La suddetta rischiava seriamente di scoppiare a ridere in faccia alle due, Ines sapeva essere davvero malefica quando ci si metteva d'impegno!
Audrey dovette contare fino a dieci, poi sospirò sconfitta – Perché mi hai fatta venire? Avrei dovuto immaginarlo, mi sembrava strano che qualcuno mi chiedesse su due piedi di preparare una torta per la mia bravura. E soprattutto doverla recapitare a casa io stessa! –
Anna sorrise di fronte all'acume della ragazza, mentre il carattere peperino si era rafforzato con gli anni – Desideravo tanto fare due chiacchiere con te... Come ti trovi al ranch? Sei riuscita ad ambientarti? -
- Sono rimasta sorpresa dai cambiamenti apportati, non posso ridire nulla su questo. Per quanto riguarda il resto va bene, tuo figlio a parte si intende. –
- Heath è sempre stato una testa calda, ma ha un gran cuore sotto la sua scorza dura. Dio solo sa quanto ha sofferto in questi anni. – sospirò Anna, guardando la foto di suo figlio appesa sopra al caminetto, c'era anche lei, e si trovavano nella loro vecchia casa.
- Cuore tenero? Era una battuta vero? Quello ha un cuore di pietra, peggio di me. -
Anna la fissò e rimase un secondo in silenzio, poi le rispose, affranta – So che mio figlio negli ultimi anni non ti ha dato modo di dimostrartelo, ma sai bene che non è quel ragazzo superficiale e infantile che ti ha mostrato a scuola. Lo conosci. –
- Una volta forse lo conoscevo, quando eravamo ancora bambini. Ora vedo solo un uomo arrogante e pieno di sé, che non si cura degli altri se non di se stesso. –
- Gli uomini posso essere dei veri sciocchi quando si tratta di sentimenti. Spesso non comprendono che l'amicizia possa trasformarsi pian piano in qualcosa di più, e quando se ne rendono conto non sanno come comportarsi! Se poi subentra l'adolescenza e i problemi legati all'età, diventa tutto più complicato. Posso assicurarti però che Heath, che di errori ne ha fatti e ne sta facendo ancora adesso, li ha compresi e sta cercando un modo per rimediare ai torti fatti. Il ragazzo che ama stuzzicare e fare qualche battuta un po' stupida c'è ancora, non te lo posso negare, ma c'è soprattutto ora una persona che comprende più di quello che vorrebbe e cerca in ogni modo possibile di dimostrarsi un uomo.
So che le cose sono peggiorate a causa di ciò che è accaduto tra te e... -
Audrey la fermò, era sul punto di urlare – Non mi interessano le sue motivazioni. Ho visto quello che per me era il mio migliore amico, diventare una persona rancorosa e pronta a distruggere il più debole, tutto perché per me non c'era spazio nel suo gruppetto di bulletti. Ora è cresciuto, e nell'ambito lavorativo sa quello che fa, ma in fatto di sentimenti è ancora un bambino. Non vedo alcuna differenza tra lui e il ragazzo del liceo che mi bullizzava.
Per quanto riguarda la situazione attuale, presto verrà risolta e spero nel più breve tempo possibile. In fin dei conti, qui non c'è più niente per me. –
Anna dovette trattenere le lacrime di fronte a tanta freddezza – Lo so, e non sai quanto mi dispiaccia che... Che tu abbia sofferto così tanto. Col senno di poi, mi sono resa conto che forse avremmo dovuto andarci piano, io e tuo padre. Anche se non vuoi sentirtelo dire, ti assicuro che tutti abbiamo sofferto quando hai deciso di andartene. Jonathan non lo mostrava apertamente, ma più di una volta l'ho visto osservare alcune tue vecchie fotografie con uno sguardo teso e sofferente; per Heath invece è stato devastante. Dopo l'abbandono di suo padre, tu eri insieme a me la sua costante, il suo porto sicuro e ti ha perso. So che spesso si incolpava per la tua fuga, anche se non ne aveva colpe, e per un certo periodo non ci rivolgeva nemmeno la parola, incolpandoci della tua partenza. Sperava che almeno con lui ti mettessi in contatto, e invece quando ha capito che non volevi nemmeno parlare con lui, si è chiuso in sé stesso. Poi un giorno, si è semplicemente rassegnato all'idea di non vederti più, ma ti posso assicurare che sia io che Jonathan abbiamo faticato e non poco per non vederlo cadere a pezzi. – disse angosciata – So che mi tolleri a stento, e che se potessi mi vorresti vedere fare le valigie e andarmene da qui, ma ti chiedo almeno questo: non disprezzare Heath per qualcosa che non ha fatto né voluto. Lui non sapeva nemmeno del testamento; ci tiene a te e non vuole farti soffrire, e non voleva farlo nemmeno prendendo metà del ranch. Se potesse tornare indietro e far cambiare idea a Jonathan lo farebbe, ma non può farlo; non ha mai pensato di fregarti, in nessun modo! Ti prego, dagli solo un'opportunità per farti cambiare idea su di lui, è rimasto lo stesso ragazzino gioioso e impacciato che era un tempo, deve solo avere l'occasione di farlo riemergere. Sei l'unica persona che può far tornare Heath quello di un tempo, dagli solo questo e lui saprà dimostrarti il suo amore. -
