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Capitolo IV

Ella e Jasmeen si avviarono rapidamente verso il vagone ristorante. Questo era un enorme spazio adibito a mensa, con tavoli e panchine sulle quali si potevano sedere fino ad una dozzina di passeggeri contemporaneamente. Da un lato della stanza si trovava un lungo bancone all'interno del quale erano stipati gli alimenti disponibili per il pasto. Una grossa credenza ospitava vassoi, piatti e posate. Non c'erano camerieri, ogni passeggero prendeva da solo i cibi che più preferiva e li piazzava su un vassoio, per poi mettersi a sedere ad uno dei tavoli. Apparentemente nessuno controllava le quantità di cibo prese da ognuno, ma Ella sospettò chi avesse stilato il lungo regolamento avesse pensato anche a questo.

- Sara non ci raggiunge?

- Probabilmente fra poco la vedremo entrare nella stanza. Starà morendo di fame anche lei e visto che il vagone ristorante chiude dopo un certo orario e che è vietato portare cibo nelle cuccette non ha altra scelta che alzarsi dal letto e trascinarsi fin qui.

Jasmeen le aveva risposto con un nuovo sorriso, che le metteva in risalto le simpatiche fossette.

Sorride spesso per essere una schiava.

Le due ragazze presero un vassoio a testa e si avviarono verso il bancone. Numerosi alimenti erano ordinatamente riposti al suo interno, raggruppati per categorie e protetti da un vetro trasparente. Alcuni cibi erano familiari a Ella, ma altri sembravano provenire da un mondo alieno. C'erano frutti rotondi dal colore rosa pastello, poi ce n'erano altri di un rosso acceso, altri ancora, più grandi dei precedenti, di un viola scuro. C'erano strani mucchi dalla consistenza pastosa e dai colori poco invitanti. C'erano, Ella inorridì, pezzi di quella che sembrava carne cruda, alcuni dei quali non apparivano neppure ben conservati. C'erano foglie verdissime provenienti da alberi che non aveva mai visto, decorate con bacche rosse e gialle. E poi spiccavano, malamente mimetizzate fra le brocche d'acqua, alcune bevande colorate versate all'interno di semplicissimi bicchieri di vetro. Una delle poche cose che la Guardiana riuscì a riconoscere fu il pane bianco, anche se sospettava che questo pane non avesse nulla a che vedere con quello che veniva servito nel palazzo delle sue sorelle.

- C'è qualcosa di tuo gradimento?

Ella si strinse nelle spalle.

- Il pane bianco lo mangiamo anche noi Guardiane ma il resto...

Jasmeen spezzò l'indecisione della Figlia mettendole sul vassoio un piatto di indefinita purea bianca e alcuni frutti rossi dalla forma leggermente ovale.

- Puoi assaggiare anche il pane se vuoi. Ma non è pane bianco, quello che si mangia nella Dime, è pane e basta. Quello prodotto dagli Imperiali. Probabilmente non è all'altezza di quello che conosci tu, ma è buono comunque.

Ella accettò il consiglio.

- Cosa mangiate voi Guardiane? A parte il pane bianco, intendo - ridacchiò.

- Gli alberi che si trovano nei giardini adiacenti al palazzo producono dei frutti buonissimi. E anche una linfa dolce e appiccicosa. Le Anziane la lavorano con la loro magia e tutte noi ci nutriamo poi di essa. La chiamiamo Alif.

Un ragazzo interruppe improvvisamente il racconto, intromettendosi nella discussione. Qualcosa sembrava aver catturato la sua attenzione.

- Guardiane? Conosci le Guardiane?

Il ragazzo sembrava agitato ed impaziente di ottenere una risposta. Aveva capelli ed occhi neri, un viso sottile e scarno ed una carnagione piuttosto scura. Il fisico era asciutto, magrissimo ma stranamente muscoloso. Probabilmente era costretto a lavorare duro all'interno del treno e gli anni di schiavitù avevano distrutto ogni più piccolo deposito di grasso, favorendo lo sviluppo della muscolatura.

Guardava Jasmeen con occhiate severe che sembravano quasi voler costringere la ragazza bionda ad allontanarsi.

- Smettila Brix, lasciala in pace.

- Conosci le Guardiane? - incalzò lui rivolto ad Ella, ignorando le parole di Jasmeen.

