•2451 - RebyBnn•
Sinossi:
Roy componeva per sentire se stesso.
Il piano, unica consolazione che era riuscito a trovare in quel mondo meccanico, costruito con le più moderne tecnologie, era l'unico mezzo che gli permetteva di ritrovare in se stesso tutti quei sentimenti, tutte quelle emozioni che aveva perso nel momento in cui la sua vita era iniziata ad andare a rotoli. Nessuno era bravo quanto lui, ne era certo.
1) Trama:
Buonasera, lettori, e benvenuti nella prima recensione di questa lista! Oggi parleremo di una storia breve, intitolata 2451, scritta da RebyBnn. La trama dell'opera è relativamente semplice e lineare: il protagonista è Roy, un ragazzo che vive nei bassifondi della sua città, dove la luce del sole non arriva mai e dove povertà e criminalità fanno da padrone. Tutto inizia quando la popolazione ricca dà il via al progetto Colonizzazione, un'emigrazione di massa degli esseri umani su altri pianeti per salvarsi dall'ormai pressoché invivibile atmosfera terrestre.
Sotto questo punto di vista, devo dire di essere rimasta perplessa. La storia ha in tutto 9 capitoli, nel complesso anche abbastanza corti, e lo svolgimento non mi ha colpita del tutto. Per prima cosa, i primi due/tre capitoli non sembrano avere un effettivo collegamento con la questione del progetto Colonizzazione: cosa c'entra, a riguardo, la missione di Lydia e Matt? Senza contare che ci sono molte domande a cui non viene data risposta, ma su questo punto mi soffermerò dopo.
In secondo luogo, la mia perplessità è dovuta anche alla velocità con cui la trama è stata sviluppata: le informazioni sull'ambientazione sono superficiali, i personaggi hanno comportamenti incoerenti e non ci vengono presentati a tutto tondo nonostante i nove capitoli offrano più occasioni.
In sintesi, lo svolgimento appare discontinuo e incongruente – soprattutto per quanto riguarda le scelte dei personaggi – e vengono lanciati tanti appigli che tuttavia non vengono sfruttati, ma anzi semplicemente lasciati lì. Effettivamente, di appigli ci ne sono talmente tanti che si sarebbe potuta scrivere un'opera molto più lunga, ambientata per esempio anche dopo la partenza del gruppo, e alternata fra la Terra e il pianeta su cui approda il partito. In questo modo, tutto sarebbe parso più completo, sensazione che qui invece non ho provato.
Nei capitoli ho trovato varie incongruenze e/o domande a cui non viene data risposta:
▪ cos'è successo al mondo? Perché è ridotto così? Da quanto è tale, visto che quando Roy era piccolo il sole ancora si vedeva?
▪ come sono stati creati gli androidi? E soprattutto: perché sono spaventati dalla polizia – come viene detto quando viene raccontato del pestaggio di Roy – se in realtà viene rivelato che sono da essa gestiti per non sporcarsi le mani?
▪ come è stato attuato il piano Colonizzazione? Come sono stati trovati gli altri pianeti vivibili e il modo per raggiungerli?
▪ come ha fatto Tyrell a bloccare la partenza di Roy? Viene accennato ma non spiegato bene. Tutta la parte del dialogo fra i due è confusa e veloce;
▪ è comprensibile che Tyrell abbia forzato la mano, ma perché mai Roy non ha richiamato Cosme quando questi gli ha detto nel messaggio di considerarlo come un figlio? O perché non ha fatto in modo di andare da lui? Dalla chiamata all'incontro con Tyrell passa un bel po' di tempo, è inverosimile che se Roy è stato colpito così tanto dalle parole di Cosme non faccia nulla per parlare con lui;
▪ come ha deciso Roy di unirsi al partito? Cosme lo ha convinto? Si è sentito coinvolto?
▪ chi ha ucciso Matt? È perché?
▪ che fine fa Lucas? A un certo punto scompare e non si vede più.