Audrey era rientrata in casa, pensierosa, riflettendo bene sulle parole di Anna. Nonostante provasse ancora del risentimento per quella donna, su una cosa aveva torto: non la odiava. Se pensava con lucidità, comprendeva quanto fosse giusto che lei e Jonathan si fossero rifatti una vita insieme; lui era vedovo da alcuni anni e lei era stata abbandonata da un marito violento, era normale che si cercassero nella compagnia reciproca. Dall'altra parte però, non sopportava tutta la situazione che si era creata in quella casa: Heath non le rivolgeva la parola, e la cosa si era fatta insostenibile vivendo sotto lo stesso tetto. Anna, che per lei era una persona splendida, era diventata la donna che aveva sostituito non solo sua madre, ma anche lei, nel cuore di suo padre. Si sentiva sola e abbandonata, finché tutta la tensione e la rabbia non erano esplose come una bomba a tempo, e lei prese la drastica decisione di andarsene. E, per quanto su due piedi non avrebbe accettato un confronto con loro, sperava che uno di loro almeno l'andasse a riprende a Parigi, ma la cosa non era avvenuta e ciò la fece soffrire, arrivando a non voler sentire nominare nemmeno i loro nomi. '' So perfettamente di essere infantile, e che per certi aspetti Heath almeno ha tentato un timido approccio nei miei confronti, ma ogni qualvolta la rabbia prende il sopravvento manda tutto a puttane. Io mi arrabbio, lui si infuria e mi insulta, ci rimaniamo di merda e poi non ci rivolgiamo la parola. Che cosa devo fare? Non so come comportarmi! '' pensò entrando in salotto, salutando con qualche grattino la sua gatta. Poi guardò l'orologio e sapendo che mancava poco al rientro a casa del ragazzo, decise di cucinare qualcosa di sostanzioso e veloce.
Optò per una pasta veloce e saporita, tagliò a cubetti della pancetta affumicata da farla saltare in padella con dei piselli, aggiungendo poi del pepe e della panna e infine dell'insalata come contorno, e del pane al rosmarino da accompagnarla; la porta si aprì e Blaise corse subito da lei a salutarla, saltandole addosso.
- Ciao cucciolo. È bello rivederti, di nuovo! – ridacchiò stropicciandogli un orecchio.
- Com'è che non saluti me con così tanto entusiasmo? – le chiese Heath, raggiungendo la cucina subito dopo il suo cane. S'appoggiò a braccia conserte allo stipite della porta.
- Quando te lo meriterai. Dai, è pronta la cena. – rispose Audrey, scolando la pasta nella padella per amalgamare meglio il condimento.
Heath annusò l'aria e gemette – Ho una fame bestiale. Oggi abbiamo avuto parecchio da fare ai pascoli, siamo stati raggiunti da altri allevatori. Ci hanno chiesto se anche a noi erano spariti degli animali, a quanto pare si aggirano dei ladri di bestiame. – sospirò sedendosi a tavola.
- Accidenti! Dovrete aumentare i turni di controllo adesso, altrimenti perderemmo del buon bestiame, vero? – gli rispose, guardandolo dispiaciuta. Poteva vedere la stanchezza sul suo viso; era un lavoro pesante il suo, se poi si metteva in conto l'aumento di ore a causa di forze esterne come dei ladri...
- Già... Comunque cambiando discorso, Matt mi ha chiamato oggi. – disse, attirando su di sé l'attenzione della ragazza, sembrava piuttosto incuriosita nel conoscere il motivo e ciò lo fece innervosire – Mi ha detto che più tardi avrebbe richiamato, voleva parlare con te e chiederti una cosa. –
- Oh. Forse qualche altro dolce? – domandò ingenuamente.
Heath scoppiò a ridere nervosamente e sibilò – Direi forse un appuntamento, conoscendolo! Al liceo se non sbaglio avevi una cotta per lui, potresti uscirci ora. –
Audrey rimase interdetta per qualche secondo, rimanendo con la forchetta alzata a mezz'aria, poi acidamente ribatté – Era un secolo fa! E poi, anche se fosse? Non vedo che problema sarebbe uscire con Mattew! In fin dei conti, a te non interesso minimamente no? – Dentro di sé però, nonostante le parole dette, sperò che ammettesse la sua gelosia.
