"Between the Devil and the deep blue Sea" di April Genevieve Tucholke
Sinossi:
Smetti di avere paura del Diavolo quando stringi la sua mano...
Niente di eccitante succede nell'assonnata cittadina di mare di Violet White... fino a quando non arriva River West. River prende in affitto la pensione dietro la casa in rovina di Violet, e mentre cose misteriose e sinistre iniziano ad accadere, Violet comincia a interrogarsi sul ragazzo che vive nel suo cortile. River è solo un bugiardo sorridente con begli occhi e un passato misterioso? O potrebbe essere qualcosa di più? La nonna di Violet l'ha sempre avvisata sul Diavolo, ma non ha mai detto che lui potesse essere un ragazzo dai capelli scuri che fa pisolini al sole, che ama il caffè, che ti bacia in un cimitero... che ti fa desiderare di baciarlo a tua volta. Violet è già così innamorata che non riesce a vedere bene. Ed è proprio così che piace a River.
Tag:
#poteri, #amore, #estate, #ragazzi, #famiglia, #segreti, #cittadino, #illusioni
Recensione:
Buongiorno, lettori, e benvenuti in questa nuova recensione.
Devo dire che apprezzo l'estate per una sola ragione: le vacanze, perché ho tempo per leggere e smaltire la massa di volumi che mi occupa la scrivania come un'invasione aliena.
Oggi sono qui per parlarvi di un libro che ho avuto in scambio (e ringrazio il cielo, costa un botto), che a tratti m'incuriosiva e a tratti non mi dava buone vibrazioni. Sto parlando di Between the Devil and the deep blue Sea. Non ho la minima idea se sia stato pubblicato in italiano o meno, quindi considerate che tutto ciò che dirò si riferirà alla versione originale, quella in inglese.
La protagonista è Violet, questa ragazza solitaria e abbastanza strana che, insieme al fratello Luke, vive nella casa che da generazioni la sua famiglia si tramanda. Infatti, i suoi antenati erano ricchi, ma ormai il loro nome è decaduto, e tutto ciò che resta è una magione abbarbicata a strapiombo sul mare, rovinata dal tempo e piena di passaggi segreti.
Lì Violet e Luke cercano di sopravvivere meglio che possono, poiché i genitori, artisti, li hanno lasciati per girare l'Europa. Quando i due ragazzi finiscono i soldi rimasti, Violet decide di mettere in affitto la pensione dietro casa, subito presa da questo ragazzo misterioso appena giunto in città: River.
Da qui si aprirà una serie di eventi inquietanti, pregni di illusione e morte, in cui River e la sua famiglia avranno un ruolo decisivo e starà a Violet cercare di risolvere la situazione.
La prima cosa che non mi è piaciuta di questo libro è la sinossi, affiancata dal titolo. Dalla quarta di copertina si capiva che il libro avrebbe avuto come protagonista la figura del Diavolo, e che questo River fosse in realtà Lucifero. Invece, a metà opera si scopre che questo fantomatico Diavolo non è altro che una metafora usata da Violet per descrivere River e l'antagonista. Se poi contiamo la citazione al jazzista... nemmeno quella funziona, poiché è del tutto secondaria.
Anche il titolo è fuorviante, poiché di Diavolo non ce n'è nemmeno l'ombra e il mare ha un ruolo del tutto marginale. Anche gli eventi misteriosi e inquietanti che ci vengono promessi non sono altro che illusioni create dal personaggio di River e di suo fratello.
L'autrice avrebbe dovuto inserire una sinossi veritiera, perché molti hanno comprato il libro tratti in inganno dalla quarta di copertina, trovandosi poi una cosa completamente diversa. Ecco, non è molto corretto.
L'ambientazione è abbastanza vaga. Sappiamo dove ci troviamo, cioè a Echo, una cittadina persa nel nulla negli Stati Uniti, ma non l'anno preciso. A riguardo del luogo non ci vengono comunque fornite grandi informazioni, anzi, il tutto è lasciato per lo più al caso.
