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"L'Uomo di neve" di Jo Nesbø

Sinossi:

Una notte, dopo la prima neve dell'anno, il piccolo Jonas si sveglia e scopre che sua madre è sparita. La sciarpa rosa che lui le aveva regalato per Natale è avvolta al collo del pupazzo di neve che, inspiegabilmente, quel giorno è apparso nel loro giardino. Ma quando anche una seconda donna scompare nei dintorni di Oslo, i peggiori presentimenti dell'ispettore Harry Hole sembrano prendere davvero corpo. È evidente che si trova a fronteggiare un serial killer per la prima volta in Norvegia.

Recensione:

Buongiorno, lettori, e benvenuti in questa nuova recensione! Premettendo che era da un po' che volevo leggere questo libro, ho atteso di smaltire prima qualche altra lettura personale, in attesa che fosse il libro stesso a chiamarmi (è un mio tic, ahimè, leggo qualcosa solo quando sento il bisogno di farlo, e per questo lascio spesso i libri a metà). Fatto sta che l'ho cominciato circa quattro giorni fa e l'ho finalmente concluso, dopo che ha tenuto la mia attenzione del tutto incollata.

L'Uomo di neve è il sesto libro della saga su Harry Hole, l'ispettore protagonista delle opere dell'autore norvegese Jo Nesbø. Ogni opera, a quanto sappia, è autoconclusiva, ma mantiene il filo conduttore del centro degli eventi, per l'appunto l'ispettore Hole.
La trama di questa storia è complessa, piena di piccoli indizi seminati qui e lì che spesso vengono compresi solo quando il plot twist a cui sono legati si svela. Tutto comincia con la prima neve di Oslo, quando una notte di novembre il piccolo Jonas si sveglia e scopre che la madre è sparita. La polizia pensa inizialmente a un allontanamento volontario, fino a quando non sparisce un'altra donna, Sylvia Ottersen, che viene ritrovata nel bosco in una macabra scena. È lì che l'Anticrimine collega gli eventi e si rende conto, grazie al tormentato Harry Hole, di trovarsi davanti al primo serial killer della storia della Norvegia.

L'ambientazione, già dalle prime pagine, ha un'atmosfera grigia, quasi magica, ma che mette i brividi per l'inquietudine. L'opera si apre con un flashback degli anni '80, e introduce da subito il fantomatico Uomo di neve, la cui comparsa sembra determinare morte certa, la sua presenza decantata da un inquietante pupazzo di neve dal sorriso di sassolini neri.
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo è la coerenza dell'ambientazione. Il lettore vede una Norvegia vera, l'autore cita luoghi, strade e cittadine, dando un'aura di realtà all'opera. Non sempre chi scrive si sofferma su questi dettagli, e il fatto che Nesbø lo abbia fatto – visto anche ciò su cui si incentra il romanzo – è una nota assai positiva. Anche tutto quel che riguarda le indagini appare ben studiato e strutturato, cosa a cui non posso che dare un pollicione in su.

Ci sono tuttavia alcune cose della storia che non mi spiego, alcune scene che Nesbø ha inserito ma di cui poi sembra essersi dimenticato, il cui scopo appare nullo. Un esempio può essere quello che accade a Rakel quando sta tornando a casa dopo la serata in "compagnia" di Harry; inizialmente trova un biglietto con un avvertimento di morte incastrato nel finestrino e poi, quando sale in auto, si trova un bambino seduto sui sedili posteriori. Chi è quel bambino? Perché Rakel non dice niente ad Harry? E perché sembra dimenticarsene completamente per il resto del libro?
Un'altra cosa che non mi ha convinto tantissimo è stata la spiegazione che Nesbø ha dato alla personalità del killer, come ha svelato le carte in tavola. A mio parere è sembrato un po' forzato, ma è anche vero che altri lettori avevano capito subito chi fosse l'Uomo di neve, mentre io non me lo aspettavo proprio.
Nella storia ci sono tanti colpi di scena, spesso inaspettati e che capovolgono tutto, e ho apprezzato tantissimo il modo in cui l'autore è stato capace di far credere il killer fosse un personaggio specifico, per poi ribaltare tutto e far capire di non aver in realtà capito nulla. Questo è quello che dovrebbe fare un buon thriller, confondere il lettore fino alla fine sulla vera identità del malvagio e poi fargli comprendere di averlo avuto sotto agli occhi tutto il tempo.
Un'altra cosa che non ho capito però è il ruolo dell'addetto alla muffa, e del perché alla fine del libro sia stato mostrato un suo PoV abbastanza... confusionario. Sembra quasi l'autore voglia dirci che sia la polizia sia noi abbiamo dimenticato qualcosa di molto importante, che ci sia sfuggito un particolare, ma poi il libro finisce e quel che voleva dire non si comprende.