- Cosa? Ma figurati! Sareste perfetti voi due, Mr. E Mrs. Perfezione! E comunque non mi importa con chi te la fai, il mio è solo... Un avvertimento su ciò che voleva dirti! – bofonchiò l'altro, non guardandola nemmeno in faccia.
'' Dio se è un coglione! Un cretino, ecco cos'è! E poi, perché parlare così del suo migliore amico, se non per gelosia? Ma piuttosto che ammetterlo, si amputerebbe una mano! '' pensò alzandosi dal tavolo. – Continua pure a mangiare, io ho perso l'appetito! – e se ne andò, lasciandolo in cucina da solo.
Heath si passò una mano sul volto, stizzito. '' Porca puttana, così non va! Ma cosa potevo fare? Dare il divieto a Matt di uscire con lei? Non potevo dirgli che sono geloso di lei, che la voglio solo per me! '' pensò, mangiando di mala voglia la pasta. Non appena finì andò a fare una doccia, poi la raggiunse al portico. L'aveva sentita scendere di sotto, e la guardò osservare le stelle con interesse. – Mattew ha detto che ti chiamerà tra una decina di minuti, se vuoi puoi andare in studio, questa sera non ci devo andare. –
Audrey lo scrutò con la coda dell'occhio. Da piccola amava il mito di Perseo, e considerava il ragazzo come l'eroe coraggioso del mito greco, avendola salvata dalla depressione dopo la morte della madre. Ora non lo vedeva più come un eroe, ma un uomo fatto di sbagli e difetti, vedeva l'uomo che le aveva spezzato il cuore così tante volte che faticava ancora ora ad attaccarne i pezzi. Sospirò – Grazie, adesso vado. -
Heath non fece nulla per fermarla. Con che diritto poi? Non erano amici, non erano fratelli. Non poteva vietarle di uscire con altri ragazzi, e non poteva vietarlo nemmeno a Matt. '' Nonostante il profondo fastidio che provo, devo lasciarla andare. E poi almeno uscirà con Mattew, è un bravo ragazzo, con un lavoro importante e ben retribuito. È intelligente, educato e simpatico... Insomma, un uomo completamente diverto sa me. Io sono uno stronzo, non sono intelligente e la faccio sempre stare male, qualunque cosa io dica o faccia! '' pensò guardando il cielo. Rientrò e si diresse verso al sua camera, passando davanti allo studio. Si fermò quando la sentì ridere spensierata, e ciò gli fece serrare la mascella e le mani in due pugni tesi. Con lui non rideva mai a quel modo, non era così rilassata: questo era un chiaro segno di quanto in realtà lei lo detestasse; andò in camera con un pesante peso sullo stomaco, probabilmente quella notte avrebbe faticato a prendere sonno.
La sera del fatidico appuntamento a cena arrivò in un battito di ciglia e Audrey iniziò ad essere nervosa già nel pomeriggio. Mattew era uno degli uomini più affascinanti ed ambiti in città, e lei ci sarebbe uscita quella sera: tra tutte le donne che poteva scegliere, aveva scelto lei! Heath era già uscito quel giorno, avendo accettato un invito di Ethan ad uscire, quindi era sola in casa, perciò non doveva aggiungere altra ansia per quel giorno. Nonostante tutto, aveva sperato che Heath si decidesse a fare una mossa ma ciò non era accaduto. '' Che cosa mi aspettavo in fondo? E poi, stasera sicuramente si sfogherà con Susan, quella Barbie umana! Basta... Devo decidere cosa indossare questa sera! '' pensò, fissando intensamente l'armadio aperto davanti a sé.
Alla fine scelse un look sportivo ma elegante, in fondo era una cena con un amico, se così poteva considerare London! Indossò dei pantaloni a sigaretta stretti blu oltremare, una maglia a maniche a palloncino color sabbia chiaro ed una giacchetta del medesimo colore dei pantaloni. Era un completo che aveva acquistato poco prima che lasciasse New York, in una boutique di vestiti carini e a prezzi vantaggiosi per il suo portafogli. Mise dei sandaletti alla schiava color sabbia ai piedi e poi si specchiò. Con occhio critico osservò i suoi capelli e il suo viso, ancora privo di trucco e decise di acconciarsi i lunghi capelli biondi in una semplice treccia a spina di pesce, ringraziando Amanda per averle insegnato qualche semplice acconciatura da fare sola. Si colorò le palpebre in modo neutro, sfumando bene i colori, poi mise del mascara sulle ciglia per allungarle e un rossetto opaco color corallo sulle labbra. '' Spero davvero di piacergli. '' pensò guardandosi allo specchio; il campanello suonò e dopo aver afferrato la borsa, andò ad aprire. Matt le sorrise, facendola arrossire di piacere osservandolo porgerle un grosso mazzo di rose color cipria; era proprio un bell'uomo, con quei jeans neri, la camicia bianca e la giacchetta marrone bruciato, dava l'impressione d'essere un imprenditore più che un medico.
