"Revolution. Il canto delle stelle" di Antonio Lanzetta
Sinossi:
A Sue Lin non sembra vero: ha appena ricevuto la sua Convocazione!
Siamo sulla Terra, anno 2233, e l'umanità, che vive nell'ultima città del pianeta, è spaccata in due: da una parte gli asserviti, relegati nel ghetto e abbandonati al degrado, costretti a lavorare come schiavi per mantenere i cittadini, che vivono al di là delle mura una vita di lusso sfrenato e ipertecnologico, sotto la direzione del Presidente Jons.
Per poter diventare cittadini bisogna ricevere la rarissima convocazione e Sue, una ragazza del ghetto, ne sta stringendo una tra le mani.
Sembra una fortuna incredibile, ma Sue non ha fatto i conti con il Destino che le farà sì perdere la sua grande opportunità, ma la costringerà a lottare per poter finalmente decidere le sorti della propria vita. In quest'adrenalinica avventura che non vedrà un attimo di sosta e che la obbligherà a rischiare la sua vita e quella di tutti coloro che ama, Sue sarà accompagnata da un variegato gruppo di alleati, tra cui Kain, una misteriosa sentinella che arriva dal passato e che sembra comparsa all'improvviso per combattere al suo fianco.
Sue imparerà allora a capire che nel suo mondo non è tutto come sembra e che forse, con le sue scelte, potrà rivoluzionare il futuro dell'intero Pianeta Terra.
Recensione:
Come spesso accade, so che questa non è la recensione che stavate aspettando. Il libro di cui parlerò oggi è un cartaceo che avevo acquistato la scorsa estate a Torino per trascorrere le giornate in cui il mio ragazzo lavorava a fare qualcosa che non fosse girarmi i pollici o giocare con il gatto... Ebbene, avevo provato a iniziarlo, ma mi ero fermata al prologo perché non riuscivo a capire quel che leggevo. Che sia stato il caldo (sinonimo per me di lenta agonia) oppure che non fosse il momento per me di leggerlo, l'altro ieri mi sono data una svegliata. Mi annoiavo, avevo sistemato i vari cartacei da leggere e giudicare e l'ho iniziato.
Quindi ora vi sorbite la mia recensione perché ho tanto da dire.
La protagonista di quest'opera è Sue Lin, una ragazza orfana che vive come asservita nel ghetto dell'ultima città esistente sulla Terra. Il suo unico scopo nella vita è lavorare nella fabbrica di montaggio a cui è assegnata per collezionare crediti con cui un giorno potersi guadagnare la cittadinanza a Sonho-1. Cresciuta nella povertà è stata allevata dalla Signora Hwong, una donna che raccatta gli orfani dalle strade e dà loro un tetto, cibo e amore.
Il suo più grande amico è Tyler, l'unico che le sia mai stato davvero vicino e che sia andato oltre le apparenze che contribuivano a farla etichettare dagli altri bambini come "Sue La Matta". Perché lei da sempre sente voci, fa incubi terrificanti e quando soffre si rifugia nelle stelle, sente il loro canto.
Queste sono le premesse. La storia vera e propria comincia quando Sue riceve la lettera di Convocazione per diventare cittadina di Sonho-1 (e qui ci sarebbe tanto da parlare, ma analizzerò dopo le falle trovate) e, mentre torna a casa insieme a Tyler, viene assalita da una banda del ghetto, il cui leader, Ivan Kreug, è intenzionato ad abusare di lei.
È proprio quando l'uomo sta per violentarla che Sue sprigiona i poteri nascosti dentro di sé da sempre e di cui non ha mai saputo l'esistenza. Ed è proprio qui che Kain, il co-protagonista, entra in gioco e l'aiuta a salvare Tyler da morte certa (per il dispiacere di Rose).
Da qui in poi seguono avvenimenti su avvenimenti: combattimenti, inseguimenti, robot, il Presidente Jons che ammazza persone, Dubrovski che beve... IAN STERN... troppo. Troppo di cui non vi parlerò per non spoilerare esageratamente. Analizzerò invece tutte le falle e le incongruenze trovate.
