"Iris - Fiori di cenere" di Maurizio Temporin
Sinossi:
Thara, 17 anni, ha una vita apparentemente normale, tranne per il fatto che si addormenta di colpo nelle situazioni più imprevedibili e che si sente in forze solo all'alba e al crepuscolo. Per il resto, le sue giornate di adolescente scorrono regolarmente tra rivalità scolastiche, pochi amici scelti e il difficile rapporto con la madre, senza immaginare quello che si nasconde dietro la scomparsa prematura del padre, che non ha mai conosciuto. Tutto cambia all'improvviso, per colpa di un profumo, quello degli iris. Un giorno, cercando di rubarne alcuni dal giardino di una villetta misteriosa, cade in un sonno profondo che la trasporta in un mondo parallelo, un deserto di cenere pieno di edifici, navi e aerei bruciati, in cui vagano creature mostruose e in cui vive, ignaro della sua storia e della sua provenienza, Nate, ragazzo tanto malinconico quanto affascinante. Da quel momento, Thara comincia un viaggio alla scoperta delle proprie origini, tra segreti inconfessabili e terribili verità.
Recensione:
Buongiorno, lettori, e benvenuti in questa nuova recensione! Oggi parleremo di un cartaceo, pubblicato nel 2010 e primo di una trilogia: Iris - Fiori di cenere, scritto da Maurizio Temporin.
Questo libro a dir la verità l'ho trovato per caso, perché una mia amica stava svuotando la libreria e rivendendo alcuni romanzi, e io - seppure la mia di libreria stia esplodendo - ho preso questo e altri che presto vedrete recensiti (un esempio? Schegge di me).
Il genere di Iris è difficile da definire: è un po' urban fantasy, un po' paranormal romance, un po' di formazione. La protagonista si chiama Thara, una diciassettenne non molto ordinaria: i suoi occhi sono viola, come gli iris, e vive costantemente di caffè e bibite energetiche per non addormentarsi di colpo. La sua vita procede normale, a parte questi piccoli inconvenienti, finché annusando per caso degli iris - appunto - si sveglia in un mondo fatto di cenere, dove strane creature cercano di ucciderla e solo la presenza di un ragazzo singolare la salva da probabile morte. È da quel momento che tutto inizia a decadere, in una spirale di verità nascoste, insidiosi pericoli e l'amore che nasce tra lei e il ragazzo che l'ha salvata, Nate.
Devo ammettere che quando l'ho comprato non ero convintissima mi sarebbe piaciuto, perché come ben sapete è difficile accontentarmi, e spesso gli urban fantasy tendono a non piacermi - vuoi che sia per il fatto che ormai sono tutti uguali o perché sono troppo teen per i miei gusti, in ogni caso tendo a tenermi distante. Qui, invece, ho voluto rischiare, e devo dire che non mi sono affatto pentita.
L'intreccio di Iris colpisce, e il modo in cui è narrato permette al lettore di perdersi fra le righe, con il bisogno di sapere sempre di più sul mondo fantastico che fa da background. L'inizio è lento, devo riconoscerlo, ma non per questo - come invece spesso accade - meno interessante, anzi: è proprio l'ordinarietà contornata dall'addormentarsi improvviso di Thara a rendere il tutto particolare.
Un'altra cosa di cui dobbiamo rendere fatto è che il primo volume è uscito otto anni fa, ma al contrario della maggioranza di urban/paranormal risalenti ai primi del 2000 non risulta forzatamente teen o simile alla massa dei romanzi di genere simile, anzi, tanto che non ho trovato per nulla fastidioso il forte elemento scuola/adolescenza/ecc.
L'ambientazione d'altro canto è interessante, ma non ben delineata. Si capisce che probabilmente ci troviamo in America, ma non in quale stato. Ciò mi ha fatto un po' storcere il naso, perché va a toccare l'elemento del realismo, ma essendo il 70% del libro trascorso nel Cinerarium non è considerabile falla.
Il Cinerarium, al contrario, è un'invenzione molto interessante: questo mondo fatto interamente di cenere, dal cielo che sembra una luna con uno strappo nero, dove si trova tutto ciò che è andato a fuoco nel mondo reale, e dove stranamente vi sono delle persone vive. Mi è piaciuta moltissimo la comparsa della Biblioteca di Alessandria, e l'elemento egizio, che guida Thara alla verità.
Mi sarebbe piaciuto vedere più avventure, vedere semplicemente di più del Cinerarium, che andasse oltre Nate, Susan o Ludkar, ma su questo conto nel secondo libro, e d'altra parte non si può chiedere a un fantasy di diventare apocalittico quando non è nelle sue corde.