- Sei bellissima! – le sorrise dolcemente.
Audrey lo ringraziò arrossendo, poi prese i fiori e li mise in un vaso – Grazie Mattew... Anche tu stai molto bene vestito così, e grazie anche per le rose. – balbettò. – Vogliamo andare? –
Matt annuì – Certo! Spero non ti dispiaccia se ho scelto un ristorante fuori città. –
- Oh no, figurati! È una bella idea, in realtà. – sorrise Audrey in risposta, salendo sulla Jeep del ragazzo; era un uomo affascinante il dottore, eppure c'era qualcosa che stonava. Non aveva la barba, non aveva labbra carnose, non aveva penetranti occhi verdi... '' Oddio! Perché stai mettendo a confronto Mattew e Heath? Sei forse uscita di senno? Cristo! '' pensò frustrata, osservando il paesaggio fuori dal finestrino.
- Sei pensierosa... A cosa pensa la tua bella testolina bionda? – scherzò il ragazzo. '' O a CHI pensi? '' pensò, trattenendosi a stento nel dirlo ad alta voce. Era bella Audrey, lo era sempre stata in verità. Lo aveva sempre pensato e non comprendeva il perché il suo più caro amico si comportasse come un cretino nei confronti della ragazza! '' Chissà, forse con questa uscita si sblocca qualcosa. '' pensò. Gli voleva bene, ma da anni non approvava la gente con cui usciva, e sperò che con quell'invito Heath facesse pace con se stesso e avesse il coraggio d'ammettere di amare Audrey; fino ad allora avrebbe comunque continuato a flirtare con la ragazza seduta al suo fianco. Tifava per l'amico, ma non gli avrebbe servito Audrey su un piatto d'argento, doveva sudarsela!
- Cosa? Oh scusami, non sono di grande compagnia... In realtà stavo pensando a ciò che mi ha detto Heath qualche giorno fa, sono preoccupata per i ladri di bestiame. Pare che abbiano colpito molti imprenditori nei dintorni. – disse la prima cosa che le era venuta in mente. Non voleva dargli spiegazioni sul perché pensasse ad un ragazzo, che molto probabilmente in quel momento si stava divertendo con quella gatta morta di Susan.
- Non preoccuparti, Heath certamente avrà già preso delle precauzioni, non temere. – rispose mettendole una mano sulla gamba, accarezzandola lievemente. Era un gesto abbastanza innocuo, ma per lei quel tocco sembrò bruciarle la pelle. Non le restò che annuire, la gola secca e la bocca impastata.
- Guarda, siamo arrivati! Scusa se ti ho fatto passare quasi un'ora di macchina, ma questo posto ne vale la pena. Non so se ci sei mai venuta prima, ma qui a Checkerbroad Inn c'è un pub dove fanno dell'ottima carne alla griglia. Si deve fare un po' di strada, ma credo sia più che giusto per questo locale. Intanto possiamo bere qualcosa come aperitivo, se ti va. – le disse dopo aver spento la macchina, averle aperto la portiera e fatta scendere. La prese sotto braccio e la portò all'interno del pub; come ogni buon pub che si rispetti era tutto in legno eppure i colori erano molto chiari, c'era un enorme bancone dove facevano mostra gli alcolici e tavoli non troppo grandi, abbelliti da tovaglie in lino verde chiaro. Le tende alle finestre erano color crema, e le pareti erano addobbate da numerose fotografie riguardanti i paesaggi tipici del Montana. Ad Audrey venne quasi da ridere. Non era esteticamente bellissimo, e non vedeva il senso di andare fin lì per un pub, ma in fin dei conti forse era stata una decisione sensata non andare in paese. Tutti avrebbero avuto qualcosa di cui sparlare per giorni, anche se con molta probabilità lo sapevano già tutti sulla loro uscita. Ma comunque apprezzava lo sforzo del ragazzo, e incrociò le dita per quanto riguardava le pietanze; avendo vissuto per qualche tempo con una ragazza italiana all'università, era diventata molto schizzinosa in fatto di cibo.
Si sedettero ad un tavolo e ordinarono un analcolico come aperitivo, poi scelsero cosa ordinare e presto si abbuffarono di bistecche alla brace con salsa barbecue, patate fritte e insalata mista per due.
Al momento del dolce, Matt le domandò curioso – Tu non guidi molto. Non ti si vede spesso girare per la città. –
Audrey rimase interdetta per qualche secondo, poi deglutì il boccone che aveva in bocca – Già, non amo molto guidare, tanto meno le macchine in generale. – ridacchiò nervosamente.
