"Il Dono - In viaggio verso l'Aldilà" di Bree J. Hunter
Sinossi:
Il modo migliore per sfuggire alla quotidianità, per Alex, è scrivere storie fantastiche sul suo vecchio quaderno blu. Ha sempre amato i racconti impossibili della nonna... ma saranno poi così impossibili? Tutto viene sconvolto quando un gruppo di uomini irrompe in casa, portandola via con la forza. Alex dovrà affrontare la verità nascosta dentro di lei, in un viaggio che la porterà a combattere contro l'uomo più temuto dai Nāyaka. Una storia di magia e pericoli celati dietro ogni angolo, in uno scontro dai mille volti.
Tutto ha inizio da quello che sembra un incubo, ma che si rivela invece essere un viaggio verso un mondo sconosciuto, la Base Nove, uno strano edificio nel quale si rifugiano persone speciali... speciali come la protagonista Alex. "Il Dono": è proprio un dono quello che Alex scopre di avere. Un potere che le renderà la vita diversa, che le farà cambiare la totale prospettiva del mondo. Dalle tenebre alla luce... è questo il leitmotiv del romanzo. Partire dall'oscurità per arrivare alla chiarezza, alla comprensione di ciò che sono stati i legami affettivi di Alex fino a oggi, fino al momento che le cambierà totalmente la vita. Un urban fantasy a tutti gli effetti, dalle sfumature noir che lasciano il lettore senza fiato, pieno di colpi di scena, intrighi e intrecci che porteranno la storia a un finale memorabile.
Tag:
#poteri, #base, #viaggio, #leggenda, #cuore, #amore, #purezza, #vendetta, #scoperte
Recensione:
Buonasera, lettori!
Oggi parleremo di un libro nato su Wattpad ma pubblicato di recente da Armando Curcio Editore: Il Dono – In viaggio verso l'Aldilà, di Bree J. Hunter.
La protagonista è Alex, una semplice adolescente con una vita difficile. La storia inizia quando degli uomini attaccano casa sua, rapendola per portarla a processo. Alex infatti credeva di essere una ragazza normale, ignara della sua natura di Nāyaka, che le dà per diritto di nascita il Dono, un potere unico al mondo.
Il suo ruolo sarà quello di salvare la giovane donna che vede nei propri sogni, prigioniera del terribile uomo che sta minacciando la salvaguardia di ogni Nāyaka, l'Uomo Aldilà.
Purtroppo non posso soffermarmi ulteriormente, perché rischierei di spoilerare; difatti, la trama è un po' contorta, seppur positivamente parlando, poiché si passa da un luogo all'altro e ci sono vari colpi di scena che sconvolgono le precedenti convinzioni.
Cronologicamente l'opera è lineare, non vi sono flashback o parti esterne alla narrazione, però si sviluppa in modo molto lento, con intere parti del tutto superflue che non servono al funzionamento dello svolgimento. La lettura risulta quindi faticosa, seppur interessante, proprio per questa fatica a ingranare, unita a ribaltamenti improvvisi d'ambientazione.
L'ambientazione, di per sé, non è ben delineata. Non viene specificata abbastanza bene la differenza fra mondo Nāyaka e mondo umano e se questi siano separati l'uno dall'altro e collegati dai portali o se le città Nāyaka si trovino nel mondo umano ma ben nascoste.
Il problema della vaghezza si trova anche nei restanti ambienti che ci troviamo a vedere. Un esempio è la base, che sembra avere una grande importanza nel libro ma di cui alla fine c'è davvero molto poco. Non capiamo nemmeno in che preciso luogo del mondo siamo, se in America, Inghilterra o qualche altro paese anglofono (e qui ci sarebbe un appunto riguardante i nomi, poiché hanno tutti cognomi anglofoni ma molti nomi sono italiani).
C'è quindi un mondo particolareggiato e di cui si intuisce la presenza, che tuttavia non viene esplorato e lasciato al caso, per concentrarsi su scene superflue con l'unico scopo di mettere in luce il rapporto fra Alex e Damon.
Per quanto riguarda le incongruenze e le falle, ne ho trovate alcune concrete (il fatto che Jonas sia adottato dal padre di Alex quando legalmente parlando l'adozione richiede la presenza esplicita di due genitori o che Alex sembri così unita ai ragazzi della Base 9 già dopo un giorno, quasi dimentica della famiglia che ha lasciato alle spalle) e altre – la maggior parte – riferite al comportamento dei personaggi, spesso e volentieri non coerente con quello che viene da loro stessi detto.
Anche il titolo dell'opera mi lascia un po' perplessa, poiché non c'è alcun viaggio verso l'Aldilà, ma solo il tragitto che Alex e Damon fanno verso il castello dell'Uomo Aldilà. Probabilmente è a questo che si riferisce il titolo, ma tecnicamente parlando quello che traspare è un'altra cosa, che mi ha tratto in inganno fino alla fine del libro.
Sempre a riguardo dell'incongruenza c'è il problema delle morti, le quali accadono troppo rapidamente, tanto da impedire al lettore di capire cosa sia davvero successo. Più volte infatti mi sono trovata a non comprendere che un personaggio fosse morto, capendolo solo attraverso le parole espresse della protagonista (cosa che non dovrebbe accadere).
