•Il Marchio Dell'Amore•
la_chimera Ecco la tua recensione!
"Io dᥱsιdᥱro ᥣ'ᥲmorᥱ vᥱro.Qᥙᥱᥣᥣo ᥴhᥱ mι fᥲrᥱbbᥱ soffrιrᥱ, ρrobᥲbιᥣmᥱᥒtᥱ, mᥲ qᥙᥱᥣᥣo ᥴhᥱ, ιᥒ qᥙᥲᥣsιᥲsι ᥴᥲso, sᥲrᥱbbᥱ ιᥒ grᥲdo dι ᥴrᥱρᥲrᥱ ιᥣ mᥙro soᥣιdo dι ιᥒdιffᥱrᥱᥒzᥲ ᥴhᥱ soᥒo stᥲtᥲ ᥴostrᥱttᥲ ᥲ ᥱrgᥱrᥱ ᥲttorᥒo ᥲ mᥱ."
Sinossi:
Domani è il giorno del mio ventesimo compleanno e questa notte andrò a dormire con la consapevolezza che questo potrebbe essere l'ultimo.
Per secoli l'umanità si è domandata se vi fossero altre forme di vita nella galassia.
Voglio rispondere a chiunque se lo stia ancora chiedendo: Esistono.
Fin da quando si è in fasce, ci raccontano della Terra e dei suoi abitanti, descrivendoli come disprezzanti di ciò che la natura offre loro, come distruttori ed egoisti.
Noi, in realtà, non siamo tanto diversi, fatta eccezione per il fatto che nostra vita si basa sulla menzogna, sul fingere di essere chi non siamo.
Viviamo su un pianeta che è stato colonizzato più di sei secoli fa, ma che è stato tenuto celato per tutto questo tempo. Il suo nome è Kaos.
Loro non sanno di noi, ma noi sappiamo tutto dei terrestri.
A scuola ci insegnano la loro cultura e le loro tradizioni. Ci spiegano tutto quello che c'è da sapere sulle loro usanze.
A dir la verità, le nostre sono molto simili. L'unica cosa che ci discosta a quegli esseri che vengono reputati tanto ripugnanti è il fatto che la nostra malvagità viene celata sotto un sottile ma profondissimo strato di ipocrisia.
Niente è tanto diverso, qui.
La nostra cucina, le nostre abitudini, il nostro vestiario. E' tutto esattamente identico a ciò che i terrestri mangiano, festeggiano o indossano.
Il paradosso è proprio questo: noi siamo come i terrestri, ma li disprezziamo.
Abbiamo le loro sembianze, nulla che possa fare comprendere a un occhio esterno che apparteniamo a due mondi differenti. Niente ci differenzia da loro, ma allo stesso tempo, facciamo il possibile per portare avanti l'idea di essere loro superiori. Credo che in venti anni di vita, io abbia sviluppato la capacità di riconoscere quanto meschini e infidi noi abitanti di Kaos possiamo essere, a dispetto di quello che i nostri capi ci propinano ogni giorno.
Ogni corso di studio prevede che vi siano presenti anche lezioni sulla Terra, ma invece che risultare soddisfacenti al fine di arricchire il nostro bagaglio culturale, non fanno altro che aumentare l'odio nei confronti dei suoi abitanti, perché ciò che più viene messo in rilievo è la loro propensione all'autodistruzione, la loro cattiveria nei confronti del prossimo o del diverso.
Mi sono sempre domandata cosa ci sia tanto di differente qui, su Kaos, poiché quando un bambino nasce, su questo pianeta, viene marchiato con un inchiostro indelebile che muta con lo scorrere del tempo.
La sua durata varia da persona a persona e indica il tempo di cui si dispone per trovare la propria anima gemella.
La parte straziante è che se entro quel lasso di tempo non si riesca e trovare il tanto agognato amore, il marchio svanisce nel nulla, e tu con lui.
La guerra, la povertà, la miseria e la fame sono di certo riprovevoli, ma questo filo invisibile che ti conduce inesorabilmente a un punto di non ritorno forse è meglio?
Qui tutti disprezzano le abitudini degli abitanti della Terra, ma io non riesco a fare altro che sognare i essere lì.
A volte mi ritrovo a sognare a occhi aperti.