- Non ho mai compreso il motivo, Heath non ha mai saputo rispondermi. Come mai non ami guidare? Scusami, non sono affari miei dopo tutto. –
- È dovuto ad un trauma, in realtà. Come ben sai, mia madre è morta quando avevo undici anni, durante le vacanze estive spesso mi portava con sé a lavoro; sai, lei faceva l'avvocato ed era molto brava nel suo lavoro, ero molto orgogliosa di lei! Un giorno i miei litigarono pesantemente, mamma non voleva portarmi con sé perché non sapeva con esattezza quando sarebbe rientrata, ma Jonathan ribadì che non poteva starmi dietro perché anche lui quel giorno aveva da fare. Così mamma mi portò con lei ma l'udienza andò avanti per le lunghe, era già molto tardi quando ci mettemmo in macchina. Jonathan voleva fossimo a casa, quindi scelse di non prenotare una stanza in albergo e ci mettemmo alla guida; pioveva tantissimo e lei era così stanca... Gli occhi le si chiusero solo per un secondo e non vide il cervo davanti a noi. Se ne accorse troppo tardi, e quando cercò di non prenderlo in pieno sterzò bruscamente ma l'asfalto era bagnato, l'acqua fece slittare l'auto, mamma tentò di rimettersi in careggiata ma era buio pesto e pioveva così fittamente... Non vide il piccolo pendio e rotolammo giù, lungo la scarpata; ci fermò un grosso albero che però distrusse completamente il muso dell'auto. Ricordo le urla di mia madre, il boato e il rumore dei vetri che si infrangevano; l'ultima cosa che vidi, furono gli airbag esplodere, la testa di mamma sbattere con violenza contro il volante e il sangue, poi ci fu solo buio totale. Non so quanto rimanemmo lì, quanto tempo impiegarono a trovarci... So solo che mi svegliai in ospedale, ero ricoperta da numerosi fili che uscivano dalle braccia e il tubo nella gola, con dolori tremendi ovunque. Avevo tre costole incrinate, un braccio rotto e una gamba con le ossa scheggiate in più punti, tanto che sul ginocchio ho ancora le cicatrici dei ferri che dovettero mettermi per sistemarlo. Sono rimasta in coma per quasi un mese, per mia madre invece non ci fu niente fa fare: era già morta all'arrivo dei soccorsi. Avevo perso il suo funerale, e ad oggi ancora faccio fatica ad andare sulla sua tomba, non ci sono ancora andata da quando sono qui. Mi sento tutt'ora in colpa nei suoi confronti, perché nonostante Jonathan le avesse detto di rientrare, lei avrebbe preso una camera d'albergo per riposarsi ma io avevo iniziato a fare i capricci, volevo tornare a casa a dormire, dal mio cane e da mio padre. – singhiozzò senza rendersene conto. – Odio le macchine, ne sono terrorizzata. Ma Jonathan non volle sentire ragioni e mi fece fare la patente. Ancora oggi mi chiedo come diavolo abbia fatto a prendere la patente e guidare la macchina fino all'aeroporto anni fa! – ridacchiò nervosamente, stringendo tra le mani il tovagliolo di carta.
Matt si alzò velocemente e l'abbracciò – Perdonami Audrey, non ne avevo idea... - le bisbigliò mesto.
Audrey scosse la testa – Non preoccuparti, ti sei trasferito due anni dopo, perciò non potevi saperlo e Heath... Non so perché non te lo abbia detto, ma non incolparlo, in fin dei conti era una cosa personale. Spero che tu possa capire... -
Lui la guardò. '' E così è una cosa reciproca... Ne ho la conferma definitiva. Non che non lo sapessi già da tempo, visto che molte volte l'ho vista chiudersi nei bagni e piangere per Heath. Ma è proprio per questo che mi piace come donna: nonostante le sue fragilità, è forte. Sono felice che si sia sfogata con me, e non ce l'ho con il mio amico per non avermelo detto, ma mi infastidisce che lui abbia una perla tra le mani che lo ama, e lui non se ne renda conto facendo l'idiota! '' pensò infastidito e triste al tempo stesso '' Non ho molte speranze con lei! ''
- Heath è molto fortunato ad averti, non se ne rende minimamente conto ma si sa, alle volte non brilla di intelligenza. Specie sui suoi sentimenti. –
Era confusa da quell'uscita – Perché scusa? –
- Perché nonostante tutto, ti preoccupi per lui e lo difendi, nonostante sappiamo entrambi che non è una persona che si fa molti scrupoli nel ferire gli altri. Ma quando si tratta di te però, è come se cercasse di proteggerti, a modo suo. –
Audrey scoppiò a ridere – Lui, proteggermi? Ma se mi prendeva sempre in giro e tutt'ora ci scanniamo un giorno sì e l'altro pure! Ha smesso d'essere mio amico ed ha iniziato a trattarmi di merda, lui e tutta la sua combriccola. –
- Sai, qualche volta noi uomini siamo dei perfetti idioti, specie quando si tratta di sentimenti e di esporci per essi. – disse Matt amaramente – Non ti sei mai chiesta perché si è comportato così a suo tempo? Un adolescente, che inizia a sperimentare cose nuove, a comprendere cose più complesse come l'amicizia e l'attrazione. Di come spesso l'una passa per qualcos'altro, trasformandolo in un amore diverso. La paura nella comprensione e dell'ignoto... - La guardò e la vide ammutolire ed arrossire.