Alcuni altri Imperiali si erano avvicinati, attratti dal trambusto che il ragazzo moro stava creando.

- Sì, conosco le Guardiane, sono una di loro.

Un brusio si diffuse nell'aria. La sua risposta sembrava aver spiazzato la piccola folla che si era accumulata attorno a lei.

- Allora usa la tua magia e portaci fuori di qui, Guardiana! - Nelle parole di Brix si leggevano rabbia e disprezzo.

- Ma figurati se è una Guardiana! - A parlare era stata una brunetta alla destra del ragazzo - Se lo fosse davvero non sarebbe prigioniera qui. Le Guardiane non sono così stupide da farsi imprigionare contro il loro volere!

- Forza Guardiana - la voce del giovane Imperiale si faceva sempre più minacciosa - usa la tua magia. Facci vedere che non sei una bugiarda.

- Smettila Brix!

- Non posso usare la magia. - Ella interruppe il piccolo litigo che stava per ingigantirsi - Non la conosco. Le Anziane sono le uniche a saperla usare, e non mi hanno ancora insegnato a padroneggiarla.

- Quindi sei inutile. - l'arrogante ragazzo smise improvvisamente di interessarsi a lei - Avrei dovuto capirlo da solo. Perché mai una Guardiana dovrebbe rimanere bloccata qui dentro di sua spontanea volontà. Chiunque ne avesse la possibilità fuggirebbe il più lontano possibile dal treno.

Il ragazzo e la brunetta al suo fianco si allontanarono immediatamente dal resto del gruppo per andare a prendere i vassoi e servirsi da mangiare.

- Brix ha ragione, sei inutile. - un'altra ragazza si era avvicinata ad Ella e Jasmeen - Anzi, secondo me stai mentendo. Non sei affatto una Guardiana. Cerchi di salvarti la vita raccontando frottole sul tuo conto?

Aveva una voce dura, talmente severa da mettere in soggezione non solo Ella, ma anche la piccola folla di Imperiali che la Guardiana aveva calamitato attorno a sé. Sfoggiava una chioma di fitti ricci neri e un lucente paio di occhi marroni. Era più bassa di Jasmeen e anche più in carne. E non era neanche lontanamente dolce quanto lei. Le sopracciglia squadrate, il naso leggermente aquilino e le narici strette le davano un'aria perennemente corrucciata. Aveva un'espressione stanca. Ma non era quel tipo di stanchezza dovuta al troppo lavoro. Sembrava stanca della sua stessa vita. Doveva essere una passeggera del treno da molto tempo.

- Ti sei svegliata finalmente. - disse Jasmeen alla nuova arrivata. Poi si rivolse ad Ella - Lei è Sara. Te l'avevo detto che ti avrebbe odiata.

*****

La colazione si era rivelata particolarmente piacevole. Ella si era riscoperta molto affamata ed aveva letteralmente divorato i cibi che aveva preso dal bancone, gustandoli fino all'ultimo morso. Con sua grande sorpresa aveva scoperto che i frutti ovali erano in realtà salati e si era resa conto che il pane degli Imperiali era saporito quasi quanto quello della Dime. Durante il pasto aveva anche capito che Jasmeen le stava alquanto simpatica, mentre Sara era probabilmente la cosa peggiore che le era capitata da quando era salita sul treno, poche ore prima. La ragazza riccia non aveva fatto altro che punzecchiarla e lanciarle occhiate rabbiose da quando si erano sedute al tavolo. Sembrava invece molto affezionata a Brix e alla sua amica bruna, Pauline, che si erano accomodati sulla panchina di fianco alla loro.

Poco dopo il gruppo si era spostato in quello che Jasmeen aveva chiamato "vagone di ritrovo" che non era altro che una grande sala arredata con sedie e divanetti sui quali ci si poteva riposare mentre si chiacchierava con i compagni di viaggio. Certo, questo mobilio sembrava decisamente rovinato ed alcune sedie erano rotte, ma a parte questo la stanza era molto carina. Ella non riusciva a fare a meno di pensare che quel tipo di prigionia non era poi così crudele. Gli altri passeggeri sembravano odiare quel luogo, ma la Guardiana non riusciva a trovare nessun difetto degno di nota.

