•We're All Mad Here - PavoneBianco•
Sinossi:
St. Eisabeth's, 1955 -Washington
[Dal primo capitolo]
"-Sta' zitta e cammina. Ogni pazzo è convinto della sua normalità-, la guardò di sfuggita negli occhi -motivo per cui non vi diamo retta.-
Un ragazzino dallo sguardo vacuo li osservò passare dinnanzi, con la bocca semiaperta da cui colava un liquido giallastro. Le mani ossute congiunte in grembo.
La ragazza lo osservò schifata e con orrore constatò che più procedevano vero l'interno della struttura, più vi erano persone che danzavano sulla linea invisibile che divideva la pazzia dalla normalità.
Una donna ferma davanti ad una griglia di ferro che dava sul cortile, si strappava con violenza ciocche di capelli bianchi, e dopo averli baciati li lanciava al vento con un sorriso sognatore in faccia.
Appena vide passare i due uomini si appiattì al muro con un insolito terrore, cercando di nascondersi. Sussurrava parole sconnesse mentre il corpo ricordava qualcosa in un tremolio."
[...]
"-Se uno di noi due non dovesse farcela... Promettimi che l'altro dovrà continuare a lottare per la propria libertà, fuggire fino alla salvezza, in nome di chi non ce l'ha fatta.- Disse in un sussurro, mentre con lo sguardo le seppelliva la promessa nell'anima."
1) Trama:
L'opera di cui andiamo a parlare oggi narra le vicende di Madison Leen, una ragazza di diciassette anni che, incastrata per un crimine che non ha commesso, viene portata di forza all'Istituto St. Elisabeth's, un manicomio, un luogo macabro e cupo, spoglio, in cui il rispetto per la vita umana e per tutto ciò in cui Madison crede ha cessato di esistere molto tempo addietro.
I capitoli procedono a gruppi, in cui si narrano i diversi eventi che avvengono a partire dal suo internamento. Abbiamo quindi Giorno Uno, poi Giorno Due [Parte Uno], [Parte Due] e così via. Per ora siamo arrivati alla parte quinta del terzo giorno.
Ora, fatta la premessa, passo ad analizzare la trama.
L'opera in sé ha un incipit interessante, le opere – sia letterarie che visive – trattanti questo genere non sono così diffuse come si possa pensare, ho quindi apprezzato l'idea di ambientare una storia negli anni Cinquanta e mostrare ai lettori come doveva essere dura la vita di coloro che, ritenuti pazzi, venivano chiusi nei manicomi.
Tuttavia ci sono dei punti che non mi convincono appieno, primo fra tutti il lasso di tempo in cui si svolgono gli eventi. Vediamo Madison arrivare al manicomio il primo giorno, svegliarsi la mattina del secondo e venire già catapultata in una realtà orribile, scontrarsi con la terribile personalità della Cuoca, una creatura che non si può nemmeno più considerare persona, e restare chiusa in camera fino alla mattina del terzo giorno, in cui viene portata dal Dottore K. In quanto a eventi ci siamo, non appaiono troppo affrettati, sebbene io non condivida appieno il far accadere tutte queste svolte a Madison in così poco tempo, ciononostante è il cambiamento di alcuni personaggi che mi lascia poco... convinta. Prima di tutto Gohar e poi la stessa Madison.
• È impossibile che lei già il giorno dopo svenga per la mancanza di cibo, è appena arrivata, un corpo umano è capace di resistere a qualche ora senza mangiare. E qui sorge spontanea la domanda: da quanto non mangiava? Da quanto è successo il crimine?
• Come è possibile che al giorno tre Madison si senta già così spaesata, così debole, così... folle? Capisco la dura atmosfera del manicomio, ma lei è sana, anche se viene costretta lì dentro è impossibile che abbia tutti questi cambiamenti mentali in così poco tempo.
• Se consideriamo invece il fatto che già al giorno due la portano nella vasca, causandole la paura che poi lei ha al terzo giorno, sì, gli eventi sembrano troppi in troppo poco tempo.
• Gohar ha un cambiamento troppo veloce, ma questo lo analizzeremo al punto della caratterizzazione.
Per il resto non mi pare di aver trovato problemi, la storia regge se stessa, ma i punti sopra citati vanno assolutamente chiariti e sistemati.
2) Originalità:
Come prima accennato, non sono molte le opere che trattano di questo genere di argomenti, e se lo fanno non tutte possono essere considerabili all'altezza.
