•In media res - blackcarson•
Sinossi:
Prima che rapissero sua sorella, Valeria aveva investito tutto nel suo sogno: diventare un'attrice. Adesso, per riavere Anna, l'unico modo è recitare. Fino a farsi male, fino a perdersi e morire, se necessario.
Copertina:
Da lettrice ho trovato che la copertina non c'entrasse assolutamente niente con la storia. Che ci siano una tv e due bambine è comprensibile dati gli eventi, ma l'immagine pare venire direttamente dagli anni '50 e la protagonista non è più una bambina da molto tempo, nemmeno la sorellina lo è. Sarebbe stato più consono magari una foto in cui una ragazzina viene tenuta legata a una sedia e dietro di lei una tv accesa, così avrebbe rispecchiato perfettamente l'anima dell'opera.
Secondariamente, ci sono molti errori in questa cover. Primo fra tutti il fatto che è sgranata, e la fa sembrare uscita dall'app di Wattpad per le copertine (che per quanto utile non è il massimo), e la colorazione verdognola che la fa sembrare ancora più sgranata - oltre alle righe che si vedono guardando meglio.
Il titolo è troppo grande per la cover e riempie completamente la parte superiore, cosa che sconsiglio di fare, perché è - perdonatemi il termine - un po' "un pugno in occhio". Il font non mi convince per nulla, ma sarà per la grandezza, e non trovo c'entri nulla il contorno rossastro delle lettere. La S quasi non si vede (infatti io non l'avevo vista), e "medias" è troppo lungo, va quasi a toccare i bordi - cosa sempre sconsigliatissima.
Il nome autore non si legge, o almeno questo è per quanto riguarda "black", che è bianco su bianco. Il font usato invece andrebbe cambiato, con uno più elegante, magari Trajan Pro o Optimus Princeps, e ci andrebbe aggiunta un'ombra sotto per farlo distinguere dal vestito della bambina a sinistra. Inoltre, è sempre meglio evitare il minuscolo quando si tratta di nome autore.
In complesso la copertina ha una qualità molto bassa, e va assolutamente sistemata, perché sarà brutto dirlo ma non attira molti lettori. Personalmente Wattpad mi aveva già consigliato l'opera, prima che mi venisse proposta nel servizio, ma vedendo una sinossi di due righe e una copertina di così poca qualità non ho trovato nulla che mi spingesse a leggerla, perché sembrava poco curata.
1) Trama:
Benvenuti nella prima recensione di questa nuova lista! Oggi parleremo di In media res, opera di blackcarson, di cui già in passato ho recensito alcune storie (tengo a precisarlo perché mi tornerà utile nella recensione).
La trama, complessivamente, è molto semplice; la protagonista si chiama Valeria, ed è una giovane ragazza italiana il cui sogno è fare un giorno parte del mondo della televisione, lo stesso sogno che si infrange quando - appena tornata in paese - vede degli uomini rapire sua sorella Anna. Da qui seguono una serie di avvenimenti e colpi di scena che tengono incollato il lettore e che portano Valeria a scoprire una verità che non immaginava sul mondo di cui tanto vorrebbe far parte.
Per comodità inizierò ad analizzare la storia partendo dalle falle e/o incongruenze che ho trovato, perché così sarà più facile per me spiegare quel che devo spiegare secondariamente:
▪ nel capitolo 5 Valeria dice, testuali parole, "L'autista, quello che mi ha fatto entrare in casa [...]", ma non è stato così, perché nel capitolo in cui è entrata nella casa dei rapitori è stato lo scagnozzo a farla entrare, non Tore;
▪ perché la città di cui tutti parlano, ossia "***", continua a essere messa fra gli asterischi? Soprattutto nei dialoghi? È come se i personaggi, ogni volta che ne parlano, dicessero invece del nome "asterisco-asterisco-asterisco", e non ha alcun senso;
▪ sempre nel capitolo 5 viene detto: "L'aveva pensato anche lei, quando aveva chiamato la polizia e le era stato detto di aspettare - perché che cosa poteva essere se non un regolamento di conti?". Qui i problemi sono due:
1) stiamo parlando della possibilità che la polizia sia corrotta, è un discorso diverso dal motivo per cui Anna possa essere stata rapita, quindi la parte del "regolamento dei conti" non ha senso né contesto;
2) la polizia può mettere in attesa una telefonata per le più disparate motivazioni, non è corrotta solo perché un operatore dice "attenda un attimo". Quante volte nei film o nei libri ci è stato mostrato uno scambio di battute simili? Tantissime volte;
▪ perché solo alcuni capitoli hanno il titolo e tutti gli altri no? Questa è una cosa che salta all'occhio a un lettore attento e fa sembrare l'opera meno curata di quanto dovrebbe. È sconsigliato mettere i titoli solo ad alcuni capitoli lasciando gli altri in bianco, con solo il numeretto, non lo si troverebbe mai un libro vero e proprio.