Ma andiamo per gradi, come sempre.
La storia è ambientata in Vietnam, ma la cosa non è esattamente chiara. L'opera si apre con un prologo, la cui prima parte si svolge proprio in Vietnam, nel 1965, durante la guerra, e subito dopo – nella seconda parte – a Sonho-1, senza che sia specificato dove essa si trovi.
Dell'ambientazione sappiamo solo che Sonho-1 è l'ultima città popolata della Terra, dopo l'avvenuta del Cataclisma, che ha distrutto l'intero pianeta (e anche qui, il Cataclisma non si sa cosa sia. Che sia stata una guerra, una distruzione naturale del pianeta, chi può saperlo), e che è governata dalla Corporazione, gestita da quest'uomo folle e inquietante: il Presidente Jons, che nel primo capitolo ammazza una donna incinta senza una specifica motivazione perché sì.
La città è divisa in due distretti: Sonho-1 stessa e il ghetto, dove vivono tutti gli asserviti, ossia i poveri, le persone che passano la vita a lavorare per riuscire a ottenere la cittadinanza.
Del destino del resto del mondo non viene detto assolutamente niente. A un certo punto nel libro, uno dei personaggi, Kim, dice di essere stato soggetto a impianti artificiali per l'incremento del proprio lavoro da parte dei russi, ma non viene specificato chi siano questi russi, non viene detto nulla di loro, tanto che ho pensato anche la Russia si fosse salvata dal Cataclisma.
Una delle cose dell'ambientazione che non viene spiegata e che mi ha lasciato con l'amaro in bocca è il mare che si trova alla fine del Ghetto, nella zona degli zar (che si intendano loro con i russi?) sotto la giurisdizione della milizia, un gruppo di pazzi ufficialmente contrario alla Corporazione che non si sa come si sia creata, perché sia stata creata, da quanto sia stata creata, da chi sia stata creata e come accidenti funzioni. Sappiamo solo che sono un gruppo di pazzi tanto quanto il Presidente che credono che le loro azioni siano il volere di Dio. Fine.
Tutto questo è un grande peccato, perché l'ambientazione avrebbe potuto essere qualcosa di sensazionale, di dannatamente originale, oltre che il motivo per cui avevo comprato il libro. Ma tralasciamo.
In soldoni, del mondo o del luogo in cui è ambientato tutto si sa solo che si svolge nel 2233.
L'originalità dell'opera non mi ha convinto particolarmente. Le basi per creare un romanzo spaccac*li c'erano tutte, eccome se c'erano, ma non sono state analizzate, forse perché l'autore pensava non fossero importanti? Non ci è dato saperlo, fatto sta che tante cose in questo libro sono state inserite e poi lasciate al caso, come ad esempio il modo in cui Jons clona i cittadini, o come funzioni esattamente l'Incubatrice, come sia lui che Kain siano diventati immortali... insomma, ci sono molti punti ancora da chiarire.
Su Internet ho letto una recensione in cui veniva detto che l'originalità dell'opera scarseggia e che sembra una copia mal fatta di Hunger Games o Divergent... non so che accidenti si siano bevuti per dire una cosa del genere. Di HG e Divergent qui non c'è niente, è un distopico che segue il suo corso personale, che purtroppo però non è stato strutturato bene e che pecca di stereotipi. Ma di questo ne parleremo dopo.
Ho apprezzato, tuttavia – al contrario di altri –, il fatto che tra Sue e Tyler nasca una storia d'amore, l'ho trovato originale, perché a primo impatto avevo pensato la storia nascesse tra Sue e Kain, e sarebbe stato un terribile cliché.