L'unica cosa che la spaventava erano le guardie, che di tanto in tanto le passavano di fianco. Camminavano tenendo lo sguardo fisso davanti a loro, non parlavano, non si curavano di niente e di nessuno. Marciavano in maniera quasi automatica e non facevano nient'altro. Jasmeen aveva ragione a dire che probabilmente non erano nemmeno vivi.

Erano entrati nella stanza anche alcuni controllori, con il loro collare rosso in bella vista. Questi sembravano normali. Chiacchieravano fra di loro, osservavano i passeggeri, ogni tanto leggevano qualche foglietto oppure davano una rapida occhiata al cartellone delle regole, presente in ogni singola stanza che Ella aveva visto fin'ora. Certamente facevano molta meno paura delle guardie.

- Controllori e guardie sono tutti Imperiali? - chiese ad un certo punto la Guardiana a Jasmeen, approfittando di un momento in cui Brix si era messo a discutere da solo con Sara.

- I controllori possono essere Imperiali, ma anche magicanti e creature del Vortice. Le guardie invece... Le guardie non lo so. Non credo che siano creature che appartengono al mondo, sembrano stati costruiti apposta per svolgere solo e soltanto questo compito.

Ella si guardò intorno.

- E voi passeggeri Imperiali state soltanto insieme ad altri Imperiali? - si era resa conto che nella stanza erano presenti solo passeggeri con il collare grigio. L'unica eccezione era rappresentata da un ragazzo ed una ragazza con il collare azzurro, che però chiacchieravano in disparte.

- Tutti cercano di affiancarsi a chi è simile a loro. Di solito gli Imperiali stanno fra di loro, lontani dagli abitanti della Dime e da quelli del Vortice. E la cosa solitamente è reciproca.

- Il treno è stato costruito dagli imperiali?

- Non lo so. Nessuno lo sa. Però ci sono molte fermate nella Casa Imperiale. Il treno ci lavora moltissimo. È per questo che la maggior parte dei passeggeri sono Imperiali. Ogni tanto salgono anche abitanti della Dime e del Vortice, ma è più raro. Magicanti a parte, gli abitanti del mondo magico si tengono bene alla larga da noi Imperiali.

- Perché le creature magiche non scappano? Perché non usano la loro magia per andarsene?

- Non possono farlo. Il personale del treno controlla ogni cosa e blocca ogni tentativo di fuga. E... - Jasmeen si fermò per un istante - credo che ci sia una magia ben più potente che protegge il treno. Né i magicanti né le streghe né nessun altro hanno la capacità di utilizzare la loro magia in alcun modo. Credo che persino le fate di luce siano costrette a smettere di brillare e a nascondere le loro ali.

Che cos'è una fata di luce?

- Ma ci sarà pure qualcuno che è riuscito ad andare via da qui. Non è possibile rimanere prigionieri per sempre...

- Ella... questa è una prigione eterna. Mi dispiace, so che è brutto sentirselo dire, ma ti consiglio di rassegnarti.

Ella fece una breve pausa. Quelle parole la spaventavano. Non riusciva a fare a meno di pensare alle sue sorelle. Oramai si dovevano essere accorte della sua sparizione. Forse avevamo provato a cercarla. Chissà se avrebbero mai capito dove si trovava.

- Tu e Sara siete qui da tanto? - Ella pronunciò quelle parole per provare a distrarsi. Forse non la risposta neppure le interessava realmente.

- Io sono salita sul treno circa quattro anni fa. Sara è qui da molto più tempo. Lei era una schiava anche prima. Un giorno il suo padrone si è stancato di lei ed ha preferito venderla in cambio di una piccola somma di denaro. Probabilmente con quello che ha guadagnato avrà comprato qualche altra ragazza da sfruttare.

Ella rimase sconvolta da quelle parole. La sua mente smise però di pensare alla terribile sorte di Sara e degli altri passeggeri quando si rese conto che la ragazza con il collare azzurro aveva interrotto la sua chiacchierata con l'amico ed aveva cominciato a fissarla insistentemente. La Guardiana ricambiò il suo sguardo, osservandola con i suoi occhi colori cielo. Smisero di studiarsi a vicenda solo quando Jasmeen, Sara, Brix e Pauline si alzarono per andare a riposare nelle cuccette. Ella li seguì pensierosa.

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