Per quanto riguarda l'ambientazione, sappiamo poco. Si sa che la protagonista e i suoi amici (che l'aiuteranno nell'impresa di salvare Anna) vengono dal paese di Graziano di Sopra - se non ricordo male - ma tutti gli altri luoghi in cui avvengono le vicende restano avvolti nel mistero, né descritti in maniera approfondita. Le informazioni che ci vengono date di tutto ciò che non riguarda Valeria sono troppo poche per permetterci di capire bene il contesto, e questa è una grave mancanza, che sommata alle altre va a creare qualcosa sì d'interessante ma ancora troppo superficiale.
Per quanto riguarda la trama, invece, non è per nulla chiaro dove l'autrice voglia andare a parare, perché per la quindicina di capitoli pubblicati è successo poco d'effettivo, sono stati più i colpi di scena, ma gli eventi sono rimasti fermi nella stessa situazione, quella in cui Valeria e Enzo studiano come tirare fuori Anna dalla casa dei rapitori tramite la televisione.
Insomma, vista per come è ora la storia ha del buon potenziale, ma si percepisce molto la sua acerbità, che salta non poco all'occhio anche per come è stata scritta.
2) Originalità:
Ciò di cui parla la storia indubbiamente non è nuovo, sono basi che più volte sono state utilizzate - soprattutto negli ultimi tempi, per quanto riguarda i thriller - ma è originale il contesto in cui sono state piazzate. Non è solito quando si parla di rapimenti che la vittima non sia la protagonista, e altrettanto non lo è il fatto che quest'ultima assista all'evento. Apprezzabile è poi tutto ciò che riguarda il crimine, il modo in cui piano piano gli "eroi" della storia scoprano sempre più aspetti negativi riguardo il mondo della televisione, un tempo raggiante e perfetto per Valeria stessa. Leggerlo mi ha fatto tornare in mente la frase di una canzone di una band che adoro, la quale dice: "Let's dim the limelight and see what's left behind, is it really darker there?", e da recensore ho apprezzato molto che si dia quest'indizio sul marciume di quel che si nasconde dietro i riflettori.
L'unico punto negativo è proprio il fatto che la storia procede troppo lentamente - anche per la lunghezza ristretta dei capitoli - e che l'ambientazione è troppo superficiale, che da una parte fa percepire di meno l'originalità dell'opera e dall'altra non permette al lettore di immaginare dove l'autrice vorrà per l'appunto andare a parare.
3) Sintassi:
Capitolo uno:
- "prima che arrivino i miei. Voglio coccolarmela un po' per i fatti miei" -> occhio, è cacofonico;
- "Lei ho capito perché c'è dentro" -> non so perché ma quel "c'è" non mi convince molto.
Capitolo due:
- "andava un po' meglio adesso" -> meglio, adesso;
- "É successo qualcosa ad Anna Rita?" -> occhio all'accento.
Capitolo quattro:
- "Salvo detto 'il Muto'" -> Salvo, detto;
- "E cosa vuoi che faccia la marmocchia?" -> faccia, la.
Capitolo cinque:
- "E poi la Volpi...ma ti pare?" -> ci va sempre lo spazio dopo i tre puntini, a meno che non segua un punto interrogativo o esclamativo;
- "ad Anna, oh no «Meglio" -> Anna, oh, no. «Meglio.