La fine non mi è piaciuta poi tanto, ma ha recuperato con l'epilogo, che ho apprezzato tantissimo e mi ha quasi strappato una lacrimuccia. Vedere il cattivo vincere sarebbe stato epico, straziante per quel che avrebbe comportato, ma epico. È comunque apprezzabile come le cose nell'epilogo però si siano svolte, e sinceramente un sequel spin-off per raccontare come l'umanità ha intenzione di sistemare le cose e riprendere in mano il pianeta ci starebbe.
Le cose che più mi hanno fatto storcere il naso sono le incongruenze e le cose che molto probabilmente Lanzetta si è dimenticato durante la stesura (o che più semplicemente non ha capito che necessitavano di una maggiore attenzione). Ora le elencherò una ad una, perché sono quelle che mi hanno fatto dubitare della poca verosimiglianza dell'opera:
• Tyler come accidenti si è fatto la cicatrice? Per tutto il libro ci sentiamo ripetere da Sue che lei fra migliaia di volti avrebbe sempre riconosciuto quello di Tyler, che non avrebbe mai dimenticato la sua voce e che la sua cicatrice sarebbe sempre stata ciò che lo caratterizzava. Ci sentiamo ripetere che "entrambi sapevano come se l'era creata, cosa era successo anni e anni prima", ma non una singola volta ci viene detto che gli sia successo per crearsi quella dannatissima cicatrice! Lanzetta, se stai leggendo: DIMMELO, PER PIACERE, DIMMELO. Me la sognerò di notte, quella cicatrice.
• Qual era il favore che Kim doveva a Tyler? Quando Sue e Tyler vanno da Kim per chiedergli aiuto a rubare i file che i miliziani vogliono in cambio della loro cittadinanza, Tyler sostiene che l'amico gli deve un favore (e lo sostiene varie volte in vari capitoli, aggiungo), e che per quello li aiuterà. Kim ovviamente non vuole aiutarli, perché pensa: "sì, io vi do i file, voi ve ne andate felici e contenti, e a me?", e Sue ormai stanca sbotta che deve dar loro una mano, lo deve a Tyler, dopo che lo ha raccattato dalla strada e gli ha dato una casa in cui vivere. Allorché Kim alza la pistola, gliela punta in faccia e urla: "Ma di che accidenti stai parlando?!". La domanda che mi pongo io, quindi, è: ma Tyler stava mentendo? Ha raccontato di averlo salvato quando non era vero? Se sì, perché lo ha fatto? E Kim gli doveva veramente un favore?
• Perché a un certo punto viene fatto intendere che la stessa Sue è stata portata dalla signora Hwong da Tyler quando non è vero?
• Come fa Tyler a saper leggere? E Sue? E le persone in generale? Sono cresciuti nella povertà, nel ghetto, mi fa strano che nel 2233 la gente povera sappia ancora leggere.
• I nomi: Tyler, Molly, Matt, Ben, Ivan Kreug, Ian Stern, Eric Dubrovski... se la storia è ambientata in Vietnam, perché questi personaggi hanno nomi che chiaramente non sono vietnamiti? Ora, è ovvio che magari ci sarà gente di nazionalità diversa... ma la cosa deve venire spiegata, non essere data per scontata, perché in un futuro distopico niente è dato per scontato.
• Immortalità: come già accennato, il fatto dell'immortalità di Kain e Jons deve essere chiarito, perché io da lettrice per tutto il libro mi sono domandata come facessero a essere ancora vivi nel 2233, quando Jons era sulla Terra da ancora prima che, testuali parole, Hitler salisse al potere. E in tutto questo, dove sono stati? Kain sappiamo che si è nascosto, ascoltando i segni, in attesa... ma che ha fatto nel frattempo? Di Jons sappiamo che ha manovrato il destino della Terra, che ha portato il pianeta alla distruzione da dietro le quinte, ma nel frattempo... come ha fatto a restare vivo? Dove ha vissuto? Si tratta della sua natura aliena? E allora Kain? È diventato un drakkan quando il vecchio lo ha preso sotto la sua ala? Sono state le spade a renderlo alieno, immortale? Ci sono troppe domande senza risposta.