Mi immagino come potrebbe essere la mia vita sul pianeta Terra, senza la sensazione angosciante di un incudine proprio sopra il mio capo, pronto in ogni istante a ridurre a brandelli qualsiasi speranza io riponessi nel mio futuro.
Mi chiedo come sarebbe poter condurre un'esistenza in cui potersi godere a pieno ogni istante, con la consapevolezza che ogni attimo trascorso non farà altro che andare ad aumentare il bagaglio dei tuoi ricordi indelebili.
Il ticchettio dell'orologio, invece, mi ricorda solo che qualsiasi sforzo io faccia per creare una parvenza di futuro sarà vano.
Ogni tanto, spero con tutta me stessa che questo non sia altro che un incubo, frutto della mia fantasia.
Mi sono sempre sentita diversa, come se non appartenessi davvero a questo pianeta.
Su Kaos tutti hanno l'aria di non aver mai provato la sensazione che un'emozione travolgente può offrirti.
La paura non esiste, anzi.
Kaos cresce uomini e donne impavidi, non ragazzini con la coda tra le gambe.
La felicità non è altro che un'illusione. Non credo che vi sia solo un abitante, su Kaos, che si possa definire felice, o quantomeno soddisfatto della propria vita a tutti gli effetti, ma nemmeno loro ne sono consapevoli.
Fingere è la parola d'ordine.
Le emozioni, qui, sono proibite.
Non sanno nemmeno cosa sia il vero amore. Si parla in continuazione del concetto di anima gemella, ma nessuno ha mai avuto l'opportunità e l'onore di sperimentare quell'emozione in grado di farti contorcere le viscere e di modificare, anche solo per un istante, il battito cardiaco.
Ho sempre e solo sentito parlare i questo agognato amore, ma ho sempre sperato che non fosse la ricerca sfrenata, costante e ossessiva di una persona per la quale a primo impatto non nutri alcun interesse, al solo fine di poter continuare a condurre la tua vita.
Io non voglio questo.
Io desidero l'amore vero.
Quello che mi farebbe soffrire, probabilmente, ma quello che, in qualsiasi caso, sarebbe in grado di crepare il muro solido di indifferenza che sono stata costretta a ergere attorno a me. In tutti questi anni ho finto, ho indossato una maschera e ho fatto credere a chiunque che io fossi come loro, imperturbabile i fronte al mio imminente destino. Quasi entusiasta, di ciò a cui sarei andata incontro, perché qui è così. Tutti sono a conoscenza del fatto che se non si trova l'anima gemella, il buio perenne ti farà trovare conforto tra le sue braccia.
Tutti ne sono consapevoli, ma nessuno si oppone. Tutti esultano, come se la loro consapevolezza fosse solo superficiale, come se, in realtà, non avessero la capacità di avere un pensiero personale. Mi sono sempre domandata se semplicemente anche loro non fossero entusiasti del destino che è riservato a molti di noi, ma che forse, non essendoci alcun rimedio, fosse più semplice adottare l'indifferenza come propria arma personale.
Negli anni, però, ho anche osservato attentamente gli atteggiamenti delle persone a me vicine e nonostante io stessa non abbia mai fatto trapelare ciò che realmente si agitava dentro di me come un mare in tempesta, ho sempre percepito un alone a distanziarmi da quella massa informe di neutralità.
I miei genitori non hanno mai mostrato un evidente dispiacere nei confronti di quello che mi sarebbe dovuto succedere di lì a poco. Sorridono ogni volta che il mio sguardo incontra il loro, come se volessero rassicurarmi e convincermi ulteriormente che morire per la patria non solo è l'unica opzione, ma quella migliore.
Olivia, la mia migliore amica, menziona spesso la mancanza che proverà il giorno in cui il mio incubo prenderà forma, ma ogni volta, nella sua voce non traspare alcuna emozione.
Morire a vent'anni, per nessuna evidente ragione, è giusto.
E' quello che continuo a ripetermi, come un mantra, ma tutte le volte che queste parole escono dalla mia bocca ho la sensazione che un violentissimo calcio allo stomaco mi abbia privato della capacità di respirare.
Nella mia testa, io, Regina, sono una ragazza di quasi vent'anni talmente sicura di sé e delle proprie idee da ribellarmi al sistema e tentare una fuga da questo pianeta di esaltati.