4) Narrazione:
a) la narrazione è fluida ma superficiale, basata sui flussi di coscienza a dispetto di altre parti (come i dialoghi e le descrizioni) che potrebbero rendere più accattivanti e più lunghi i capitoli;
b) le descrizioni come precedentemente accennato sono poche e superficiali, sia per l'aspetto dei personaggi, che si sofferma troppo su Valeria stessa, ma soprattutto per quanto riguarda i luoghi, solo vagamente accennati;
c) la punteggiatura dei dialoghi è scorretta e andrebbe assolutamente sistemata, consiglio pertanto una lettura del mio speciale a riguardo. Inoltre spesso gli scambi di battute sono artificiosi, poco sensati e per questo a tratti di difficile comprensione; i ragionamenti che spesso i personaggi fanno non seguono vie vere e proprie, apparendo "attorcigliati" e di conseguenza rendendo la comprensione dei dialoghi più complessa;
d) non condivido appieno la scelta di usare la terza persona, perché è vero che sono presenti più PoV, fra cui il numero maggiore è di Valeria, ma è come se questo narratore esterno aumentasse il senso di estraneità che si prova durante la lettura, come se allontanasse chi legge dagli eventi e impedisse di riconoscersi nella protagonista o nei personaggi.
5) Caratterizzazione dei personaggi:
La caratterizzazione dei personaggi non è stata fatta alla perfezione, durante la lettura mi è stato difficile trovare delle vere e proprie differenze fra le loro personalità, a parte quelle che li identificano nel loro ruolo. L'unica che abbia davvero riconosciuto è quella fra Valeria e Enzo, la prima molto impulsiva e il secondo riflessivo, ma per il resto i personaggi sono relativamente piatti e superficiali, sondati tropo poco per quello che invece dovrebbero in 15 capitoli.
Valeria è forse l'unica con un carattere proprio, ma essendo la protagonista e quindi quella con più PoV in assoluto non è molto sorprendente. Da lettrice l'ho trovata veramente irritante, troppo perfetta e troppo centrale per la storia: l'opera parla anche di Anna, dovrebbero esserci dei momenti assegnati solo a lei. Valeria, in complesso, mi è sembrata un po' Mary Sue, non del tutto ma quel tanto che basta per andare fuori dalle righe, e spesso molto immatura per la sua età e per il contesto in cui si muove. La sua mentalità è statica, nei diversi capitoli vediamo sempre lo stesso, di lei, e questo si sente.
Non sono riuscita a immedesimarmi con nessun personaggio, proprio per questo senso di estraneità dovuto alla superficialità con cui ci si relaziona agli eventi.
Degli altri personaggi non parlo perché non ho abbastanza informazioni per farlo.
Un consiglio che do, però, è quello di dare più spazio al Muto e Beatrice, potrebbe essere un ottimo spunto.
6) Stile di scrittura:
Come detto ho già recensito altre opere di blackcarson, e a mio avviso non ho ritrovato le caratteristiche del suo stile - che solitamente sono un punto di forza - in questa storia. Qui la scrittura è molto acerba, si nota che è stata creata precedentemente alle altre, e risulta a tratti un poco artificiosa.
Ci sono alcuni errori che vengono ripetuti di continuo, ossia:
▪ é invece di è;
▪ virgole posizionate scorrettamente o non inserite dove necessario;
▪ spazio mancato dopo i puntini di sospensione;
▪ ripetizioni varie.
Il mio consiglio, Greta, è di fermarti un attimo e pensare seriamente a dove vuoi andare a parare con questa storia, se vuoi scriverla ritrovandotici e quindi darle una chance vera e propria o lasciarla una storia leggera scritta durante l'adolescenza - presumo sia stata scritta in tale periodo, poi oltre non so. Ora come ora necessita di una revisione: bisogna riempire le falle, rendere i capitoli più corposi e meno dispersivi (perché per com'è ora la superficialità si sente di più) e aggiornare lo stile, visto che tu stessa affermi di non riconoscerti appieno.
È meglio perderci tempo e renderla una buona storia piuttosto che lasciarla così come viene viene e non darle il giusto spazio. Ha delle basi, vanno sfruttate, altrimenti non vale la candela.
Valutazioni:
- Trama: 5
- Originalità: 8
- Sintassi: 8
- Narrazione: 4
- Caratterizzazione: 2
- Stile: 6
- Totale: 33 su 60
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