Lei non voleva crederci. Non poteva essere quello, vero? – Scusa, devo andare un attimo in bagno. – Andò alla toilette e si appoggiò al lavandino, sconvolta da quelle parole, che le rimbombavano nella testa senza darle tregua. Heath poteva forse essere innamorato di lei? Era questa la causa del suo allontanamento e dei suoi strani comportamenti verso di lei? '' È assurdo! Eppure potrebbe essere la verità... '' pensò, la testa vorticò e dovette fare profondi respiri. Le sembrava d'essere sulle montagne russe. Dopo essersi bagnata i polsi con acqua fredda, uscì velocemente, desiderando tornare a casa al più presto. Quando raggiunse Matt, lo vide ansioso e gli chiese cosa fosse accaduto.
- Perdonami, ma mi hanno chiamato per un urgenza e dobbiamo tornare a casa. A quanto pare c'è stata una rissa al saloon. – disse impacciato.
Audrey sorrise – Stai tranquillo, andiamo pure. –. In realtà era felice di tornare a casa, ma non voleva che l'altro lo capisse, perciò mantenne un aria serafica mentre entravano in macchina per tornare s White Sulphur Spirng.
Tornarono in città velocemente e parcheggiarono di fronte al locale. Heath li raggiunse velocemente. – Matt! Ethan è di là, ha bisogno di qualche punto sulla fronte. Tu cosa vuoi fare Audrey? –
- Mi spiace Audrey, ma temo ne avrò per molto qui... - rispose Matt contrito.
Audrey alzò le spalle e parlò ad Heath - Bè, se non hai intenzione di rimanere qui, torno a casa con te. –. Sperava sinceramente le dicesse che sarebbero tornati subito a casa, perché uno: non aveva intenzione di aspettare Matt, e vedere l'altro amoreggiare con quella stronza di Susan e secondo: voleva tentare di fargli qualche domanda.
L'altro annuì e andò verso la macchina, Audrey baciò Matt sulla guancia, cosa che lo fece arrossire, per ringraziarlo della bella serata e salì anche lei. Heath partì all'attacco.
- Allora, come è andata la serata? –
- Bene direi, è stata una cena piacevole. Tu invece? Ti sei divertito? – lo provocò.
- Bene, ci siamo divertiti tutti fino a quando Ethan non si è fatto la scazzottata del venerdì. Di nuovo. – sospirò – Per fortuna non ho bevuto che una birra, almeno ho evitato si facesse troppo male. Anche Susan era ubriaca, roba da matti. –
Inspirò con violenza – Ah si? Siete riusciti a divertivi o non ce la faceva a starti dietro? –
Heath ghignò – Credo sia andata male per tutti stasera. –
- Matt è un amico, non mi ha chiesto di uscire per del sesso. Non è come tra te e Susan! – sibilò risentita – Non apro di certo le gambe alla prima uscita! –
- Credimi, Matt avrebbe tentato eccome se non fosse stato per la mia chiamata! – rise nervoso, parcheggiando l'auto di fronte a casa; avevano praticamente battibeccato per tutto il tragitto.
- Ma non è vero! Cristo, è uno dei tuoi migliori amici, come puoi parlarne così! – sbraitò, chiudendo con forza la portiera della macchina.
- Perché lo conosco! Sai quante volte ha fatto così? Sembra gentile e innocente, ma in realtà il suo scopo è esattamente solo uno; alla fine, per quanto ami denigrare il nostro modo di fare, non è tanto diverso da me e da Ethan! Anzi, almeno noi due non ci nascondiamo dietro ad una facciata come fa Mattew! –
- Sai qual è la verità Heath? Che ti rode! Ti rode che io sia uscita con lui e non con te, che a lui non serve far bere qualcuno per portarsi a letto una donna, e ti infastidisce! –
- Si che mi rode! Mi rode cazzo, vederti uscire con lui e ridere, scambiarti bacetti che nemmeno alle elementari! Mi dà fastidio eccome! – le urlò addosso.
- Ma non ha senso! Tu... - cercò di prendere dei respiri per calmarsi – Sai, stasera mi ha alcune cose che mi hanno dato da riflettere, ma voglio sapere se questa cosa è una puttanata montata nella mia testa o se è la realtà dei fatti. Mi ha praticamente detto che io... Che io ti piaccio, e non parlo solo in amicizia; mi ha fatto capire che tu in realtà provassi dei sentimenti nei miei confronti, ed è per questo che ti piaceva prendermi in giro a scuola. E tu adesso sembri geloso, non infastidito, ma che motivo avresti? Alla fine non stiamo insieme, anzi, mi fai intendere di non piacerti in nessun modo! Tu vuoi solo scopare e basta, ecco perché esci con Susan e non avrebbe senso quello che Matt mi ha detto. – gli disse, avvicinandosi a sua volta verso di lui.