La storia in questione è apprezzabile, ma per ora non ho trovato niente che potesse farmi dire "sì, è assolutamente originale e si distingue dalle altre", perché molte tra le suddette opere possiedono le basi che ritroviamo qui: il protagonista è qualcuno di buono e sano mentalmente che viene incastrato per un crimine che non ha commesso e si ritrova a dover sopportare soprusi da persone senza un minimo di cuore, ma stranamente riesce a trovare qualcun altro di sano tra i pazienti/tra il personale.
Mi sono piaciuti i toni molto dark presenti, tuttavia essi sono troppo marcati, la crudeltà delle persone che gestiscono il luogo è troppo pesantemente sottolineata e a tratti quasi pedante, facendo risultare tutto il complesso quasi caricaturale, poco credibile. Sì, erano posti orribili, terrificanti, ma ci sono modi corretti per descriverli, per rendere l'idea, quello di mettere troppo in evidenza la cosa non è quello giusto.
3) Sintassi:
Dato che se avessi lasciato le correzioni nella recensione essa sarebbe diventata troppo lunga, le ho mandate per e-mail all'autrice.
4) Narrazione:
a) gli eventi sono in parte chiari e in parte no. Mi spiego, ci sono punti in cui lo svolgersi delle vicende e delle azioni è comprensibile, facile da seguire per il lettore, ma ci sono punti confusi, in cui chi legge è costretto a tornare indietro per capire meglio ciò che sta vedendo. Questo accade sia con le azioni dei personaggi, per via dell'uso eccessivo di "questa", "la ragazza/la donna", "essa/lei/lui", "il ragazzo" eccetera che non fa capire chi faccia cosa, sia per in generale il susseguirsi degli eventi, il capire ad esempio che momento della giornata sia, per via della decisione di rendere le frasi più articolate di quanto necessario;
b) le descrizioni dei luoghi non contribuiscono a far immaginare ciò che viene narrato, anzi, se possibile confondono ulteriormente, mentre quelle dei personaggi sono concentrate tutte in un paragrafo, quando quest'ultimo compare, e quando si necessita di indicare altre sue caratteristiche esse vengono meno, riproponendo quelle già indicate, facendo sì che il lettore non abbia un'idea definita del personaggio. Gohar, ad esempio, non è ancora stato descritto;
c) i dialoghi sono poco convincenti, fin troppo superficiali e inadatti al contesto. Sono scritti in modo errato, la punteggiatura spesso è scorretta, e viene usato un tipo di linguaggio incoerente con il tempo in cui il tutto è ambientato. Per farti capire ti riporto un esempio dalla terza parte del giorno tre: "Io...ti avevo mica avvertito di stare attenta e possibilmente, stare lontano dalla Cuoca sclerosa?". Ecco, è impossibile che qualcuno negli anni '50 si esprimesse in questo modo;
d) la narrazione è coerente a se stessa, non ci sono passaggi alla prima persona né al presente. Tuttavia troviamo una difficoltà nel coniugare i verbi e soprattutto troviamo una voce narrante incoerente a se stessa. Ad esempio, nella prima parte del giorno due, viene detto che Madison non sa se sono passate due ore o due giorni, da quando è stata internata, tuttavia poi quando le guardie entrano viene detto che erano le stesse che l'hanno condotta lì il giorno prima. Ora, basandoci sul fatto che la voce narrante si basa esclusivamente su quello che il personaggio prova/sente/vede, ossia sulle sue percezioni, è impossibile che possa dare informazioni che invece il personaggio non conosce, perché finora ha fatto il contrario. È una contraddizione.
5) Caratterizzazione dei personaggi:
La caratterizzazione va a tratti. L'unico personaggio ben reso è la Cuoca, il cui carattere è stato approfondito grazie al suo PoV, che ha permesso al lettore di notare il suo spessore. Gli altri personaggi che per ora sono stati presentati non mi hanno però convinto completamente: Madison e Gohar.
Madison: come detto, il suo cambiamento è troppo repentino, come se invece che due giorni si trovasse lì da settimane. Il suo spessore caratteriale è accennato in modo superficiale, facendo capire che il suo io ha molte sfaccettature, al contrario di quello della Cuoca, ma non ci si sofferma abbastanza per creare un legame tra il lettore e lei. Sì, c'è la compassione, ma come ci si può paragonare a un personaggio quando non si ha informazioni su di lui?