La narrazione è fluida, ma spesso lenta. Ogni tanto Nesbø si lascia andare a lunghe digradazioni su discorsi che non appaiono necessari alla trama, inseriti solo per allungare un po' il brodo. Certe spiegazioni sul passato di alcuni personaggi si sarebbero potute accorciare, così da renderle meno pesanti e non perdersi troppo. Tuttavia, però, la lettura risulta piacevole, e tiene l'attenzione del lettore focalizzata sugli eventi.
Le descrizioni sono buone, nonostante avrei preferito si soffermassero di più sui luoghi, a volte, e meno sugli oggetti specifici, a cui non sempre riuscivo a stare dietro e a immaginare come l'autore avrebbe voluto.
I dialoghi sono veloci, affettati, botta e risposta che a volte riescono anche a strappare un sorriso per le battute pessime di alcuni personaggi come Skarre o Holm; tuttavia in alcuni casi gli scambi erano troppo veloci e inverosimili, come quelli fra Harry e Rakel (che a lungo andare diventano anche ridondanti e fastidiosi) o fra Harry e l'uomo della muffa. Quelli fra Harry e Bratt... beh, quelli li ho semplicemente adorati.
Lo stile di narrazione si adatta alla perfezione alla scelta di inserire più PoV, fra flashback e altro, e permette una visione d'insieme più ampia.

I personaggi sono... tanti, pochi centrali ma tanti sparsi i cui PoV permettono di capire gli eventi nel loro complesso e stare dietro a quello che accade. Harry è senza ombra di dubbio il più caratterizzato, l'ispettore tormentato e alcolista dai modi un po' bruschi e che soffre d'insonnia e incubi. Non nascondo che ho storto un po' il naso quando ho capito il genere di protagonista, perché ormai i thriller ne sono pieni, è difficile non trovare un poliziesco senza il protagonista tormentato, ed è un cliché che sto iniziando a mal sopportare. Qui tuttavia sembra studiato, e visto che non ho letto gli altri libri (per ora) non posso giudicare, dato che credo sia un'evoluzione del personaggio.
Fra gli altri personaggi solo alcuni sembrano più comprensibili di altri, fra cui Bratt, Holm e Becker. Oleg e Jonas sono abbastanza secondari, però anche loro li ho trovati ben caratterizzati, e sono fra i miei preferiti. Per quanto riguarda Rakel, Mathias, Idar, Arve, Skarre e Hagen credo che l'autore avrebbe potuto fare di meglio, sfruttando di più i PoV.
Nonostante tutto, però, è ben studiata la motivazione che spinge il killer, e nel leggere i suoi ragionamenti ho avuto i brividi. Si vede che è pazzo.

Lo stile di Nesbø è come detto veloce, affettato, ma è buono, e si lascia leggere con piacere. Non mi pare di aver trovato errori, a parte una virgola fuori posto verso la fine del libro, sicuramente dovuta alla traduzione. L'unica pecca penso sia il fatto che si perde troppo, e che le sue descrizioni sono molto tecniche, quasi artificiose, e per questo non per tutti di facile comprensione.

Il libro vale, senza ombra di dubbio, nonostante alcuni punti trovo avrebbero potuto essere strutturati e inseriti meglio nello scorrere degli eventi (un esempio? Il momento in cui Harry entra nella casa del killer e trova il cadavere seduto sulla poltrona. L'autore fa intendere sia una persona specifica, da quel che il protagonista dice fra sé e sé, ma poi si scopre che non è così, e lì manca del tutto di senso. Un altro esempio potrebbe essere invece il modo frettoloso in cui A) è stato svelato il killer e B) Bratt è stata allontanata, con la scusa del "voglio tornare alla Buoncostume". Avrebbe potuto essere interessante come personaggio, soprattutto il suo rapporto con Harry, che appare molto più piacevole e per nulla fastidioso, come è invece quello con Rakel).

Il costo è di 20 euro, e per un libro di questo spessore (536 pagine) e di tale contenuto credo non sia troppo. Se lo ordinate da Amazon o IBS vi costa sui 17 euro, che credo però sia un pochino più appropriato, visto che non ha nemmeno la copertina rigida.

Pertanto, lo consiglio? Sì. Se vi piacciono i thriller o le ambientazioni nordiche questo libro è quello che fa per voi. È interessante, strutturato bene e coinvolge chi legge, che non è mai scontato.
Di sicuro io leggerò i restanti libri della saga, non appena avrò smaltito un po' l'ammasso di quelli che ancora ho nella libreria, e vedrò il film (so già che mi metterò le mani nei capelli, già dal trailer sembra non avere una ceppa a che fare col libro).

Stelle: ⭐⭐⭐½

Ora vi saluto,
ci vediamo con la prossima recensione.
Ha en god dag!

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