Di falle e incongruenze ce ne sono fin troppe. Prima di tutto, il fatto che gli eventi si svolgano nel giro di cosa... una settimana? Violet e River si innamorano follemente nel giro di due giorni e si comportano come se si conoscessero da una vita. Questo mi ha lasciata senza parole, perché seppure l'autrice cerchi di dare una spiegazione (il potere che River usa su Violet e che Violet riconosca che stia accadendo tutto troppo in fretta) nessuno dei due si pone davvero il problema, e nonostante Violet si stupisca non fa niente per migliorare la situazione o liberarsi dal controllo di River.
Di incongruenze ne è pieno il libro, fra genitori che spariscono così a caso per girare il mondo e poi tornano, accolti dai figli in lacrime quando per tutto il libro erano delusi e feriti; fra ragazzini che fanno più della polizia; polizia che non fa assolutamente nulla mentre la gente continua a morire eccetera... l'opera è pregna di eventi assurdi che l'autrice non si preoccupa di spiegare o rendere verosimili.
L'originalità si trova nella storia di River e della sua famiglia, ma anche qui le spiegazioni che ci vengono fornite sono poche e confuse. Non ci viene spiegato da dove questo potere – "glow", "spark" o "burn" – provenga, né come esattamente funzioni. Tutto è molto vago, quindi l'aspetto paranormale e di conseguenza il mondo ideato dall'autrice non è sondato abbastanza, non ci permette di capire cosa stiamo leggendo.
L'altro aspetto dell'opera sono la cittadina dove tutto è ambientato e le reazioni degli abitanti, più che stereotipati, e non permettono all'insieme di distinguersi. Anzi, se possibile peggiorano la situazione, già in bilico per la superficialità adottata dall'autrice.
I personaggi, dal canto loro, si comportano come cliché ambulanti, elemento che si rispecchia nel rapporto fra Violet e River. Ho apprezzato molto il fatto che la loro storia d'amore fosse diversa dal solito: lei sa che River non è buono, ma da una parte lo vuole anche per questo. Tuttavia, questa relazione – che poteva essere originalissima (andiamo, quando mai una protagonista sta insieme al coprotagonista proprio perché è cattivo? Mai) – scade nel banale per le dinamiche inserite, perché il tutto si svolge in pochi giorni e perché Violet è spinta ad amarlo e si lascia sottomettere dal suo volere.
In complesso, il tutto poteva essere veramente figo e originale, ma alla fine è tutto fumo e niente arrosto.
La narrazione è veloce e leggera. La lettura di questo libro non richiede molto tempo, anzi, proprio per la forma "leggiadra" e il modo dell'autrice di narrare gli eventi, l'opera si finisce in poco tempo e un capitolo tira l'altro. La comprensione degli eventi è quindi tutto tranne che complessa.
Le descrizioni tuttavia sono abbastanza superficiali: personaggi secondari e luoghi non sono praticamente descritti, e anche i principali come River e i suoi fratelli sono lasciati un po' al caso, per concentrarsi su elementi ripetuti all'infinito.
I dialoghi hanno senso sia nel contesto che nel contenuto, ma ogni tanto sono presenti delle frasi un po' troppo forzatamente poetiche che sembrano più voli pindarici che altro.
Lo stile di narrazione è perfetto poiché ci permette di entrare nella mente della protagonista e capire le sue motivazioni più di quanto le sue azioni facciano.
La caratterizzazione non è esattamente delle più strutturate: leggendo ho riconosciuto due passaggi – chiamiamoli così – fondamentali nel modo in cui i personaggi sono stati costruiti. In primo luogo, essi sono lo specchio di un topos letterario, sono stereotipi ambulanti che non riescono a uscire dal cliché che rappresentano (e spero che l'autrice l'abbia fatto di proposito – anche se non sembra – perché sennò siamo alla frutta): Violet la strana, Sunshine la bella e popolare, Luke il maschilista, River il figo, Neely l'attaccabrighe buonista e Brodie il folle sociopatico. L'altro "passaggio" è il fatto che la maggior parte di questi personaggi subisce un cambiamento radicale nello svolgersi della storia, soprattutto Luke e Sunshine: il primo diventa meno maschilista e un fratello migliore, la seconda diventa gentile e solitaria tanto quanto l'amica Violet. Ora... un miglioramento è sempre bello da vedere in un libro... se è motivato, però. Non è verosimile che Luke, da stronzo patentato, diventi adorabile senza una ragione. Non funziona così.