Nella realtà, invece, non sono altro che una persona tremendamente insicura e consapevole che, anche se avessi la forza necessaria per alzarmi in piedi; tra la folla, espormi all'inevitabile e rendermi una preda facile, non sarei in grado di attuare un piano infallibile in grado di farmi fuggire.
A volte mi sento tremendamente debole e insulsa. Mai abbastanza.
Questo susseguirsi di pensieri di autocommiserazione non è altro che la scintilla in grado di far divampare un incendio di furia dalla grandezza mastodontica. Forse però, è meglio così. Nonostante questa messa in scena mi abbia portato, un giorno dopo giorno, a covare rabbia sempre maggiore nei confronti dei poteri forti, questo è servito a non farmi incarcerare e, chissà, magari persino uccidere.
Chiunque la pensi diversamente, viene considerato un nemico della patria.
Non che questo mi abbia aiutata a pieno, però, visto che tra qualche ora, quest'ombra scura che aleggia su tutta Kaos, si impadronirà anche di ciò che sono stata in questi anni.
Ho quasi vent'anni, non ho mai dato il mio primo bacio e mai lo darò.
Il mio marchio si scorgerà a malapena, ormai, sul candore della mia pelle, e ora come non mai, vorrei passeggiare sulle lane desolate di quel pianeta alla ricerca di una persona da amare, senza avere la morsa stringente del tempo alle calcagna.
Provo a non pensarci, ma mi viene tremendamente difficile.
Penso a tutte le cose che potrei fare nella mia vita, se avessi la possibilità di averne ancora una, trascorso domani.
Ho cos' tante passioni, così tanti sogni irrealizzati che allo scoccare della mezzanotte verranno infranti dal ticchettio irrefrenabile delle lancette.
Sbuffo rumorosamente, mi rannicchio sotto alle coperte. Mi chiedo come sia davvero, la Terra; come siano, gli umani.
Di cosa profumerà la loro pelle? Saranno davvero così malvagi come vengono descritti? E, cosa più importante, adoreranno davvero il caffè tanto quanto lo adoro io?
Il caffè.
Non so cosa succederà quando il mio marchio sparirà e io con lui, ma se mai dovesse rimanere un rimasuglio di me su questo pianeta, seguirà il profumo pungente del caffè in ogni vicolo.
Continuano a farci credere che il pianeta Terra sia crudele, ma cosa vi è di più malvagio di catene invisibili in grado di farti evaporare in uno schiocco di dita se solo non hai avuto tempo a sufficienza per trovare l'amore?
Cosa credono, che io non lo voglia, l'amore.
Davvero pensano che non desideri stare accoccolata sul divano tra le braccia della mia dolce metà?
Non l'ho mai conosciuta, questa dolce metà, ma quando non ci sarò più, mi mancherà, quasi quanto il caffè.
Ora che ci penso, mi mancheranno tante cose.
Mi mancherà la risata contagiosa di Olivia, lo scrosciare della pioggia sul vetro ella finestra di camera mia nelle giornate autunnali, le lasagne fumanti della Domenica.
Mi mancheranno persino i continui rimproveri dei miei genitori e le risposte scorbutiche di mio fratello.
Ho un rapporto particolare con la mia famiglia.
Mamma mi ha desiderata tanto, ma ha capito fin da quando ho puntato i miei occhioni chiari nei suoi che non ero la dolce bimba che sperava tanto di avere.
Ha sempre sognato una figlia dal carattere autoritario e dirompente, una giovane donna che potesse seguire le sue orme e magari diventare persino il suo braccio destro. Non immaginava di certo che, invece, ad appena vent'anni sarei stata risucchiata dal braccio della morte che lei stessa aiuta a governare.
Lei e mio padre non mi hanno mai fatto mancare niente, ma non mi sono mai sentita a casa.
In questo istante vorrei rimanere aggrappata a questo straziante senso di estraneità per l'eternità, piuttosto che vagare nel nulla eterno. Questo è il paradosso dell'esistenza.
Si desidera sempre di più di quello che si può avere.
E ora, come non mai, desidero l'amore.
Desidero la vita.
Tag:
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Copertina:
Allora, già leggendo la trama ti posso dire che la copertina è PERFETTA con la storia: non mi riferisco al titolo o ai colori ma bensì all'immagine dei due protagonisti, nell'universo che così ci fa capire non solo al loro legame istaurato ancora prima della nascita grazie al marchio, ma anche al fatto che non sono nel pianeta Terra; io penso che tu non debba cambiarla, inoltre invoglia tanto a leggere il tuo libro.