L'ambientazione, oltre le varie incognite generali, è molto superficiale. Sappiamo solo che ci troviamo nel 2451 in America, ma non in quale città né come il pianeta sia giunto a quelle specifiche condizioni o come siano nati e strutturati i vari livelli. Diciamo che tutto si concentra solo sullo sviluppo di Roy – che tuttavia non si percepisce tranne che nella parte finale dell'ultimo capitolo – a discapito della coerenza di tutto il resto, fra cui l'importante elemento dell'ambientazione, troppo poco tratteggiata.
Personalmente, consiglierei un'approfondita revisione, e magari di allungare i capitoli, così da dare più occasione alle incognite presenti di venire spiegate e ai personaggi di uscire ed essere così caratterizzati.
2) Originalità:
In generale, non ho abbastanza dettagli per analizzare pienamente l'originalità. L'ambientazione è come detto lasciata un po' al caso, tranne che per l'elemento della differenza fra zona ricca e zona povera, ripetuto ed esasperato dall'inizio alla fine. La diversità fra le due consiste nel semplice fatto che nei livelli più bassi – quelli che si trovano a terra – la vita è costantemente buia e uggiosa, quasi claustrofobica, condita di criminalità, mentre nei piani superiori splende il sole e la vita è agiata. Questa cosa mi ha ricordato molto il mondo di Altered Carbon, dove solo i più ricchi possono vedere oltre le coltri di nubi grazie ai loro altissimi grattacieli, e dove invece le zone povere (cioè quelle al livello del terreno) sono buie e piovose. Tuttavia, quest'ambientazione ha anche un che di Terranova, dove il pianeta è stato ricoperto da uno spesso strato di smog. Non so se effettivamente sia così, in 2451, ma le cose sono troppo poco sondate per permettere di capire, pertanto mi baso su quello che ho visto e ho compreso dell'opera.
Per quanto riguarda l'aspetto cliché, abbiamo gli stereotipi base di questo tipo di fantascientifico:
▪ fuga verso un altro pianeta e colonizzazione di questo;
▪ pianeta sull'orlo del collasso;
▪ netta divisione della società fra ricchi e poveri;
▪ Stati Uniti (questo non è un vero e proprio cliché, ma ho notato che quando si tratta di trame simili lo stato principale di cui si parla o da cui provengono i protagonisti è proprio quello).
Questi stereotipi, sempre a causa della superficialità, non sono ben sviluppati, così da rendere il tutto più basilare.
Nel complesso, la trama non è eccezionale né mai vista, e il fatto che le informazioni base siano state lasciate in disparte non aiuta a risollevare l'opera, ma è apprezzabile il modo in cui si cerca di concentrarsi sullo sviluppo caratteriale di Roy, che va da semplice ragazzo capriccioso a uomo maturo a causa degli eventi a cui prende parte.
3) Sintassi:
Gli errori sono stati tutti corretti nei commenti dell'opera.
4) Narrazione:
a) la narrazione degli eventi e delle azioni è chiara, anche se non proprio limpidissima. Ci sono state parti, infatti, in cui ciò che accadeva non era chiarissimo, come il capitolo in cui Cosme chiama Roy – ci ho messo un attimo a seguire tutti i passaggi – o quello in cui Roy parla con l'androide. Lì, nello specifico, tutto era molto confuso, in quanto come già segnalato c'era un uso spropositato di "l'altro" per definire quale personaggio agiva, quando invece si sarebbe potuto usare o aggettivi che descrivessero l'aspetto dei personaggi come "biondo, rosso, umano ecc." o il nome proprio di Roy;
b) le descrizioni sono per lo più incomplete e ripetitive. La maggior parte si concentra soprattutto su Roy e il suo appartamento, mentre la restante si limita ai particolari base dei personaggi come Lydia, Cosme e Tyrell. Non abbiamo infatti descrizioni vere dei luoghi che non siano la casa del protagonista o dettagli che vadano oltre occhi e capelli dei personaggi. Ciò contribuisce a intensificare l'alone di superficialità che grava sul tutto;
c) i dialoghi sono coerenti ma non sempre comprensibili perché spesso velocizzati (es.: la scena con Tyrell e il litigio con Cosme), inoltre la forma non è esattamente corretta in quanto a volte si va a capo nonostante sia lo stesso personaggio a parlare (causando così confusione) e perché viene messo il punto al posto della virgola quando la frase deve invece continuare per essere completa;
d) lo stile di narrazione è un semplice passato remoto alla terza persona, che si adatta all'opera (in effetti, anche un presente o una prima persona sarebbero andati bene). Non ho trovato errori di coniugazione.
