Una poesia tragica
Cotanta bellezza ti allietava il volto
quando della mia asta vedesti la lunghezza
che il tuo dolor paria tosto morto
come un fior piegato dalla piovana nefandezza.
Ah, ma come tornó peró lo sconforto
quando simile al fior su nominato
si afflosció il mio membro,
e con quel fare disturbato
dicesti tu di aver perduto tempo.
Allora infame te ne andasti
e pensando alle mie meste pene
solo e stremato io rimasi
col mio reo affar a trastullarmi
e a pensar di te affatto bene.
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