Regina è una ragazza come tante, con un sogno nel cassetto e tanti desideri da realizzare. Il giorno del suo compleanno, però, ogni suo sogno svanirà, insieme alla sua carne. Regina vive su Kaos, un pianeta che è stato colonizzato più di sei secoli fa, ma che è sempre stato tenuto celato. Almeno, fino ad ora.La vita su Kaos è stata regolata da poche semplici leggi; una di queste prevede che ogni neonato, il giorno della sua nascita, venga fatto marchiare con un inchiostro indelebile, il quale indicherà il tempo di cui si dispone per trovare la propria anima gemella.Le conseguenze, in caso contrario, sono altrettanto semplici: se ciò non avverrò e il marchio sparirà, si morirà con lui.
La trama è super mega coinvolgente, mi piace un sacco per come l'hai articolata e ideata, invoglia inoltre il lettore a leggere. Per quanto riguarda gli errori ne ho trovato solo uno lessicale, niente di grave:
A) Descrivi divinamente, adoro nel modo in cui hai descritto tutta la storia del pianeta di Kaos e questa situazione del marchio dell'anima gemella, mi piace il rapporto che ha Regina con i suoi genitori e la stessa Olivia, ma pensavo di trovare una descrizione almeno della protagonista; spero ci sia più avanti. Essendo che gli abitanti i Kaos siano così simili alla terra, la loro forma è comunque umanoide? Come speravo hai un po' descritto Regina ma in maniera molto, molto minima, speravo di più in questo campo; come spero che più in la si possa sapere il motivo del distacco fra Regina e suo fratello. Mi piace tantissimo come tu abbia descritto il ragazzo che incontra Regina al bar e vorrei saperne di più su questo personaggio, anche del fatto di come Regina abbia sviluppato una sorta di poteri e anche vorrei approfondire la conoscenza di questi fantastici Sette; perché li immagino come una sorta di congrega di stregoni, mi portano a pensare. Inoltre, tu dici che il marchio sparisce con il suo proprietario, ma in maniera "naturale" o sono questi "Sette" a fare sparire la gente?
B) Tengo a precisare che i luoghi sono descritti veramente bene, e non vedo l'ora di sapere come tu abbia descritto il pianeta Terra dal punto di vista descrittivo. Inoltre vedo che quando magari ci sono i flashback come per esempio il primo incontro fra Olivia e Regina, ti consiglierei o di mettere la scritta "flashback" oppure di cambiare il carattere rispetto al libro in modo di far capire che il personaggio sia immerso nei suoi pensieri.
C) I dialoghi sono perfetti; hanno chiarezza e inoltre esprimono le emozioni dei personaggi; però vedo che a fine dialogo per spezzare la frase; quella successiva inizia sempre con la maiuscola. Inoltre come ti avevano già consigliato nei commenti, cosa che faccio anch'io qui, è quella di cambiare il carattere dei pensieri in modo da far capire quando un personaggio pensa; idem quando Regina legge i loro pensieri.
Un altro errore che ho notato, oltre a quella piccola imprecisione sui dialoghi: Il pianeta Terra essendo un pianeta, come Kaos che va scritto in maiuscola, direi che sarebbe ortograficamente corretto se tu lo scrivessi con la lettera maiuscola; altra cosa che dovrai sistemare; così come alcune parole che si ripetono più volte nella stessa frase. Altro problema è la punteggiatura, in alcuni casi metti troppe virgole dove non occorre, direi di diminuirle dove è possibile.
A me piace un casino il tuo modo di scrivere, molto dettagliato, inoltre mi piace un sacco la storia e come l'hai strutturata; inoltre Regina caratterialmente la vedo troppo una guerriera, molto determinata e che non si ferma davanti a nulla; ciò comunque mi ha spinto a voler continuare la storia, seppur ci siano molte tematiche da migliorare, come la punteggiatura, la grammatica e la storia in sé. Mi riferisco anche ai flashback che ti avevo segnalato.
VALUTAZIONI
Trama:9.30
~
Originalità:10
~
Copertina:10
~
Sintassi:7
~
Narrazione:6.30
~
Scrittura:7.30
~
Caratterizzazione dei personaggi:10
~
Totale:59.90/70
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