• Hysia: ci viene spiegato in parte cosa sia l'Hysia, una specie di forza superiore capace di distruggere l'universo... ma cos'è il luogo da cui è uscita? Come si sono formati gli hkran? Jons li nomina, nomina creature aliene, pianeti, la sua razza, ci sono pure i flashback... ma non ci viene spiegato nulla della loro cultura, nulla delle loro credenze, niente. E non si capisce da che parte stia l'Hysia, si comprende che non è esattamente buona, ma non sembra neppure pienamente cattiva: il suo scopo è ripristinare l'universo e renderlo privo del male a cui la parte peggiore degli hkran ha dato vita nel loro creare gli altri popoli dell'universo. Ma finisce lì.
• Jons come è salito al potere? Ci viene detto che lui è riuscito a fare una scalata sociale incredibile, che finalmente sta riuscendo nel suo intento di dominare ogni cosa, per poi distruggerla... ma come lo ha fatto? Come è diventato Presidente? Come ha creato i cyborg, gli androidi, i droni e l'Incubatrice?
• Perché Sue, se è ciò che aspettava da tutta la vita, sembra non dare minima importanza alla Convocazione? Prima si dà come motivazione la paura, poi si dà come motivazione il tentato stupro e poi si dà come motivazione il fatto che si accorge di non poter lasciare indietro Tyler... ma quello che lascia perplessa me è: e te ne accorgi adesso che senza di lui non sai cosa fare dopo vent'anni passati insieme?
• Cosa significa la frase detta da Ian Stern? Quando Stern, il sicario cyborg di Jons, viene mandato dal Presidente a dare la caccia a Kain dopo che quest'ultimo gli ha spezzato in due una gamba – uno dei pochi pezzi ancora umani che gli restavano –, Stern esce di testa, perché vuole vendicarsi. Tuttavia, quando guarda Kain combattere contro gli androidi e lo ha sotto tiro, non lo uccide, resta a guardarlo, esattamente quello che fa quando Kain e gli orfani si rifugiano per recuperare energie. Ed è lì che dice una frase che a me è rimasta impressa: "Quell'uomo non era un terrorista. Quell'uomo era la persona giusta". Ebbene... cosa vuol dire "la persona giusta"? Dopo ciò che viene detto nel PoV ho pensato che Stern si fosse preso una cotta per Kain, perché era l'unica spiegazione possibile, ma quando i due si scontrano – tralasciando la fine troppo veloce dell'incontro e la morte troppo poco verosimile – Stern sembra essersi dimenticato di ciò che aveva capito nel guardarlo di nascosto. Questa è una falla TANTO GRANDE.
• L'uscita di scena di Kim è troppo veloce, tanto che nel leggere non avevo capito cosa fosse successo davvero.
• Come hanno fatto i personaggi sia all'andata fino alla Barriera che al ritorno fino alla Terra, a impiegarci al massimo una settimana? Sono dovuti arrivare fino ai confini del Sistema Solare e tornare indietro, è impossibile che ci abbiano messo una settimana. E se hanno usato la velocità della luce, questo non viene detto.
L'ambientazione e il libro stesso creano più domande che risposte, nel lettore, e da quanto ho capito Revolution è un libro autoconclusivo, perciò è una cosa molto negativa il fatto che queste risposte resteranno interrogativi non spiegati.
Ora parliamo della narrazione.
La narrazione è... confusa... strana... veloce... intricata. Capire quello che si sta leggendo è assai difficile, e se il libro mi ha preso così tanto nella lettura penso sia stato anche perché le tante domande che mi ponevo automaticamente e la difficoltà nel seguire le azioni dei personaggi mi spingeva a continuare, a cercare di capire dove Lanzetta volesse andare a parare.
Durante la lettura varie volte mi sono dovuta fermare e rileggere alcuni paragrafi, che nonostante cercassi di capire non riuscivo a seguire pienamente, oppure momenti in cui davo una cosa per scontata nel leggere e qualche paragrafo/capitolo dopo scoprivo di aver compreso male io cosa si intendesse in realtà.