Heath imprecò – Ma che diavolo centra Susan? E poi Matt dovrebbe imparare a farsi i cazzi suoi! –
- Lei centra sempre! È sempre in mezzo! E comunque non hai risposto... Senti, lasciamo perdere ok? Andiamo dentro e andiamo a dormi...- la sua bocca venne zittita da un bacio rabbioso.
Heath fece un passo indietro – Hai una vaga idea di quanto fossi geloso di te? Non puoi nemmeno immaginarlo Audrey, il pensiero che lui o altri uomini abbiano messo le loro mani schifose su di te, che le tue labbra abbiano baciato labbra e pelle che non fossero le mie... Dio, impazzisco all'idea! – le sibilò roco, per poi tornare a baciarla con più forza e bisogno di prima.
Audrey era sotto shock.
Praticamente questa era una vera e propria dichiarazione! Certo, lei lo aveva pungolato fino allo stremo, ma non avrebbe mai immaginato un simile esito! La verità era che non era solo lui ad essere tremendamente geloso, e questo fece fatica ad ammetterlo con se stessa. Ma in quel momento, quel momento fatto di pura brama e passione, non aveva la benché minima voglia di riflettere su loro due. Socchiuse le labbra e leccò timidamente il suo labbro inferiore, ricevendo a sua volta la sua lingua che prese a solleticare la sua in una tenera danza erotica. '' Dovremmo parlare, mettere in chiaro meglio le cose, ma sono troppo debole. Non riesco mai a resistergli! '' pensò arpionandogli la camicia, come un naufrago bisognoso del salvagente per non affogare. Heath la prese in braccio senza alcuno sforzo, facendole avvinghiare le gambe ai suoi fianchi, palpandogli vorace le cosce e il sedere mentre il bacio si faceva sempre più lascivo. Si separarono, entrambi avevano il fiato corto, e si guardarono; il suo membro diventò duro e doloroso sotto l'occhiata languida della donna di fronte a lui. L'avrebbe presa lì, sull'erba, ma quella sera avrebbe fatto le cose per bene; le afferrò una mano, con una presa sicura e gentile, e la trascinò in camera sua, dove riprese a baciarla ma con più calma e delicatezza. '' Anche se l'unica cosa che vorrei ora è spogliarla, buttarla sul letto e farla mia con prepotenza! '' pensò cercando di mantenere una parvenza di lucidità.
Si stuzzicarono a lungo sopra i vestiti, sembrava quasi che nessuno dei due volesse cedere per primo. Poi Heath, stanco di quel giochetto, fece il primo passo e le tolse la giacca e la maglietta, buttandole a terra senza nemmeno guardare e la fece arretrare fino al letto; con una leggera spinta la fece cadere sul materasso e la guardò con soddisfazione e fame. Audrey lo guardò con brama e gli sollevò l'orlo della camicia, per poi togliergliela facendogli saltare quasi tutti i bottoni e questo lo fece sogghignare malizioso. Si spogliarono molto velocemente, entrambi troppo affamati per poter perdere altro tempo e si ammirarono, privi di vergogna nella loro nudità. La sua eccitazione era sempre più marmorea e pulsava fastidiosamente ma non voleva comportarsi come al suo solito, la donna di fronte a lui meritava di meglio che una scopata rapida, perciò si abbassò verso di lei e la sovrastò; posò la bocca sul suo candido collo, leccando e mordendo, baciandolo di tanto in tanto, scendendo più giù, verso le clavicole sporgenti e sulla parte superiore del seno. Osservò con interesse i suoi capezzoli, rosei e duri come sassolini, sembravano due piccoli lamponi e lui desiderava coglierli immediatamente: ne prese subito uno in bocca, succhiandolo come una caramella, mentre l'altro lo trattenne tra le dita, torcendolo quasi con forza, facendola gridare di piacere. Quando si staccò per poco non venne sul suo ventre: era semplicemente splendida! Le gambe divaricate e la sua vulva pulsava spasmodica, in attesa; i seni erano pesanti e costellati da piccoli morsi e i loro apici erano lucidi di saliva. Le labbra gonfie e semi chiuse emettevano flebili sospiri, e lo osservava da sotto le sue lunghissime ciglia, in attesa.
- Il tuo seno è meraviglioso, è una goduria per un uomo come me... - le sussurrò eccitato, poi posò con decisione la bocca sulla pancia e ci rimase per qualche secondo, invadendo l'ombelico con la sua lingua. Audrey non era quel tipo di donna filiforme, anzi, aveva un po' di carne sul corpo e ciò la rendeva davvero formosa ma a lui non interessava minimamente. Cazzo, lui amava sentire sotto le sue mani un po' di carne da strizzare! Si mise in ginocchio tra le sue cosce e le afferrò con decisione le caviglie, per avere maggior spazio possibile. La fissò, chiedendole silenziosamente il permesso.