L'originalità ritengo ci sia, ma non credo che le premesse siano state sfruttate a dovere. Difatti, il tutto mi ha ricordato un po' la saga della Casa della Notte, di P.C. e Kristin Cast, soprattutto nella parte ambientata alla Base 9 (la compagna di stanza, il gruppo di amici che coinvolge subito la protagonista, il tavolo che occupano alla mensa ecc.). Secondariamente, gli stereotipi non mancano, i quali hanno "rovinato", se si può dire così, la sorpresa di alcuni colpi di scena (ad esempio la rivelazione di chi sia realmente Jocelyn e chi sia il padre di Alex, cose che si intuivano già dai primi capitoli); i personaggi hanno lo stesso problema, basti guardare Damon, il coprotagonista stronzo che in realtà nasconde un gran cuore.
Ciò che meno di tutto mi ha convinto è stata la velocità con cui Alex ha stretto i propri rapporti, sia con i ragazzi della Base 9 sia, ma soprattutto, con Damon: la loro storia d'amore spunta fuori troppo velocemente, senza delle basi solide a sostenerla, e viene resa fragile dal fatto che lei sembra dimenticare in continuazione che lui l'ha rapita per portarla dall'Uomo Aldilà, che la ucciderà per rubarle il Dono. Il fatto che venga citata la Sindrome di Stoccolma non migliora la situazione, poiché dà alla questione un'eccessiva leggerezza: la Sindrome di Stoccolma è una malattia, e non è una cosa da prendere alla leggera, quindi citarla superficialmente rischia di rovinare l'intero intento dell'opera. Soprattutto perché una vittima di questa sindrome non si renderebbe conto di esserlo, né penserebbe di fuggire dal proprio rapitore, perché ne è dipendente.
Pertanto l'idea di partenza era buona, ma la storia si concentra troppo su elementi secondari, senza esplorare gli elementi che darebbero alla trama e all'ambientazione caratteristiche uniche.
La narrazione ha vari problemi, legati anche alla mancanza di editing.
Per quanto riguarda le azioni, come già accennato prima le scene si svolgono davvero velocemente, andando a creare un senso di confusione nel lettore, che non riesce a seguire in modo limpido quello che accade (lotte, momenti fluff fra Alex e Damon, morti, colpi di scena ecc.).
Le descrizioni, al contempo, sono molto scarne, soprattutto dei personaggi, di cui ci viene data qualche informazione superficiale e ripetitiva (per quanto riguarda Damon). Dei luoghi abbiamo qualche tratteggio in più, ma non abbastanza da poterli immaginare in modo chiaro.
I dialoghi sono per lo più a posto, esattamente come lo stile di narrazione, e l'unico problema presente intercorre fra essi: i verbi, i cui accenti spesso mancano; ho trovato due-tre errori anche con le coniugazioni, più di distrazione che altro.
I personaggi, per via dei problemi sopra riportati, non riescono a emergere. Si vede l'impegno che l'autrice ha messo nell'opera, e si intuisce che i personaggi principali sono dotati di spessore, ma questo non arriva pienamente al lettore. Alex ha un po' il complesso della Mary Sue, poiché tutto gravita attorno a lei, sia da parte dei buoni che dei cattivi, con l'unica ragione che lei è lei, fine.
I personaggi secondari, invece, si dimostrano più che altro macchiette presenti solo per fungere da sottofondo, senza un vero carattere che li distingua l'uno dall'altro (soprattutto per quanto riguarda il gruppo dei ragazzi della Base 9, che sinceramente ho fatto molta fatica a distinguere per tutta la durata del libro).
Consiglierei, nel sequel, di fare più attenzione ai rapporti che intercorrono fra Alex e tutti gli altri, e di togliere le parti superflue che hanno l'unico scopo di far avvicinare i personaggi, inserendole in scene che hanno uno scopo effettivo nello svolgimento.
Lo stile è buono, seppure siano presenti errori di vario tipo, ma quasi ingenuo, tipico degli scrittori in erba. Ciò non è comunque un male, poiché l'unico vero e proprio difetto è la mancanza di un editing, che si vede già dai primi capitoli.
Un errore che ho notato si ripete molto spesso è la scritta "N yaka", in cui la ā manca, non so se per un qualche problema di stampa o del software in cui è stato scritto il testo.
Dunque, questo libro vale? Sinceramente direi di sì, perché seppure sia lento a ingranare e abbia vari difetti dovuti sia all'editing non apportato che al fatto che l'autrice fosse un po' alle prime armi è una buona lettura, leggera e che coinvolge. L'impegno c'è e si vede, spero solo che nel prossimo volume della saga la CE editi come si deve.
Perciò, lo consiglio? Secondo il mio parere, se si vuole uno YA interessante e leggero, è un'opzione più che buona, una lettura veloce che riesce a colpire nonostante tutto. Lo sconsiglio solo se non siete fan dei fantasy teen e cercate qualcosa che tratti temi pesanti.
Per ora questo è tutto,
vi ringrazio per essere arrivati fin qui e se avete letto la storia in questione vi invito a lasciare un parere, per farmi sapere se siete d'accordo o meno.
Vi auguro una buona serata
e alla prossima recensione!
Stelle: ⭐⭐⭐
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