Ad esempio, nel secondo capitolo, quando Sue esce dalla fabbrica insieme a Morna, un asservito suo collega che appare una volta e poi non si vede più per il resto del libro, in attesa che Tyler arrivi, Morna le domanda quando si deciderà a sposare Tyler, per poi fare un cenno a quest'ultimo. In quel momento, tralasciando l'incongruenza di Sue quando dice che "è solo un amico" quando invece nemmeno una settimana dopo si accorge dell'immenso ammmmmore che prova per lui, il lettore è sottoposto a una specie di sospensione, si ritrova immerso in dialoghi, azioni svolte nel lasso di un attimo e perde la cognizione di chi dice cosa, tanto che non comprende che Morna se ne sia andato e il ragazzo che parla è Tyler.
Questo problema è uno dei maggiori del libro: il lettore non riesce a stare dietro agli avvenimenti, perché la scrittura di Lanzetta è veloce, frammentaria, non usa bene la punteggiatura e le azioni accadono troppo velocemente, farcite di ripetizioni. Ma dello stile e degli errori parliamo dopo, il sunto di questo punto è che non si capisce chi dice o fa cosa.
Adesso è il turno dei personaggi. E qui mi diverto.
Io ho sempre amato i libri con più PoV, soprattutto quando si tratta di romanzi contenenti tanti, troppi personaggi. Io amo la caratterizzazione, e penso molti di voi già l'abbiano capito, e nel leggere quest'opera e trovarmi davanti questa miriade di punti di vista... sono andata in visibilio, soprattutto quando si parlava di Ian Stern e Dubrovski, il braccio sinistro e braccio destro di Jons, oppure di Jons stesso (questo è stato uno dei pochi libri in cui i PoV del cattivo mi hanno fatto fangirlare, in cui li aspettavo e adoravo leggerli, ed è tutto dire).
Però, alla fine dei conti... i personaggi di questo libro non sono coerenti, sono spesso stereotipi e molti di loro alla fine hanno fatto poco per determinare gli eventi. Un esempio? Ian Stern. Ian l'ho adorato, davvero, nonostante sia stato analizzato davvero poco e in modo molto superficiale, ma alla fine della fiera, lui per determinare gli eventi non ha fatto proprio niente. Esattamente come gli orfani o la signora Hwong e lo stesso Tyler. Di loro sappiamo ben poco o niente e non hanno contribuito assolutamente a nulla, a parte forse nel caso di Tyler che ha portato i file rubati ai miliziani. Lo stesso Kim, se ci pensiamo, l'unica cosa che ha fatto è stato combattere al fianco di Kain e rubare i file alla Corporazione.
I personaggi davvero importanti sono Sue, Kain, Jons e Den. Oltre che Dubrovski, perché se non fosse stato per Dubrovski che parava il c**o a Sue gli androidi li avrebbero sopraffatti tutti. Nonostante ciò, in tutto questo, di personaggi che sono stati davvero ben analizzati e strutturati ce ne sono pochi se non nessuno.
Sue è la tipica, inconfondibile, terrificante Mary-Sue, che fa tutto bene, che tutti adorano (Jons ha un'ossessione ammirevole, nei suoi confronti, ma Jons ha un'ossessione per ogni cosa) e che vince sempre. Inverosimile.
Kain è stato veramente utile solo alla fine della storia, ma nel resto del libro non è che abbia fatto poi chissà cosa, se non falciare sederi a destra e a manca. I suoi PoV sono inoltre davvero confusionari. Io li ho adorati, perché penso fosse l'intento di Lanzetta quello di renderli confusi, di far sentire questa sensazione di follia, come se il personaggio per la sua natura umana sia stato intaccato da tutti gli anni che ha vissuto sulla terra, però l'incoerenza nei suoi PoV è tanta, un po' più di quanto consentito dalla follia che possa avere o meno il suo personaggio.