Violet è senza dubbio una sorta di Mary Sue un po' annacquata, poiché tutti le vogliono bene (anche se in modi molto spesso fin troppo contorti) e tutto gira attorno a lei, senza che ci venga data una spiegazione valida del perché ciò accada. Ha il temperamento di una lumaca (quando viene detto che invece può diventare persino violenta – mai vista sta cosa nel libro), il rispetto di sé di uno sturalavandino (anche qui affermato il contrario) e la coerenza di un cucchiaino di plastica (passa dal "no, è cattivo, deve diventare buono!" a "io lo amo così com'è, quindi sono cattiva anche io").
Una cosa che mi è molto piaciuta è stato l'antagonista, che per una volta non mostra motivazioni vere e proprie alle proprie azioni malvagie, le fa e basta perché lo divertono. Questo è un cattivo che non vedo quasi mai nei libri e che molti disprezzano, ma che sinceramente io adoro: un antagonista non deve sempre avere motivi plausibili, può anche fare del male solo perché è pazzo, e non per questo è meno cattivo, anzi! L'antagonista di questo libro mi è piaciuto proprio per questo, perché è folle, sa di esserlo e si crogiola in questa sua pazzia, fomentata dal suo potere. Inoltre, beh, un cattivo redhead non si può non amarlo.
A riguardo, l'unico elemento che ho disapprovato è stato il fatto che sia entrato in scena troppo tardi, praticamente alla fine, cosa che fa sembrare la trama quasi inesistente.
River, d'altro canto, è un personaggio particolare, che non si riesce né a odiare né ad amare, bensì entrambi. Lo odiamo perché è un assassino, perché è un bugiardo cronico, perché spinge Violet ad amarlo... ma lo amiamo perché difende gli innocenti, perché fa il vigilante e la fa pagare a coloro che fanno del male (forse nel modo sbagliato), perché non vuole cambiare ciò che è e perché nel suo modo contorto ama Violet ed è pronto a dare la vita per lei. River è quindi una figura complessa che l'autrice è stata in grado di rendere davvero bene (la pecca è appunto la velocità con cui tutto si svolge, non è plausibile che due si innamorino nel giro di tre giorni).
Lo stile d'altro canto è davvero buono, procede che è una favola e si fa leggere senza intoppi, inoltre in più punti è poetico. Gli unici problemi sono quei momenti in cui l'autrice si lascia un po' troppo andare e comincia a scrivere frasi assurde e voli pindarici dei più alti. Piccola altra pecca è il modo di esprimersi molto giovanile e semplicistico, ma essendo tutto raccontato in prima persona da una ragazza di diciassette anni ha senso.
Pertanto, questo libro vale? Come ormai sempre più spesso accade, mi trovo costretta a rispondere nì. Si vede che l'autrice voleva creare qualcosa di unico e particolare, che avesse dei connotati gotici e bizzarri, ma non ci è riuscita. La principale pecca è il fatto che le premesse promettano (scusate il gioco di parole) qualcosa di preciso e poi invece ci si trovi davanti tutt'altro, tra l'altro permeato di incongruenze, ma si vede che la Tucholke ha almeno tentato di impegnarsi, quindi questo glielo riconosciamo.
Lo consiglio? Non mi sento di dire di no, ma lo consiglio solo a coloro che amano gli YA giovanili e stanno cercando una lettura leggera che si finisca in fretta. L'inglese usato è semplice ma non troppo basilare, quindi potrebbe andare bene anche a coloro che stanno cercando qualche libro per iniziare a leggere in lingua.
Se però siete dei lettori critici e state cercando qualcosa di ben strutturato e soprattutto che abbia eventi plausibili... vi consiglio di optare per qualcos'altro.
Io comunque leggerò il secondo e ultimo libro (già acquistato), per trovare risposta alle molte domande.
Per ora questo è tutto. Voi lo avete letto? Vi è piaciuto?
Vi lascio con questo quesito e vi auguro una buona giornata,
ci vediamo presto con la recensione di "Annientamento" di Jeff VanderMeer.
Dasvidania!
Stelle: ⭐⭐½
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