Il suo spessore psicologico, invece, è più approfondito, dato che la maggior parte dei PoV sono suoi, tuttavia l'ho trovato statico, non dinamico, ripete sempre le stesse cose, come se ciò che Madison è si fermasse lì, come se psicologicamente parlando non avesse uno spessore suo, una profondità, una dinamicità. Ciò è sbagliato, soprattutto considerato il suo modo di agire e pensare.
Gohar: lui è una contraddizione assoluta. Nel primo capitolo, quando insieme a Mark porta Madison nella sua stanza, risulta freddo, distaccato, crudele, tanto da essere in grado di ponderare di stuprare una ragazza. Poi, magicamente, nel giorno due si scopre essere una persona buona, gentile, con una morale. La domanda sorge spontanea: da dove è nata tutta questa moralità? È incoerente.
E soprattutto, c'è una cosa che non capisco... come può l'80% dei personaggi essere un gruppo di adolescenti? Come può una guardia essere un adolescente? Negli anni '50?
6) Stile di scrittura:
Lo stile è molto acerbo, poco ricercato, molto semplicistico e sistematicamente scorretto in più punti. Qui di seguito riporterò tutti gli errori che sono soliti ripetersi, dividendoli in macro-gruppi:
• punteggiatura:
- virgole: vengono disposte in modo sbagliato all'interno delle frasi, ossia vengono inserite ove non necessario, troncando la fluidità, o non inserite dove invece richieste;
- virgole tra soggetto e predicato: il 90% delle volte ci sono virgole tra soggetto e predicato, errore grammaticalmente parlando molto grave;
- un espressione invece di un'espressione;
- apostrofi: non vengono messi dopo l'articolo indeterminativo quando segue un termine femminile e spesso troviamo scritto "quel attimo", "quel istante" eccetera invece di "quell'attimo", "quell'istante" eccetera;
• verbi:
-
le frasi vengono rigirate e allungate usando verbi su verbi quando potrebbero essere corte, semplici e a impatto;
- vengono usati verbi con un preciso significato in contesti del tutto sbagliati. Ad esempio: "aspettavano di gettare il cibo nello stomaco";
- tempi verbali: vengono coniugati in modo errato, tra condizionali, congiuntivi, trapassati;
- essere e avere: spesso vengono invertiti l'essere e l'avere, oppure il verbo essere viene dimenticato dalla frase;
• articoli e preposizioni:
- gli articoli e le preposizioni semplici/articolate vengono invertite tra loro, ma generalmente le stesse preposizioni vengono scambiate l'una per l'altra, come "al" invece di "nel";
• altro:
- viene usato troppo spesso quel, come nella prima parte del giorno due: "di aver rifiutato tutte quelle portate di cibo sostanzioso che aveva avuto a disposizione". Come segnato nel file inviato per e-mail, in questa frase, "quel" è di troppo, bisognerebbe usare "le portate";
- il testo è farcito di molte incoerenze sia grammaticali che non, che ho provveduto a indicare;
- ci sono molte ripetizioni, quindi consiglio di avere sempre a portata di mano o un sito apposito o un dizionario;
- troppe d eufoniche quando non necessarie che rallentano ulteriormente la lettura;
- vengono ripetute troppo spesso, come già accennato, "questa/la ragazza/lei/la donna/il ragazzo" eccetera, creando non solo ripetizioni tra una frase e l'altra ma anche confusione nel lettore;
- viene usata molto spesso la parola ponderosa in troppi contesti diversi;
- spesso vengono usati gli stessi termini per esprimere una cosa, come "ritrovatasi a pochi centimetri dal suo volto poté vedere *caratteristica a scelta*";
- oltre a questo ci sono molti errori di battitura.
In complesso, quindi, la storia ha vari punti da smussare, in primis la forma con cui è stata scritta.
Con una semplice revisione il tutto si sistemerebbe, ma penso che, in fin dei conti, io abbia letto troppo poco per poter avere un'idea valida su dove dovrebbe andare a parare l'opera stessa. In questa recensione mi sono quindi basata su ciò che ho avuto a disposizione per la lettura, elencando i punti che, anche se la storia stessa avesse avuto più capitoli, sarebbero rimasti invariati.
Valutazioni:
- Trama: 5
- Originalità: 2
- Sintassi: 3
- Narrazione: 5
- Caratterizzazione: 3
- Stile: 4
Totale: 22 su 60
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