Den è stato una piacevolissima sorpresa, non mi aspettavo la piega che il suo personaggio ha preso, e devo dire che l'ho adorata. Tuttavia avrei preferito vedere meglio analizzato il suo cambiamento, semplicemente vederlo trasformarsi nel successore di Kain e non che mi fosse narrato.
Infine, Jons è il vero e proprio cattivone della storia, e a mio parere funziona. Ho intravisto nella sua pazzia e nella sua malvagità il bambino che era stato spedito sulla Terra in una capsula dai genitori, e mi ha fatto venire i brividi il suo discorso finale con l'Hysia, in cui lui sembra davvero un bambino sperduto e tradito da tutti. Niente, l'ho adorato. È un sociopatico e l'ho adorato.
In tutto questo, arriviamo ora allo stile. Come già accennato nel punto della narrazione, gli eventi e tutto ciò che fa da loro contorno è narrato troppo velocemente, le azioni si susseguono nel giro di un battito di ciglia e prive di chiarezza: confondono inutilmente il lettore, che già di suo non è che capisca molto.
La punteggiatura è usata nel modo sbagliato, ci sono troppi punti, le congiunzioni vengono usate pochissimo e nel modo sbagliato, le virgole vengono inserite dove non devono stare e non scritte dove invece sono necessarie, di punti e virgola manco a pagarne.
I verbi non sempre sono corretti, ci sono punti in cui sono stati mal coniugati i condizionali o in cui sono stati aggiunti alle parole accenti senza una specifica ragione.
Ho trovato molto spesso errori di battitura, punti in cui lo stile di scrittura dei dialoghi veniva cambiato e fin troppo spesso i punti stessi mancavano alla fine delle frasi, quando alla parola dopo c'era la maiuscola. Il tutto farcito da ripetizioni e da un uso spropositato della parola "manco" (es.: "Aveva visto in tutti questi anni come si era preso cura di Sue, come l'aveva protetta e le era stato al fianco manco quello fosse il suo compito").
Le descrizioni sono poche e mal fatte, soprattutto quando si tratta dei personaggi, e ripetono se stesse; i dialoghi spesso li ho trovati poco verosimili e mi ha fatto storcere il naso come ci fosse abbondanza della parola "cazzo", soprattutto nei dialoghi di Kim, o di come il modo di parlare fosse troppo simile al nostro.
Infine, quindi, dopo questa recensione incredibilmente lunga, arrivo al punto che so che più attendevate: questo libro vale? Come per un altro romanzo che ho recensito, la risposta vi stupirà. Revolution ha tante incongruenze, tante falle e tanti stereotipi, e soprattutto lo stile di Lanzetta non mi ha pienamente convinto... però lo rileggerei due, tre, cinque, dieci volte. Non so spiegarvi perché, ma è riuscito a catturarmi e affascinarmi come pochi libri negli ultimi tempi hanno saputo fare. Se l'ambientazione e i personaggi fossero stati spiegati meglio, se le motivazioni delle loro azioni, spesso stupide, avessero avuto una spiegazione anch'essa valida, oltre all'ovvia giovinezza dei protagonisti – tra cui non Kain – il romanzo sarebbe diventato senza ombra di dubbio uno fra i miei preferiti, da mettere nel mio scaffale degli "speciali", insieme a I Dodici, La quinta onda, Miss Peregrine e Le leggende di Ashildr.
Quindi, lo consiglio? Il libro costa 15,90 €, che come non ho mai paura di dire, è un po' troppo. Il prezzo giusto si aggirerebbe più sugli 11-12 €, senza contare i vari errori disseminati nel testo. Di leggerlo lo consiglio, perché a me è piaciuto molto e qualcosa mi ha senza dubbio lasciato. Insomma, io personalmente ho visto qualcosa in quest'opera, e senza ombra di dubbio questo cartaceo resterà con me.
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