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•La Scuola Dei Demeriti•

unagocciadipioggia Ecco la tua recensione!

Sinossi:

Il tavolo della cucina era ricolmo di pillole di vari colori, tutte perfettamente allineate. Vicino ad ogni riga c'era un piccolo bigliettino bianco con stampato sopra un numero.Un ufficiale di polizia dall'aria truce stava fotografando con attenzione la collezione di pillole. Era salito su una delle sedie rosso spento della cucina per poter catturare l'intero tavolo. Indossava dei guanti di plastica trasparente, come quelli che si trovano nei reparti di ortofrutta dei supermercati, il viso tutto rosso nel tentativo di trattenere il fiato.Fece ancora qualche scatto prima di sollevare finalmente lo sguardo e di incontrare gli occhi scuri di un bambino sottile che non l'aveva perso di vista un instante. Con un gesto brusco l'ufficiale indicò il bambino di mettersi in piedi di fianco al tavolo, gli fece poi segno di guardare in alto e scattò un'ultima foto.L'uomo scese dalla sedia, premurandosi di farlo in modo tale da mantenere la maggiore distanza possibile fra sé e il bambino. Tirò fuori dalla tasca una busta spessa color arancion gommagutta, la appoggiò sulla sedia rosso spento da cui era appena sceso e, non dando mai le spalle al bambino, uscì dalla stanza.L'ufficiale percorse a passi rapidi il corridoio che collegava la cucina alla porta d'ingresso dell'appartamento. Ad attenderlo sulla porta c'era una donna sulla trentina, la madre adottiva del bambino. L'uomo nuovamente con un cenno del capo, le fece segno di aprire la porta. La donna eseguì un po' interdetta.<<Avevo capito che mi avrebbe dato delle informaz->> L'uomo stoppò la donna con un gesto rapido della mano. Si allontanò il più possibile dalla loro porta d'ingresso, quasi con le spalle contro il cartello di benvenuto appeso sull'entrata di appartamento di fronte.<<Signora>>esordì <<Mi deve capire, ho un figlio che ha meno di dieci anni. Non posso rischiare.>>La faccia dell'uomo aveva ripreso un colorito normale, ritornando al suo solito colore scuro. Le nocche della donna erano diventate pallide, i palmi stretti con forza. <<Questo non giustifica il suo comportamento con mio figlio>> Disse con tono calmo e deciso, gli occhi colmi di rabbia.<<Signora, non mi fanno nemmeno indossare una mascherina perché devo essere riconoscibile. Cerchi di capire...>> Si giustificò l'uomo. Mentre parlava, la donna aveva appoggiato una mano sullo stipite della porta per cercare di calmarsi.<<Mio figlio non è contagioso. Non ha niente che non va. E' inutile indossare mascherine o guanti di plastica, servirebbero adesso a me, se l'ignoranza fosse una malattia trasmissibile.>>L'uomo rimase in silenzio un istante, confuso. Senza nemmeno rendersi conto di essere appena stato insultato ripose la macchina fotografica dentro lo zaino e mentre se lo metteva in spalla disse solo: <<Le istruzioni e tutto quello che c'è da sapere sono all'interno della busta che ho dato a suo figlio>>. Guardò la donna un istante e poi riprese:<<Mi dispiace che suo figlio sia così.>>La donna a quelle parole alzò gli occhi al cielo:<<Se ne vada>> Sibilò decisa. La sua voce rimbombò metallica lungo il pianerottolo. L'uomo con sguardo scontento non aggiunse altro, si mise una mano sul cappello in segno di saluto e cominciò a scendere la prima rampa di scale delle dodici che l'avrebbero condotto al di fuori della palazzina. Non incontrò nessuno, sentì solo i passi veloci dei condomini della donna che rientravano nei loro appartamenti. Avrebbero parlato diffusamente della notizia nei giorni successivi. A pranzo, a cena, borbottando lungo le scale al telefono con amici parenti. Tutti avrebbero saputo che in quella palazzina un bambino sarebbe andato alla Scuola Dei Demeriti. Quello, tuttavia, non era un affare che riguardava l'ufficiale di polizia. L'uomo, una volta chiusa la porta d'ingresso del condominio, si tolse i guanti di plastica e li gettò in un bidone dell'indifferenziata, un sorriso stampato sul volto, felice di aver terminato la sua giornata di lavoro.