5) Caratterizzazione dei personaggi:
I personaggi, come accennato, non hanno una vera e propria caratterizzazione, in quanto non ci si sofferma abbastanza per capire la loro personalità o il loro spessore. Si intuisce che Roy di per sé ne è dotato, ma oltre al carattere capriccioso e impulsivo non si comprende come sia fatto. Proprio per tale ragione – come detto – la sua evoluzione a uomo maturo non si percepisce che nelle ultime righe, ma anche lì è stato per me impossibile non sentire la sua insoddisfazione quasi capricciosa, che me lo ha reso insopportabile.
Insomma, l'unico personaggio a cui si possa attribuire una personalità/profondità è Roy, ma anche qui – a causa della generale superficialità con cui sono strutturati i capitoli – non se ne ha prova concreta. Non sono riuscita a farmelo piacere e non ho apprezzato la sua costante insofferenza e la sua cocciutaggine su cose che non comprende appieno; per questo non ho condiviso le parole di Tyrell, che mi sono sembrate prive di fondamenta, quando ha detto che Roy capisce più di tutti e ha una mente brillante: personalmente questo non l'ho visto, ho visto solo un protagonista capriccioso desideroso che gli altri provino quello che prova lui e che la pensino come la pensa lui.
Al contempo, c'è tutta la parte delle incongruenze prima indicate.
Infine, Roy un po' Gary Stu mi è sembrato, in quanto ha tanti difetti ma sembra che nessuno degli altri personaggi – a parte Lucas, che infatti poi svanisce nel nulla – ci faccia caso, e penda invece dalle sue labbra e dipenda da lui.
6) Stile di scrittura:
Lo stile di scrittura è buono, fluido e con un lessico equilibrato, che non sfocia né nel banale né nel pomposo. Tuttavia, il livello viene un po' abbassato dagli errori sistematici all'interno del testo:
▪ avverbi in -mente: scritti uno dopo l'altro;
▪ ripetizioni: sia di concetti, che di descrizioni o di semplici termini;
▪ virgole mal distribuite;
▪ errori vari: come "apposta" invece di "a posta" (se non siete sicuri di come va scritto, basta ovviare con un semplice "di proposito"), o di battitura o dimenticanze.
Generalmente, comunque, la storia non è male. L'idea è abbastanza basilare ma, forse senza nemmeno farlo volontariamente, ci sono tanti appigli che permetterebbero di sviluppare un'opera molto più lunga e complessa in cui tutti i punti interrogativi lasciati al caso e le dimenticanze generali come caratterizzazione o ambientazione sarebbero spiegate e le basi rese concrete. Al momento, basi solide non ne ho trovate molte, anzi, il tutto è abbastanza traballante.
Consiglio pertanto un'approfondita revisione e, nel caso in cui l'autrice preferisca lasciarla una short story – ma a mio parere sarebbe un po' sprecata come tale –, un allungamento dei capitoli, così da, come già detto, implementarne gli elementi e rispondere almeno alla metà delle incognite lasciate.
Sottolineo comunque di non scoraggiarsi, perché con il giusto impegno si possono raggiungere risultati straordinari.
Valutazioni:
- Trama: 4
- Originalità: 5
- Sintassi: 9
- Narrazione: 5
- Caratterizzazione: 6
- Stile: 8
Totale: 37 su 60
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