Al contempo, però, ci sono alcune parti che mi hanno lasciato con l'amaro in bocca, perché semplicemente non vengono spiegate o sembrano incoerenti con tutto il resto della storia:
▪ chi è Mr. Spectre? All'inizio pensavo si trattasse di Ludkar, intento a spaventare tramite mail Thara, ma lui non ne fa parola, né Thara sembra ricordarsene;
▪ chi è che parla nel prologo? La storia è raccontata in prima persona al passato da Thara, e anche il prologo ha lo stesso stile di narrazione, ma è impossibile che la protagonista del prologo sia lei: Thara non conosce il padre, mentre nel prologo vi sono entrambi i genitori di chi sta raccontando nella stessa auto diretti all'ospedale per la nascita del figlio/figlia;
▪ che fine fanno Susan e Penny? Sembra che alla fine tutti si dimentichino di loro, ancora bloccate nel Cinerarium;
▪ perché Thara non pensa di provare a contattare Clayton nel mondo reale? È vero, non ne conosce il cognome, ma potrebbe chiederlo a Susan, che ha passato con lui molto tempo;
▪ nessuno pensa al fatto che solo Charles sa dove si trovi la madre di Thara, quando vengono attaccati da Ludkar?
▪ l'incontro fra Thara e suo padre risulta... strano. Da una parte la narrazione non dà al lettore molte emozioni, si percepisce un po' piatta, mentre dall'altro il modo in cui si comportano i due personaggi appare inverosimile. Sì, sono padre e figlia, ma non si conoscono: come può lui fare tutto ciò che lei gli chiede? Ha più esperienza di lei con Ludkar, e un adulto non si farebbe dare ordini da una ragazzina.
La narrazione degli eventi si distende in modo chiaro, non vi sono parti astruse ove risulta complicato seguire la cronologia di quel che avviene, né dei gesti compiuti dai personaggi. Al contempo, le descrizioni le ho trovate un po' scarne e ripetitive, almeno per quanto riguarda i luoghi. I personaggi non sono ben delineati, si vengono a sapere le caratteristiche basi ma non quelle che aiuterebbero a immaginarli nel dettaglio: lineamenti, forma del viso, forma degli occhi, corporatura ecc.
I dialoghi sono coerenti con il contesto, a volte ci sono state delle frasi che mi hanno fatto storcere il naso, in quanto volevano essere battute ma risultavano o poco fluide nella narrazione o fuori luogo.
Niente da dire per quanto riguarda lo stile di narrazione adottato, anche se effettivamente Thara viene percepita un po' distante, non lascia trasparire sempre perfettamente le proprie emozioni al momento del racconto.
La caratterizzazione è per metà ben fatta e per metà no. Mi spiego: non sono presenti tanti personaggi, ma solo una parte di essi ha una personalità ben delineata; ciò è dovuto molto probabilmente alla natura del PoV, costantemente di Thara, che con il suo concentrarsi su specifici dettagli (o Nate) va a far perdere ad altri elementi.
Pertanto abbiamo da una parte Thara, Christine, Leonard, Nate e Ludkar.
E dall'altra Sally, Julia, Kolor, Charles, Susan e Penny.
I primi sono ben caratterizzati, si capisce che hanno uno spessore e bene o male è impossibile che il lettore non vi si affezioni; i secondi, al contrario, mi hanno lasciata parecchio indifferente.
Uno dei punti di forza maggiori dell'opera, poi, è di sicuro l'antagonista: Ludkar è a ora uno dei miei villain preferiti, ha quel perfetto carattere da pazzo sociopatico che non puoi non amare. Insomma, ha un aspetto da incubo, gravi problemi del controllo della rabbia, altri gravi problemi con la piromania, è vanesio e non gli importa di nessuno tranne che di se stesso... è fantastico!
Altra cosa che ho apprezzato è il rapporto tra i due migliori amici di Thara, Christine e Leonard, che si amano ma fino alla fine evitano di ammetterlo.
Lo stile di scrittura non è ricercato, anzi, a dir la verità è semplice, ma non per questo meno ad effetto. Sin da subito infatti sono stata trascinata nella storia, anche per merito dello stile, che non si percepisce come pesante o superficiale ma perfettamente equilibrato.
Ho trovato tuttavia alcuni errori sparsi qui e lì, tra l'accento mancato sulla "è" verbo o inserito sulla "e" congiunzione, virgole mancate o inserite dove non dovrebbero (tra soggetto e predicato) ed errori di battitura. Nonostante questo, si capisce che sono dovuti a distrazione perché si possono contare sulle dita di due mani in oltre trecento pagine.
In sintesi, quindi, consiglio questo libro? Sì, assolutamente. Era da tanto che non mettevo le mani su urban di questo tipo, e mi ha ricordato le letture che apprezzavo a quindici anni, senza però scadere nel "trash" che spesso si può trovare in questo genere di romanzi; anzi, è tutto dire che, a oggi, questo volume mi abbia colpito così tanto, persino da spingermi a continuare la saga!
Il costo è di 14,90 ma per l'intreccio che c'è dietro e l'ingegno dei personaggi nel risolvere il mistero che si trovano davanti (io a certe soluzioni manco ci sarei arrivata) sono convinta sia più che adatto.
Lo consiglio a tutti coloro che apprezzano gli urban non troppo urbani (sono simpatica, lo so), ambientazioni particolari e a chi come me ha una fissazione quasi patologica per l'elemento del fuoco... o per i villain alla Loki.
Insomma, leggetelo, punto.
Detto ciò non ho altro da aggiungere, se non ringraziarvi come sempre per essere qui!
Vi aspetto alla prossima recensione e vi auguro un buon sabato!
Ora vado ad annusare qualche iris,
che magari coi capelli viola funziona comunque.
Stelle: ⭐⭐⭐⭐
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