Tag:

#Amicizia #Bullismo #Distopia #Distopico #Drammatico #Fantascienza #Fantasia #Fantasy #Medicine #Mistero #Scolastico #Scuola #Solitudine #Thriller


In un mondo dove essere diversi non è tollerabile, dove ognuno è obbligato ad eccellere, è stata costruita una scuola per rieducare le menti e cancellare le differenze: la scuola dei Demeriti.
Trentacinque sente il rumore della corrente elettrica. Lo percepisce tutt'intorno a sé, nei moduli di supporto, in quelli di sorveglianza e di ascolto e cattura. Lo sente negli ingranaggi delle porte dell'infermeria e provenire dai frighi in cui tengono le pillole. Il mondo di Trentacinque è fatto di suoni, più che di immagini.
Fra una coppia di Sorveglianti ambigui, della carta che legge i pensieri e dei compagni di cui non sa se fidarsi o meno, riuscirà Trentacinque a sopravvivere abbastanza a lungo nella Scuola dei Demeriti?
La trama non ha errori ed inoltre è molto intrigante... Ma avrei voluto che tu aggiungessi qualcosa alla trama per capire in che luogo nel mondo si trovasse la Scuola dei Demeriti, spero però che tu lo faccia almeno nel prologo o nella storia stessa:

A) Come inizio non mi convince per niente: Il luogo non è noto, è sconosciuto, inizi con questa discussione fra la donna e un agente, ma io avrei incentrato prima il tutto sul luogo; poi sul personaggio, spiegando che tipo di scuola fosse, perchè i lettori potrebbero fraintendere. Per esempio pensando a mascherine ecc, adattandomi alla descrizione penso ad una scuola del tipo in ospedale? Non avrebbe senso.
Apprezzo che tu abbia messo a fine dialogo il colore della busta dell'ufficiale per chi magari non conoscesse tale colore(ad esempio me); ciò lo ha reso originale.
Mentre i personaggi esteticamente non sono descritti.

B) Come ho ribadito prima il luogo è sconosciuto, ma evidenziando gli altri luoghi, per esempio la discussione con la madre del bambino e l'agente, anche lì il luogo non è descritto, né dove avviene e non ci sono nemmeno descrizioni.
Dal secondo capitolo invece le descrizioni sono molto migliorate, più dettagliate, anche le sensazioni dei personaggi e questa cosa inizia a piacermi, ma la storia la vedo un po' confusionaria per come è impostata.

C) I dialoghi sono stretti, ma non capisco il trattino che metti a inizio o fine dialogo, dato che i segni più noti e più corretti da usare nei dialoghi siano "«" e "»". Comunque, a fine dialogo ho visto in alcune parti una virgola, da eliminare. Le virgole vanno inserite all'interno dei dialoghi e non alla fine; non è una frase legata a quella successiva, sono separate.

Fino al capitolo previsto, la grammatica è totalmente corretta, non vi ho trovato alcun errore e ti faccio i miei complimenti per questo.
La storia intriga, e il tuo modo di scrivere invoglia a leggere, ho letto fino al capitolo 5 come previsto da recensione e non penso che continuerò perché non rientra nei miei gusti, ma il complesso mi ricorda molto Umbrella Academy. Altro fattore che ho notato sono i capitoli: troppo striminziti e troppo corti, forse è per quello che ci sono pochi dettagli.

VALUTAZIONI

Trama:6.30
~
Originalità:10
~
Copertina:/
~
Sintassi:10
~
Narrazione:6
~
Scrittura:6
~
Caratterizzazione dei personaggi:0
~
Totale:38.30/60

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