- Sì... - sussurrò in risposta lei, mordendosi il labbro.
Lui non attese oltre.
Semplicemente abbassò il viso su quella deliziosa passera e iniziò a toccarla con dovizia all'esterno, con estenuante lentezza. Voleva farla impazzire, contorcere sotto al suo tocco. Posò la bocca su di lei, baciandole e succhiandole le grandi labbra, afferrando con forza le sue gambe per farla stare ferma; i profondi gemiti e le urla di goduria stavano riempiendo l'aria nella stanza come una dolce musica per le sue orecchie. Quando la vide completamente bagnata di piacere, decise di spingersi un po' più in fondo, inserendo prima un dito e trovandola stretta, calda e umidissima. Le dita presto divennero tre e le mosse con decisione e precisione, prendendo a succhiarle delicatamente il grosso fascio di nervi che era ormai il suo clitoride.
Audrey credeva di stare viaggiando ad alta velocità sulle montagne russe, alti picchi che sembravano farle raggiungere le nuvole e poi giù in picchiata, raggiungendo per un pelo il terreno. Le sembrava di impazzire! Nessuno mai le aveva dato così tanto piacere, solo con del semplice sesso orale, ma d'altronde aveva a che fare con un uomo che aveva alle spalle molta esperienza, al contrario suo!
- Non... Non ce la faccio più! – ansimò, ormai al culmine.
- Allora non trattenerti oltre. – le sussurrò deciso all'orecchio, solo per un secondo, per poi riprendere possesso del suo centro con la bocca.
La sua schiena si inclinò in uno splendido arco, le gambe si aprirono di scatto e cominciò ad urlare, dimenando il bacino per il piacere continuava a montare in lei come un onda continua.
Heath sentì le sue dita afferrate in una morsa stretta, e gli umori colargli sulla mano. '' Cristo! Se non la prendo ora ne uscirò pazzo, con il cazzo rosso e dolorante! '' pensò mentre con fatica andò verso il comodino, dove teneva sempre dei preservativi di scorta. Oh, avrebbe voluto prenderla senza protezione e sporcarla con il suo seme, ma non gli sembrava giusto, in fondo lui andava spesso con altre donne e lei poteva giustamente essere contraria a farlo senza!
Lo mise con mani tremanti, poi finalmente protetto, lo afferrò con una mano alla base e strinse gli occhi, temendo di venire subito. Quando però sentì le dita della donna artigliargli le spalle e il bacino andargli incontro decisa, ne ebbe abbastanza: le aprì le cosce portandosi le gambe sulle braccia e la penetrò con un colpo secco. Boccheggiarono entrambi e presero dei respiri profondi.
- Puoi continuare... - bisbigliò Audrey all'orecchio dell'uomo, leccandogli la conchiglia lascivamente.
Heath si infiammò ed avanzò come un Dio della guerra sul campo di battaglia – Perdonami, non credo riuscirò ad essere delicato come vorrei... - e iniziò a spingere.
Pompò con forza e aumentando la velocità, stimolato dalle grida di piacere di lei. '' Mia. Mia! Tutta mia! ''. Le unghie gli graffiarono la pelle delle spalle e della schiena poi, ma a lui non importava. Il letto sbatteva con violenza contro il muro; urla e imprecazioni, seguite da suppliche di non fermarsi gli davano bruciante energia per continuare. I testicoli gonfi che sbattevano contro il dolce sedere di Audrey bruciavano fastidiosamente, mentre la familiare morsa al ventre e la sensazione di calore si propagavano nel corpo dandogli un chiaro segnale. Cercò di trattenere il suo orgasmo, con il desiderio smanioso di venire con lei, stringendo pericolosamente i denti; contrazioni ritmiche e stritolanti sul suo membro lo fecero capitolare, lei stava venendo attorno a lui gridando oscenamente il suo nome e lui, pienamente soddisfatto, s'abbandonò a sua volta nel suo orgasmo, ringhiando soddisfatto come un animale.
'' Dio, non è mai stato così bello! È stato il sesso migliore di tutta la mia vita! '' pensarono entrambi, cercando di riprendere fiato l'uno accanto all'altra. Audrey però una volta tornata lucida, pensò '' E ora? Che cosa accadrà? ''.
Quando Heath la strinse a sé, si rannicchiò accanto a lui e scelse di non pensarci; era esausta e non riusciva a darsi una risposta sensata, e comunque era così soddisfatta in quel momento che decise di non rovinarsi il momento. Certe questioni andavano risolte in un altro tempo e in un'altra sede.
Ora voleva solo godersi quel meraviglioso momento.
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